mercoledì 26 dicembre 2018

In tema di bilancio

Dico sempre che a fine anno non faccio bilanci, perché tanto non ho memoria e non ricordo cosa è accaduto durante l'anno... ed è vero.
Quest'anno si è dato da fare; di quel che mi è concesso dire, l'essere rimasto da solo alla scrivania è stata conseguenza di eventi dei quali si sarebbe fatto a meno... sinora il 2018, che un po' si è ripreso, è stato degno compare del 2017.
Siamo appena al 26 e il 2018 fa ancora in tempo a combinare dell'altro; anzi, mi aspetto qualcosa di significativo domani perché talune cose, molto importanti, non sono state affrontate ed io non ho alcuna intenzione di starmene buono e zitto; alla mia venerabile età ho finito il tempo nel quale elemosinare qualcosa, specie se, come ora, non rischio assolutamente nulla.
Rispetto agli esordi dell'anno in corso, quanto sopra è giusto un fastidio, ma appare come la volontà di voler essere, sino in fondo, un anno che desidera lasciarci dei segni; per i traumi s'è già dato e sarebbe carino evitare di infierire.
L'obbiettivo resta quello di accumulare punti karma a sufficienza da investire, nella prossima vita, nella scheda PG: "gatto domestico con umani di servizio"... o passare direttamente di livello e raggiungere il Nirvana, ma forse tornerei indietro solo per provare com'è ad essere coccolati, vezzeggiati, da personale di servizio con pollice opponibile e dormire per i due terzi della mia esistenza.
Sono moderatamente soddisfatto di me, risultato imprevedibile dati i miei esordi, e sono, soprattutto, conscio di essere uno sfrantamaroni e di riuscire, almeno a casa, a contenere questo aspetto; al lavoro mi si deve prendere così come sono, con le molle e con prudenza, ma il più delle volte non mordo e un po' di sarcasmo non ha mai ucciso nessuno.
Auguro a tutti noi momenti, prolungati nel tempo, di indicibile chiarezza sulla nostra persona ed esistenza; un'esperienza alla "Canto di Natale" in dosi massicce, con la speranza di diventare persone migliori.
Caro Cosmo portaci, anche a partire da oggi, vagonate, catene montuose e sterminate praterie di empatia e simpatia (nella sua accezione di "patire insieme", "provare emozioni insieme").

martedì 27 novembre 2018

Iliade

Ci sono taluni libri che funzionano come la luce per le falene e l'Iliade, per me, è uno di questi.
Per me l'epopea inizia con Dardano e termina con il ritorno di Odisseo a Itaca; questo vuol dire che ho parecchie cose da leggere e vi sono molti racconti, all'epopea collegati, che hanno su di me un gran fascino.
Ogni volta che esce in libreria un libercolo che ha a che fare con Ilio questo, inevitabilmente, approda a casa; non so come mai, perché l'Iliade e l'Odissea le ho conosciute avanti con gli anni, ma hanno, evidentemente, una valenza per me significativa... pur ignorando quale essa sia.
Polideuce, del resto, salvò la sorella Elena di Sparta dalle mire di Piritoo.
Se è un problema, si tratta di un bel problema.

domenica 21 ottobre 2018

Sceneggiatura

Ho sempre pensato che tutto sommato potremmo anche essere lo show televisivo di qualcuno; dopo svariati film al riguardo l'idea non è per nulla originale, ma mi venne in mente tanti anni fa, forse, in un ascensore di un condominio a Corcagnano o su un balcone specifico.
Probabilmente manco allora era un'idea nuova, ma non conoscendo dei riferimenti l'ho ritenuta valida e tutt'ora mantiene una sua certa efficacia.
Varia la regia della mia esistenza; talvolta il regista è un ammiratore di Almodovar, altre volte mi pare di avere Bergman al timone della mia esistenza oppure Kieslowski.
In generale, resto convinto, che l'esistenza sia una tragicommedia.
Non ostante il consueto spleen domenicale non vi tedierò troppo a lungo e il fine di questo post è un'altro.
Similmente anche noi siamo chiamati a interpretare un ruolo al meglio delle nostre possibilità, il che è coerente con il racconto di Er e la scelta del PG; scheda, puntini px da distribuire, d20, la scelta dei parenti, conoscenti, amici... una scheda PG dettagliatissima, fatto sta che alcuni di noi sono, per quanto la cosa non ci possa piacere, scritti male; hanno investito pochi px nella sceneggiatura e il risultato è che affrontano l'esistenza come delle macchiette, alla meglio dei caratteristi, alla peggio si riducono a delle silhouettes bidimensionali.
E' veramente raro trovare individui così scritti male, perché avanziamo sempre dei px da buttare nell'interpretazione, per darci uno spessore anche minimo; ebbene... uno l'ho trovato.

mercoledì 17 ottobre 2018

Utonto

Sfatiamo subito un mito; non esiste l'utonto medio.
Ogni utonto è tonto a modo suo.
Quello che muove a compassione è quello che le cose proprio non le sa e dopo un numero, più o meno elevato, di scemenze capisce che vi sono alcune procedure che non è in grado di fare e quindi chiede.
Alcuni di questi utonti col tempo impareranno alcune cose , altri sono impermeabili a qualunque cosa e continueranno a stupirsi di fronte alla magia del copia+incolla e questo loro atteggiamento fa tenerezza.
L'utonto peggiore è colui che pur non sapendo è convinto di saperne tantissimo e non c'è santo in paradiso che possa fargli cambiare idea.
La tecnologia è uno strumento meraviglioso, ma taluni sono indegni di farne uso; non mi riferisco solo a pc o ad altro marchingegno evoluto, per costoro pure scheggiare della selce è cosa troppo avanzata.

venerdì 7 settembre 2018

Sonno

Appartengo a quell'ampia fascia di persone che, con l'approssimarsi dell'autunno, si addormeterebbero ovunque.
Certo; è un po' presto, ma anche quest'anno, forse anche a causa dell'orario antelucano al quale mi alzo, mi sono messo avanti coi lavori e ho già iniziato ad avere un sonno epico.
Come tutti gli anni, anche se un po' prima rispetto al solito, ho iniziato a prendere il mio solito integratore e, prossimamente, ovvero appena riuscirò a trovare la voglia di andare, tornerò a far visita al mio medico.
Non ci vediamo praticamente mai dato che, generalmente, godo di buona salute.
Ovviamente la situazione, per non farmi mancare proprio nulla, si ripete anche in primavera.
Ricordo mattinate a scuola, quando apprendevo da giovane a scrivere in cuneiforme sulle tavolozze di argilla, a combattere, senza successo, al sonno prodigioso da mezza stagione.
In genere il sonno mi aiuta anche quando sono un po' giù di morale; dormo e il giorno dopo sto persino meglio.
Io e Hypnos stiamo benissimo insieme :asd:

lunedì 20 agosto 2018

Errori

E' incredibile come le intuizioni migliori mi siano venute in bagno.
Il più delle volte avviene sotto la doccia, ma è l'ambiente in sé a conciliare folgoranti intuizioni.
A essere onesti sono del tutto all'oscuro del processo che conduce a questi lampi di consapevolezza.
In genere passo un pessimo periodo, complici anche fattori esterni indipendenti dalla mia volontà, e poi, dopo aver rimuginato parecchio su varie cose, mi si prospetta chiara e improvvisa una via da tentare per arginare o superare il malessere.
L'ultima illuminazione è relativa alla dipendenza emotiva da una persona mutevole come il "mare colore del vino", per citare a spanne Omero, che si è dimostrata, più e più volte negli anni, inaffidabile, ma dalla quale natura impone una certa dipendenza.
Ciò che muta in continuazione, che non è mai uguale a sé stesso e che non prende la parola data come impegno, non deve essere preso come riferimento; a un certo punto bisogna staccarsene emotivamente, in modo che, indipendentemente da quel che dice, non possa farci star male.
Arrivarci alla mia veranda età non depone troppo a mio favore, ma è anche vero che solo grazie allo stoicismo potrò, effettivamente, staccare questa fastidiosa dipendenza che, non ostante gli anni, è ancora in essere.
L'illuminazione c'è stata, adesso inizia il lavoro serio e complesso ma, spero, breve; del resto ho sempre fatto affidamento sull'operato, assolutamente non sotto il mio controllo cosciente e quasi da me indipendente, dei miei neuroni... grazie a loro e alla Provvidenza, che manzonianamente continua ad essere lo sponsor della mia esistenza, sono arrivato sin qua e con loro continuerò ad andare avanti.

domenica 19 agosto 2018

Ambiente

Tra le cose bizzarre del comportamento umano c'è la reiterazione di modi di fare più o meno deleteri.
Ci sei già passato, perché qualcuno in casa ha fatto le stesse cose con te, sai che non ci si sta bene per svariati motivi, sai che si crea un ambiente pesante e difficile da gestire, eppure tutto questo non ti impedisce di ripetere esattamente lo stesso comportamento, magari sperando anche in risultati diversi da quelli ottenuti da chi ti ha preceduto.
Di queste cose, onestamente, non riesco a capacitarmi di come possano avvenire.
C'è per forza qualcosa che grippa, che stona, che manda in corto le sinapsi per un periodo più o meno lungo.

giovedì 9 agosto 2018

Olimpiadi dell'ansia

Non ne hanno ancora, stranamente, fatto una disciplina olimpica, ma credo che annovererebbe miriadi di partecipanti.
Mi sento, onestamente, di poter partecipare solo in alcune discipline perché, mio malgrado e assolutamente a mia insaputa, ho smarrito le capacità necessarie per competere nelle varie sfumature d'ansia.
Cercherò di farne un elenco non esaustivo.
Lo scopo dell'ansia è il medesimo; farci diventare tutti registi di interminabili saghe cinematografiche, montate con scarsissimi indizi, nessun fatto concreto, ma montagne e montagne di supposizioni catastrofiche campate per aria.

Ansia alla risposta
Ovvero quella che ti prende appena senti che suona il telefono, oppure quando vedi una chiamata persa di qualcuno che conosci...
Il tutto si risolverebbe richiamando, ma perché farlo subito quando si può indugiare in almeno una miniserie di catastrofi e sensi di colpa?

Variante: ansia da non risposta
Ovvero quando chiami, o scrivi e non ti rispondono. Anche qui possono esserci mille ragioni, legittime, diverse... ma questo scenario regala materiale per almeno una soap opera; ovvero per...

Ansia in lungo
...quando la variante di prima diventa materia per una interminabile saga familiare.
La speculazione la fa da padrona e la maestria consiste nell'usare nulla per costruire le ipotesi più selvagge e ardite.
E' una disciplina, contrariamente a quanto si possa ritenere, molto semplice; basta un sassolino minuto, esile, anche appena accennato, meglio se inventato, per riuscire a produrre mesi, a volte anni, di sensi di colpa e tragedie inventate.

Ansia cosmica
Ovvero l'incommensurabile ansia e paura che ti prende all'idea di morire o della conversione in Nova del sole; o la fine della Via Lattea quando, alla fine, sarà fagocitata dal buco nero che tiene al suo centro.
Con questa ansia si parte da eventi che accadranno, alcuni più o meno vicini, la nostra morte, e altri remotissimi che si realizzeranno quando, più o meno, l'umanità si sarà estinta, per riuscire a rovinarci l'esistenza con timori del tutto immotivati su eventi che sfuggono, letteralmente, al nostro controllo; ma vuoi non farci su un par di migliaia di puntate di uno sceneggiato?

Non potrei più competere in "ansia alla risposta" e in "ansia in lungo", perché su quest'ultima non mi sento più così ferrato; mi piazzerei più o meno a metà in "ansia da non risposta", qualcuno dei miei neuroni credo si stia occupando, a tempo perso e in qualche modo, della cosa, mentre in "ansia cosmica" riuscirei a fare uno splendido risultato; minimo tra i primi posti.
Non è facile essere stoici...

"She bid me take life easy, as the grass grows on the weirs;
But I was young and foolish, and now am full of tears"

Riuscirò anche a fare il filo d'erba

domenica 5 agosto 2018

Sogni vari

1) Ero al lavoro, ultimamente lo frequento troppo spesso nei sogni, e stavo cercando di prendere un caffè; avendo finito i soldi stavo ricaricando la chiavetta ma, ahimé, avevo solo delle lire, monete da 100, 200, 50, ma manco un euro e quindi non sono riuscito a ricaricare la chiavetta per assumere caffeina.
Compare anche un individuo che mi chiede di fare qualcosa ed io, col garbo che mi contraddistingue, gli ringhio: "non prima del caffè!"

2) Mi trovo in un'aula con dei mobili eterogenei; roba d'antiquariato e di modernariato, con un pavimento in breccia di Verona e inizio, coinvolgendo tutti i presenti, a spostare i mobili, poi appaiono due fotocopiatrici e sposto anche quelle.
Si restaurano alcuni mobili, si scrosta via un po' di intonaco ammalorato e continuo a spostare i mobili dentro questo ambiente che, un po' alla volta, inizia ad assumere alcuni connotati del posto di lavoro.
Finalmente termino di spostare tutto e resta solo da pulire e qualcuno si offre di farlo al posto mio ma, essendo uno sfrantamaroni da sbarco, rispondo: "si; se lo lascio fare a te, è ancora tutto così il Giorno del Giudizio".

Il secondo sogno spero sia un messaggio dell'incoscio il quale mi dice che ha preso a riorganizzarsi; ho bisogno di fare ordine, buttare alcune cose, ripristinarne altre, modificare e sostituire altri aspetti.
Sto sognando troppo spesso il lavoro; dovrò provvedere.

giovedì 2 agosto 2018

Di coltelli e cestini

Io mi lamento un sacco; so che, miei manzoniani lettori, voi lo sapete bene.
Son proprio una lagna.
Ho persin paura che, leggendo delle mie lamentazioni, possa sembrare ch'io mi creda chissà quale mente acuta e sagace.
C'è una similitudine, sentita non mi ricordo più da chi, che apprezzo molto e che mi qualifica molto bene; non mi sento la lama più affilata del cesto.
Ovvero mi sento il solito, poco brillante, sveglio a fasi alterne, arguto un tanto al chilo e solo quando Giove è in trigono con Caronte e Epsilon Eridani, maldestro q.b....; insomma un comune mortale, come tanti, che fa con quel poco che ha avuto in dotazione ed è consapevole della cosa.
In talune situazioni, però, ove è richiesto un coltello affilato, mi sento una lama arrugginita e priva di filo in cesto di cucchiai di balsa.
Per fortuna, al momento, la mia naturale dabbenaggine mantiene l'Ego entro dimensioni gestibili.

martedì 26 giugno 2018

RPG

Non me ne voglia Platone, ma credo che pur avendo intuito, nei suoi aspetti generali, quel che accade quando si muore, ritengo che al mito di Er debbano essere apportate alcune modifiche al meccanismo; del resto ai suoi tempi i giochi di ruolo non erano ancora stati inventati.
Ovviamente si tratta di pura speculazione del resto se sono andato e ritornato non me lo ricordo, il mito è chiaro in proposito, e se non c'è nessun posto dove andare, similmente, non posso saperlo con certezza, per cui visto il "boh" che avvolge la vicenda mi sento autorizzato a cogitarci su.
L'inizio e il posto dal quale arrivano le anime, a seconda della loro indole o della loro vita precedente, dai cieli o dalla terra, mi vedono concorde poi, però, credo che vado apportata la seguente modifica.
Nel corso della vita si accumulano punti karma che ci permettono, a seconda del loro ammontare, di poter scegliere tra sei macro categorie di schede del personaggio; le schede paglia, quelle terracotta, quelle bronzo, argento, oro e platino.
L'ammontare dei punti karma fornisce anche l'ordine nel quale le singole anime potranno effettuare la scelta.
I punti karma non dimentichiamoli, perché torneranno utili alla fine della quest.
Le schede sono concepite, dalle Moire, in modo che abbiano, per la maggior parte,  interamente le caratteristiche di quella categoria e talune virano o alla categoria superiore o a quella inferiore; tranne quelle paglia che peggio di così...
Una volta liberamente scelta la scheda del PG, personaggio giocante, che comprende oltre a tutte le caratteristiche, anche le altre anime che incontreremo (famiglia, amici e scocciatori), si passa al Sacro Icosaedro.
Con il dado da 20, fornito gentilmente da Lachesi e con l'assistenza di Tyche, si compila la scheda del personaggio; se facciamo dei buoni punteggi lanciando il dado, avremo delle caratteristiche meravigliose, se facciamo dei punteggi scarsi... faremo con quel che passa la sorte.
Finita questa fase è fatta; il nostro personaggio è pronto per affrontare la quest e viene sponsorizzato da Necessità e Provvidenza.
Lo scopo è quello di diventare esseri migliori di quelli nei quali ci siamo incarnati, riuscendoci potremo avere accesso a schede migliori sino a diventare PNG (personaggi non giocanti); una sorta di demoni minori (demoni, ovviamente, in senso greco).
E Dio? Bhè... è il master; ogni tanto cambia l'ambientazione con estinzione, più o meno generale, ed evoluzione e ci fornisce "imprevisti" ed "opportunità" per rendere più interessante la campagna.
Il gioco di ruolo ha per ambientazione principale l'Universo e poi mille altre ambientazioni in ogni singolo pianeta popolato da organismi viventi; potremmo anche incarnarci in un qualcosa di vivente su 40 Eridani.
L'importante è tenere a mente che, tra le schede più prestigiose, come del resto Er ci informa, potrebbe esserci anche una vita da drosophila melanogaster o da effimera... zero preoccupazioni perché non si ha un sistema nervoso abbastanza sviluppato per averne.
Dal mio punto di vista gli esseri con un sistema nervoso centrale complesso e carrettate di neuroni e sinapsi, hanno accesso alle sole schede paglia, terracotta e bronzo; le fasce alte sono riservate a organismi più semplici e monocellulari, anime alle quali mancano pochissimi punti karma per diventare PNG.
Per esempio una chlamydomonas è molto avanti nella quest...
Come demone minore, poi, che si fa? bhè... una cosa alla volta; a qualcosa penserò.

lunedì 25 giugno 2018

Caro Cosmo

E' da un po' che ti chiedo un anno di una noia tale da poterlo paragonare a un libro di Melissa P.; non scritto male, intendiamoci, ma privo di eventi significativi o traumatici... e invece, non ostante chieda con frequenza, anche questa volta, essendo alla fine di giugno, l'anno in corso si è rivelato, e minaccia di continuare così, più interessante di quanto avrei voluto.
Sicuramente mi attendono tempi interessanti per cui, caro Cosmo, ti invito a farti perdonare impegnandoti a far concretizzare un paio di cose in corso.
Tu impegnati.

Questi tempi interessanti sicuramente movimentano l'esistenza e la vivacizzano, ma sarebbe apprezzata, anche per la mia non più verde età, una certa monotonia.
C'è anche da dire che, probabilmente, il Cosmo sa della mia indole pantofolaia e tutto questo interesse mi viene propinato per il mio bene; prendiamo le cose come vengono, come s'è sempre fatto, vediamo però di non renderle più interessanti di così.
Tutto questo per dire che continuo a confidare in un anno noia o, in alternativa, ad avere la priorità, al prossimo giro, nella scelta della scheda "gatto domestico con umani di servizio".
Dovrò impegnarmi di più per accumulare punti karma; ultimamente ne ho bruciati un po' troppi temo...

venerdì 22 giugno 2018

Qualcosa e il suo contrario

Mi capita veramente di rado e solo nelle circostanze che descriverò di seguito, di provare qualcosa e il suo contrario.
Le circostanze si verificano quando un evento è positivo per una persona cara, ma deleterio per me; sono contento per lei e al contempo sono profondamente rattristato per me.
E' capitato poche volte, per fortuna, ma ne conto, al momento, tre e una è avvenuta di recente.
Le prime due volte hanno riguardato due mie amiche, una per una scelta di vita coraggiosa che ha interposto una certa distanza fisica tra noi, l'altra per una scelta lavorativa necessaria e inderogabile che, però, ha avuto ripercussioni anche su di me.
Ora il caso è analogo alla seconda situazione; la scelta era assolutamente necessaria, indispensabile per poter arginare determinati eventi, per cui sono felice che sia stata fatta, ma so anche che avrà ripercussioni su di me di non facile gestione.
Diverrò più cattivo ogni giorno che passa; urge una via di uscita... un eremo, una colonna, un rifugio solitario irraggiungibile.

lunedì 11 giugno 2018

Minimalismo

Mi sono sempre piaciute le case e gli oggetti minimalisti, essenziali, privi di fronzoli ma, di converso, dato il posto dove vivo, subisco anche il fascino del liberty e del barocco.
Tendenzialmente, avendo adeguate capacità economiche, prenderei una casa minimalista, con ampi spazi e scarnamente arredata e, nel giro di qualche mese, ne rovinerei l'estetica e la fatica dell'architetto, riempendola di libri diversi tra loro con risultati barocchi.
Son preso a metà tra il troppo e niente; del resto all'entropia non si sfugge.
Non è ch'io voglia una cosa e il suo contrario; mi piacciano entrambi e poi, sin quando non ci devo vivere, va tutto bene.
Il barocco va bene quando si hanno delle persone che spolverano, lavano, puliscono e tengono in ordine al tuo posto; troppi fronzoli a cui tenere a dietro.
Una casa minimale, di converso, richiede una grande propensione all'ordine; ogni cosa deve essere riposta al suo posto, onde evitare l'effetto campo nomadi, e questo vuol dire o avere molto tempo, o avere qualcuno che fa i lavori per te, o avere un fissazione, quasi patologica, per l'ordine.
Ho altre patologie, quella dell'ordine manca... o meglio "in nuce" è presente, ma è decisamente contenuta.

Ho scritto qualcosa di non esistenzialista; ch'io stia poco bene?

domenica 10 giugno 2018

Sindrome

E' da un po' che ci penso ma la domenica è proprio il giorno ideale per parlarne; prometto che cercherò di contenere il contenuto di lagna entro limite tollerabili, ma non al di sotto del minimo previsto dalla norma.
Lavoro in un posto peculiare e col tempo abbiamo cambiato collaboratori più spesso delle mutande; in un modo veramente impressionante.
Chiunque arriva ha già la data di scadenza tatuata da qualche parte.
Alcuni se ne vanno perché termina il periodo di prova/stage, comunque non retribuito, e non vi sono molte speranze che vengano retribuiti permanendo in loco.
Altri hanno un periodo di resistenza che va da un minimo di quattro anni a un massino non ancora quantificato; probabilmente io costituirò, quando me ne andrò, il record di permanenza massima.
Le ragioni sono molteplici e variano da persona a persona ma, questo è sicuro, la causa principale rimane... l'ambiente, non facile, di lavoro.
Quello che è importante è che le persone che appartengono alla seconda categoria sono tutte capaci, preparate, "scantate", gente che non dorme in piedi e che sa fare bene il proprio lavoro e che, una volta usciti, rifioriscono a nuova vita; letteralmente.
Tutto questo avvicendamento mi ha fatto pensare, inevitabilmente, al perché continuo a restare avendo, comunque, solo l'imbarazzo della scelta su dove andare una volta uscito da lì.
Sono giunto alla conclusione che ho sviluppato più di una sindrome:
1) Una versione peculiare della Sindrome di Stoccolma; essendo uno sfrantamaroni non posso ricadere nella categoria "sequestrato", per cui, probabilmente, il restare in quell'ambiente, ove sono assolutamente poco amichevole coi più, mi da una qualche forma di sicurezza
2) Sindrome dell'abbandono; ogni volta che qualcuno va via, mi sento abbandonato a me stesso e temo, cosa che è accaduta di sovente, di non rivedere più le persone che vanno via
3) Un neppure troppo vago, ma non posso definirla "sindrome", per cui si tratta di un aspetto aggiuntivo, masochismo...
4) Sindrome da ultima ruota del carro; com'è possibile che tutti quelli capaci vanno via, rifioriscono, ed io resto ancora lì?

Questo genere di pensieri è in funzione già da qualche anno, immagino che mi serva un casus belli per poter dare loro una forma concreta e andarmene con tutte le mie carabattole.

Comunque quest'anno non è per nulla noioso; iniziato in modo orrido, è giusto appena un po' migliorato in itinere, ma sta procedendo in modo troppo interessante.
Caro Cosmo, non ci siamo; è già il quarto anno interessante che mi propini... vedi di impegnarti.

mercoledì 6 giugno 2018

Livello

Dalle mie parti, almeno credo...ma potrebbe essere una bella espressione che uso senza rendermi conto della sua provenienza geografica, si usa dire "sono a livello" per intendere l'essere giunti al limite delle proprie capacità di: volume, ovvero quando si è mangiato più del necessario; sopportazione, ovvero quando una situazione inizia ad essere più stretta del sopportabile.
Ho l'impressione che la funzione "scazzo alla risposta", software bellissimo che si installa al compimento dei 40, imponga una limitazione alla pazienza abbassando, notevolmente, la capacità di sopportazione; si arriva prima a livello.
In effetti avevo già notato questa cosa, ovvero che la pazienza è inversamente proporzionale all'età; non è necessariamente un male.
Le cose, poi, si complicano quando anche l'ambiente nel quale siamo inseriti ci rema contro.
Son sicuro che per taluni io detesti il genere umano; è eccessivo... tendo ad essere molto specifico, per cui apprezzo poche persone, ne detesto anche meno, alcune sono causa di fastidio e per questo le evito e le ignoro, di altri penso bene ma non sento la necessità di frequentarle e i più mi sono indifferenti.
Del resto non si può pretendere troppo da me; vengo da una sfiducia cosmica nel genere umano, ovvero ho la più completa sfiducia in noi come specie e come massa.
Un giorno non mi sopporterò più e finirò come Mrs. Twain, la compianta moglie di Mr. Lionel Twain dell'indimenticabile "Murder by death".

venerdì 1 giugno 2018

44 gatti

In realtà sono anni, ma contati in gatti va benissimo; è tutto più bello coi gatti.
Ci sono buone probabilità, o almeno si spera, che questo sia il mezzo del cammin della mia vita... se poi dovesse essere a un terzo, non me la prenderei a male.
Impossibile fare un bilancio, anche perché la memoria è sempre la stessa; posso però dire che sinora questo transito terrestre è una bella esperienza.
Chissà se al prossimo giro c'è da valutare l'esperienza... mah; tutto sommato la visione prospettata da Platone nel mito di Er non è male.
Ho incontrato molte persone, la maggior parte delle quali sono state buone conoscenze e vi sono state, come è normale, solo pochi casi di persone indesiderabili, una perdura tutt'ora, ma ci sto lavorando, e quindi direi che non posso lamentarmi.
Anche tra coloro che, per motivi vari, non frequento più ci sono state persone molto importanti, in modo positivo, negativo o entrambi, che hanno contribuito, consapevoli o meno, a farmi diventare ciò che sono.
Solo noi scegliamo cosa essere, ma le relazioni con gli altri ci forniscono indicazioni non vincolanti... il libero arbitrio è pericolosissimo.
Giunto a questo punto posso affermare, con assoluta certezza, che quello che conta, esistendo su questo sasso blu lanciato a velocità folle nello spazio, è il tipo di relazioni che abbiamo con gli altri.
Taluni si meritano di essere maltrattati per mille motivi diversi, arroganza, saccenza, scarso rispetto del prossimo, invadenza e via discorrendo e questo serve per farci star bene; per loro non serve a nulla, del resto quando si è convinti di avere sempre ragione non è possibile migliorare...
Altri invece meritano le nostre premura, senza richiedere alcunché in cambio, perché le nostre attenzioni sono un dono e questi sono sempre disinteressati.
Forse quando si chiudono le porte anche i portoni restano chiusi, ma la strada è sempre lì e non è detto che si debba per forza entrare da qualche parte.
La fine è certa, ma nulla vieta, nel frattempo, di essere possibilisti.
Tanti auguri a me.

mercoledì 23 maggio 2018

Quel periodo dell'anno

Siamo giunti in quel periodo dell'anno nel quale la trekkitudine esige di essere esplicata attraverso un rito di socialità collettiva, ovvero; vado all'attuale incarnazione della Sticcon.
Per qualche giorno diverrò irraggiungibile! Basta sanatorie, questioni statiche, normative, casistiche edilizie e compagnia cantante; mi occuperò di squisita trekkità.
La trekkezza aiuta a vivere meglio, ti pone nella condizione di risolvere le difficoltà della vita appoggiandoti a soluzioni, che riecheggiano precise posizioni filosofiche, inscenate dai vari equipaggi delle serie televisive.
Si cambia anche modo di affrontare la vita... non mi hanno pagato per scrivere una apologia di Star Trek, è che senza questa serie televisiva, nelle sue incarnazioni varie, non sarei la persona che sono.
Il tempo mi ha reso moderatamente contento di quel che sono diventato e a posteriori devo riconoscere un debito significativo nei confronti di Star Trek.
Rimango una brutta persona per molti versi, anche perché talune situazioni richiedono risposte secche, scorbutiche, umorali et simili per essere gestite, ma ho imparato a riconoscere i miei limiti, a cercare di fare errori sempre nuovi, nei limiti circoscritti della mia memoria, a mettermi nei panni altrui per vedere le cose non solo dal mio punto di vista e tutto questo lo ritengo un grande risultato... ovviamente faccio quel che posso, come tutti, e quindi non sempre riesco a vedere tuto ciò; talune volte riesco meglio di altre, ma anche questo è parte del capire che abbiamo dei limiti, li avremo sempre e migliorare vuol dire cercare limiti nuovi che non si conoscono.
La trekkezza permane una condizione felice.

domenica 29 aprile 2018

Conquiste

Alla domenica, oltre a deprimere e a diventare una lagna, faccio un giro per il paesello.
Lavorando in città ho poco tempo per girare per il paesello e la domenica è la giornata ideale per fare due passi.
La passeggiata domenicale, il più delle volte, diventa un pellegrinaggio per le librerie del paese ed è rarissimo ch'io ne esca indenne; spesso minimo un libro mi segue a casa.
Approfittando della feste del patrono oggi ho girato per il paese ma, contrariamente a quanto avviene di norma, son tornano senza libri; intendo rifarmi domani se trovo una libreria, ben precisa, aperta.
Probabilmente soffro di una forma lieve di tsundoku, ma la mia è una forma di risparmio; non avrò una pensione, o comunque sarà talmente risibile da permettermi giusto, forse, di campare, per cui devo prendere ora, in via preventiva, libri che non potrò permettermi di comprare in futuro.

lunedì 23 aprile 2018

i piatti

Secondo Epitteto le cose sulle quali abbiamo il controllo sono pochissime, talmente poche che si possono ridurre a una; noi stessi.
Sogni, reazioni, giudizi, pensieri, morale etcc... ma non la salute; su quella il nostro controllo è ridotto.
Noi, però, abbiamo bisogno di sapere che ci sono cose sulle quali possiamo esercitare un controllo pressoché totale, ecco che bisogna trovare qualcosa con queste caratteristiche; le pulizie e fare i piatti rientrano in questa categoria.
Ovviamente le pulizie vanno catalogate nella voce "inutile lotta contro l'entropia", già le stoviglie hanno più possibilità, dato l'uso sovente, di non cadere vittima dell'entropia.
Fare i piatti, riordinare, in genere fare le faccende domestiche a me piace, persino stirare, non con il caldo ovvio, questo perché nel mentre faccio ordine mi pare di riordinare anche la mia esistenza, darle un qualche tipo di senso, più o meno illusorio, ma spesso l'illusione basta.
Un sacco di gente se la racconta, sta bene e fa danni in giro; io al massimo avrò la casa in ordine per pochissimo tempo.
La battaglia con la polvere e il disordine è persa in partenza, tutti i sistemi tendono al massimo caos possibile, ne sono perfettamente consapevole ma so, contrariamente a molte altre cose che sfuggono al mio controllo, che contro polvere e caos posso ottenere una temporanea ed effimera vittoria.

domenica 15 aprile 2018

how do you feel?

A differenza di un noto vulcaniano, la domanda mi è più che comprensibile; è la risposta che non è mai semplice da dare.
Intanto è domenica e, cari manzoniani lettori, sapete che, tendenzialmente, sono più lagna del solito, dato un diffuso umore medio-basso; in più le consuete incertezze non aiutano, perché camminare sulle uova non è mai cosa semplice o che aiuta ad essere di buon umore.
Tutto sommato, però, oggi non va malissimo; stamane ho persin recuperato mezzo ripiano nella libreria... non è molto, ma bisogna rallegrarsi anche di piccole cose.
Come sempre si funziona a seconda di come si muove il vento e si fa come si può.

sabato 7 aprile 2018

Decompressione

Tendenzialmente passo dal lavoro che, come è nella sua natura, è fonte di stress, all'ambiente casalingo il quale, anch'esso per sua natura, è fronte di stress.
Il lavoro mi serve per decomprimermi dall'ambiente casalingo e quest'ultimo per decomprimermi dal primo; è evidente che così facendo, in ogni caso, sono esposto a fonti di stress vario... ma sempre di stress trattasi.
Come si fa?
Siamo animali sociali e vivere in branco, per quanto abbia degli indubbi vantaggi, ci procura stress; del resto la socialità ci mantiene in salute, l'importante è ritagliarsi degli spazi solo nostri.
Quando posso o non ne posso più, vado a fare un giro; la meta, in realtà, non importa... a meno che io non sia particolarmente provato e allora ho bisogno di inerpicarmi su per una pietra.
Non sempre posso spingermi sino a Bismantova e allora ripiego su Pietra Nera, a Pellegrino Parmense; un bellissimo ofiolite a poca distanza da casa.
Se sono fortunato sulla pietra non c'è nessuno, di preferenza vado al mattino per questo motivo, e posso godermi un po' di solitudine in santa pace; mi serve per allinearmi o rimettermi a fuoco.
E' da un po' che ne abbisogno ed è tempo di andare.

martedì 3 aprile 2018

Prenderla bene

Si; la sto prendendo molto bene... davvero.
Innanzi tutto sono pronto a maltrattare con maggiore energia e in modo più incisivo chi se lo merita, ma pure chi passa di lì se lo riterrò opportuno.
Il mio oroscopo continua a dirmi che "oggi" non mi andrà bene nulla e basterà poco per farmi innervosire; dato che è così la maggior parte delle volte, non vedo cosa osti dal farlo diventare il mio motto...
Sto esagerando; è un programma troppo ambizioso e richiede una costanza che non ho... non posso ringhiare più di così, è obiettivamente troppo impegnativo e impiego già molto tempo ad essere inaffrontabile, ma di sicuro non mancherò di rimarcare taluni fatti evidenti e incotrovertibili.
Tra le cose che ho ripreso a fare, visto che pare giovi anche fisicamente all'umore, c'è la lettura in corriera; d'altronde ho circa un'ora di trasporto al ritorno e posso leggere un sacco di libri.
Oggi ho iniziato la lettura del 25 aprile e poi ne comincerò altre; ultimamente ho letto un po' meno e questa tendenza va invertita o la media nazionale ne risentirà.

lunedì 2 aprile 2018

Perché?

Incorriamo tutti, o almeno spero, in cose che non siamo tenuti a fare, ma che facciamo egualmente per un qualche senso del dovere; nel mio caso ho l'impressione, sicuramente infondata dato che non ho mai sottoposto la cosa ad uno studio statistico, che capiti con una frequenza imbarazzante.
Lavoro a parte, ove non c'è scelta e si svolgono comunque mansioni che non piacciano (vale anche per coloro che fanno il lavoro della vita, che hanno scelto e che svolgono con passione), mi capita spesso di non volere fare qualcosa, non sono obbligato a farla, ma sarebbe carino che lo facessi e quindi mi metto all'opera per svolgere una mansione che la mia coscienza trova "carina".
La mia Coscienza è una fanciulla molto ingombrante, difficile da gestire e che crea rimorsi poderosi; sia dopo aver combinato qualche disastro, sia prima quando penso di non fare.
Sicuramente è una qualche forma di masochismo, non saprei come altro chiamarlo, che, per fortuna, si è un po' attenuato col tempo, soprattutto grazie a "scazzo alla risposta", il fantastico software che si installa alla soglia dei quaranta.
Cado anche facilmente preda della pietà, per cui capita ch'io non riesca dire di no perché provo pietà per individui, o situazioni, che non meritano questa mia disposizione di spirito e che, quasi sicuramente, se ne approfitteranno.
E' simpatico ritrovarsi dopo i quaranta a cercare di correggere meccanismi che si sono evoluti con te, perché ci vorrà tempo e non è neppure detto che la correzione sia possibile.
Guardandomi indietro, grazie a un possente meccanismo di rimozione, è virtualmente persa la memoria di quanto mi è accaduto dalla nascita sino alle superiori, tranne rari, singoli episodi del cui ricordo, comunque, farei volentieri a meno, non potrei neppure dire quando certi meccanismi singolari hanno iniziato a manifestarsi.
Per la prossima vita mi bastano due cose essenziali, non necessariamente insieme:
1) voglio fare il gatto domestico con umani di servizio
2) qualora non avessi abbastanza px (punti esperienza) per il punto 1, voglio un manuale d'uso con il "troubleshooting" bello in evidenza.

domenica 1 aprile 2018

Predizioni

Prima di buttare via le chat su whatsapp ho l'abitudine di salvarle in formato txt, le accumulo da qualche parte, ovviamente non in ordine e mai nello stesso luogo, vorrai mai ritrovarle?; fatto sta che, a volte, faccio le pulizie e riemergono testi vari.
Un anno fa, facendo un riassunto, dissi:
"quando te ne sarai andato, tra circa un anno, guarda l'orizzonte, verso Parma e quando udrai un fragore e vedrai un'esplosione verde, saprai che avrò superato la misura"
Non si tratta di una gran predizione, sono entrambe casistiche, la partenza del mio interlocutore e l'esplosione, che hanno solo bisogno di tempo per realizzarsi, bastano solo alcune condizioni e del resto una si è già avverata, ma tutto sommato l'averlo previsto e ricordarmi di averlo fatto, mi aiuta a gestirlo.
Negli anni ho perso, lavorativamente, moltissime persone; alcune se ne sono andate per la loro strada, ma la maggior parte se n'è andata per una causa ben precisa.
Ognuno di loro, chi si è esposto per un periodo di tempo più lungo, è poi rifiorito ed io sono rimasto qui.
Anche questa volta sarà così; quello che spero è che comunque ci si veda ancora, anche dopo, con alcuni fortunatamente è accaduto ... vedremo.
Questi eventi sono sempre, per me, causa di stress anche perché mi fanno pensare di essere l'unico cretino che non va avanti, come se fossi cristallizzato e, tutto sommato, so che in parte è vero.
Vivendo in un ambiente che si basa sul "camminare sulle uova", mi servono alcune certezze e faccio fatica ad averne, per cui mi tengo anche quelle che pure non mi fanno proprio bene... ormai non sono manco sicuro di cambiare.
Mah...

giovedì 22 marzo 2018

Oggetto misterioso

So che può sembrare bizzarro ma si tratta di un dispositivo infido.
Nell'immaginario comune si è creata una peculiare associazione di idee; i più arrivano al semaforo, aspettano un po', poi appoggiano la mano sul dispositivo e, dopo un po', il semaforo diventa verde consentendo ai pedoni di attraversare.
Il segnale sonoro passa del tutto inosservato.
Si è creata, quindi, quest'idea peculiare: si arriva al semaforo, è rosso, si appoggia la mano sul dispositivo e il semaforo diventa verde.
L'idea è che il dispositivo serva a far scattare prima il verde... e invece no.
C'è, di solito, una simpatica scritta esplicativa; il dispositivo serve a far partire un segnale acustico che consente, a chi non ci vede, di capire quando il semaforo diventa verde ed è sicuro attraversare.
A volte il dispositivo è anche collegato a un orologio che conta i secondi che mancano al verde.
Mettiamoci l'anima in pace; non fa diventare il semaforo verde prima...

martedì 13 marzo 2018

Rollercoaster

Ai miei tempi, quando i trilobiti prosperavano sul globo terracqueo, nessuno le chiamava così; erano le montagne russe.
Erano anche apparse da poco per cui non facevano giri funanbolici e torcibudella, da farti rivedere il pranzo di qualche settimana prima, ma erano proprio montagne.
Non sono mai andato manco sulle montagne russe; più del "bruco mela" non potrei proprio tollerare.
Il Cosmo, nella sua infinita saggezza, ha quindi deciso di compensare questa mia mancanza, regalandomi un'esistenza altalenante.
Per quanto non lo si possa dire, ho una vita interessante senza essere il Corsaro Verde, ché il Nero mi pare eccessivo, o un altro personaggio di salgariane memorie.
Tutto sommato, comunque, preferirei una rissa a Tortuga al posto delle gare olimpiche di "percorso a ostacoli sulle uova"; alla lunga è logorante.
Potrebbe sempre essere peggio, per cui non posso lamentarmene in modo diffuso, anche perché lamentarsi troppo non fa bene, va contenuto il tutto nel limite del sindacale.
Anche quest'anno, almeno per ora, di noia se ne è vista poca; siamo appena a marzo e il Cosmo fa in tempo a dispensarmi la mia meritata noia.

domenica 25 febbraio 2018

Letture

Disastro!
Ho appena finito di rileggere "North and South" e, ogni volta è così, mi ha lasciato in una disposizione melanconica di spirito.
Potrei rileggere "Persuasione" che, per quanto reputi meravigliosi gli altri, è il mio libro preferito della Austen.
Potrei leggere "Resurrezione" di Tolstoj, ma ne temo la trama congiunta alla mia disposizione di spirito, o "Mourice" l'ultimo libro di Forester che mi resta leggere, oppure rileggere "Rinascimento privato" o un libro di Helene Hanff o una qualche chanson de geste; oppure leggere uno dei tanti saggi che affollano la mia libreria, per liberarmi del coinvolgimento emotivo del romanzo.
Il periodo tra la fine di un libro e l'inizio di un altro è sempre un momento terribile.
I libri ti permettono di vivere eventi e situazioni lontanissimi dal nostro essere e, in un modo tutto loro, ti consentono di ripensare ai tuoi accadimenti perché gettano una luce diversa sulla vita di chi legge.
Leggere è una benedizione, una fortuna indescrivibile; eppure il periodo tra un libro e l'altro, la sola scelta della prossima lettura, è qualcosa di difficile.
Da una parte vuoi continuare a vivere ciò che il libro appena finito ti ha trasmesso e dall'altro vorresti poter uscirne, specie quando la lettura ti lascia uno strascico di malinconia nella quale è poco salutare indulgere, e vedere e sentire cose note ma esposte in modo ignoto.
Ogni volta è così e gli anni, che pur mutano tante cosa, non hanno cambiato questo aspetto della lettura.
Non è sempre così; a volte si leggono libri che sono indolori, non lasciano nulla perché sono letti precisamente con quell'intento, ma taluni libri, anche quelli appena citati, possono lasciare strascichi e inattese conseguenze.
Il bello della lettura è anche questo; non sapere mai cosa si riceve dal libro che si legge.

venerdì 23 febbraio 2018

Brutta persona

Sono abbastanza sicuro di aver già fatto un post, da qualche parte, a tema e ci tengo a ribadire, qualora sussistessero dei dubbi al riguardo, che sono una brutta persona.
Tra il mio infinito borbottare lavorativo, figurano sempre commenti assolutamente poco carini; un giorno prenderò un sacco di botte e me le sarò meritate tutto.
Devo dire, a mio favore, che certe cose è meglio buttarle fuori, ché tenerle dentro fa male, e che non risparmio neppure me stesso; del resto sono comunque una ghiotta preda... qui la memoria latita e questo mi espone a salaci battute.
Consumerò un sacco di punti karma.

martedì 20 febbraio 2018

Imbarazzo

Ci sono cose che, non ostante le si faccia da anni, continuano, loro malgrado a stupirci.
Mi spiego.
Sono anni che faccio pratiche edilizie, verifiche, controlli, sgrido Tizio e Caio e divento insopportabile.
Il più delle volte se non fornisco alcune cose è perché non mi sono state fornite, non ostante le mie reiterate richieste, oppure mi dimentico un modulo qui e là; a volte accade che sbagli la casistica di appartenenza del caso di specie e a volte me ne accorgo ma mi dimentico di sistemare il modulo, perché ho mille cose da fare... ebbene, questa volta, ho combinato qualcosa che non ho mai fatto prima; ho presentato una pratica edilizia senza disegni.
Rendiamoci conto; è come se si presentasse richiesta per il rinnovo della carta di identità senza presentare la richiesta... vabbé, così è forse un po' tragica, ma di sicuro è cosa indispensabile per la pratica edilizia.
I casi sono pochi:

1) l'età
Sebbene abbia studiato sumero con Sargon e abbia faticato con il cuneiforme, non mi sento poi così datato e rincretinito...

2) ferie
considerato che è da un po' che non vado in ferie o che comunque faccio ferie poco distensive, direi che l'ipotesi non è da buttare

3) devo farmi vedere da uno bravo
...che in ogni caso non è mai una opzione da buttare.

Dovrò ampliare l'album delle figure imbarazzanti

giovedì 15 febbraio 2018

Non ho idea

Non ho idea se mi serve più una vacanza, che non posso permettermi, o se potesse funzionare egualmente bene una settimana di dormita.
Probabilmente sono un po' esaurito, anche l'aver clamorosamente sbagliato un bonifico, depone a favore di una generale stanchezza; non sono sicuro che possa bastare un integratore.
Son sicuro, tra l'altro, di aver già citato Battiato che recita "ci vuole un'altra vita", ma non sono poi così sicuro di volere un'altra vita e poi, da bravo stoico, sono convinto che sia il modo nel quale reagiamo alle situazioni a rendere una vita buona; le nostre reazioni, come i sentimenti e pensieri, sono solo nostri.
Il giovedì sono anche preda di una stanchezza diffusa... Il lunedì sono inverso perché è lunedì, il martedì è giornata terribile per ovvi motivi, il giovedì sono stanco, la domenica depresso; sono fondamentalmente una lagna la maggior parte della settimana.
Mi devo inventare qualcosa ma sono a corto di idee.

mercoledì 14 febbraio 2018

Borbottio

Diciamocelo; ho sempre borbottato il sindacale mentre svolgo le mi mansioni lavorative, inutile dire il contrario, di recente, però, mi sono accorto di borbottare molto più di prima.
Mi è difficile stabilire quanto io possa essere insopportabile; di sicuro deve essere impegnativo lavorarmi di fianco mentre me la suono e me la racconto.
Sicuramente proverò a limitarmi.
Che sia l'età?
In realtà mi piacerebbe sapere se esiste un girone infernale destinato ai borbottoni anche se, dato, diciamo così, le mie peculiarità professionali, mi attende una bolgia ben precisa.
VII Cerchio, X Bolgia; probabilmente mi aspetta la febbre.
Spero di non essere fastidioso.
Borbottare è peggio che fischiettare male?
Mi impegnerò per essere più silenzioso; male non mi farà.
Un'altra cosa che devo fare è smetterla di lamentarmi e fare la piaga.

martedì 13 febbraio 2018

Ares

Carissimo,

qui bisogna addivenire ad un compromesso, cosa non facile, presumo, da ottenere con uno come te ma sappi, che so essere particolarmente insistente.
Magari non è con te che devo parlare ma con Deimos o Phobos, nel qual caso potrebbe essere affare più complesso.
Secondo lo stoicismo non sono le cose in sé a renderci di buono o cattivo umore, ma la rappresentazione che di esse noi abbiamo; ora, mi rendo perfettamente conto di questa cosa, ma, ne converrai, non è facile essere stoici di fronte alla reiterazione continua delle medesime cose e situazioni.
Intanto, per dire, mi piacerebbe che quando scrivo delle mails il destinatario leggesse anche il testo e non andasse a sentimento sulla base, forse, dell'oggetto.
Vorrei che i Numi non mi spedissero più individui incapaci di trovare l'acqua in mare.
Vero è che trattasi di eventi che, ahimè, sfuggono al mio controllo e che dovrei vivere come un cataclisma ordinario; come un asteroide qualsiasi o una estinzione ciclica di massa.
Capisco anche che, evidentemente, devo aver pescato, tra le schede fornite da Lachesi, con poco giudizio, colpa anche, magari, di una scarsità di puntini px; del resto, si sa, i puntini possono tutto.
Evidentemente non ho abbastanza esperienza, ma sono sicuro di averne a sufficienza adesso per cui dovresti persuaderti a una qual certa clemenza nei miei confronti.
Mi rivolgo a te perché è nel tuo giorno che, solitamente, mi accadono cose che richiedono, da parte mia, erculei sforzi di sopportazione.
Non voglio apparire ingrato poiché, negli anni, le cose sono molto migliorate ma noto, comunque, una certa costanza nel presentarmi alcune situazioni; devo considerarle un pro memoria?
Mnemosine è stata sicuramente parca con me, ma ti assicuro che certe cose le ricordo molto bene.
Mi impegnerò per affrontare in modo compiutamente stoico, o quanto meno ad esso molto vicino, quanto mi accade, ma ti chiedo di essere benevolo nei miei confronti.

Grazie

domenica 11 febbraio 2018

Dracula 3D


Prima di addentrarmi nella recensione di questa pellicola, abbisogna una, in più punti, necessaria premessa.
Abbiate pazienza.

Premessa.
Non guardo film horror.
Correva l'anno 1980 e qualcosa, ero molto piccino, e insistei per stare alzato a vedere una edizione de i viaggi di Simbad; feci incubi tutta la notte.
Trattavasi di un film degli anni '50.
Sono facilmente impressionabile tant'è che persino il primo Alien, quando lo vidi, mi spaventò; ciò non mi ha impedito di vederlo tutto e di apprezzarlo tant'è che, ora, è uno dei miei film preferiti.
L'unica eccezione fu un "silent hill" del quale ricordo solo l'uomo-lampada-etnica-in-tek.
Qualche anno fa andai al cinema a vedere il bellissimo “crouching tiger, hidden dragon”, il meno bello "house of flying daggers" e il bellissimo film su una cospirazione di crisantemi gialli ("curse of the golden flower").
Così andai anche a vedere un film coreano, "seven swords", che aprì il festival del cinema di Venezia, che può essere riassunto in poche righe:
“hai ucciso Trotta nel Fango” unica battuta memorabile del film;
la cavalcata dei Kiss;
Pirla Verde e Mastro Lindo con enfisama;
Altro:"vabbè... andiamo via"
Altra:"cosa??? mi hai portato a vedere 'sta cosa e adesso te la guardi tutta!!!"
Ce ne fu un altro, a dir il vero, un film di Batman, che ricordo solo perché mi si ricorda di essere andato al cinema, la fortuna di andarci in compagnia è che qualcuno si ricorda i film per me, e che mi ha convinto a ritenere i soli film di Burton come unici, a tema Batman, film meritevoli di essere visti.
Adam West è in una categoria a parte.

Ieri sera, in un pub di Reggio Emilia, durante una conversazione con amici, è venuto fuori “Dracula 3D” di Argento riscuotendo, l'usuale, consenso; film involontariamente comico che minaccia noia.
Evidentemente la parte “minaccia noia” non la ricordavo bene, per cui, oggi, ho iniziato a guardare il film incriminato.
Ho resistito un'ora.
Mal recitato, mal girato, orridi effetti speciali, colonna sonora anemica; si tratta di un brutto film anni '70 che strizza l'occhio al filone al quale appartiene l'Ubalda.
Ha la suspence di un orologio rotto, il pathos di un foglio di istruzioni per forchette... e gli effetti speciali sono i peggiori mai visti.
Non so se vi ricordate “In compagnia dei lupi”, io si perché la trasformazione in mannaro mi inquietò moltissimo; qui c'è una trasformazione che vorrebbe essere terrificante e fa sbadigliare.
Alla fine ho cercato sul tubo la scena della mantide che, a detta di chi ha visto tutto il film, è l'unica che merita; ovviamente merita per motivi del tutto diversi dalle intenzioni per le quali è stata inserita.
Una noia uguale l'ho provato solo leggendo “100 colpi di spazzola” di Melissa P.
Questo film non si guarda, fa male agli occhi, alle orecchie e provoca suicidio di massa dei neuroni.
Ricordo che negli anni '80 i soldi pubblici finanziarono “Mutande pazze”; “Dracula 3D”, che usufruisce dei medesimi finanziamenti, è probabilmente peggiore del film di D'Agostino... che non ho visto e del quale ricordo solo il trailer.
Questo film rientra nella categoria horror per altre cause da quelle volute.
Povero Stoker.
'Sta roba non si guarda.

sabato 20 gennaio 2018

Andare

E' quello che ci aspetta; non sono certo il primo che ne rimane colpito.
Menti ben più argute della mia hanno già affrontato l'argomento e non ho nulla di diverso da aggiungere sull'essere effimero e transeunte.
Ricordo, però, con piacere le, rare, giornate passate a casa tua; la chioccola di peluche che mi hai regalato quando ero piccolo; il tuo maggiolone e un pomeriggio, breve, passato su a Marzano; la tua trasmissione in radio della quale ricordo solo la sigla di apertura, perché ero troppo piccolo per ricordare altro; il terrazzo di casa tua e la cioccolata calda e che, soprattutto, eri una brava persona gentile.

Grazie