domenica 10 giugno 2018

Sindrome

E' da un po' che ci penso ma la domenica è proprio il giorno ideale per parlarne; prometto che cercherò di contenere il contenuto di lagna entro limite tollerabili, ma non al di sotto del minimo previsto dalla norma.
Lavoro in un posto peculiare e col tempo abbiamo cambiato collaboratori più spesso delle mutande; in un modo veramente impressionante.
Chiunque arriva ha già la data di scadenza tatuata da qualche parte.
Alcuni se ne vanno perché termina il periodo di prova/stage, comunque non retribuito, e non vi sono molte speranze che vengano retribuiti permanendo in loco.
Altri hanno un periodo di resistenza che va da un minimo di quattro anni a un massino non ancora quantificato; probabilmente io costituirò, quando me ne andrò, il record di permanenza massima.
Le ragioni sono molteplici e variano da persona a persona ma, questo è sicuro, la causa principale rimane... l'ambiente, non facile, di lavoro.
Quello che è importante è che le persone che appartengono alla seconda categoria sono tutte capaci, preparate, "scantate", gente che non dorme in piedi e che sa fare bene il proprio lavoro e che, una volta usciti, rifioriscono a nuova vita; letteralmente.
Tutto questo avvicendamento mi ha fatto pensare, inevitabilmente, al perché continuo a restare avendo, comunque, solo l'imbarazzo della scelta su dove andare una volta uscito da lì.
Sono giunto alla conclusione che ho sviluppato più di una sindrome:
1) Una versione peculiare della Sindrome di Stoccolma; essendo uno sfrantamaroni non posso ricadere nella categoria "sequestrato", per cui, probabilmente, il restare in quell'ambiente, ove sono assolutamente poco amichevole coi più, mi da una qualche forma di sicurezza
2) Sindrome dell'abbandono; ogni volta che qualcuno va via, mi sento abbandonato a me stesso e temo, cosa che è accaduta di sovente, di non rivedere più le persone che vanno via
3) Un neppure troppo vago, ma non posso definirla "sindrome", per cui si tratta di un aspetto aggiuntivo, masochismo...
4) Sindrome da ultima ruota del carro; com'è possibile che tutti quelli capaci vanno via, rifioriscono, ed io resto ancora lì?

Questo genere di pensieri è in funzione già da qualche anno, immagino che mi serva un casus belli per poter dare loro una forma concreta e andarmene con tutte le mie carabattole.

Comunque quest'anno non è per nulla noioso; iniziato in modo orrido, è giusto appena un po' migliorato in itinere, ma sta procedendo in modo troppo interessante.
Caro Cosmo, non ci siamo; è già il quarto anno interessante che mi propini... vedi di impegnarti.

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