lunedì 25 febbraio 2013

mah

A volte un "mah" è tutto quello che rimane da dire.
Rappresenta un'assoluta incredulità di fronte a determinati eventi che ci accadono.
E' vero che il proverbio dice: "chi dice mah il cuor contento non ha e chi mah non dice non è felice". E' proprio il mah con l'h che, accompagnato da un sospiro, esprime una gamma di emozioni difficilmente catalogabili; incredulità, scoramento...
L'unica è sperare in bene, che in fondo, sul finale, le cose si risolvano, che è un po' come credere, in modo incondizionato, al lieto fine in un modo del tutto incosciente e privo di certezze scientifiche.
Deve essere la nostra abitudine alla fede a farci pensare, spesso, che la Provvidenza, per motivi imperscrutabili, porrà un rimedio di qualche tipo.
Chissà come sarà il "domani", in senso lato alludendo a un futuro indefinito, ma io continuo a sperare in bene; alla fine mi fa stare meglio, anche se questa speranza si fonda sul nulla, o su labili fondazioni poggiate sulla sabbia.
Che dire? mah... vedremo come andrà e che sarà.

Oh... se volete vedere questo post in accezione politica, fate voi, del resto è scritto, in parte, anche per adattarsi al mio paese; devo dire che funziona benissimo anche per la mia vita attuale.
Dovrei darmi al vaticinio; mi specializzerò in scritti sufficientemente vaghi da poter essere usati per una cosa qualunque:
"hai preso il riso?"
"la strada che è monte è a volte la strada che è a valle..." una cosa così insomma.
Una cosa è certa: il Cosmo ha un gran senso dell'umorismo e il ridicolo è la forza motrice dell'esistenza.

domenica 17 febbraio 2013

Zibramonda

Attendevo con una certa trepidazione di tornare a Zibramonda che, dopo il terremoto e la distruzione del vecchio locale, è stata ricreata dai proprietari da un'altra parte.
Il posto è sempre bellissimo, con le stesse atmosfere, l'ottimo cibo e la consueta cortesia dei proprietari.
Il locale è più piccolo, una trentina di posti a sedere, quindi è meglio prenotare, ma hanno guadagnato alcuni tavoli fuori che d'estate devono essere meravigliosi.
Ero felicissimo quando ho letto che, pur ridotta, Zibramonda era tornata e ieri ho potuto constatare che la nuova Zibramonda è un po' come quella che il terremoto ha demolito.
Son proprio contento.
Qui il link al loro sito, c'è anche una galleria di immagini del nuovo locale: Zibramonda
Andate numerosi; io lo farò ad ogni occasione propizia, non ostante la distanza che separa il mio paesello da San Benedetto Po'.

sabato 16 febbraio 2013

Bentornato Vampyria

Onestamente; mi era mancato.
Sono andato al Vampyria, con una certa frequenza, per undici anni circa, mese più mese meno; ne avevo imparato a memoria il menu, tanto che negli ultimi anni non avevo neppure bisogno di chiederlo; mappato tutti i tavoli, in undici anni li ho provati tutti e di ognuno conosco pregi e difetti, alcuni sono più indicati di altri per parlare, altri vanno bene nella stagione calda, specie se l'aria condizionata non è accesa, e via discorrendo. In tanto tempo, chi lo avrebbe mai detto, ho imparato a pensare al Vampyria come a un posto familiare e accogliente; non potevo certo mancare all'inaugurazione del locale organizzata dalla nuova gestione.
Innanzi tutto sono comparsi dei chiavistelli nei bagni, il che è un significativo miglioramento, il menù, anche nella sua versione ridotta, è più ricco di stuzzichini e altre cose; certo all'inaugurazione è stata una bolgia, ma il buffet ha resistito eroicamente per circa due ore, o due ore e mezza, tempus fugit, all'assalto di gente che a ondate si riversava nel locale; per ricordare il Vamp così pieno devo tornare un po' indietro con la memoria, la quale, si sa, è quella di un carasside  e non mi assiste.
Sono rimasto sino alle due, una e quaranta... mah... una cosa così, e l'unica caduta è stata la panna che, forse, non è neppure mai stata ordinata.
Per avere il mio ordine ho atteso un lasso di tempo non minuto, ho anche chiesto notizie delle mie cose a una ragazza, gentilissima, che vi lavorava anche nella precedente gestione.
Non ostante la bolgia, il personale si è sempre mantenuto cortese e gentile.
Ho un visto un numero ridotto di avventori storici del locale, saremo stati trenta... una cosa così, tanti "fighetti" e nuovi avventori più in tema; largo ai giovani... del resto, lì dentro, mi sento l'equivalente della cariatide.
Sono arrivato, come un pensionato il giorno del ritiro della pensione, alle ore 20:41; l'apertura era segnata per le 21, ma hanno aperto mezz'ora dopo... il tempo di attesa l'ho passato in auto a leggere che ho un'età e gli strati di grasso non mi proteggono dal freddo.
Sono riuscito anche a prendere il tavolo nell'angolino al quale sono affezionato da sempre.
Che dire? A me è mancato e sono contento che abbia riaperto, in questi tempi liquidi e indefiniti mi fa piacere avere, oltre agli amici, anche un posto fisico al quale approdare.
Bentornato Vampyria e a presto.

lunedì 11 febbraio 2013

I sogni son desideri

Prima che pensiate male, visto che quello che segue è la descrizione del sogno che ho fatto ieri notte, vi informo che non ho mangiato pesante la sera prima, non ho letto chissà cosa e non ho visto qualche discutibile programma.
Via al sogno.

Il sogno si apre su una sala coperta da una volta diruta, solo parzialmente in piedi; la vedo dall'alto e sul pavimento c'è un piano, con, a volte, solo tasti bianchi, solo a tratti compaiono anche i neri e le corse a volte sono ritorte, o corrose, e c'è una melodia costituita da tre note delle quali una ripetuta due volte.
In questa parte del sogno sono io a suonarle, per cui la visuale cambia e mi ritrovo all'interno della struttura.
A questo punto cambia la scena e assisto, da fuori, alla salita, attraverso una scala, senza parapetto, attaccata a un impervio, scosceso, muro di roccia, sulla quale molte persone salgano verso una sporgenza dalla quale  parte una corda che, attaccata a una roccia curva, conduce verso l'alto.
Da questo cavo solo due persone, un uomo e una donna, riescono, arrampicandosi sulla corda, a salire nella stanza con la cupola diruta e il piano forte.
Sono accolti da un essere vestito poveramente, senza sfarzo, che dà alla donna una corda ritorta del pianoforte, poiché lei ha informato quest'essere che alcuni, salendo lungo la fune, sono precipitati e morti.
I due iniziano, su incarico di questo essere, a pulire, lavare, sistemare, una serie di cadaveri, a volte non proprio morti, più zombies che cadaveri insomma,  macilenti, più o meno decomposti, in vari stati di decomposizione, per altro con dettagli decisamente realistici; questo prova l'uomo e la donzella, mentre dorme, lo aiuta alleviandogli le fatiche, semplicemente standogli vicino e viene spaventata da una creatura mostruosa, tenuta insieme da ragnatele, vermi, parti in cancrena e via discorrendo, che cerca di dissuaderla, poiché lui non ce la farà.
Il sogno finisce con lui e lei che ritornano dall'essere nella sala con il pianoforte e spiega loro cosa hanno fatto: hanno aiutato le anime dei morti a liberarsi dai loro pesi, ovvero le parti in cancrena dei cadaveri su menzionate, per poter tornare da dove sono venute.
Il sogno finisce così e a me è venuto in mente il mito di Er.
Questo genere di sogno, così visivamente realistico, di solito mi turba in modo tale da intervenire e mutare, o stravolgendo, la narrazione in qualcosa di più gestibile; in questo sogno non sono intervenuto e quando mi sono svegliato stavo benissimo.

venerdì 8 febbraio 2013

Concorsi

"Ma non si può fare così! Si muovono una trentina di professionisti per un concorso e non gli vengono neppure rimborsate le spese"
Già... si chiama concorso.
Vuol dire che uno ci prova, si organizza, si impegna, ma sa, come in tutte le gare, che solo i primi tre vedranno ricompensati, e quindi appianate le spese, i loro sforzi.
Non è difficile.

martedì 5 febbraio 2013

Gratitudine

Non sempre ce ne rendiamo conto, ma a fronte di persone aride, egoiste, vili e di varia altra natura ignobile, che pure suscitano la mia compassione, o pena sarebbe più indicato, siamo attorniati, e nello specifico sono attorniato, da persone meravigliose.
In questo periodo un po' così mi sono reso conto di avere intorno a me persone meravigliose, che si spendono a fare cose in prima persona, oppure mi offrono consigli o un paio di orecchie comprensive; la mia situazione non è gravissima, lo sarà tra qualche tempo, in un quantitativo da definire, eppure, pur sapendo bene tutti i retroscena, ciò non ha impedito di loro di essermi di sostegno.
Sono tante e non me le merito; sono più che contento di averle.
GRAZIE a tutti.

sabato 2 febbraio 2013

Cose da dire

Avrei alcune cose da dire, a causa di eventi accaduti di recente di natura ancora sconosciuta, ma non è il momento per dirle qui pubblicamente.
Ne ho scritto in un file, sei pagine di scritto, che forse metterò sul blog quando i tempi saranno maturi e forse no.
Pur sapendo quanto so, sono comunque fiducioso, forse in modo del tutto immotivato, il tempo deciderà, ma non perdo la fede nella Provvidenza.
Non sono depresso, amareggiato si, probabilmente anche intimorito per il futuro, arrabbiato per la mia credulità, ma non sono depresso o abbattuto.
Staremo a vedere e forse scriverò tutto sul blog affinché quanto scriverò possa essere utile ad altri, ma non posso scriverlo ora.