martedì 28 febbraio 2012

Splinder

A causa della fine di Splinder ho rimosso alcuni blog dall'elenco a destra; se voi autori legati a splinder, aprirete un altro blog fatemelo sapere e tornerò a leggervi :)

Italiano?

Ogni tanto, un po' perché mi scordo* le cose e un po' perché a volte le idee si ripropongono, mi vengono in mente tutti quegli stranieri che, per un motivo o per l'altro, decidono di imparare l'italiano.
Posso solo parlare per la mia lingua madre, anche se immagino che le cose, fuori dagli italici confini, non siano poi così dissimili.
Ci si sforza di imparare l'italiano e per migliorare la pronuncia, ci si mette anche in contatto con qualcuno madrelingua per divenire più fluente, e confidente, nel parlato.
A meno che non si abbia la fortuna di inciampare con qualcuno che abbia fatto dizione, la persona che si è contattato ha, come minimo, una inflessione regionale, alla quale poi si possono aggiungere, a piacere, anche un uso, più o meno frequente, di prestiti dal dialetto locale, opportunamente italianizzati, e accenti posti con regole dialettali.
Alla fine è così anche per chi in Italia ci è nato; davvero.
Alle elementari si innesta su uno strato, bello robusto e coriaceo, di italiano casalingo, fatto di inflessioni paesane, termini dialettali prestati all'italiano e inflessioni che derivano dalle pronunce dei genitori, uno strato di italiano standard che, però, viene condizionato dalla pronuncia degli insegnanti.
Il risultato è una miscellanea linguistica che appartiene più alla categoria del "lessico familiare" che a quella dell'italiano regionale.
A mano a mano che entriamo in contatto con italiche pronunce diverse, fosse solo quella del capoluogo di provincia, allarghiamo i nostri orizzonti; acquisiamo nuovi vocaboli dialettali che, a volte, riteniamo perfettamente corretti e di uso comune.
Nello scritto tutti noi ci sforziamo, magari ricorrendo a qualche nota a piè pagina, di usare un registro che sia il più neutro possibile, ma la lingua parlata è cosa diversa.
Era da parecchio tempo che non sentivo più tutte queste vocali aperte; ci devo rifare su l'orecchio.
Tutto questo per dire: per fortuna che c'è l'italiano standard, altrimenti dovremmo iniziare quanto prima una simbiosi con babel fish.

*scordo: voce del verbo scordare, riflessivo scordarsi, chiaramente di origine dialettale

domenica 26 febbraio 2012

Oops

"Gentile Sig. Cosmo,

capisco che il mio comportamento susciti il Suo interesse e che Lei voglia insegnarmi, a mio miglioramento e a maggiore Sua gloria, molte cose affinché io possa ringraziarLa come si conviene; mi permetta però di chiederLe di porre termine, con quanto accaduto ieri, alle lezioni da impartirmi quest'anno.
Appezzo sinceramente tutti i Suoi sforzi, ma Le ricordo anche che la mia dotazione di memoria è quella minima standard e che dispensandomi così tante lezioni rischio il sovraccarico.

Certo della Sua comprensione, La ringrazio per quanto ha fatto finora"

Cosa è accaduto ieri?
Stavo andando verso Reggio Emilia e ad una rotatoria ho tamponato una coppia; eravamo entrambi fermi, per cui danni non ce ne sono stati tanti, anzi io ho solo piegato la targa appena un po' e l'altro mi è parso non ci fosse nulla, anche se mi farà sapere visto che al buio non è stato possibile vedere bene, ma rimane il fatto che nel momento nel quale era possibile passare io ho accelerato per passare, ma chi mi era davanti era ancora fermo.
Siamo scesi, abbiamo controllato il suo paraurti e mentre io ho notato una rottura dello stesso, evidente, lui non l'ha vista, il che mi fa pensare che fosse già esistente anche se non posso escludere la possibilità di esserne stato io la causa, fatto sta che gli ho lasciato il mio cellulare e nel male si rifarà il paraurti, già sagagnato* in altri punti, a spese della mia assicurazione.
Non so esattamente a cosa stessi pensando sul momento, presumo, semplicemente, di essermi spento per il periodo sufficiente a fare 'sta scemenza.
In vent'anni di onorata carriera dietro a un volante, non mi è mai successo nulla; questa è la prima volta, per cui l'assicurazione può anche guadagnarsi i soldi che mi chiede ogni sei mesi e mettere una toppa.
Ci sono rimasto malissimo, senza contare che vorrei sapere, il prima possibile, cosa ha intenzione di fare l'altra persona.
Sono la Prudenza, di norma, personificata al volante: do sempre le precedenze, persino ai pedoni e la cosa non è così scontata, parcheggio sempre entro le strisce e in modo da tenere un solo posto, rispetto i limiti di velocità e mi tengo incollato alla riga destra della carreggiata... nella mia mente di automobilista mi sono sempre immaginato coinvolto in un incidente come vittima, non come causa.
Alla fine non è successo nulla di che, intendiamoci, ma rimane il fatto che non me l'aspettavo.
Confesso anche che il mio primo istinto è stato quello di scappare, pensiero durato un nanosecondo, ma sono sceso la prima volta mentre eravamo fermi allo stop a dare un'occhiata e poi mi sono fermato una seconda volta per scusarmi e sentire l'altra persona che ho coinvolto; persona tra l'altro molto gentile.
Adesso attendo con ansia una telefonata, o un sms, per sapere cosa fare della mia vita; brutta cosa l'attesa.
Domani è un altro giorno.

*sagagnato: termine dialettale che vuol dire segnato da piccole lesioni e leggere deformazioni; quando le lesioni e le deformazioni sono molto ampie ed evidenti, si usa il termine dialettale "stosso"

giovedì 23 febbraio 2012

Programma della giornata

Ovviamente, perché io mi metto sempre avanti coi lavori, o almeno ci provo, il programma di oggi è iniziato già ieri.

Ieri ho finito di leggere "North and South" di Elizabeth Gaskell, nella sua prima traduzione e pubblicazione in Italia ad opera della casa editrice Jo March.
L'avevo già letto in inglese, stregato dall'ottimo lavoro fatto dalla BBC con la miniserie di qualche tempo fa, della quale consiglio sia la visione che l'ascolto della bella colonna sonora, del resto non ho mai detto di essere immune allo strascico dello spirito romantico che si permea, seppur in misura minora, anche il nostro tempo, e quando ho saputo, tramite il blog "Georgiana's garden", segnalatomi da una amica, di una prossima pubblicazione di una traduzione italiana, ho subito pensato di sostenere questa scelta comprando, e leggendo, anche la versione italiana.
Bellissimo libro; mi era piaciuto in inglese e mi è piaciuto anche tradotto.
Nel frattempo è arrivato anche il "Digenis Akritas" nella sua traduzione italiana, dal greco medioevale, a cura di Odorico e Maltese, edita da Giunti nel 1995.
Sono in attesa anche di un resoconto su Costantino Paleologo ad opera di Giorgio Sfranze.

Il programma di oggi prevede pochi punti:
1) Pagare il meccanico per aver sistemato le cinghie, che si erano allentate e facevano sigare* la mia scatoletta, e sostituito la batteria che, dopo gli ultimi avvenimenti e quattro, o cinque... non ricordo, anni di onorato servizio ha dato tutto quello che poteva dare. Meglio che abbia tirato il calzino nella sua autorimessa, piuttosto che in un parcheggio in un'altra provincia.
2) Fare spesa, in modo da non doverla fare sabato.
3) Fare la cura al polso e farmi dare il conto in modo, l'indomani, da poterlo saldare; non mi piace avere debiti in giro, mi fa stare poco bene e dormire malissimo. Una volta sono tornato il giorno dopo dal fornaio a dare i 5 centesimi che mi mancavano il giorno prima; lo so, a volte sono ridicolo, ma non posso, e non voglio, farci nulla.
4) Montare la radio, evento che merita un approfondimento. Stamane sono sceso, bel bello, in garage; con la mia radio sottobraccio mi sono sentito molto Lorenzo, o come dicevano tutti Renzo, nell'edizione del Trio. Di auto ne capisco tanto quanto ne capisco di meccanica quantistica; so come funziona da un punto di vista teorico un motore a scoppio, perché l'ho studiato a scuola guida, so cambiare una gomma e mettere su le catene, ma in genere quando l'auto ha qualcosa che non va la porto a chi sa dove mettere le mani. La prima radio la montò mio cognato che sa fare un po' di tutto e ne capisce di circuiti elettrici et simili; non come me che ho solo conoscenze teoriche di campi elettrici, conduttori e altro frutto di ricordi scolastici.
Questa volevo montarla io, anche perché bastava sfilarla, staccare due cavi e riattaccarli nei fori corrispondenti della nuova radio; dovevo imitare quanto fatto in precedenza, un lavoro che qualunque scimmietta sarebbe stata in grado di fare.
Una volta smontata la radio, mi sono accorto che i connettori erano diversi, per cui sono dovuto andare a prendere dei connettori utilizzabili alla bisogna e poi collegare i fili elettrici dei connettori ai fili elettrici della macchina.
Non è stato difficile: il bianco con il bianco, il bianco e nero con il bianco e nero, il giallo con il giallo e via discorrendo, ma giunto al filo rosso ho avuto un problema.
Il filo rosso che era stato attaccato prima era rosso tiziano, mentre il filo rosso che avevo io era decisamente un rosso carminio; ho deciso di connetterli ugualmente forte del fatto che gli impianti elettrici li fanno gli uomini che vedono a 256 colori, se non addestrati opportunamente, e non sono opera di donne che invece vedono in milioni di colori; gli anni di Istituto d'Arte mi hanno fatto tentennare tra due sfumature.
Alla fine, dopo aver controllato che il fusibile fosse inserito nella radio, non si sa mai, ho acceso la radio e questa funziona! La radio non ha volume, ci sarà anche un motivo perché questo accade, ma gli mp3 si sentono benissimo e il suono è molto buono; considerato il poco che ho pagato la mia scatoletta, è dotata di buone casse.
5) Riparare un ombrello, cosa che non sono riuscito a fare perché la rottura è avvenuta troppo vicino alla giuntura e non ho spazio per rammendare; dovrei saldare, ma non ho l'occorrente a casa e per un ombrello da cinque euro non mi pare il caso.
E' probabile che riprovi però tra poco; la mia coscienza ambientalista non mi permette di buttare via una cosa senza aver tentato tutte le vie, economiche e possibili, una riparazione.

Nel pomeriggio intendo mettere mano alla nuova creatura, mi manca giusto un ultimo elemento, che troverò dando un'occhiata veloce a "Sayat Nova", e poi inizierò a disegnare il tutto; la composizione l'ho già ben chiara in testa e, per non dimenticarmela, l'ho anche schizzata su un blocchetto che porto sempre con me.

*sigare: sta per cigolare, ma con un registro più acuto di un cigolio. C'è sicuramente un equivalente in italiano, ma al momento non mi viene in mente. A volte viene usato anche come sinonimo di "gridare", ma il registro nel quale viene emesso è sempre molto acuto.

martedì 21 febbraio 2012

Marte mi odia

Del resto, essendo io votato alla non violenza, o per lo meno mi sforzo di non essere violento, ed essendo lui il dio della guerra, occupazione che richiede la violenza, ne ha tutte le ragioni; inoltre mi e' sempre stata più simpatica Atena e tra i due c'è un po' di ruggine.
Il guaio principale e' che non esiste un giorno della settimana dedicata ad Atena, mentre Marte ha il martedì e questo la dice lunga sulle priorità dei latini.
Stasera sono dovuto tornare in studio, in quello dl paesello, perché dovevo controllare di aver scritto una cosa e dovevo per forza accedere da un pc dello studio; ovviamente non avendo vogli di fare tardi, ho pensato di andare in macchina.
Salgo sulla polideuce-mobile e noto che il quadro si accende in modo fioco, ma non me ne do pensiero e giro l chiave; niente. Insisto un' altra volta e avendo il medesimo risultato, i neuroni realizzano che qualcosa non va. Sfilo la chiave e guardo il quadro e noto che una spia che segnala "portiera aperta" rimane accesa.
Controllo le portiere e scopro che il portellone posteriore e' aperto; da quanto tempo lo fosse lo ignoro, ricordo sabato di aver aperto il portellone, ma sono anche convinto di averlo chiuso bene.
Fatto sta che la batteria, forse perfar compagnia alla radio, e' morta.
Pensavo di montare giovedì pomeriggio la radio, economica, nuova, ma a questo punto dovrò prima sostituire la batteria.
Ho deciso di interpretare la cosa come un favore della Provvidenza; meglio che la batteria muoia nel garage di casa, piuttosto che a facnculandia ad un orario antelucano.
Resta il fatto che sto molto antipatico a Marte.

domenica 19 febbraio 2012

Prove tecniche

Il fatto che cambi lo sfondo dovrebbe rassicurare, le poche persone che leggono, sul fatto ch'io sia ancora vivo e vegeto.
Continuo a produrre e mi spiace non riuscire più a scrivere con la stessa frequenza sul blog.
Posso dire che finalmente è arrivato, almeno pare, il disgelo è, finalmente, ieri ho potuto fare un po' di vita sociale.
I viaggi in corriera, specie il ritorno, mi permettono di leggere molto e sono molto avanti con il nuovo libro di Martin, che fa bella mostra di sé da un po' di tempo nel riquadro in basso; tutto sommato anche questi viaggi servono a qualcosa d'altro.
Mi è stato comunicato, però, che presto, molto prima di quanto io avessi previsto, come al solito del resto, traslocheremo un'altra volta. Resteremo sempre a Parma, ma andremo in una zona diversa della città e quindi mi dovrò informare, appena mi diranno dove ci sposteremo, con quali mezzi potrò raggiungere il posto di lavoro; ovviamente intendo continuare con la combinazione corriera-autobus.
Nel mentre sono impegnato a pendolare, andare a letto presto la sera, e tentare di avere una vista sociale accettabile, senza dimenticare l'aggiornamento, aperiodico, del blog, ho anche pensato ad una nuova creatura; si tratterà di una sorta di omaggio a "Sayat Nova" il bellissimo film di Paradjanov.
Ve ne consiglio assolutamente la visione. Difficilmente lo troverete trasmesso da un qualche canale televisivo, se non in trasmissioni come "Fuori orario", o il vostro equivalente locale, ma lo potete, curiosamente, trovare anche qui; si tratta della versione, con una qualità video buona per altro, considerata anche l'età della pellicola, che la censura sovietica permise di circolare per il mondo.
A meno che non abitiate negli USA, nei quali è disponibile una versione, discussa, in dvd, l'unico modo per vedere questo film è cercarlo in streaming.
Non dura molto, solo 72minuti, anche se pare vi sia una versione, da qualche parte, più lunga da circa due ore; è muto, se si escludono alcuni rari commenti vocali, e con i sottotitoli parziali poiché non è mai stato doppiato.
Ho conosciuto questa pellicola molto tempo fa. Un'estate rincasando a un orario inverecondo e avendo perso il sonno, mi sono messo a guardare la televisione, all'epoca trasmettevano anche "Burnt by the sun" di Michailkov, "Before the rain" di Manchevski e il Decalogo e la trilogia dedicata alla Francia di Kieslowski, ed era appena iniziato "il colore dei melograni", il titolo con il quale è stato distribuito Sayat Nova.
Negli anni a venire ho trovato ovunque riferimenti a questo film; da un video dei Juno reactor, "God is God", con sequenze tratte interamente da Sayat Nova, al video "bedtime story" di Madonna nel quale i riferimenti a questo film armeno si sprecano.
In sostanza è uno dei film più importanti della mia vita, le sue immagini hanno contribuito a far divenire le suggestioni bizantine sempre più ampie ed importanti.
Lo sfondo è la riedizione di una mia creatura, eseguita a dicembre credo, e che metto qui sotto completa.

martedì 14 febbraio 2012

Tunnel

Come tutti coloro che, per lavorare, fanno un movimento continuato e ripetitivo, anche io sono candidato alla sindrome del tunnel carpale.
Tempo fa avevo preso il mousepad con il cuscino per appoggiarci il polso, ma, ugualmente, qualche giorno fa ha iniziato a farmi male il polso e così sabato ho preso anche una fascia da mettere al polso mentre lavoro e ho iniziato una serie di cure con gli ultrasuoni per sfiammare il mio povero polso; il tutto nella speranza di riuscire a evitare la sindrome e l'intervento ad essa connessa.
L'unico fattore negativo è che la cura la faccio al mio paese, ma non avendo più le due ore di pausa per il pranzo, e lavorando a quei comodi 40km di distanza, devo andare a fare le cure quando arrivo, alla sera, in paese; se non altro la persona che mi cura è così gentile da aspettarmi, del resto fa tardi anche lei.

Prendere la corriera è, per me, come tornare indietro di almeno vent'anni, ma devo dire che alcune cose non cambiano mai: le temperature da frigorifero al mattino perché il riscaldamento non è sufficiente, o per via degli spifferi, ad esempio è qualcosa che ricordavo dalle esperienze scolastiche.
Devo dire che, almeno sinora, la corriera del rientro è comodissima.

giovedì 9 febbraio 2012

Impressioni

- Riprendere la corriera mi ha fatto tornare indietro di almeno venti e dispari anni; non mi dispiace prenderla, anche se l'orario è antelucano, quello che mi scoccia è prendere l'autobus, non ci sono abituato. Questa settimana non è andata male, uscire alle 17:00 mi fa sembrare la giornata meno lunga, anche se faccio lo stesso numero di ore, ma devo ancora prendere il ritmo e stamane sono un po' stordito. Domani spero andrà meglio.

- Lo studio è molto luminoso e pulito. Ricordo lo studio dove ho iniziato con una serie impressionante di gatti di polvere e la cantina chiamata, in modo affettuoso, la tana di Shelob. Tutto sommato stare qui non mi dispiace; una delle nuove colleghe mi ricorda un po' la Smadonnatrice, ma senza le varie bestemmie e imprecazioni, per i modi sgrusi, ma è sopportabile.

-Essendo fuori dal mio ambiente tendo a dormire in piedi; non ostante i 40 anni, in un ambiente nuovo sono timoroso...

Da quello che ho capito potrò scrivere sul blog un paio di volte la settimana, quindi buon fine settimana.

martedì 7 febbraio 2012

Di Venere e di Marte

Da ogi ho iniziato ad andare in quel di Parma. Alle ore sei e mezza, stamane,ho preso su la polideuce-mobile e mi sono recato nel capoluogo di provincia. Una volta giunto a destinazione ho cercato, con una pianta in mano, il numero civico; la pianta e' stata abbandonata nello studio del mio paesello da una ex collega e ho deciso di portarmela appresso nella nuova fase della mia vita. Ho dovuto girare intorno allo stabile per scoprire che i civici in quel palazzo hanno la lettera A, la lettera C, ma non la B che, teoricamente, era dove sarebbe dovuto essere lo studio; Dio benedica le targhe professionali.
Finalmente trovo il portone, infilo la chiave, avevo fatto le copie delle chiavi, che mi aveva dato il capo, ieri, ma la chiave non entra; mi era stata data la chiave sbaglliata da duplicare.
Andiamo bene.
Una signora mi apre il portone e così posso portare le mie cose di sopra; si perché lo studio e' all'ultimo piano.
Chiudo la macchina, una volta finite le operazioni di scarico, e vado a lavorare. L'ambiente devo dire non e' male, molto luminoso e pulito; merito dell'altra persona con la quale di dividiamo lo studio presumo.
Alla sera, verso le cinque e mezza, scendo per prendere l'auto e tornare a casa; dopo una giornata di neve e freddo, la polideuce-mobile e' ricoperta di gelo e neve.
Apro la portiera, metto le chiavi nel quadro e inizio a togliere neve e ghiaccio; chissà in che momento, urto con il fianco la portiera che si chiude. Apro la maniglia e scopro che la sicura non era scattata e quindi la portiera si era chiusa con la chiusura centralizzata inserita; e le chiavi? Nel cruscotto.
Che cretino!
Ho telefonato a mio padre che, gentilmente, e' venuto a Parma portandomi le chiavi di riserva e, dopo aver atteso quaranta minuti al freddo, sono potuto rientrare nell'abitacolo dell'auto, ma il motorino di avviamento era surgelato e l'auto non partiva.
Mentre attendevo mio padre ho dato una mano a una signora a togliere il ghiaccio dal parabrezza; almeno mi sono reso utile.
Fortunatamente abbiamo trovato un benzinaio, servito e aperto, che mi ha prestato i cavetti e, grazie a mio padre, ho fatto ripartire la polideuce-mobile.
Tanto per gradire, nel salire sulla salita di casa mia, l'auto ha scodinzolato come cagnolino e solo con molta calma riesco a portarla in quota e in garage; non sono andato nel panico perché mi era già accaduto con la multipla e la mia scatoletta è ben più piccola di una multipla.
Morale: attenderò il disgelo per tornare alla guida e da domani corriera.
Il Cosmo ha voluto insegnarmi alcune cose con questa lezione:
1) mai lasciare le chiavi dell'auto dentro l'abitacolo senza di me dentro
1b) d'altronde mi ha già insegnato a non lasciare le chiavi di casa nell'auto dentro il garage con la basculante chiusa
2) prendere la corriera per andare a Parma, perché il mezzo pubblico e' cosa buona e giusta.

domenica 5 febbraio 2012

La domenica

Si dice che l'ozio sia il padre di tutti i vizi, e i latini avevano capito molte cose dalla vita, ma per me l'ozio genera depressione e la domenica vince il primato come il giorno più deprimente della settimana.
Questo avviene perché alla domenica non ho mai voglia di fare qualcosa: dipingere non se ne parla, e manco disegnare se è per questo, perché tanto l'ispirazione è assente e mi sveglio al mattino in uno stato di apatia tale che mi rende refrattario ad ogni impulso creativo; leggo, quello si, ma essendo la disposizione d'animo quella ciofeca che è, basta un niente per originare una concatenazione di pensieri che vanno fermati prima che diventino lemmings* in corsa verso il paradiso dei roditori... e trattandosi di pensieri vanno velocissimi; qualunque attività diversa dal crogiolarmi nella depressione non è contemplata.
Si può addurre una certa familiarità? Non so, so soltanto che un mio nonno soffriva di depressione, ma poveretto aveva patito la fame durante le guerre mondiali, per fortuna lo riformarono, la depressione del '29 e aveva una famiglia alle spalle al cui confronto Crimilde può vincere il premio "Madrina amorevole del secolo", quindi era assolutamente giustificato e una sua sorella si suicidò, quindi magari, biologicamente produco poco di qualcosa.
In genere la depressione domenicale, che fondamentalmente si basa sull'ineluttabilità del tempo, "time never dies", per citare un film macedone, ma visto che è eterno si potrebbe anche fermare a prendere fiato ogni tanto, che avrà mai da correre tanto..., muta rapidamente in sblinda mistica di tonnellaggio elevato e mi ritrovo, musicalmente, ad ascoltare nel pomeriggio cose ad alto contenuto depressevole, robe noriche-goth-new wave, insomma il meglio di quanto prodotto per deprimersi come si deve, e finisco, in serata, ad ascoltare cori di monasteri greco-ortodossi, o russi o comunque di filiazione ortodossa, o sonorità di gruppi neo-pagani; perché il dramma è che io credo, ma non so bene in cosa, per me è qualcosa di indefinito e indefinibile a noi superiore, immanente e al contempo trascendente.
E' vero che immaginarmi questa divinità come sfera aiuta, ma è un po' troppo astratto e impersonale per creare un rapporto diretto e quindi va a finire che mi rivolgo al Dio che mi è stato insegnato ad venerare da piccolo o ad Atena perché, tra gli Olimpi, è quella che mi è sempre stata più simpatica; e poi mi sono sempre piaciuti i ragni e gli strigiformi.
La Provvidenza, che ricordo è, manzonianamente, lo sponsor ufficiale della mia esistenza, mi ha dotato di alcune innegabili qualità; se è difficile trovarle tutte, so, comunque, di essere dotato un sufficiente senso del ridicolo per trovarmi involontariamente comico quando indulgo nella depressione.
Gente allegra il ciel l'aiuta.
Perciò, generalmente, mi addormento tra l'umore normale e una discreta propensione verso l'Abisso.
L'incombere del cambiamento non giova poi al mio stato d'animo, perché per quanto cambiare sia positivo, vuol anche dire affrontare situazioni nuove, ritmi nuovi, sfide incognite; è come lasciare la strada vecchia per la nuova e la routine è confortante.
Gli unici cambiamenti che ricerco sono quelli di tipo caratteriali, perché so che dipendono interamente da me e quindi ne posso avere il controllo, o almeno in una certa misura, gli altri, quelli che cadono dall'esterno, mi impensieriscono e tendenzialmente mi demoralizzano perché, da tipico allegrone quale sono rimasto, temo di non avere le risorse per affrontarli.
La mia disposizione d'animo nei riguardi dei cambiamenti è quello della rassegnazione; affronto quel che devo perché non ho scelta e confido nella Provvidenza. Sinora ha sempre funzionato, ma visto che ogni caso è diverso non ritengo l'aiuto dei Numi scontato.
A Parma mi porterò un Nume tutelare; come faccio lontano dal mio genius loci in crisi di identità?
Sto sicuramente creando una tempesta in una lacrima, ma la domenica mi dispone a vedere le cose nel modo peggiore possibile.
Andrò a distrarmi con qualcosa di bizantino, ché Bisanzio fa bene alla salute e se non proprio alla salute, almeno al mio animo si.

* che poi sta cosa dei lemmings dediti al suicidio di massa è un mito metropolitano, è che da bravi roditori hanno esplosioni demografiche che li spingono a emigrare in cerca di cibo ed essendo tanti, alcuni di loro vengono travolti dalla massa migratoria; anche loro credono nel "grumo fluido".

venerdì 3 febbraio 2012

Neve, otturazioni e altre amenità

Dopo la crisi economica e le infelici uscite di alcune persone in vista, l'argomento del giorno è la neve e il gelo.
Non so come sia la situazione altrove e perciò mi limito a parlare del mio paesello.
A onor del vero gli spartineve sono passati con grande regolarità, non ostante abbiano contribuito ad appiattire la neve su molte via laterali rendendola, col tempo, un strato di ghiaccio spesso qualche centimetro, ma di mezzi spargisale ne è passato uno; credo che l'abbiamo buttato stanotte, quando ormai, date le temperature basse, il ghiaccio si era già formato.
Ieri, infatti, c'è stato quasi caldo, ben un grado sopra lo zero, e quindi la neve un po' si è sciolta e perciò nel pomeriggio, quando la temperatura è calata, si è formato il ghiaccio. Stamane temevo di dover usare le natiche per scendere incolume a valle, ma la strada è abbastanza pulita e percorribile, temo di più una viuzza che devo fare se voglio uscire un macchina; ieri sera non era particolarmente pulita, ma oggi ci ripasserò.
Le strade di valle del mio paese sono percorribili, mentre quelle che si inerpicano per le colline, la maggior parte, non sempre sono pulite, vanno percorse con cautela, in più oggi e domani è obbligatoria la circolazione con catene o gomme da neve.
A Fidenza mi dicono che le strade siano linde e pulite; domani dovrò andare a Fidenza e andrò con le catene, dato che devo tenerle nel mio comune mi sa briga toglierle appena fuori dal territorio comunale e poi rimetterle su quando torno indietro, ma non credo che uscirò alla sera.
Per quanto mi possa dispiacere, perché vuol dire non vedere una amica che non vedo da un po' di tempo ormai, domani sera penso proprio di stare in casa a leggere; una sabato sera l'anno in casa non mi ucciderà.

Avrei dovuto, quest'anno, iniziare a rifare quattro otturazione che, stando al mio catastrofico dentista, per il quale mi sarebbe dovuta venire la parodontite da un momento all'altro, questo me lo disse quindici anni fa, mi sono state fatte ai tempi dell'Arca. In realtà devono avere dodici anni, me le ha fatte lui anche se nega, e sicuramente vanno rifatte, ma essendo che prestissimo me ne andrò a Parma, non avrò più la pausa pranzo da usare per queste cose e non ci penso proprio a trovarmi un dentista in città, per cui attenderanno tempi migliori.

Quando sarò a Parma, lo so, il capo inizierà ad avere, dopo qualche tempo, diciamo un paio di anni, la sensazione ch'io faccia mezza giornata perché uscirò alla cinque e quindi si lamenterà della cosa; lo so perché l'ho già visto accadere altre volte.
Ovviamente io farò orario continuato e tutte le ore che devo, ma alle cinque dovrò andare a prendere la corriera, e il fatto di uscire a metà pomeriggio per lui sarà come se facessi mezza giornata... oggi gli dico che quando inizierà ad avere questa sensazione di dirmelo, così mi cercherò un altro lavoro.

Ieri mi sono imbattuto nell'ennesimo libro scritto da un politico, fate voi quale, tanto li pubblicano sempre questi individui, e mi sono chiesto perché una persona normale dovrebbe accettare reprimende, consigli e altro, da chi nella situazione attuale ci ha portato o non ha fatto nulla, pur potendo, per arginarla.
Tra l'altro, cari signori, siete ovunque e la sovraesposizione causa rigetto.
Non mi addentrerò in questo terreno spinoso perché non mi piace fare polemica, ma di sicuro non comprerò mai un libro scritto da un politico; mi sono accorto che un libro preso di recente ha la prefazione di un tizio molto in vista, o almeno lo era qualche anno fa, in ambito politico e mi sono dato del pirla perché non l'ho notato subito.

giovedì 2 febbraio 2012

mah...

Avevo una simpatica idea sulla casistica delle persone che, per un motivo o per l'altro, ho perso per strada nel corso della mia vita.
C'erano quelle perse perché si cresce e si cambia, quelle perché i rapporti si sono raffreddati a causa di un po' di ruggine che col tempo si è formata e quelle, che però già in partenza non ricadevano nella categoria "amici", che col tempo si sono rivelate troppo ingombranti e invadenti e poi ci sono quelle persone che non vedo quasi più perché vanno in coppia con persone della categoria precedente e risulta impossibile parlare con loro a causa dell'altrui invadenza.
Ci sono anche persone che vorrei vedere più spesso, ma per fare questo mi servirebbero giornate più lunghe e il dono dell'ubiquità.
A fare un bilancio, strettamente numerico, tutte queste "persone" ammontano a quattro...
Tutto questo sarebbe stato allungato a dovere per scrivere appena un po' più di dieci righe, per enucleare e spiegare diffusamente, ma gli eventi incalzano, il trasloco rende le giornate più convulse e ho meno tempo da dedicare al blog; vedremo come va più avanti.
Le trasmissioni proseguiranno a singhiozzo.