giovedì 31 maggio 2012

Letture

Allegerisco un po' i toni, altrimenti ci si deprime anche qui e basta aprire un giornale per deprimersi a dovere.

In questo periodo sto leggendo poco, ho solo due libri in lettura e per me la cosa è singolare; in genere ne ho sempre almeno quattro che, per decenza, non amplio con altri volumi.
Lo so che lì a destra ne compare solo uno, ma l'altro attendo di inserirlo su anobii una volta finito e completo di recensione.

"Sailing from Byzantium" è davvero un gran bel libro; abbiate pazienza e sopportatemi alcune righe mentre mi dilungo su Bisanzio. In principio, all'acquisto, ero un po' titubante perché temevo di non riuscire a riconoscere i nomi dei vari protagonisti della storia, dato che li conosco nella loro versione italica, ma, una volta iniziata la lettura, non ho trovato difficoltà di comprensione. O il libro è scritto in un modo semplice e accessibile, oppure il mio inglese è migliore di quello che penso, fatto sta che si sta rivelando un'ottima lettura.

Qualche post fa ho scritto che avevo voglia di leggere un libro di una ignoranza abissale e mi è stato prestato "cento colpi di spazzola prima di andare a dormire" di Melissa P.
Devo dire che ho sempre nutrito dei pregiudizi, nel senso letterale del termine, ovvero giudizi formati su opinioni altrui piuttosto che dall'esperienza diretta, e ho cercato di leggere il libro senza i pregiudizi di contorno.
Ora che sono giunto a metà del libro posso parlarne.
Partiamo dai pregi del libro; è corto, e a volte è una benedizione, ed ha un titolo molto felice.
L'autrice, devo darle atto di questo, malgrado alcune costruzioni dubbie, che però possono essere figlie di regionalismi e quindi suonare strane, fa un uso proprio della punteggiatura; usa anche il punto e virgola.
La scrittura è, come è giusto che sia per un romanzo d'esordio, specie in giovane età, molto acerba e ha non poche pretese; difficile dire se tali pretese da libro impegnato, siano figlie dell'adolescenza o caratteriali, ma ci sono e sono fastidiose.
Quello che più traspare dal libro, che grida da ogni pagina, non ostante alcuni tentativi di sviare l'attenzione con una miserrima giustificazione psicologica, è la noia più assoluta.
La protagonista fa sesso come un criceto con chiunque; questa è la trama.
Ogni tanto viene messa un po' di psicologia, rapporto genitori/figli, ma solo perché così si scrivono più pagine e ci si dà un tono, tant'è che sono pezzi inutili; il fulcro dell'azione è una ripetizione continua della medesima scena.
Va bene; cambiano le ambientazioni, ma viene tutto affrontato nello stesso modo, con le stesse, forzate, paranoie e pensieri esistenziali, per poi riprendere subito dopo.
Per ora, a metà, il libro è un distillato di noia pura; va anche bene che sia un libro breve e non come i tomi della Meyer...
E' evidente; non sono fatto per le letture adolescenziali e posso anche smettere di provare a leggere questi libri di gran successo, è che a volte il libro può, comunque, sorprenderti e rivelarsi buono.
Non credo sia il caso di questo, per altro non ho neppure voglia di continuare a leggerlo, ma ci andrò in fondo in modo da poter confermare, o smentire, in caso di improbabile stravolgimento sul finale, il primo giudizio.

mercoledì 30 maggio 2012

Terremoto

Il mio paesello e' alle pendici degli Appennini, tra le provincie di Parma e Piacenza; lontano dal Po e lontano dagli epicentri dei sismi dei giorni scorsi. La prima volta ho passato buona parte del tempo a sentire gli amici che abitano oltre la provincia di Reggio Emilia, o nelle vicinanze di quella di Modena, Bologna e le altre zone colpite. Dalla scossa di ieri ho appreso che un posto dove andavo con regolarità, ne ho parlato sotto, non c'e più... Sparito, crollato, reso inagibile dal terremoto e non ho potuto fare a meno di pensare ai proprietari, che avevo imparato a conoscere, anche se di vista, che si sono visti portare via, in un attimo, anni di lavoro. Avevo pensato la stessa cosa anche per tutte quelle persone che hanno perso la casa e che ora devono rifarai una vita, partire da capo, anche se non ne hanno più voglia e continuano a sentire Gea tremare sotto i piedi; ma le emozioni hanno una durata, non possono essere tollerate a lungo e con la routine quotidiana, ce ne si dimentica, o meglio le si archivia da qualche parte, sino a quando non accade qualcosa che le riporta in superficie. Il crollo di Zibramonda ha riportato tutto di nuovo a galla. Il crollo mi ha fatto pensare che a volte ci si abitua persino al pericolo; potevamo essere pronti alla piena del Po, perché lo conosciamo e sappiamo che entra in casa quando e' gonfio di pioggia, ma non siamo abituati ai terremoti; qui ce ne sono stati solo di piccoli, a memoria d'uomo non si ricordano gravi eventi...questa volta e' diverso e la terra, almeno nelle zone colpite, continua a tremare. Da me arrivano solo echi, o le notizie dai giornali, ma tra Modena e Ferrara, la terra continua a tremare; 60 scosse la scosta notte e questa cosa potrebbe andare avanti per anni e non sappiamo neppure se ci saranno o meno altre scosse forti; l'ultimo insieme di scosse ci dice che il terremoto si sposta verso ovest. Niente gita venerdì; non me la sento e spero che Aquileia mi aspetti ancora un po', non posso buttare via tutti quei soldi in una cosa del genere...li impiegherò in un modo più intelligente. In tutto questo lo stato farà comunque la parata militare del due giugno e qualcuno ha anche il coraggio di protestare perché si ritiene la cosa inutile e si ritiene che i soldi spesi per una parata, sarebbero meglio spesi per una ricostruzione dell'Emilia Romagna; ma cosa ci si può aspettare da uno stato che lascia i propri cittadini all'Aquila nelle tende, raccontando balle su di una ricostruzione lenta e inefficace? Domani andrà meglio, ma oggi sono demoralizzato.

Zibramonda

Con tutto quello che è successo in pianura padana, mi sento di ricordare un posto che è caduto; un'altra vittima del terremoto.
L'Agriturismo Zibramonda era un posto meraviglioso, con stufe a legna e fuochi scoppiettanti, illuminazione data da candele, appese anche a ruote al soffitto, con un'ottima cucina e dei proprietari meravigliosi. Musica soffusa e confortevole; il tutto rendeva l'ambiente un paradiso di tranquillità.
Il terremoto se l'è portato via... e mi mancherà.
Arrivederci Zibramonda, per me sarei commemorata tra i caduti di questi scismi che oltre alla perdita, irreparabile, di vite umane si sta portando via pezzi materiali di storia e ricordi.

giovedì 24 maggio 2012

caldo e altro

Innanzi tutto oggi c'è un caldo che non si affronta; davvero... se va avanti così non arrivo vivo alla fine dell'estate, o per lo meno ci arrivo decisamente provato.
Da giovane, ovvero quando andavo a Parma in corriera, il viaggio era sempre il momento peggiore; un po' soffro il movimento della corriera, che, diciamocelo, è peggio di un traghetto, e un po' ho sempre patito, sui mezzi pubblici, un caldo abnorme. Di recente le corriere, o almeno alcune, sono dotate anche di aria condizionata; per me non è sufficiente e tutto sommato potrei davvero migrare verso lande più fresche.
Una volta le isole britanniche erano una possibile meta di espatrio, ma con il riscaldamento globale, mi sono rimaste l'Islanda e la Groenlandia; in ogni caso dovrei imparare la lingua locale... magari dopo aver imparato il klingon mi cimento anche con una di queste nordiche lingue.
L'apprendimento del tedesco continua con calma; diciamo che sto, lentamente, costruendo il vocabolario, ma del resto posso farlo solo alla sera, tra la cena e lo svenimento notturno.
Di questo passo conto, andare a l'anno nuovo, di poter leggere almeno la versione tedesca de la Pimpa.
Avrei anche delle considerazioni di tipo politico da fare, ma me le terrò per me; rimango fedele alla linea di questo blog evitando di parlare di politica.
Sono molto avanti con la lettura dell'Italia bizantina, proprio quel volume che fa bella mostra di sé nel banner di anobii. In realtà la lettura del tomo è iniziata parecchio tempo fa e si è trascinata, stancamente e finendomi sul naso spesso, scemo io a leggerlo prima di dormire, a lungo perché il testo non è propriamente pensato per la divulgazione. E' un bel libro pieno di date, nomi e vagonate di dettagli che lo rendono tutto sommato esaustivo, ma lo scritto è pensato per essere studiato, non certo per una lettura nei ritagli di tempo.
Fortuna che c'è la corriera, anche se, coi primi caldi, riesco solo a leggerlo al mattino presto, tra le 5:50 e le 6:20 insomma, quando la temperatura è fresca.
Al pomeriggio, alla fermata della corriera e rintanato nei piccoli spazi di ombra che si trovano nei pressi, riesco a leggere un poco; di leggere in corriera non se ne parla, mi ciondola il capo da tutti i cantoni.
Un post utilissimo; andrà meglio, spero, di ritorno dalla Sticcon e dal saluto al Vampyria

domenica 20 maggio 2012

Settimanale e altro

Ultimamente non riesco più ad aggiornare il blog spesso quanto vorrei, ma sono facilmente preda del lavoro e ho sempre poco tempo; mi limiterò a scrivere due cose alla domenica.
L'idea è quella di scrivere più di due cose, ma alla domenica i neuroni sono attivi per quel che possono e quindi non garantisco nulla; l'impegno è quello di riuscire, non ostante gli impegni lavorativi, a scrivere almeno una volta la settimana.

Anche qui abbiamo sentito il terremoto. Ero da poco andato a letto, quando ho sentito muoversi il letto, ma dato che Hypno mi teneva saldamente in suo potere, mi sono riaddormentato pensando di controllare l'indomani, sul sito dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, si... nel dormiveglia sono in grado di ricordarmi cose anche complesse che poi dimentico il mattino dopo, per vedere se il terremoto c'è stato davvero o è stato un sogno.
Stamane, dopo essere andato a far metano, sono incidentalmente scivolato in libreria, dove ho preso un saggio sugli "Assassini", il Vecchio della Montagna e compagnia, ho avuto conferma che il terremoto c'è stato davvero e ne ho constato la portata leggendo sul giornale e il sito dell'istituto.

Sabato prossimo sarò in quel di Bellaria alla STICCON e visto che mettono fresco è possibilissimo ch'io vada in alta uniforme; qui si è nerd in modo serio.
Di ritorno dall'universo di Star Trek andrò alla chiusura del Vampyria che in questi giorni chiude i battenti. E' la fine di un'era; non ne faccio certo un dramma, ma era divenuto un posto familiare dove andare, dove conoscevo i gestori e quindi dispiace che chiuda i battenti. Sicuramente andrò nel nuovo locale che aprirà.

Pochi giorni mi aggiornerò alla versione 29.9 e ho deciso di festeggiare l'evento andando in quel di Aquileia. E' da molto tempo che desidero andarvi e mi pare il modo migliore di festeggiare andando in un luogo che ha avuto, nel tempo, forti legami con Bisanzio.
Se potrò, quando inizierò la mia, si spera lunga, affiliazione con gli "anta", passando alla versione 3.0 del mio sistema operativo, andrò a Istanbul; nella basileousa polis.
Mi viene in mente, anche se ovviamente non posso paragonarmi a lei, una frase che compare nel film "84 charing cross road", che a sua volta è una citazione da un altro autore, che la Bancroft/Hanff fa in merito a Londra e ai suoi molteplici aspetti; la cosa è vera per qualunque luogo che, in un modo o nell'altro, ci lega a sé.

lunedì 14 maggio 2012

Lunedì

Perché così me lo ricordo.
Ieri avrei dovuto andare a fare la scimmia arboricola, scalando rami, lanciandomi da liane, attraversando ponti di corde, il tutto evitando di farmi male in modo irreparabile; bisogna che certe cose le faccia ora, intanto che la macchina, il mio corpo, funziona ancora... bhè... senza troppi intoppi.
Giove Pluvio però, o il Fato, vallo a sapere te quale Nume, ha graziosamente pensato che era tempo di fugare il caldo porco dei giorni scorsi, e ci ha donato una bellissima, e molto agognata, riduzione delle temperatura; mi spiace che la mia carriera da lemure dal ventre rosso non abbia potuto decollare, ma ogni sconto sull'imminente, afosa, estate è sempre gradito.
In compenso sono andato, per la seconda volta quest'anno, in un locale storico del mio paese e poi fuori a cena in un ristorante che esiste da sempre in una frazione del mio comune; sono parecchi aggiornamenti dopo i 29 anni che vivo qui e quasi non conosco un locale del mio paese.
Nell'ordine mi sono accadute le seguenti cose:
- mi si sono piegate, vi assicuro che non è stato a causa dei miei superpoteri da Geller, anzi occhio che la lettura di questo post può causare inaspettate torsioni nelle posate, le chiavi dell'auto; sopravvissuti alla subordinata? Non so come sia potuto accadere, ma ho dovuto torcerle in senso inverso per poter usare l'auto e ho dovuto metterle in una morsa per farle raddrizzare; adesso almeno entrano nel quadro, aprono le portiere, ma non sono dritte;
- la valente polideuce-mobile a metano, in salita e a pieno carico, è in grado di dare del serio filo da torcere a lumache stanche e artritiche; ha una ripresa che farebbe invidia a un sanpietrino. Ci sono molto affezionato; anche coi suoi rumorini da zattera di fiume e tutte le sue peculiarità;
- leggere sino all'una e un quarto di notte quando la sveglia trilla, fiorona, alle cinque e mezza non è una buona idea.
Stamane avevo i neuroni un po' annebbiati, poverini; per fortuna ci ha pensato anche la corriera a darmi una bella sveglia a base di acqua gelata.
Come ho detto ieri ha piovuto e la corriera di stamane ha imbarcato tutta l'acqua che le è stato possibile, l'ha custodita gelosamente nelle sue lamiere rugginose e l'ha scaricata addosso ai passeggeri.
Non pretendo che sia tirate a lucido, ma che almeno siano rattoppato dove imbarcano acqua e sia data loro almeno una ramazzata ogni tanto.
Ho terminato il mio libro della sera e sono in una fase di limbo; a metà del libro da corriera e quasi in fondo a un ebook sull'editoria scritto da un piccolo editore.
Ho bisogno di leggere qualcosa di una scemenza incredibile e di una ignoranza agghiacciante, ma col pregio di essere breve; no Moccia, non intendo incitare al suicidio neuroni e sinapsi e niente Meyer, ho già dato, prendendo in prestito, s'è provato il prodotto e m'ha fatto discretamente schifo.
Troverò una lettura da ombrellone poco impegnativa mentre termino il saggio sull'Italia bizantina.
Con questo termino l'utilissimo post odierno.
A breve andrò a farmi tagliare 20 o 30 cm di capelli; iniziano a farmi caldo e poi è tempo della semestrale tosatura, in modo che, da brava pecorella, possa fare della buona lana, nella stagione estiva, che mi tenga i pensieri al caldo durante i rigidi, si spera, mesi invernali.
Se il caldo della settimana scorsa è un assaggio di estate, non si potrebbe passare direttamente all'autunno?

domenica 13 maggio 2012

Posti che frequento

...e che non frequenterò più, almeno sino a data da destinarsi, dato che il posto sta chiudendo.
Secondo la mia memoria ci sono andato, più o meno, per circa undici anni; ormai era quasi una seconda casa.
Mi spiace che chiuda, ma, insomma, panta rhei os potamòs; troveremo un altro luogo bello come questo da frequentare.

giovedì 10 maggio 2012

Tremante e altre amenità

A parte stamane, perché un ragazzo è stato male in corriera, e spero per lui che non sia nulla di serio e che se la possa cavare con poco, prendo sempre l'autobus per andare al lavoro; lo prendo sempre a un orario preciso, a parte stamane appunto, e quindi ho iniziato a scrutare i miei compagni di pendolarismo.

La corriera offre, per esempio, una serie di impagabili chicche, come un "bagnoschiumi" mollato con nonchalance, alle opinioni dei fidentini, gli abitanti di Fidenza, in merito ad alcuni interventi, diciamo così, sensibili operati sulla città. Le torri sorte davanti alla Stazione, da me ribattezzate con affetto "Baikonur", per la loro aria  da missile pronto a lasciare l'atmosfera, più che altro una speranza, sono definite: "uno sfregio alla città"; il discorso in genere prosegue sul tono:
"per non parlare dell'altra parte"
"quale?"
"l'ingresso da Piacenza; dove c'era il Pinguino"
"ah... si; che orrore!"... l'ultima parola, per l'enfasi con la quale era pronunciata, poteva essere anche in maiuscolo.

In autobus ho meno tempo di farmi coinvolgere dai discorsi degli occupanti, un po' perché si chiacchiera meno, un po' perché gli idiomi usati sono a me sconosciuti, e quindi mi limito a osservare chi prende l'autobus con me; del resto sono sicuro di essere anche io oggetto di osservazioni.
C'è questo giovine, poco più che ventenne insomma, sopracciglia molto curate e doverosamente sagomate a suon di sedute dall'estetista, con una improbabile abbronzatura figlia di un lettino solare usato con religiosa costanza, che dall'inizio di marzo è sempre vestito con una tutina leggera e una maglietta di cotone, seminascosta dalla giacchetta della tuta, e se ne sta alla fermata fumando come un tombino newyorkese in inverno, che là pare fumino di continuo i tombini, e trema come una foglia battuta dal vento.
Non so quanto vento possa correre tra quelle orecchie, ma quando si ha freddo ci si copre di più e si sa che durante le mezze stagioni, quelle che non ci sono più e che ci regalano un tempo altalenante, ci si deve vestire a strati; non lui... a lui piace tremare per circa quindici minuti mentre fuma e aspetta l'autobus.
Avrà degli anticorpi ipersviluppati.

Ieri sera ho incontrato uno:
"Ciao!"
io:"Ciao!"
La notte, lo confesso, ho dormito benissimo lo stesso, ma non ho la più pallida idea di chi mi abbia salutato.
E' ricciolo, con baffi e un pizzetto, una zazzera rossastra e riccia di capelli ed io di conoscenti, o amici, ricci e rossi non ne ho; ho una amica rossa e riccia, ma spero che non decida di farsi crescere i baffi.
Ho anche rovistato nei ricordi, quelli ai quali ho accesso ovvio, per ricordarmi chi fosse, è anche più alto di me di parecchio, ma niente; tutto questo per dire che se non frequento una persona con una certa regolarità tendo a dimenticarmene il viso e inizio a confonderla con molta altra gente, sino a quando ne perdo la fisionomia.
Un nome mi ricollega a una persona e quindi anche ad alcuni fatti, specie se l'ho frequentata per molto tempo e ha significato qualcosa, ma se la frequentazione è stata episodica, sporadica, aperiodica e via di seguito, ci sono buone probabilità che il ricorda venga archiviato e non sia disponibile nell'immediato.
Io nel dubbio saluto sempre.

domenica 6 maggio 2012

Best sellers

Un recente post di Ferruccio Gianola, mi ha fatto venire in mente la mia frequentazione con questi autori che vendono badilate di copie di ogni loro libro; se non proprio di ognuno, la maggior parte dei libri che producono. Per alcuni di loro è previsto anche un film come pubblicano un libro; la mia non è invidia, io non so scrivere e non è neppure il mezzo espressivo a me più congeniale, è solo una constatazione. Non ne ho letti molti e, data la mia venerabile età, si tratta anche di autori che, al momento, non so neppure se possono ancora dirsi "autori di best seller". Dato che ho qualche minuto, in attesa che l'iPod si carichi, in modo che domani possa assolvere alla sua porca funzione, ovvero quella di farmi carburare mentre viaggio in corriera, ho deciso di mettere un simpatico sproloquio in merito.


Wilbur Smith
In casa devo avere cinque suoi libri; i tre sull'Egitto, dei quali ricordo vagamente la trama, uno comprato in edizione economicissima, "La rotta degli squali", del quale ricordo giusto che circa a metà libro i protagonisti zompano come roditori nella stagione dei calori, e un altro libro con un tramonto africano e un paio di leopardi, ma non ci giurerei, in copertina; non sono neppure sicuro che sia suo, ma del resto non mi ricordo nulla di questo volume, il che può voler dire di tutto. Wilbr sa sicuramente scrivere, ti trascina per le pagine e tu leggi, leggi e poi, come chiudi il libro, rimani con quella sensazione di aver trascorso piacevolmente il tempo; a distanza di un paio di giorni ti sei già dimenticato delle trama, dei protagonisti e via di seguito... e questo è un bene, perché le trame ogni tanto si somigliano in modo sospetto (leggete le quarte di copertina). E' una tipica lettura di intrattenimento, non ha alcuna pretesa diversa e gli si perdona volentieri anche qualche trovata poco verosimile.

John Grisham
E' quello dei romanzi ad ambientazione legale che ogni tanto si stanca del genere e scrive qualcosa di diverso. Di suo credo di aver letto quattro libri, comprati in edizione economica, ma me ne ricordo solo uno:"Playing for pizza". Motivo? Un po' per campanilismo, dato che è ambientato a Parma, e un po' perché il libro è proprio carino e con poche pretese. La materia legale è talmente intricata anche oltre oceano, che non potrei ricordarmi una trama di un suo libro del genere neppure se ne andasse della mia vita. Anche lui è bravo a scrivere; a differenza di Smith alla fine di un suo libro si è indignati per le scorrettezze del sistema; ce ne si ricorda? No. Vuole intrattenere e ci riesce.

Ken Follet
Di suo ho letto tre libri, ma ne ho in casa quattro. Ho apprezzato "i pilastri della terra", ho persino preso in sconto, e in edizione economica, "mondo senza fine" ma non l'ho ancora letto. Ogni tanto lui qualche trama inverosimile la propina, a volte ricicla le storie, perché si è sbattuto per documentarsi su una cosa e ci vuole fare su almeno due romanzi; magari fotocopiati, ma tanto che gli frega? vendono comunque. Tutto sommato trovo che a volte i suoi libri abbiano qualche pretesa diversa dal puro intrattenimento. E', come gli altri, un autore di puro intrattenimento.

Dan Brown
Di suo ho letto solo "il codice da Vinci", preso a cinque euro perché pagarlo di più mi pareva eccessivo, e devo dire che il libro si porta via bene. Tutto quello che posso dire è che Brown piglia tutte le trame complottiste del creato e ne fa un libro, pensando pure di aver fatto qualcosa di argutissimo e geniale. Caro Dan; leggiti "il nome della Rosa" e capirai che i libri belli sono fatti in modo diverso. 'Sto qua di pretese ne ha fin troppe.

Un giorno comprai in quel di Bellaria un libro di un certo McDermott; un libro talmente inverosimile, puerile, stupido, con talmente tante di quelle fesserie da essere qualcosa di sconvolgente e speravo che non avrebbero pubblicato mai più altre "robe" sue e, invece, nel tempo ho visto altri suoi romanzi; mi chiedo cosa gli sia rimasto da scrivere, date l'immane cumulo di vaccate scritte in quel libro del quale manco ricordo il titolo. A me gli autori di "best seller" non danno fastidio e ogni tanto qualcuno ne leggo anche, ma sono affezionato ai primi tre che ho citato, questi nuovi scrittori complottisti e virtuosisti della scemenza, un po' mi fanno paura.

venerdì 4 maggio 2012

Scheda del Male

Dopo aver demolito gli ammenicoli, per lungo tempo, i miei manzoniani lettori, non ho più detto nulla di come è andata la vicenda.
Sarebbe lungo, e tra l'altro commetterei una valanga di errori, data la vetustà dell'argomento, fare un riassunto; sappiate che dopo innumerevoli pugne, peripezie e lotte contro le teste della Malefica Scheda, il nostro operato ha superato un primo controllo formale.
Eravamo pronti a consegnare la bestia schifosa, quando la committenza ha fermato tutto perché i soldi sono finiti.
Chissà come a un certo punto un po' di pecunia deve essersi manifestata e due mesi fa, in febbraio, credo, abbiamo finalmente portato tutti gli elaborati, in rigorosa sestuplice copia, tanto per risparmiare della carta, in Comune.
Ora è là; nell'ufficio tecnico, in attesa di essere valutata e poi approvata.
Si realizzerà? Mah... non sono molto fiducioso.
Dati i tempi dovrei anche essere contento se la realizzeranno mai, perché tra PDC e Varianti ci darebbe da mangiare per un bel po' di tempo, ma la mia coscienza ecologista spere vivamente che non se ne faccia niente; significherebbe il raddoppio di una piccola frazione e non è cosa da poco.

La Bestia colpisce ancora

Non molto tempo fa ho descritto le peripezie legate alla Telecom.
Ricordate? Dovevamo avere un numero aggiuntivo, ci soppressero un numero e solo grazie a un veneto potemmo avere finalmente i nostri tre numeri.
Oggi un nuovo capitolo si aggiunge alla saga.
Le comunicazioni col nuovo numero furono da subito fonte di disagio; chi telefonava, e a chi noi telefonavamo, non sentiva nulla. La comunicazione risultava talmente disturbata da essere inintelligibile.
Dopo alcune pressioni del Capo, data la mia scarsa voglia a telefonare alla bestia ecatocefala, mi rassegno al mio destino e chiama il numero clienti.
Operatore: “Guardi; non sento nulla, la comunicazione è troppo disturbata”
Io:”... se non altro non devo spiegarle perché chiamo. Richiamo”.
Telefono un’altra volta e risponde una operatrice diversa la quale, gentilmente, apre una richiesta di guasto e mi dice che mi avrebbe contattato un tecnico e che il problema si sarebbe risolto nel giro di un paio di giorni,
Il tutto accadeva giovedì.
Poco dopo mi richiamano, spiego la situazione e mi dicono che si sarebbero fatti vivi.
Richiamano di nuovo e mi dicono che hanno risolto;
Io:”quindi il problema non si ripresenterà mai più?”
Operatore:”mah... vallo a sapere”
Io:”va bene, però, vede, il problema è sull’altro numero perché su questo la comunicazione è sempre andata bene”
Op:”uhm... la richiamo di là”.
Mi richiama e si accorge che la comunicazione è come se avvenisse attraverso un cumulo di pietre in caduta, così terminiamo la comunicazione e mi richiama sull’altro numero.
Op.:”guardi; è un problema di banda. Avete molti apparecchi attaccati e quindi quando chiamate il VOIP non ha banda e bla... bla... bla... e il VOIP di qui e il VOIP di là... e bla.... bla...”

Io:”il telefono che abbiamo attaccato al vostro router, neppure al nostro, è un banalissimo cordless di una semplicità imbarazzante; pensi che fa solo il telefono”
Op:”davvero? uhm... bhè, allora... ‘petti; la richiamo”
Attendo e mi richiama.
Op:”Abbiamo risolto! Senta; devo aggiornarle il software del router quindi non usi il telefono per i prossimi dieci minuti”.
Io:”io il telefono non lo uso, ma spero anche di non ricevere telefonate”.
Dopo dieci minuti mi richiama e mi annuncia garrulo che hanno risolto tutto:
Io:”si, sono molto contento, ma può chiamarmi sul numero dal quale le ho detto che la comunicazione è disturbata?”

Op:”se vuole la richiamo, ma abbiamo risolto”

Io:”non lo metto in dubbio, ma può richiamarmi sull’altra linea? Grazie”.
Mi richiama sull’altra linea e, in effetti, la comunicazione è chiarissima.
Nel tardo pomeriggio sentiamo il bisogno, o meglio è di assoluta necessità, di mandare alcune mail, ma per quanto ci si provi le mail dal programma non partono; non partono da nessuno dei nostri pc.
Spediamo le mail on-line, perché internet va, e iniziamo ad indagare provando a inserire nella casella del SMTP tutte le scritte di nostra conoscenza pertinenti al nostro contratto; per altro trovate sul contratto stesso.
Niente.
Telefoniamo in Telecom raccontando, di nuovo, la rava e la fava e ci vengono forniti almeno una dozzina, vabbé... erano in numero di tre, ma l’iperbole ci stava benissimo, di stringhe diverse di testo.
Abbiamo provato di tutto, tranne a fare sacrifici umani, e numerose telefonate dopo ci viene comunicato che c’è “del casino sul vostro account”; ma no? dai? davvero? e chi l’avrà mai fatto sto casino?
Morale della favola: non possiamo spedire mail.
Il tecnico della stampante, che oggi ce ne hanno montata una che fa anche il caffè e spazza per terra, e ne abbiamo bisogno data l’allegria con la quale vengono fatte le pulizie in studio, ci ha detto che anche loro sono con Telecom e non riescono a ricevere le mail.
Che dire?
Di fronte a queste cose si palesa la miseria della condizione umana, in balia di forze imperscrutabili e che solo sui Numi possiamo contare per avere un aiuto; l’aiuto celeste, o ctonio, è ormai l’unica cosa che ci rimane.
Riuscirà la Telecom a risolvere l’ennesimo casino, da lei creato, senza generare un altro casino?
Mi pare impossibile, ma non mancherò di aggiornarvi in merito.

mercoledì 2 maggio 2012

Concorrenza ai giapponesi

Non posso di certo esimermi dal raccontare questo episodio ma, per chi si fosse messo in lettura solo ora di questo blog, per parafrasare il Trio mentre cita vezzi televisivi, farò una disanima delle puntate precedenti; tenterò persino l'ordine cronologico.

Prima puntata
"Da Marsiglia in furgone e ritorno"
In principio fu un corriere marsigliese che venne al mio paese per consegnare, in una laterale di via Milano, un pacco. Chiese informazioni a un signore, colà di passaggio, il quale lo apostrofò a male parole e lo lasciò basito sul marciapiede.
Fortunatamente per lui sopraggiunsi e chiese, rigorosamente in francese, indicazioni a me; utilizzò anche una mappa, ma io capii perfettamente quanto mi disse, il problema fu che non fui assolutamente in grado, col mio rozzo francese, di fornirgli spiegazioni; così salii sul suo furgone e lo portai a destinazione. Si offrii, carinamente, di portarmi anche a casa, ma esaurita la mia funzione, ovvero portare lui a destinazione, ritenni non opportuno accettare il passaggio.
A Marsiglia tornar doveva e mi pareva brutto fargli allungare di ben due chilometri la strada.

Seconda puntata
"Perso nella pioggia"
Il protagonista è un ragazzo anglofono, ignoro se americano, australiano, britannico o che, perché all'epoca non distinguevo una parlata dall'altra, che si trovava al mio paese per i mondiali della pizza. Doveva andare all'albergo, ma si era smarrito sulla via e così mi chiese, dato che passavo di là, indicazioni ed io, che all'epoca potevo citargli le massime di Surak e la prima direttiva in inglese, lo accompagnai all'albergo. Credevo avesse l'ombrello e non gli ho offerto riparo sotto al mio ombrello, dato che pioveva, ma quando me ne sono accorto ho deviato facendo i percorsi più riparati; non avrei neppure saputo come fare a dirgli: "vieni sotto l'ombrello che ti stai infradiciando".

Terza puntata
"nemico delle rotatorie"
Questo è un signore tedesco, credo bavarese, di una certa età che in perfetto italiano mi ha chiesto delle indicazioni. All'inizio mi è scappata una risposta in inglese e non riuscivo a passare all'italiano, doveva essere scattata l'equivalenza "straniero=inglese". Mi ha anche tenuto un buon quarto d'ora con una lamentela, per altro più che giustificata, sullo spropositato numero di rotatorie che sono sorte in Italia. In principio ho anche cercato di portarlo a destinazione, convincendolo che era assolutamente necessario per lui seguirmi, ma mi sono fermato prima di risultare maleducato, o rimediare anche una denuncia, e alla fine, recuperato in qualche modo l'uso dell'italico, l'ho indirizzato verso la meta.

Quarta puntata
"la ricerca della Pilotta"
Mentre ero fermo in attesa della teofania della corriera, mi telefonano dallo studio per sapere alcune e cose e mentre sono impegnato nella telefonata, una signora mi si avvicina per chiedermi indicazioni ma, dato che ero occupato, ho dovuto interromperla e lei si è allontanata.
Allibito ho cercato di finire di corsa la telefonata e l'ho inseguita, l'ho raggiunta per chiederle di cosa avesse bisogno:
Signora: "mah... volevo sapere dove si trova la Pilotta, ma non dovrei essere lontana"
Io: "infatti è qui, per entrare vada poco più avanti e poi giri a sinistra; Buona serata :)"
Non è che fosse persa chissà dove, ma non potevo tollerare l'idea di non essere riuscito ad esserle d'aiuto; la mia Coscienza mi avrebbe proposto scenari allucinanti.

Se andiamo avanti così non so di cosa potrei essere in grado di fare.

martedì 1 maggio 2012

Pigro

Oggi è stata una giornata pigra. Già ieri sera sono tornato a un orario davvero tardo, specie per l'età che avanza e ormai non ho più il fisico per fare certe cose, con il risultato che oggi non ho combinato nulla.
Ho messo qualche foto, più o meno datata e quindi fatta anche con la vecchia macchina fotografica, che, tra l'altro, imbarcava umido nell'obiettivo e produceva un effetto flou non voluto, sul faccialibro; ho fatto un paio di inutili giochini, letto due pagine, guardato la Signora in Giallo, perché la Fletcher ha sempre il suo perché, ma soprattutto non ho combinato nulla; assolutamente nulla.
In genere, quando accadono queste giornate, è facile che io sia preda di pensieri più o meno funesti, con la solita deriva mistico-religiosa in tarda serata; oggi nulla di tutto questo.
Ho oziato e non ho neppure sentito il bisogno di deprimermi per questo; forse inizio a non trovare buttato il tempo passato a oziare... conoscendomi non lo darei come dato assodato, ma più come un evento episodico e del tutto fortuito.
Domani si riprende la solita vita lavorativa, anche se non ricordo assolutamente di cosa mi debba occupare, come non detto... appena finito di scrivere questa riga mi è venuto in mente cosa sto facendo; i viaggi in corriera, le letture da viaggio e via di seguito.
Ho anche trascurato, per questi tre giorni, il tedesco e quindi riprenderò a studiarlo; ho anche trovato una bellissima applicazione per imparare alcuni vocaboli in navajo, ma, dato che la vita è troppo breve per imparare il tedesco, non voglio strafare.
Del resto ho pur sempre i miei limiti.
Già imparando i vocaboli in tedesco cerco, man mano che li trovo, di ripeterli anche in inglese per non perdere l'anglico idioma; pericolo forse inesistente dato che ho preso un paio di saggi storici da leggere in inglese... non sto neppure a specificare il tema di questi due saggi; ormai si è capito qual'é la mia fisima storica.
L'aspetto davvero sorprendente di questa pigra giornata è la percezione di aver, comunque, pur non facendo assolutamente nulla, fatto qualcosa di utile.
In genere la pigrizia è una lenta discesa, priva di focacce al miele e monete, che mi conduce in visita a Cerbero, Caronte e compagnia bella, nelle fresche e meravigliose lande del regno di Ade, che si conclude col rimorso di non aver concluso nulla, ansie variamente assortite e aneliti misticheggianti.
Questa volta nulla; non mi è parso tempo buttato.
Forse anche il clima, è piovuto tutto il giorno e c'è meravigliosamente fresco, ha aiutato.
Ovviamente sono in crisi creativa; l'Ispirazione è tornata in vacanza, deve andare in un posto bellissimo visto che ci torna spesso e ci sta così a lungo, e perciò non so bene quando, e se, riprenderò a disegnare.
Aspetterò; prima o poi dovrà pur tornare e nel frattempo leggerò le solite carrettate di libri.