domenica 24 marzo 2013

Parma;Palazzo del Giardino

Anche quest'anno ho aderito alle giornate di primavera del FAI e sono andato in visita al Palazzo del Giardino di Parma.  Il palazzo,voluto dai Farnese, sorge oltre la cinta muraria, mura che Parma per altro non conserva, cittadina in quella parte urbana chiamata "oltre torrente".
Essendo sede dell'EFSA e dei Carabinieri il palazzo non è abitualmente, ch'io sappia, ma è sempre meglio controllare sul sito Turismo Parma, accessibile al pubblico; ricordo di esserci stato una volta, ormai parecchi anni fa, con la scuola... più o meno all'epoca in cui si scriveva in cuneiforme.
Il Palazzo merita una visita perché è molto bello, così come di pregio e meritorio di una visita, è il giardino nel quale sorge e che Maria Luigia donò alla città (sempre che la memoria mi assista).
La visita comprendeva il solo piano nobile e i volontari del FAI sono state buone guide nel percorso di visita; la maggior parte delle sale visitate sono dotate di un importante apparato decorativo che riempie gli occhi e nutre lo spirito.
A seguire, dato che la visita ha impiegato circa quaranta minuti, sono tornato, visto che ero con una persona che non lo aveva mai visto, all'interno del bellissimo Teatro Farnese; un gita fuori porta all'interno di una città che, tutto sommato, conosco bene, ma che ha avuto per meta un palazzo che normalmente non è visitabile.
Mi piacciono le giornate di primavera del FAI.

Vi lascio con l'immagine del nuovo inquilino del mio balcone, scoperto proprio ieri sera:
l'immagine è sfocata, ma mi sono già sentito un intruso a fotografarlo; spero che prenda un mucchio di zanzare... perché prima o poi il fresco e la pioggia finiranno e le zanzare arriveranno alla carica.

sabato 23 marzo 2013

Non essendo domenica...

...cari, manzoniani, lettori, non dovreste temere il consueto post lagna, ma attenzione; non posso garantirlo!
Infatti se la situazione lavorativa rimane quella che è, è anche vero che non sono diventato, improvvisamente, titolare di una rendita creditizia, la felicità continua a non pervadermi e queste cose non si sono verificate, ch'io sappia almeno, né per i miei familiari e neppure per i miei amici.
Siamo, insomma, nella solita barca, a vele ammainate, mentre si naviga a vista ché il mare è mosso e il tempo incerto e ci si aggira per la barchetta, un guscio di noce, a tamponare eventuali falle; e così in poche righe ci siamo tolti il pensiero delle consuete considerazioni.
Quel che conta, del resto, è rendersi conto che vi sono cose che possiamo cambiare, noi stessi, i nostri bisogni, le nostre paure e il nostro modo di vedere e sentire, e cose che vanno prese per quello che sono perché sfuggono completamente al nostro controllo.
Su quello che ci accade intorno non abbiamo potere, va accettato per quello che è.
Questo non vuol dire non fare nulla per cambiare il mondo; se è brutto, se è diventato quello che è, è perché l'abbiamo lasciato in balìa del nostro egoismo.
Il mondo e la società, la si cambia nel quotidiano, tutti i giorni; scegliendo di cedere il posto alle persone  anziane sui mezzi pubblici, tenendo aperte le porte a chi deve entrare, o uscire, da un posto, buttando l'immondizia nei contenitori appositi e via dicendo... mostrando un po' di buona educazione perché la storia è fatta di piccole cose che ammassate, le une sulle altre, producono gli eventi grandi.

domenica 17 marzo 2013

Cioccolato e FAI

Per me il cioccolato, meglio se fondente o in fave di cacao schiette, è un bene di primaria necessità.
Oggi è domenica, per cui, cari manzoniani lettori, com'è il mio umore?
Chi ha risposto "dalle parti di Caina, nei pressi dell'alluce sinistro di Lucifero" vince una pacca sulla spalla; anzi, riempite pure un po' di righe a caso, con la consuete lagna, tanto i temi li conoscete... non pensate però che questa concessione possa fermami da spandere lagnanze.
Personalente vi invito a saltare la manfrina a seguire sino a quando leggerete FAI, grande come una casa, un poco più in basso.
Si gira a vuoto, il senso della vita che c'è, non c'è, non si sa, non si capisce e se la smettesse di giocare a nascondino sarebbe meglio; eventuali altri pensieri depressevoli al seguito da aggiungersi a piacimento.
Il cioccolato, si sappia che oggi ne ho consumato ben metà stecca, quindi il mio umore è meravigliosissimo, mi mantiene, spesso e volentieri, in funzione.
Secondo alcuni studi la feniletilammina contenuta nel cioccolato contrasterebbe la depressione; ebbene anche il consumo di formaggi, dei quali sono abbastanza ghiotto, alimento magrissimo e sanissimo insomma, contengono la medesima sostanza.
Personalmente mi sento come quelle mucche che leccano i muri o le cancellate per colmare le carenze nella loro alimentazione; istintivamente sanno dove trovare quanto di sono carenti e, similmente, anche io vado a nutrirmi di cose che mi sono necessarie per continuare a funzionare.
Non sono mai stato un allegrone, col tempo le cose non sono migliorate e se non fosse per dosi massicce di cioccolato, probabilmente, a quest'ora sarei a giocare a dama con qualunque cosa vi sia nell'aldilà; oppure, se non c'è nell'aldilà, sarei già divenuto concime e miei atomi sarebbero già da tempo parte di altre creature.
Ho sempre una, due, più spesso tre, stecche di cioccolato in casa da consumare nei momenti di difficoltà, quando anche l'ironia non funziona o non capisco l'ironia cosmica; non è che il Cosmo abbia un senso dell'umorismo di facile comprensione... forse il Cosmo è britannico.
Comunque sia a volte un aiuto ci vuole, ed è sicuramente meglio il cioccolato di una badilata sulle gengive.
Che poi tutto 'sto pessimismo non è legato alla contingenza; il mio, faccio le cose in grande, è un pessimismo cosmico, un po' leopardiano, con l'aggravante che non ho la gobba, ho una vita sociale e quindi i motivi per essere pessimista scarseggiano; ma questo diventa anche ulteriore motivo di depressione, perché posso lamentarmi della mediocrità del mio pessimismo.
L'ho detto che il Cosmo è un gran burlone.
Fatto sta che se sono ancora qui ad annoiare il mio prossimo e anche me stesso, è grazie al consumo di cioccolato che se non mi ha reso più magro, almeno mi mantiene in funzione.

FAI
Il prossimo fine settimana ci sono le giornate di primavera del fondo ambientale italiano; vi invito, caldamente, a guardare quali opere, normalmente non visitabili, sono aperte nella vostra regione e partecipare a questa bellissima manifestazione.
Personalmente domenica andrò, al mattino, a vedere il piano nobile del palazzo ducale di Parma; quello nei giardini, perché quello cittadino ha preso qualche bomba di troppo.
Sabato può darsi vada a Piacenza a vedere un palazzo ottocentesco normalmente chiuso al pubblico.
L'anno scorso avevo visto l'Abbazia di Valserena a Parma e l'anno prima ancora il castello di Bargone qui vicino.
L'occasione, insomma, è preziosa per vedere beni dei quali, per motivi vari, normalmente non possiamo fruire e quindi apprezzarne le bellezze.

mercoledì 6 marzo 2013

Al lupo, al lupo

Ormai sono convinto che tu sia bugiardo in forma cronica, oppure sei mosso da un bisogno, cieco e univoco, di accondiscendere al tuo ego; istintualità pura, priva di alcuna remora morale o di una morale tout court... i trascorsi, per ora e dubito che andando avanti vi saranno dei cambiamenti, non depongono a favore dell'esistenza di una morale di qualsivoglia natura.
Ciò che mi lascia basito è l'assoluta faccia di bronzo che riesci a mantenere e il fatto che tu metta in circolazione una tale massa di menzogne; ma credi davvero che le informazioni non circolino?
Non sono neppure sicuro che tu abbia delle idee, e quelle che ci sono, al momento, se ne stanno belle confuse tra loro e ho come l'impressione che, in definitiva, tu non sappia che pesci prendere.
Ricordati di Creso e dell'oracolo della Pizia che lo riguarda; certo bisognerebbe assumere come dato certo, che tu sappia di chi sto parlando.

domenica 3 marzo 2013

Acidità sparsa

"Comunque si può dare di più per..." oh, credi a me, s'è dato anche troppo. La nostra è stata una prova, incontrovertibile, di dedizione alla causa e di abnegazione indefessa; mi sono sentito parte, quasi, delle truppe cammellate.
Noi si è rimasti lì; fermi; indefessi; difendendo eroicamente la posizione non ostante gli attacchi... emh... mediatici e mentre molti altri abbandonavano le linee di difesa, arretrando e attestandosi in posizioni esterne in attesa che finisse il "fenomeno", noi abbiamo tenuto la trincea anche se, lo confesso, ci siamo chiesti spesso "perché?".
E' stata una grande prova di spirito di sacrificio; certo, non è stato come sopravvivere a un naufragio, o una vacanza terrificante funestata da persona inaffrontabile, ma è stata, comunque, una esperienza che affratella i sopravvissuti e della quale parleremo a lungo negli anni a venire.

Cosa sta accadendo ai genitori? Ho visto due bambine, ma nel tempo ho visto anche bambini, quindi il genere non conta, già grandi, parliamo di cinque o sei anni, sfoggiare, in pubblico, il ciucio o venire trasportati sul passeggino; ma stiamo scherzando? Così grandi e ancora trattati come se fossero dei poppanti; il cordone ombelicale non si staccherà mai così e produrranno adulti viziati.
Mah.

Che peccato non aver sentito le telefonate, sono veramente affranto... ma veramente eh? Adesso mi rotolo per terra e mi strappo i capelli.

venerdì 1 marzo 2013

Vacanze... non se ne parla

Di sicuro per quest'anno non andrò da nessuna parte ed è probabile che anche l'anno nuovo sarà così; se mi ritrovo a spasso, dovrò attendere prima di trovare qualcosa da fare e poi ancora un po' di tempo per avere la disponibilità economica per fare un viaggio.
In questi momenti di crisi mi viene in mente tutta una selva di posti da vedere e pianifico itinerari lunghissimi che richiedono: una vita di rendita, qualche mese di ferie a disposizione e un po' di intraprendenza.
Bisogna anche fare i conti con Atropo che qui il tempo è prezioso e il suo ammontare è indefinito.
Attualmente sono affascinato dall'idea di compiere un viaggio in Macedonia, Georgia e Armenia.
Ovviamente non ho dimenticato la Grecia, né un itinerario che mi condurrebbe a spasso per l'ex Impero Romano d'Oriente.
Le mie suggestioni da vagabondo attingono sempre al medesimo bacino culturale; è sempre l'area ortodossa, erede, in un modo peculiare proprio e con interpretazioni uniche, di Bisanzio che esercita un grande fascino su di me.
Il tutto deriva dalla mitologia, dalla fascinazione per quanto è greco, arte, mitologia, filosofia e religione, e per quanto di greco si può ritrovare altrove sin dove la sua influenza si è spinta.
Bhè; per un po' i miei viaggi avverranno attraverso pagine cartacee, o manciate di bit, perché dubito che  potrò lasciare presto gli aviti colli e Lari di qua; del resto posso sempre andare in quel di Cabriolo a vedere gli affreschi della chiesa per crogiolarmi in una lieve aria di oriente bizantino, o spostarmi su qualche collina vicina, Pietranera o Marzano, per elevare lo spirito come se avessi raggiunto chissà quale meta lontana.
I libri restano compagni fedeli e preziosi, sono come vecchi amici, sempre capaci di sorprenderti o di cullarti su emozioni antiche che torni ad assaporare con piacere ogni volta e poi, quando la lettura è accompagnata dall'ascolto della musica adatta, leggere diventa un esperienza che ha del mistico.
"Bastan poche briciole, lo stretto indispensabile"; Baloo, anche nella versione cartone animato, aveva decisamente ragione.