domenica 31 dicembre 2017

Fine, inizio

Anche quest'anno non farò bilanci dell'anno appena trascorso, un po' perché la memoria non mi aiuterebbe e un po' perché non la trovo una abitudine sana.
Alcuni anni vanno meglio di altri, ma quello che conta è come reagiamo a quello che ci circonda e non il fatto in sé che sfugge, per sua natura, al nostro controllo.
Preferisco fare una riflessione a fine giornata, su cosa ho fatto, come mi sono comportato, cosa posso modificare per migliorare, cosa, proprio, non riesco a cambiare e quali cambiamenti fatti che, credendoli per il meglio, si sono rivelati delle scemenze colossali; mica si può sempre "imbroccare" la via giusta, ogni tanto fa bene pure sbagliare strada.
Quest'anno, però, devo dire che è stato più movimentato del previsto ed è stato preceduto da altri anni egualmente movimentati per cui, so di meritarmelo, chiedo al Cosmo un anno di noia.
Un anno placido come un laghetto montano, con una lieve brezza che ne increspa le onde, ma nulla di particolarmente preoccupante.
Quando si naviga un po' a vista dentro un guscio di noce, l'orrida procella è cosa da evitare ed è causa di notevole stress; io ho un coracle, se tutto va bene, mica un galeone capace di sfidare il Pacifico!
E' da qualche anno che chiedo al Cosmo di mandarmi un bell'anno di noia; so che può farlo.
Abbiate un buon inizio anno e che il 2018, se proprio non si può avere un anno di noia, sia meno peggio del 2017!
Auguri!!!

martedì 26 dicembre 2017

Teofania

Sino a qualche anno fa mi si presentava, puntuale come una cambiale, la consueta teofania natalizia ed io, in poco tempo, realizzavo una creatura.
Il problema, attuale, è che Monna Ispirazione è in vacanza da un po'; non so dove sia, ma credo si stia divertendo un mondo e non mi ha mandato manco una cartolina.
Il mio talento è rimasto modesto, non è mai stato fenomenale... pora stella, per cui senza Ispirazione non riesco manco a colorare.
Un conto è scegliere degli abbinamenti di color da metter in una qualche architettura, un conto diverso è colorare un vecchio disegno... senza Ispirazione verrà una cosa che non si guarda.
Questa carenza di creatività dura, ormai, da un po'; vorrei che Ispirazione inviasse almeno una cartolina
"Ciao,
sto bene, dovresti venire qui anche tu... ché ne hai bisogno.
Non so ancora quando tornerò; sai... ho bisogno di tempo.
Non sei tu, sono io... non ti merito... mi serve una pausa di riflessione..."
Anche una cosa così andrebbe bene.
Ispirazione; se ci sei dammi un segno.
Grazie.

lunedì 20 novembre 2017

buon senso

Capisco che alcune volte sia più difficile di altre, ma l'esercizio del buon senso non è sempre cosa facile; alle volte sfuggono talune cose che dovrebbero essere evidenti e sfuggono perché si pensa un po' troppo, non tanto allo scopo di quello che facciamo, ma a ottenere qualcosa di diverso e il risultato è che nel perseguire il nostro, personale, appagante, risultato non facciamo quanto, a parole, avremmo dovuto fare.
Raccontarcela meno, ogni tanto, potrebbe servire...

domenica 12 novembre 2017

Sogni

Non sono certo tutti memorabili e meritevoli di essere raccontati, ma questo è carino.
Mi trovavo nello studio di una mia amica nel quale, in modo bizzarro, era presente un furgone sul quale mi trovavo io con qualcun altro, che non ricordo; arrivano i carabinieri che ispezionano il furgone e poi, a un certo punto, sollevo una porzione del cruscotto e, leggendo da un foglio, inputo dei numeri un una consolle ed esclamo: "adesso me ne torno a casa; su Vulcano".
A me Star Trek ha fatto benissimo

sabato 28 ottobre 2017

Noia

Tutti gli anni ci provo; per Natale, lo sanno bene i miei manzoniani lettori, chiedo un anno di noia.
Anche quest'anno non è stato per niente noioso; posso sperare nel prossimo...
Continuerò a chiedere, pervicacemente, un anno noioso perché, in fondo, dati i miei trascorsi, me lo merito.
La noia è ampiamente sottovalutata.
Penso, quasi come se fosse l'età dell'oro, a un periodo privo di alcun evento significativo, nel quale alzarsi la mattina, fare la solita colazione, andare al lavoro a sbrigare le solite rogne, tornare a casa, cena frugale e poi leggere...così; senza alcun evento traumatico, crisi familiari in corso etcc...
Non è stato un anno continuamente pieno di eventi memorabili, fortunatamente è stato abbastanza noioso, ma con alcuni eventi più significativi del voluto.
La mia speranza è che questo evento particolare, del quale non posso al momento parlare in liberà, sia abbastanza significativo da risultare un cambiamento reale e non la solita maretta, anche se più agitata del solito, che si risolve nel solito clima consueto.
Va bene la noia, ma solo quando è salutare.

domenica 22 ottobre 2017

Cambiamenti

Uno ci spera sempre e quindi, anche questa volta, proverò a modificare alcune cose prima di iniziare una relazione stabile e duratura con Esaurimento.
Per prima cosa devo ridimensionare l'impegno lavorativo, l'ideali sarebbe lavorare meno, ma visto che la pagnotta s'ha da portare a casa, modificherò il modus operandi di lavorare; mi prenderò più tempo per fare le cose, basta farle di corsa, basta con le mille interruzioni per la qualunque, anche a costo di essere più sgarbato, e basta lavorare sempre.
Alla domenica, per esempio, ho deciso di non lavorare più; non lavorerò più, similmente, tutte le sere della settimana, ma solo un paio di sere potranno essere dedicate a questa occupazione.
Voglio riprendermi i miei spazi e i miei tempi; questo vuol dire tornare a guardare dei film, o delle serie tv ogni tanto, leggere alla sera e non solo prima di andare a letto, occuparmi delle mie piante... cercare, insomma, di evitare che il lavoro prenda il sopravvento.
Vorrei riuscire a guardare un video d.i.y. senza pensare a: aumento di su, dovranno pagare gli oneri; avranno chiesto il permesso ai vicini?... e via discorrendo.
Altra cosa da fare è cambiare la mia percezione sia del lavoro in sé, sia di taluni, invadenti, colleghi... devo anche imparare a dire di no.
Nel frattempo inizierò con le cose più semplici, ovvero tutto quello scritto sino a "imparare a dire di no", quest'ultima cosa sono anni che ci provo in modo inutile e quindi sto sbagliando da qualche parte, ma ci arriverò.

lunedì 2 ottobre 2017

Silenzio

Non è che abbia proprio bisogno della musica per lavorare, posso benissimo restare in silenzio e produrrei lo stesso, purtroppo, ragion per cui ODIO gli open space, mi ritrovo a lavorare con una persona che ha ingoiato una radio da piccolo e non c'è un metodo pacifico e non-violento per farlo stare zitto.
L'unico sistema è mettere gli auricolari e ascoltare un genere musicale possente e fragoroso; la cosa mi farebbe anche piacere, ma purtroppo devo anche rispondere al telefono... non posso tenere il volume delle casse elevato a sufficienza per coprire la sua voce e quindi passo otto ore con questo che fa salotto e urla come se fossimo tutti sordi.
Se non parla, evento raro, si mette a fischiettare ma, non essendo capace, accenna un motivetto con le solite tre note; una piaga.
Lavoro vicino ad un asilo e quando c'è l'intervallo e liberano le belve, la via si popola di urla possenti che coprono tutti i rumori... ad eccezione della sua voce.
Sono vecchio, scassamaroni, per nulla amabile, ma questa cosa contribuisce a rendere più sottile la mia pazienza...
Dovrò cogliere l'occasione per mettere in pratica gli insegnamenti stoici e modificare la mia percezione dell'evento, guadagnando anche dei punti karma che mi servono.
Che Epitteto sia con me

sabato 30 settembre 2017

La casa che rende folli

Chi l'ha inventata è stato un vero genio.
Nulla come questa casa, apparsa in Asterix, riesce a dare l'idea dell'assurdo quotidiano.
Sarebbe bello poter limitane l'impatto confinandola al solo ambiente burocratico, ma il dramma è che, in realtà, ha una diffusione molto ampia; tra volere cose che non è possibile avere, chiedere e richiedere sempre le stesse cose, ce n'è abbastanza per riempire ogni singola giornata.
A me capita con una frequenza davvero imbarazzante di dover ripetere, con la certezza di non essere ascoltato, sempre le medesime spiegazioni; e se mi ritirassi da qualche parte? su di un altro pianeta?
Il brutto è che diventa poi difficile riuscire a scindere quanto è imputabile a noi e quanto è responsabilità altrui e quindi, dato che è la cosa più facile, si tende a scaricare sugli altri tutte le colpe.
Non ch'io sia santo e immacolato, ma sono abituato a fare dell'autocritica, strumento indispensabile se si vogliono fare errori sempre nuovi, per cui a fine giornata so cosa è colpa mia e cosa non lo è.
Ho preso questa bellissima abitudine, raccomandazione stoica, di fare un bilancio giornaliero per vedere dove posso migliorare: intendiamoci, lavorare con me non è facile, sono una piaga, sarcastico, sono più le volte nella quali sono nervoso che quelle nelle quali sono calmo, mi innervosisco facile e con altrettanta facilità distribuisco rispostacce... ma so che questo comportamento è utile per poter limitare i danni.
Favorisce un certo distacco, che non fa male, tra le persone, inibisce l'insorgere di domande più sciocche di quanto vorrebbe la decenza e, nel complesso, mi permette di riuscire a concludere, ogni tanto, qualcosa; per cui lo trovo un aspetto assolutamente positivo.
Del resto se al lavoro mi innervosiscono, non posso prendermela coi familiari, non sarebbe giusto, meglio quindi, per amor di Dike, prendermela con chi causa questo nervosismo.
Quella del bilancio giornaliero è un'ottima abitudine; il guaio è che continuo a tendere all'eremo...un giorno mi eclisserò, non so quando accadrà, ma avverrà.

giovedì 14 settembre 2017

Pazienza

La mia esistenza è caratterizzata da vari tentativi, non sempre riusciti, di mettere una pezza a problemi altrui che, per magia, diventano problemi miei.
Questo almeno da un po' di tempo, perché una volta c'erano anche problemi miei sin dall'origine, poi i tempi cambiano, si cresce, ci si crea meno problemi e si portano quelli altrui.
Sarò banale, ma vorrei un 2018 carico di noia; senza alti e bassi, picchi e burroni, vorrei che fosse più piatto della pianura padana, di una piattezza da fare invidia a Flatland...
Vero è che ho fatto due volte il giro quando distribuivano la pazienza, per cui ho anche quella di qualcun altro, ma non sono sicuro che sia sufficiente per portare a conclusione la campagna con questa scheda del personaggio.
Quanti puntini avrò mai usato per la pazienza? Avrà pur un fondo da qualche parte...
Vorrei arrivare a fine quest con una minima tranquillità sindacale.

giovedì 7 settembre 2017

Ira

Qualora l'Inferno sia simile a quello dantesco, un tempo avrei potuto finire anche tra gli iracondi.
Adesso mi calmo rapidamente per cui adotto, come contromisura, azioni che possono dipendere e coinvolgere unicamente aspetti dei quali posso disporre liberamente in quanto miei.
Detesto essere preso in giro, per cui se dico "no" e non mi viene detto nient'altro, mi aspetto di essere ubbidito e se l'interessato fa comunque come vuole, allora, la cosa mi indispettisce.
La mia Coscienza mi vieta di divenire manesco o altro, ma ciò non mi impedisce di adottare soluzioni diverse; ad esempio la mia conoscenza è solo mia e ne dispongo come meglio credo.... nel momento in cui servirà bisognerà farne a meno.

domenica 27 agosto 2017

Incubi

Le volte che mi capita di avere degli incubi sono talmente rare che manco arrivano a cinque eppure, ieri notte, ne ho avuto uno.
Non mi metto a scrivere dei miei incubi tanto per raccontare, quanto per far capire come funzionano i miei sistemi di sicurezza al riguardo.
Il primo incubo ha riguardato l'esame di terza superiore.
Per chi non ha fatto la mia scuola ai tempi di Imhotep, deve sapere che era costituita da un triennio e da un successivo biennio; dopo il triennio c'era un esame che comprendeva tutte le materie, in particolar modo quelle professionali,  che faceva sembrare la maturità, alla fine del biennio, una passeggiata di salute.
L'incubo è ambientato durante l'esame di professionale, per cui faccio il mio bravo progetto, realizzo il plastico e, una volta scaduto il tempo, mi accorgo di non ricordarmi dove ho messo tutto il materiale per cui disperazione! Mentre mi dispero, maledico la mia memoria, piango perché non ho nulla da far vedere alla commissione, mentre sono oltre il consolabile ecco che qualcuno mi porge il mio progetto.
A questo punto il sogno cambia; mi trovo in un palazzo sconosciuto, dove tutti mi conoscono, anche se con un improbabile nome, Wefrem; so di abitare lì da qualche parte, ma non ricordo né il piano, né l'appartamento, in più il palazzo è carogna; si compone di un loggiato di separazione con un altro vano scala condominiale, collegato con delle porte chiuse a chiave, ovviamente nel sogno queste cose non le so... vedo solo il mio nome sul campanello, so che abito lì, ho delle chiavi ma nessuna utile.
Prima di approdare al panico, ma già decisamente agitato, mi appare la piantina dell'edificio con la quale riesco a capire che il mio appartamento è dall'altra parte del loggiato.
Da quando ho memoria è sempre stato così; prima che il sogno diventasse davvero inquietante qualcosa, tra i miei neuroni, è sempre intervenuto per modificare gli eventi o darmi i mezzi per cambiare l'iter del sogno.
La mia Sicurezza è efficientissima.

domenica 20 agosto 2017

"praemeditatio malorum"

Ricordo ancora l'espressione della mia insegnante, anche se non ricordo di che materia, quando, quindicenne e in quella fase decisamente poco allegra della mia vita, le dissi che io mi figuravo sempre il peggio così se si fosse avverato sarei stati pronto e qualora non si fosse avverato avrei potuto rallegrarmi di un esito diverso; fu molto stupefatta.
Ho scoperto solo ieri che, nel marasma della mia...eh... diversamente gioconda adolescenza avevo adottato, prendendolo magari da qualche serie televisiva, magari Star Trek, un utile esercizio per aumentare la mia resilienza; ovviamente non ne ero assolutamente consapevole, ma è un po' il bello dei miei neuroni... adottano soluzioni utili in modo del tutto autonomo e poi, con calma, scopro di aver fatto qualcosa di significativo.
In pratica stavo tentando di comportarmi da stoico prima ancora di sapere cosa fosse la Stoà pecile e la scuola che ha accolto.
Meraviglie di Star Trek.
Per evitare di naufragare mi sono aggrappato a Vulcano e per mezzo di questo, negli anni, sono approdato allo stoicismo e adesso posso essere stoico con fortune alterne; a volte va meglio di altre, ma del resto Zenone di Cizio, Epitteto & Co. sono l'unica risposta possibile per non farsi trascinare da Eraclito.
Negli anni il mio sistema di sicurezza, divenuto molto presto autonomo, ha adottato svariate strategie per farmi andare avanti e devo dire che è stato molto bravo; sarebbe carino che i miei neuroni mi rendessero più partecipe di queste cose meravigliose che combinano... sono sicuro che se ci parlassimo di più sarei persino mediamente intelligente e la mia vita potrebbe quasi essere migliore, ma va bene anche così e posso sicuramente andare avanti con quel che passa il convento e lasciare ai miei neuroni della Sicurezza ad occuparsi, in autonomia, delle cose importanti.

giovedì 17 agosto 2017

L'Abisso

Ieri è stata una giornata molto difficile; ho finito un libro e ne ho scelto un altro da leggere.
Generalmente dovrebbe essere una esperienza non particolarmente traumatica; basta scegliere tra i libri che si deve ancora leggere, guardarli e decidere quale prendere in mano e iniziare.
La prima difficoltà è decidere se leggere un romanzo o un saggio.
Un romanzo può essere particolarmente impegnativo se la lettura ci prende e ci immedesimiamo nei protagonisti; un saggio è impegnativo, ovviamente, per l'argomento... non è facile scegliere fra questi due macro-ambiti, per cui bisogna procedere con la conta dei neuroni e vedere, tra quelli vivi, per cosa propende la maggioranza di loro.
Vi siete mai trovati di fronte a un numero imprecisato di cose tra cui scegliere senza sapere quale prendere?
Ecco; capisco molto bene le donzelle che, guardano l'armadio che rigurgita di ambiti, o la cabina delle scarpe ripiena di calzature, affermano di non avere nulla da mettersi.
A me è capitato ieri; di fronte a un par di migliaia di libri da leggere, tra cartacei e in formato digitale, mi sono sentito, non per la prima volta, affermare "non ho niente da leggere".
Si tratta sicuramente di una qualche patologia e avrà un nome bellissimo.

sabato 12 agosto 2017

Castello di Tabiano











Il mio paesello è attorniato da una serie di castelli, ovviamente prima del XIII° secolo ce n'erano di più e, un po' alla volta, stanno divenendo visitabili.
Tabiano Castello è diventato visitabile, in orari prestabiliti, di recente.
Il maniero è stato in gran parte riletto e vi sono state fatte aggiunte nel XIX° secolo; al momento ospita, oltre alla famiglia proprietaria che vi abita dal 1800 circa, un albergo diffuso, è possibile organizzarvi eventi e matrimoni e queste varie attività che, probabilmente, si amplieranno in futuro, aiutano a mantenere il maniero in un ottimo stato.
La visita, guidata, dura circa un'ora e si concentra, seguendo lo stato attuale dei luoghi, sul recupero della fortezza.
Molto bello, oltre al panorama e alle sale interne, anche il giardino.
Una bellissima visita; il castello merita di essere visto e rivisto.

Monastero di Torba






Il monastero è collegato all'insediamento di Castelseprio tramite una cinta muraria che collegava la torre, romanica, al resto dell'abitato.
Il monastero è stato il primo bene tutetalo e restaurato dal FAI.
La visita dura circa un'ora, non è guidata, ma vengono fornite tutte le informazioni necessarie per fruire del monastero.
Purtroppo non è possibile, stando a quanto ho sentito, percorrere il sentiero che collega il monastero agli scavi di Castelseprio; per il resto la visita è molto bella.
Anche in questo monastero, che è decisamente ben conservato, bisogna aguzzare la vista perché, se alcuni affreschi sono immediatamente visibili, alcuni affreschi vanno cercati.
E' stata un bella gita fuori porta.

Castelseprio






Gli scavi si trovano in prossimità di Gornate Olona, quindi non proprio vicinissimo al paesello; si tratta di un insediamento poi abbandonato e del quale restano taluni edifici, la cinta muraria e una chiesa fuori porta molto interessante.
Per vedere tutto l'insediamento ci vuole circa un'ora e bisogna stare molto attenti perché, quanto è da vedere, va cercato; magari, a volte, trattasi solo di una particolare tecnica muraria, tal'altra si tratta di resti di pavimentazione o tracce di pigmentazione.
In questo periodo sto leggendo la "Storia dei Longobardi" di Paolo Diacono e mi pareva appropriato andare in visita in un posto a loro collegato e che non fosse San Nicomede che, per me, è dietro l'angolo e posso andarvi in ogni momento.
Mi sono accorto, per altro, di non aver mai messo sul blog foto di San Nicomede, l'ex Fontanabroccola, per cui dovrò rimediare.

Camera di San Paolo






Il complesso di stanza, delle quali, la camera propriamente detta, affrescate dal Correggio, per volere di Giovanna da Piacenza, badessa del monastero e personaggio importante nel panorama parmense, anche se un po' negletta, non ha bisogno di presentazione.
Di recente è stato dotato di una nuova illuminazione per poter meglio ammirare gli affreschi.
Oltre alla Camera di San Paolo sono andato a rivedere anche, sempre a Parma, il museo Glauco Lombardi; una mia amica non l'aveva mai visto e mi pareva carino mostrarglielo.

Carpineti






La visita all'altissimo Castello di Carpineti (Reggio Emilia) è sempre bellissima. La visita non è guidata e ci sono dei bellissimi sentieri, da fare ogni tanto, intorno al maniero.
Vado sempre con piacere.

domenica 30 luglio 2017

2008




Trovo molto interessante ch'io abbia iniziato a scrivere il blog, mettere su anobii i miei libri e mi sia pure iscritto a Facebook tutto nello stesso anno.
Il 2008 deve essere stato un anno di grande fermento.

giovedì 27 luglio 2017

Statistica

A volte accadono eventi per i quali c'è un'unica colpevole: la Statistica.
Ovviamente non lo fa apposta, povera stella, è che alcune cose, per quanto poco probabili, prima o poi devono avvenire; un po' come l'importazione corretta da parte di DOCFA delle planimetrie.
Per andare al lavoro prendo la corriera e, col caldo per lo meno, la routine è la solita:
- sveglia alle ore 5:05, prendo la corriera delle 5:50; scendo all'Ospedale Maggiore e prendo l'autobus 3, 4, 5 o 12, coi primi tre numeri arrivo in centro e poi prendo il 15, con il 12 scendo in stazione vado a piedi.
- scappo alle ore 16:50, mi fiondo alla fermata d'autobus e prendo il 2,7 o il 15 e arrivo davanti al Toschi per prendere la corriera delle 17:12.
Questo nella norma, poi ci sono gli eventi eccezionali.

Martedì
A causa dell'ennesimo canto della Telefoneide esco alle 17:00, per cui perdo tutti gli autobus utili e mi tocca prendere la corriera della 18:25; ne approfitto per andare a prendere dei macarons.
Arrivo alla fermata alle 18:21 e attendo la corriera... prendo quella delle 19:20.
Scopro, poi, che la corriera delle 18:25 è passata in anticipo e quindi quando sono arrivato alla fermata lei era già passata.
In genere le corriere sono puntuali, capita più spesso che abbiano qualche minuto di ritardo, anche causa il traffico, piuttosto che arrivino in anticipo.
Pazienza; con la Statistica c'è poco da fare... prima o poi sarebbe dovuto accadere

Giovedì
Esco alle 16:58, mi "scapicollo", s-ciabattando per via San Leonardo, alla fermata dell'autobus e prendo il 15 casualmente in ritardo.
Arrivo alle 17:12 davanti al Toschi, in ansia, perché la possibilità ch'io l'abbia persa potrebbe essere reale, ma la corriera è in ritardo e arriva alle 17:25.
A Fidenza, mentre parte, non so come, viene urtata un'auto e quindi restiamo fermi sino alle 19:00 circa.
Maledetta Statistica.

Ch'io arrivi a casa alle 18:40 o alle 19:40, la sveglia l'indomani suonerà comunque alle 5:05 e non posso fare altro che prendermela con la Statistica...

lunedì 24 luglio 2017

A.I.

Intelligenza Artificiale.
Molta fantascienza, buona, scarsa e tutte le sfumature mediane, si basa sull'improvvisa apparizione della coscienza nel marasma dei bit di un software.
Macchine, intelligentissime e razionalissime, che schiavizzano l'umanità o macchine che diventano più compassionevoli degli esseri umani e che, quindi, diventano essere senzienti migliori di noi; in ogni caso entità sintetiche avanzatissime, dotate di intelligenza prodigiosa.
Questo accade perché nessun autore di fantascienza ha mai avuto a che fare con DOCFA.
DOCFA è il programma per l'accatastamento dei fabbricati.
Gestisce sia le nuove costruzioni che le variazioni sull'esistente.
Si può pensare a questo programma come composto da due parti che si interfacciano tra loro; una è di compilazione di vari modelli e l'altra acquisisce dei dati da una, o più, planimetrie.
DOCFA nasce nel lontano 1996 e, nel tempo, ha sempre mantenuto la medesima interfaccia utente; che fa tanto Windows 98 e che fa tenerezza.
La parte di inserimento dati non è complessa, basta saperne di Catasto e questo, si, è faccenda complicata perché necessita di esperienza, ma spesso capita che pur inputando i dati correttamente, DOCFA restituisca un errore; sovente non è sbagliato il dato in sé, ma il programma lo vuole solo in un determinato modo, oppure va a fare a pugni con qualcosa di ignoto e quindi inizia il percorso per trovare il modo di far digerire la cosa al programma.
Nell'acquisizione della planimetria il programma consente, attraverso un metodo di una scomodità senza precedenti, di creare dei poligoni che vanno a misurare le varie tipologie di superfici del fabbricato.
Dato che il metodo dei poligoni è una piaga, fortunatamente, è possibile fare delle polilinee con un programma CAD; bisogna però seguire delle regole ben precise, la cosa bizzarra avviene durante l'importazione.
Se si usa il modello ufficiale per importare le planimetrie è possibile che ci sia un dis-allineamento che, potrebbe, essere letto come un disegno fuori scala.
Per evitare il dis-allineamento bisogna disegnare in centimetri, anche se DOCFA ragiona in metri, importare il file creato con CAD e si vedrà che non ci sono dis-allineamenti in compenso DOCFA smarrisce tutte le polilinee create col CAD.
Che fare? Semplice; si deve trovare un sistema per far digerire a DOCFA i dati che non gli piacciono...
DOCFA è un programma e come tutti i programmi si basa su istruzioni semplici, "si-no", "1-0", ma è diventato l'epitome dell'arte di arrangiarsi perché non c'è verso, altrimenti, di poter fargli prendere le cose...
Più che un software, DOCFA, è un procedimento alchemico.

lunedì 17 luglio 2017

Che pazienza

"Sarò assente per ferie dal 05/06/2017 al 19/06/2017"
Se però ricevo questa risposta in data odierna allora sei stato in ferie e sarebbe carino che sistemassi le mails e rispondessi dato che, stando alla risposta, oggi dovresti essere al lavoro.
Che pazienza...

Oppure c'è anche questo caso:
scrivi una mail lunga e complessa, articolata in più questioni, perché necessiti di svariate spiegazioni, il più delle volte relative a pratiche da istruire per piccoli edifici, stretti da più parti da altri fabbricati adiacenti, con facciate in aderenza, servitù e amenità consimili, perché più l'edificio è piccolo e più è rognoso, per cui lo scritto è il trionfo dell'interrogativo e ti rispondono: "si"
"si" a cosa? è la risposta a quale delle mille domande che ti sono state poste? è un "si" di significato cosmico? devo lanciare un d20 e usare "auspex"?
Che pazienza... bis.

venerdì 14 luglio 2017

Iperurania

Secondo Platone esistono, in accordo con la sua esemplificazione della "caverna", due mondi; uno illusorio e sublunare, composto da proiezioni d'oggetti reali e uno composto da questi ultimi, posto in un cielo diverso, eterno e non transeunte.
La metafora della caverna è illuminante ed esemplificativa, ma voglio fornirvi un altro esempio tratto dal mondo corruttibile e vano, soggetto alle forze di Eraclito, che muta in ogni istante.
"Il tecnico di turno risponde dalle 9:00 alle 11:00"
Questa dichiarazione di intenti cade direttamente dall'iperurania; è una asserzione di tetragona solidità che, ahinoi, subisce lo scorrere e il fluire del mondo sublunare.
Per chiarire cosa intendo possiamo dividere l'affermazione in due parti:
"il tecnico di turno risponde" ci fornisce la certezza che qualcuno risponderà alle nostre domande e preci;
"dalle 9:00 alle 11:00" individua un, seppur breve, lasso di tempo nel quale noi, insieme ad altri 600 tecnici, stima approssimata per difetto, possiamo comunicare con il Tecnico di Turno di cui sopra.

Partirò dalla seconda parte; l'orario.
In realtà, a cagione del relativismo culturale che impone una regolazione degli orologi e dei ritmi circadiani differenti, l'orario più vicino a quello effettivo va dalle 9:10 alle 10:50... circa.
Se si chiama alle 8:59:30 ti viene detto che ancor non sono le nove, argomentazione corretta, ma se si chiama alle 9:01 il tecnico di turno non risponde...

Passiamo alla prima parte dell'affermazione: il tecnico di turno risponde
... si; solo in caso di quadrilatero tra Giove, Saturno e Nibiru con Sirio A in opposizione e Sirio B e C allineate con il centro della galassia; di recente, ovvero da qualche mese, è così.
Il Tecnico di Turno, novello Idra o Leone di Nemea, è divenuto un raro animale mitologico i cui avvistamenti si perdono nelle brume notturne di tempi incommensurabilmente lontani dall'evo moderno.
Esiste la possibilità di lasciar un messaggio al Tecnico di Turno il quale dovrebbe richiamare; spiritosi... non è mai accaduto.
A onor del vero m'è accorso un caso simile una volta; il Tecnico mi ha richiamato... la settimana dopo, quando ormai avevamo risolto altrimenti.
L'alternativa è quella di mandare, invano ovviamente, una mail e pregare tutti i Numi, nell'ordine che più vi ispira, di avere risposta.
Personalmente credo che abbiano affidato l'incarico di Tecnico di Turno ad un'unica persona, capace, valida e di provata competenza: Vitruvio... è per questo che è difficile parlarci o che risponda alle mails.

mercoledì 12 luglio 2017

Golem di ruggine; svanire 4/4

Non so quanti giocatori di Magic vi siano tra i miei manzoniani lettori, ma le creature con "fading", che perdono i pezzi o che scompaiono in itinere, durante la partita, lasciandoti con un buco nella difesa, sono solo all'interno del gioco; per quanto mi riguarda fanno parte della vita reale e sono tutte quelle persone che incontriamo e che sappiamo che, prima o poi, le perderemo.
Intendiamoci; abbiamo tutti la data di scadenza da qualche parte e nel giro di un'ottantina, o più, anni finiamo i segnalini svanire... si veda, a tal proposito, quanto dicono gli Stoici al riguardo.
Abbiamo, però, la tendenza ad abituarci alla gente e anche questo fa parte dello stare bene; cambiare di continuo non fa bene.
Vabbè; un po' sproloquio un po' no, non ha molta importanza... un po' di confusione va bene ogni tanto.
Si sappia che, comunque sia, oggi mi trasferirei volentieri su un altro pianeta possibilmente disabitato

lunedì 26 giugno 2017

Questione di tempo

Non potevo certo illudermi che saremmo rimasti insieme sino alla vecchiezza.
Sei durato almeno 35, gloriosi, anni oltre i tuoi limiti di progettazione.
Nel tempo ti sei rovinato, scheggiato, ammalato, ma sei sempre rimasto saldamente piantato al tuo posto, pronto a compiere indefessamente il tuo dovere; questo sino a qualche settimana fa quando, vittima dei tuoi limiti di progettazione, hai iniziato ad avere dei tentennamenti sino all'ultimo, stasera, crollo strutturale.
Lasci un vuoto davanti al canino destro e vicino al premolare destro che, spero, la gengiva colmerà anche se non sarà mai più la stessa cosa.
Ti terrò sempre con me; c'è gente che va in giro con denti di animali vari e ritengo di essere pienamente giustificato a tenere con me l'ultimo dei miei denti da latte.
Grazie; sei stato l'ultimo della tua specie e avevi un fantastico più 10.

martedì 20 giugno 2017

Apollo XIII

Vorrei anche dilungarmi in un post descrittivo, pieno di aneddoti e sarcasmo variamente assortito, ma devo trattenermi.
Vi basti sapere, cari manzoniani lettori, che capisco i gravi problemi elettrici passati dall'Apollo XIII e pure le gravi difficoltà causate dall'anidride carbonica a bordo della navicella.
Al momento attendo la fornitura di biciclette collegate a una dinamo per produrre energia.
Qualora non dovessi sopravvivere all'estate SO chi perseguitare nella mia manifestazione ectoplasmica.

domenica 11 giugno 2017

Domenica

Attenzione! Questo post non contiene spleen domenicale. Sarà possibile, però, rinvenirvi dosi q.b. di malessere.
Del resto ho una reputazione da mantenere e non vorrei mai che si dicesse in giro, un "giro" molto minuto, che sono diventato l'anima della festa.

Ho alle spalle, anche se la parmenidea forma attuale non lo lascerebbe sospettare, dieci anni di Karate, fatto quando ancora si usava lo pterodattilo per gli spostamenti intercontinentali, e ho camminato a piedi scalzi, in casa, in balcone e in palestra, ma anche nell'area cortilizia della palestra, da quando ho imparato a camminare.

D'estate, con il lavoro che faccio, appoggiando i gomiti sulla scrivania, i miei poveri gomiti si seccano e pare che vogliano rappresentare una porzione della Death Valley dal tanto diventano secchi; potrebbe essere peggio, ma se facessi un lavoro all'aperto a quest'ora sarei già al Creatore e non potrei tediarvi.

Questo preambolo per dire che la domenica è il giorno della settimana nella quale la doccia, diventa una procedura più lunga dei consueti dieci/quindici minuti.
Innanzi tutto faccio lo scrub ai piedi; dopo decenni ad andare scalzo, ho dei calli che farebbero invidia ad un Hobbit e lo scrub mi ha aiutato, dopo qualche applicazione, a passare dallo stadio "lima da legno" a quello di "carta vetrata del 30".
Non avrò mai i piedi da infante e manco li voglio, ma vorrei salvaguardare le lenzuola e raggiungere lo stadio "carta vetrata 360".
Dopo i piedi è il turno dei gomiti, così tolgo un po' di pelle secca e tornano ad assomigliare a dei gomiti; per finire, dalla via che ci sono, pure sulla faccia che mi fa una bella pulizia della pelle e si porta via, oltre alla polvere, anche un po' di stress e "scazzi" vari.
Da qualche tempo mi lavo solo con il sapone di Aleppo, scelta fatta non per motivi estetici, anche se devo dire che in effetti è un ottimo prodotto, ma perché è completamente biodegradabile e, in più, lo uso anche al posto di shampoo e balsamo; mi sa briga avere a che fare con mille cose e sono per la semplificazione.
Di recente ho anche scoperto, merito di una mia amica, la pasticceria da bagno, per cui mi idrato; tanto le rughe già ci sono da un pezzo, ma idratarmi, specie con 'sto caldo infame, mi fa sentire più pulito.
Ovviamente non ci penso manco, dopo tutta 'sta roba, a radermi; il tedio della rasatura lo lascio per il giovedì, quando sono di umore nero e mi servono dei motivi per lamentarmi di qualcosa.
Là; un post talmente lieve da risultare assolutamente privo di calorie, adatto a tutti i tipi di dieta.

giovedì 8 giugno 2017

Contrappasso

Non ricorre spesso nelle chiacchiere di tutti i giorni, ma accade sovente di imbatterci nella legge, di dantesca memoria, del contrappasso.
Ai rei la pena viene comminata, dal buon Dante, per analogia o per contrapposizione, ovvero; nel primo caso in modo analogo alle colpe del dannati, nel secondo attraverso il contrario della colpa.
Tra noi miserrimi si dice anche "chi la fa, l'aspetti".
In questo periodo sono stato testimone di uno di questi rari e, invero, felici, momenti.
Come diceva il buon Merlino in "Excalibur", il film di qualche anno fa, "c'è sempre qualcuno più furbo di te" e a volte, come nel suo caso, si tratta di un non certo brillante, se paragonato al potente mago del ciclo arturiano, pesce di fiume.
Quando ti credi il più furbo del reame, diventa più facile cadere vittima di altri furbi e quando questo accade e accade a tutti i furbi del globo, chi sta a guardare si fa un sacco di risate e pensa, almeno è il mio caso, che il Cosmo è davvero un gran burlone.
Lo so; gioire delle disgrazie altrui, che queste siano o meno meritate, è cosa brutta... ma io sono una brutta persona con un sacco di punti karma da spendere; spero solo di mantenerne a sufficienza per fare, nella prossima vita, il gatto domestico con umani di servizio che, a parere mio, è appena un gradino prima del Nirvana.

lunedì 29 maggio 2017

Raccontiamocela


Dovrebbe diventare il titolo di una rubrica di Ri-Educational channel; ovviamente con Vulvia come presentatrice.
Probabilmente sono io ad essere cinico, una brutta persona, a non avere ambizioni, fuorché quella di capire quanto mi è possibile il Cosmo, ambizione non da poco, ma taluni discorsi sentiti di recente mi convincono, sempre più, che il mondo è fatto da persone che se la raccontano e ci credono... per cui pure io mi sto raccontando qualcosa.
Alcuni di questi racconti sono più pericolosi di altri perché si appoggiano all'ambizione o alle speranze degli altri e le sfruttano a detrimento di quest'ultimi.
Non sono sicuro che sia sempre così, ogni caso andrebbe valutato singolarmente, ma ho trovato che usare le azioni quali tara dei discorsi è un metodo di sicura efficacia per valutare quanto ce la stanno raccontando.
Non è detto che il raccontarcela sia volutamente fatto con malevole intenzioni; purtroppo ognuno di noi ha la tendenza a considerarsi un caso eccezionale al quale devono, forzatamente, essere concesse deroghe a leggi generali che gli altri debbono, per eguale forza di cose, seguire.
Sono vago?
Massì; un po' di vaghismo non fa male e il Maestro Antonio Pierfederici della Corte apprezzerebbe.

venerdì 26 maggio 2017

La buca

In principio pensavo che fosse lui la causa di questo, ma di recente inizio a ricredermi.
Come un oggetto massivo pensavo che, con le sue caratteristiche peculiari, curvasse il campo probabilistico facendo rotolare nei suoi pressi un compendio, davvero notevole, di casi umani.
Certo; quanto sopra si basa sull'assunto, difficilmente dimostrabile, che nel mondo vi sia una maggioranza di persone che costituiscono la "norma" e, ai lati della curva di Gauss, vi sia un numero minore di casi umani... probabilmente sopravvaluto la norma.
Fatto sta che eventi recenti mi inducono a credere che sia io a curvare questo campo di probabilità, campo del tutto ipotetico e che lascio nel post per poter mantenermi in  termini generali, attirando una pletora di gente che ha bisogno di assistenza.
E' chiaro che il Cosmo, in questo mio transito terreno in questa forma, mi sta dicendo che il mio karma consiste nel fare dell'assistenza sociale; vorrà dire che mi reincarnerò in una formica...

giovedì 11 maggio 2017

il Guercino a Piacenza


Stamane sono andato alla mostra organizzata a Piacenza sul Guercino.
La parte più corposa e anche più impegnativa, è la salita alla cupola del Duomo; le scale di manutenzione di una volta non consideravano molte cose, tra queste il rapporto alzata e pedata.
Il percorso all'interno della cattedrale è decisamente molto bello e interessante anche per chi, come me, ha avuto occasione, sebbene raramente, di inerpicarsi sulle scale di manutenzione di una chiesa e di usare percorsi decisamente poco usati; devo aver parlato, da qualche parte, del rilievo fatto in San Francesco a Piacenza.
La cupola è visitabile solo in parte, non si può fare il giro di tutto l'ottagono, perché il percorso si restringe sui vari lati e quindi è reso visitabile solo la parte più, diciamo così, agevole.
Vi sono alcuni punti un po' faticosi, ma affrontabili con un po' di pazienza.
La mostra prosegue nella cappella del palazzo Farnese con una scelta di quadri; non ce ne sono molti, ma quelli presenti sono molto belli e ben scelti.
Nel complesso la mostra è proprio bella e merita... e poi una visita a Piacenza val sempre la pena di farla.
Dovrò tornare alla Primogenita perché oggi, nel vagare per la città, mi sono imbattuto in alcune cose che non avevo visto prima.
Piacenza ha molte cose belle da vedere, dovrebbero essere più valorizzate e spero che, dopo lo splendido lavoro fatto per la sala dei Teatini, l'intenzione sia proprio quella di dare alla Primogenita più risalto.

Tra l'altro il Palazzo Farnese contiene una serie di musei davvero pregevoli.

lunedì 1 maggio 2017

l'uomo propone...

Deve esserci almeno un altro post, da qualche parte, con lo stesso titolo.
In soldoni le cose sarebbero dovute andare così: venerdì me ne sarei restato a casa e sarei tornato martedì.
Ovviamente lo svolgimento del mio diabolico piano di "ferie" si è svolto in modo diverso.

Giovedì.
ho passato il pomeriggio a sistemare il plotter dello studio. Pulito, registrato, riparato quanto necessario, oliato a dovere; era rimasto un piccolo "ciocco" (suono dissonante) per il quale avrei dovuto fare indagini ulteriori.

Venerdì.
Son dovuto andare in Comune per una riunione tecnica relativa a un piano urbanistico attuativo; non sto parlando della veneranda Scheda del Male, che i miei pochi manzoniani e affezionati lettori ricorderanno, ma di un altro pianto che, facendo i conti del tempo che è in essere, in un modo o nell'altro, potrebbe andare in quarta elementare.
Lascio lo studio dicendo di chiamarmi solo in caso di disastro; esplosione del plotter

Sabato.
Produco al mattino e passo il resto della giornata in atmosfera da "svacco" di fine settimana.

Domenica.
Mi chiamano alle ore 11:24 per dirmi che il plotter non stampa bene e quindi vado giù a Parma a mettere due pezzi di scotch; alla fine ho anche stampato e presentato due osservazioni al PSC.

Oggi ho pulito casa; riproverò più avanti a stare a casa di più.
L'11 ho prenotato la visita a Piacenza, alla mostra del Guercino e quindi starò a casa anche il 12; vediamo se 'sta volta va meglio.

giovedì 27 aprile 2017

Non è facile lavorare con me

Davvero; non è per niente facile.
In primo luogo ho troppe cose da tenere a dietro, poco tempo per farlo e quindi la pazienza che dovrei dedicare ai giovani padawan è decisamente ridotta.
Aggiungiamoci che stare a dietro, in modo continuativo, a chi raramente intende pienamente quel che dico, mi pone in una condizione di spirito mal disposta verso l'umanità in generale.
Col tempo, inoltre, ho iniziato a trattare tutti come dei deficienti; il mio primo impulso, di fronte a un qualche tipo di esitazione, sia o meno motivata, è quello di fare da me... dopo aver sommerso il malcapitato con abbondante sarcasmo.
Ovviamente faccio dei distinguo in base alla complessità della situazione, ma se piegare delle tavole risulta essere un problema, allora è una fortuna ch'io sia dotato di buone maniere; se non parlo, però, non è un buon segno...
Generalmente la mia settimana è siffatta:

Lunedì:
affronto la settimana con un minimo di entusiasmo e urbanità; entro il minimo sindacale, sono, generalmente, ben disposto verso il prossimo.
La condiscendenza la fa da padrona, ma è il giorno ideale per chiedermi qualcosa in ragionevole sicurezza.

Martedì:
il buon umore è cosa passata, l'entusiasmo non è messo benissimo e la fiducia nelle capacità di comprensione del prossimo è già ai minimi settimanali; un niente inizia ad infastidirmi.
Inizio a caricare il sarcasmo, ma sono ancora avvicinabile.

Mercoledi:
pure l'entusiasmo, quel poco rimasto, del martedì è svanito; sono generalmente stanco, depresso, demotivato. Rispondo svogliatamente alle solite domane e questioni con una malcelata apatia.
Sono egualmente irritabile e irritante.

Giovedì:
mordo.
Davvero; mordo.
Qualunque cosa, pure in modo gratuito, innesca una mia risposta sarcastica, rabbiosa o, solo per i più fortunati, entrambi.
Il sarcasmo scorre a fiumi e non ho più un briciolo di pazienza.
Solo i più "scantati" non subiscono le mie rispotacce.
"Irritante" non è più sufficiente per definirmi; di solito, però, le mie risposte taglienti inducono il prossimo a, saggiamente, arretrare.
E' un pessimo giorno e potrei prendermela con chiunque per un niente.
Meglio starmi lontano e avvicinarmi con cautela.

Venerdì:
la prospettiva del fine settimana mi rende più abbordabile, ma sono ancora volatile e quindi vado maneggiato con cura.

Durante la settimana resto, comunque, abbastanza imprevedibile; magari tratto bene il prossimo un momento per poi trattare a badilate, due minuti dopo, la medesima persona.
Non è facile lavorare con me.

mercoledì 26 aprile 2017

Quei giorni...

Ovvero quando non so esattamente che pesci prendere.
Le Pubbliche Amministrazioni hanno, necessariamente, dei processi... peculiari che però, bisogna tenerlo a mente, non sono, a volte, privi di fondamento.
Di converso i privati, spesso, non capiscono che a far marciare la baracca non sono i vertici dell'amministrazione, ma i vari impiegati che sono assunti con regolare contratto; ovvero:
i vertici sono alla barra del timone, gli impiegati remano e la velocità da tenere la decidono i singoli rematori sulla base di norme sovracomunali, per cui se le cose non funzionano, o funzionano a pezzi, non è sempre colpa del singolo tecnico o amministratore, ma la colpa si perde in rivoli molteplici di competenze.
Una cosa è certa; il pubblico mantiene dei tempi geologici assolutamente incompatibili con i tempi del privato.

Altra cosa che mi lascia stupefatto sono le adesioni a una fede, usando il termine non solo nell'accezione religiosa, prendendo, però, solo quello che fa comodo; diciamo che si prende quello che ci piace e si inveisce su ipotetici altri che non vogliono sobbarcarsi l'onere dei sacrifici.
Gli esempi sono, a mio avviso, innumerevoli; a volte la "tara" è fatta sul comportamento della persona, per cui è palese che afferma una cosa ma si comporta secondo il contrario di quanto dice, inconsapevole di risultare non credibile e ritenendo, anzi, di aver ragione a fare così in quanto caso peculiare; a volte ci si professa aderenti a un credo, salvo poi fare affermazioni in aperto contrasto con quanto affermato e la cosa è un po' più grave perché palesa un deficit di comprensione e via discorrendo... il caso più imbarazzante, comunque, è quello di chi aderisce a una linea di pensiero solo a parole, ma poi fa e dice in modo diverso ritenendo che le regole valgano sono per gli "altri".
Resto sempre molto perplesso non ostante la mia non più verde età e questo, tutto sommato, vuol dire che non devo essere poi così sveglio.

lunedì 24 aprile 2017

"Memorie resistenti" di Iara Meloni


Intorno al 25 Aprile, per ricordarmi a chi devo la libertà della quale al momento godo, inizio una serie di letture sulla liberazione e sulla resistenza.
Tra le varie letture, intraprese nel corso degli anni, mi ha colpito questo volume: "Memorie resistenti" di Iara Meloni edito da Le piccole pagine.
Il volume raccoglie le memorie di svariate resistenti che ricordano com'era vivere in quell'epoca e quell'esperienza particolare che è stata, fortunatamente, fondante della nostra repubblica.
L'aspetto peculiare e motivo per me di attrazione, è la particolarità provinciale, la provincia di Piacenza, della quale si occupa il libro; nei luoghi interessati dagli eventi sono stato più volte, di alcuni ero conoscenza di quanto vi era avvenuto, per altri ho scoperto solo di recente che sono stati teatro di eventi importanti.

Raramente leggo libri di storia recente, in genere preferisco focalizzarmi sul millennio dell'Impero Romano D'Oriente, ma il 25 Aprile diventa occasione per riavvicinarmi alla modernità perché se oggi posso fare quello che faccio, o avere idee difformi, lo posso fare perché delle persone, giunto il momento, hanno deciso che valeva la pena di sacrificarsi per un'idea più grande di loro.

venerdì 21 aprile 2017

"the finest organic suspension ever devised"

Sino ad almeno un decennio fa non avevo dipendenze; di alcun tipo.
Poi ho incontrato la caffeina... ma come ho fatto a vivere senza? Onestamente; com'è possibile stare senza?
In ufficio abbiamo una macchinetta, di quelle fornite con chiavetta da caricare, non posso dire che faccia del caffè buono, non è orrido, ma definirlo buono mi pare eccessivo.
Il suo pregio è che in taluni momenti ti aiuta a ricaricare quel poco di pazienza, fornito di serie, che prestamente si logora.
Il dramma principale è avere la chiavetta sempre pronta alla bisogna o moneta convertibile in caffeina; ormai guardo alla moneta e penso a quanta caffeina può darmi.
Se non è dipendenza questa...
Allo stato attuale la mia chiavetta è in miseria e quindi sto elemosinando caffeina da due giorni a colleghi e amici che capiscono e condividono il mio dramma.
Mi è stato detto che, in fondo, si tratta di vasi comunicanti, ieri ho fatto io, oggi tu, ma a me pare di fare l'accattone; domani andrò a far metano alla scatoletta e conto di raccimolare un po' di moneta convertibile.
Il Capitano Janeway ha proprio ragione.

martedì 18 aprile 2017

Semplificazione

Ogni volta che sento parlare di "semplificazione" percepisco un fremito nella burocrazia, come se mille scaffali urlassero stravolti dal horror vacui; fortunatamente vengono immediatamente ideate nuove procedure che vanificano, all'istante, la temuta semplificazione.
Il principio teleologico che regge la maggior parte delle ultime normative è volto alla dematerializzazione delle pratiche, ovvero la possibilità di presentare una pratica in modo elettronico evitando, così, di consumare della carta che, comunque, va poi conservata in idonei e non piccoli spazi all'uopo concepiti.
Supponiamo che abbiate una simpatica pratica edile da presentare che si compone di tre parti, necessarie le une alle altre, in un ameno comune; ecco di seguito una casistica:
A) a seconda di cosa si tratta potrebbe risultare necessario consegnare per uno la carta e non inviare la pec, per l'altro mandare la pec ma non la carta e, magari, in taluni casi dovete assolvere in modo virtuale al pagamento della marca da bollo e in altri casi dovrete apporre la marca sul documento
B) inviate tutto, ma proprio tutto, tramite pec; una sola volta e tutte le comunicazioni avvengono solo tramite pec
C) in alternativa potrebbe capitarvi di;
c.1- mandare la parte 1 della pratica in triplice copia al protocollo, completa di bolli e accessori variamente assortiti;
c.2- tornare a casa con la vostra bella copia protocollata, scansionarla ed inviarla pure tramite pec, nel caso che un solo invio non sia sufficiente;
c.3- inviare la parte n°2 della pratiche insieme al protocollo, non la ricevuta della pec che è il male, in una bella pec e poi consegnare una copia cartacea;
c.4- inviare la terza parte della pratica prima tramite pec e poi consegnare tutte le copie cartacee richieste al protocollo di competenza
D) al comune in questione fanno ribrezzo le pec e quindi vi chiedono di mandare tre copie, minimo, di tutto quello che dovrete produrre
Se ricadete nel caso C) e per caso abitate a svariati chilometri di distanza, magari in un'altra regione, sono affari vostri, al comune non può fregare di meno...così il vostro cliente impara ad andare da un tecnico "foresto"; se ricadete nel caso D) può diventare un onere non minuto ricorrere alle Poste, considerando sempre il caso che la vostra sede non sia proprio a "un tiro di schioppo" dal comune in questione.
Se vi trovate, al contrario, nel comune in questione allora esiste la possibilità che la vostra amministrazione stia tramando, per il caso C), ai vostri danni per farvi cambiare mestiere al più presto.
Ovviamente sono tutte generalizzazioni, perché a volte la carta non bisogna mandarla ma il suo invio è gradito; altre volte l'invio della carta, richiesto da chi istruisce la pratica, diventa un affare di stato da trattare, a suon di missioni diplomatiche, con il protocollo affinché quest'ultimo non tenti di protocollare documenti già protocollati a mezzo pec.
Ricordate che la duplicazione dei numeri di protocollo è una catastrofe paragonabile solo alla biblica piaga delle locuste per una economia agricola.
Pec qui e pec là, ma a quale indirizzo pec inviare? Anche qui la casistica è varia; alcuni comuni hanno due indirizzi pec a seconda della natura della pratica, chiamiamoli l'indirizzo A per le pratiche di tipo 1 e l'indirizzo B per le pratiche di tipo 2; taluni hanno solo l'indirizzo A al quale inviare le pratiche 1 e le pratiche 2; altri hanno solo l'indirizzo B per entrambi i tipi di pratiche; altri hanno solo l'indirizzo A per le pratiche 1 perché per le 2 vogliono la carta; altri hanno solo l'indirizzo A ma non vogliono le pec e taluni, ormai rari, hanno solo l'indirizzo A, l'obbligo di ricevere tramite pec, ma tanto l'indirizzo in questione non viene mai controllato.
L'aspetto divertente della vicenda è che ogni comune si aspetta che tu, misero mortale, conosca perfettamente la loro specifica procedura e il loro modo di rapportarsi alla tecnologia e se la maggior parte degli enti è compassionevole, taluni se la prendono proprio a male se per caso ti sbagli.
Ogni tanto il paese dei campanili trama per farti propendere per una vita da eremita.

domenica 16 aprile 2017

Sempre più a-periodico; bis

Mi sono accorto che è passato più di un anno dall'ultima volta che ho scritto sul blog, nel frattempo non ricordo assolutamente cosa sia accaduto; quindi direi che nulla di realmente significativo sia successo nella mia vita.
Non che vi sia bisogno di eventi straordinari, già l'essere qui è straordinario, pur con si consueti alti e bassi, di per sé.
Ho notato che, ahimé, inizio a leggere un po' meno, quest'anno sarà un anno di magra pur continuando a prendere e a fare scorte, di libri; del resto devo accumulare in vista dei prossimi periodi di magra, ovvero quando con la mia pensione miserrima dovrò camparci.
E' ancora presto, per me, per la pensione ma ho iniziato a fare qualche conto ed indubbio che la pecunia non mi basterà anche per le letture; devo essere, per quanto mi è possibile, previdente.
Al momento attendo di poter collocare qualche nuova pianta in balcone; ho seminato un po' di lattuga perché i passeri la gradiscono e mi sono dotato di una abbeveratoia, perché così possono abbeverarsi con dell'acqua più pulita di quella che resta nei sottovasi.
Altra notizia di giardinaggio: ho provato, l'anno scorso, ha tenere l'elleboro ma la prima pianta è stata seccata, letteralmente, dal primo giorno di gran caldo dell'anno scorso.
A novembre ho preso un'altra pianta di elleboro, sono molto belle, e stavolta l'ho riposta sotto un vecchio ombrello; non sarà bello a vedersi, ma la pianta pare gradire.
Devo dire che mi è mancato scrivere sul blog.