sabato 29 dicembre 2012

L'uno per l'altra

E' evidente che io e Milano non siamo fatti l'uno per l'altra; è un peccato perché la città meneghina offre moltissime cose da vedere, ma proprio tantissime.
Con la storia che si ritrova alle spalle è inevitabile che, nel corso del tempo, si siano accumulate, entro le mura cittadine, meraviglie d'arte.
Dovrò comunque tornarvi per vedere Sant'Ambrogio che non ho mai visto dal vero, ma solo dalle pagine dell'Argan e di altri testi parenti.
Da giovane iniziavo ad avere mal di testa e nausea già in vista dell'hinterland; mi si chiudeva lo stomaco e non riuscivo a mangiare nulla.
Le rare volte nelle quali mi veniva fame e mi nutrivo, il cibo era sempre... commestibile, ma nulla di che.
La mia esposizione a Milano deve essere breve altrimenti vinco qualcosa: mal di testa, nausea e, quest'anno, raffreddore.
Non so bene dove l'abbia trovato, se l'ho recuperato al cimitero o se l'ho incontrato per strada, magari verso la stazione centrale, quando ho rischiato di perdermi, ma ho portato a casa un simpatico virus che sto combattendo a suon di suffimigi.
Non possiamo andare avanti così Milano; qui dobbiamo raggiungere un accordo, un armistizio, ci sono troppe cose interessanti da vedere ed io non posso sempre avere la peggio.
Ho trovato un accordo con il martedì; troverò un accordo anche con Milano.

giovedì 27 dicembre 2012

Dracula alla triennale

Oggi sono andato, in treno, a vedere questa mostra tenuta nel palazzo della triennale in quel di Milano.
Non ero mai stato in questo palazzo e quindi ne avrò anche per la struttura.
La mattina è iniziata benissimo, anche se sul tardi, ma del resto sono ancora in vacanza e sarebbe stato fuori luogo alzarmi all'alba, nella visita del Cimitero Monumentale di Milano.
Se non vi siete mai stati, ve ne consiglio assolutamente la visita. Al di là delle personalità ivi sepolte, più o meno importanti, è l'opulenza, per me quasi eccessiva, di moltissime delle cappelle gentilizie.
Un tripudio di statue, nei materiali più disparati, e di cappelle gentilizie, molte figlie degli anni venti del novecento, che sono un tripudio di elementi decorativi cari all'art déco e alla secessione viennese.
Alcune imitano chiese o monumenti famosi.
C'è tantissima roba da vedere; non ultimo il famedio e quanto vi sta immediatamente intorno.
Fortuna c'è stata la visita al cimitero.
La mostra in sé, parliamo prima di questa, è... minimale; caruccia, ma davvero striminzita.
Dopo un inizio ben fatto, un corridoio scuro con alcuni elementi, non da ultimo un demone sotto vetro, vi sono un paio di stanze e un corridoio. Le due stanze sono ampi ambienti riempiti in modo minimale con un paio di scatole lignee; in una, con... soporifero commento dell'architetto che si è occupato di questa scatola, c'è un ipotetico studio di un vampiro, che ho trovato in tema e ben fatto, non ostante la verve del commento sonoro; nell'altra scatola, attraverso alcuni fori ad altezza adulto, vi si proiettano una serie di immagini di "baci" del vampiro.
Quest'ultima scatola lignea è metà del materiale cinematografico in mostra; l'altra metà è costituita da una serie di pannelli, molto grandi e allestiti in una sala molto ampia, che proiettano spezzoni di film in tema... con, decisamente, troppo "twilight" e film annessi.
Su una parete c'erano anche pochissimi fogli della storyboard del "Dracula" di Coppola.
In un corridoio, introdotto da un filmato, molto bello, della costumista del "Dracula" di Coppola, Eiko Ishioka, bravissima, e l'armatura del protagonista del film appena menzionato.
Il corridoio espone costumi presi da varie pellicole, o allestimenti teatrali, non necessariamente connesse con il vampiro, ma con la "vamp".
Chiude la mostra una sequenza, imponente, di piccole foto di abiti maschili ispirati alla figura del vampiro, fossero state appena più grandi di un A5 le si sarebbe guatate meglio, o almeno offrite una lente di ingrandimento... ah; c'è anche una serie di vignette di Crepax nelle quale Valentina si ciuccia Dracula.
Non ne posso valutare la qualità; Valentina mi è sempre stata sugli zebedei e non mi è mai piaciuto, per quanto possa essere bravo, e lo è davvero, Crepax.
Che dire? La mostra è caruccia, ma solo se state a Milano, se venite da fuori bisogna attaccarci la visita a qualcosa d'altro e il cimitero Monumentale merita davvero.
Il ristorante annesso al palazzo della triennale non è vegan, o veggie, friendly; di tutto il menù c'è giusto un piatto di verdure, mentre quelli di pesce, qualora, come me, è solo la carne che non mangiate, hanno prezzi proibitivi. Se per caso volete qualcosa di caldo che non sia un primo, scordatevelo; per i vegetariani c'è giusto un'insalata.
La gentilezza è merce rara, anche se uno dei camerieri ne fa sfoggio di un po'; soprattutto ha dei prezzi proibitivi, tutto sommato anche comprensibili per il luogo, per del cibo con delle gran pretese e dei risultati davvero mediocri.
Forse la colpa è anche del fatto che io, essendo emiliano, sono abituato male.

sabato 22 dicembre 2012

Auguri

Buon Natale!
Non è detto che in questo periodo festivo io abbia tempo, o voglia, di scrivere sul blog e quindi vi lascio con un'immagine, bella grande che volendo la potete anche schiaffare dove vi pare, con gli auguri di Buon Natale :) ... è minimal

giovedì 20 dicembre 2012

Mille e non più mille

Che poi, alle volte, basta uno zero, una virgola ballerina e i conti sballano.
Pare che secondo i Maya, i quali al momento si staranno facendo grasse risate, domani arriva l'Apocalisse.
In realtà qui non si sa, letteralmente, di che morte morire o se ascenderemo a un altro livello di coscienza, nel qual caso vorrei avere un loculo ben distante da Silvio; almeno una galassia... grazie.
Qualche tempo fa, due estati fa... tre... boh, fatto sta che era atteso Nibiru; per chi non lo sapesse, Nibiru dovrebbe essere una sorta di Morte Nera, ma buona è!, che ogni tanto interseca il nostro sistema solare e, così, gratuitamente, ci avrebbe fatto ascendere a un nuovo livello di coscienza.
Vi sentite su un altro livello di coscienza, più evoluti e intelligenti? Se si, non so cosa abbiate mangiato ma ne voglio un po'...grazie, se invece vi sentite, come me, il solito pirla... ecco, questo è perché Nibiru ha trovato coda in tangenziale, s'è fermato in autogrill a fare due chiacchiere con i suoi fan e non è riuscito a raggiungerci.
Se ne riparla tra qualche millennio; pazienza... ci tenevo ad ascendere.
Poi ci fu la questione del super allineamento con il centro della galassia; lo so, pare una scemenza perché, del resto, in una ellisse con un centro, dato che per due punti passa una retta, non ci sono molte possibilità di finire fuori allineamento.
Ricordo, però, che l'evento era particolare perché non ci sarebbero stati ostacoli tra noi e il centro della galassia.
Anche in questa occasione ci sarebbe dovuto essere un qualche evento a caso; non ricordo manco cosa ho fatto quel giorno, cosa, della quale, non c'è da stupirsi.
Più o meno in mezzo, o alla fine o che ne so, la Terra sarebbe passata anche attraverso una zona della galassia più densa; solita previsione di eventi catastrofici... e niente.
Le tangenziali galattiche devono essere intasatissime e questo spigherebbe perché i Vogon dovranno intervenire.
Qui pare un po' la favola del lupo e del pastore, c'è da dire, però, che in questa versione si è dato ascolto a Garak e si è cambiato... ehm... versione.
Domani l'Apocalisse mi troverà in studio, in compagnia del capo, che mi resterà attaccato come una camicia, e non è una bella cosa, a contare le ore che mi separano dalle tante sospirate e agognate ferie.
In caso di apocalisse le mie ferie si protrarranno molto a lungo; "always look on the bright side of life"

domenica 16 dicembre 2012

Quella erre un po' così

Ho sempre creduto di avere una erre localissima, ovvero moscia al punto giusto come vuole la pronuncia del mio paese.
Ne avrò già parlato mille volte, anche se ovviamente non me lo ricordo, nel blog e quindi passo all'aneddoto.
Ieri sono andato in un negozio tenuto da salsesi doc, gente che è venuta su dalla terra insieme al sale dai pozzi; vi sono andato per prendere alcune cose e, data la mia ignoranza, la conversazione ha coinvolto un gran numero di erre da entrambe le parti.
A un certo punto mi si chiede:"e quella erre lì da dove viene?"
Ed io:"è localissima"
Vabbè, la cadenza proprio locale non é, mi rendo conto, ho preso cadenze in giro, di qua e di là dall'Enza e solo i Numi sanno da quante altre parti, ma pensavo di aver mantenuto la erre paesana; invece è venuto fuori che la mia erre non è proprio salsese, è più francese, ma non interamente.
Vi garantisco che parlando con questa signora la differenza era palese.
Insomma, morale della favola, ho messo insieme il mio modo di parlare prendendo pezzi provenienti da altre parti, cadenze e pronunce trovatelle disperse e fuori casa; un po' come gli animali dei bestiari composti da pezzi di altre bestie fantasiosamente assemblate.
Mi sento un po' una manticora.

Così; un post utilissimo tanto per usare un po' di bit.


sabato 8 dicembre 2012

Natale 2012

Basta mettere su gli addobbi natalizi per sentire un po' di Spirito Natalizio. Come è tradizione, fedeltà alla quale ne è testimonianza la capanna del presepe, a casa mia, da tempo immemore, la natività è rappresentata da una contadina, la sacra famiglia e una processione di animali variamente assortiti.
Quest'anno abbiamo: un phampi, gyarados, un po' di orsi polari, una tigre bianca, delle pecore, un maiale, che in Emilia è quasi una teofania, una giraffa, un rinoceronte di Giava, una raganella, una papera pirata, uno stambecco e una nutrita compagine di strigiformi... del resto la Glaucopite non può mai mancare.
Mi stavo dimenticando delle due zebre; no... anche qui niente liocorni.
Giove, il pianeta, ovviamente non c'è, l'ho messo per coprire un quadro, ma, onestamente, non ci sta niente male; certo il fondo dovrebbe essere nero.
Ora non mi resta che sperare che Elio faccia il suo dovere e renda transitabile la mia via gelata, affinchè io possa uscire stasera; nel male metto le catene solo per scendere dalla via.

...non so quanto durerà lo slancio natalizio, ma ce lo godiamo sinché dura.

giovedì 6 dicembre 2012

Impressioni

A parte avere l'impressione di non approdare a nulla e di non stare combinando nulla di particolarmente costruttivo, di recente sono anche riuscito a dimenticarmi di una settimana.
L'ho proprio eliminata dal calendario.
Non sto parlando di ricordi, quelli ormai sono dati per dispersi da tempo e forse, o forse no, un giorno riaffioreranno con comodo.
Mi è sempre capitato di perdermi nella settimana, per cui, spesso, sono convintissimo che sia un giorno ben preciso e invece è un altro; mi capita anche di non ricordarmi in quale mese siamo, anche se di recente, visto che devo prendere sempre l'abbonamento, questo aspetto si è smorzato; anche con gli anni le cose non mi vanno benissimo... per dire: sono rimasto nel 2000 per molti anni a venire dopo il secondo millennio.
Non mi era mai capitato, però, facendo i conti di quanti giorni mancano a un dato evento, nella fattispecie le sospirate vacanze natalizie, di perdere una settimana per strada.
Ero convintissimo che dopo il fine settimana dell'otto dicembre, ci sarebbe stato Natale; dimenticandomi completamente della settimana che separa questi due giorni.
Che si stia avvicinando il momento nel quale mi muterò in carasside e la mia memoria si estenderà per ben tre secondi?
Onestamente speravo di avere ancora qualche decennio di autonomia.
Se vado avanti così, però, ci sono buone probabilità ch'io non divenga come Nestore, il cavaliere gerenio, che, nell'Iliade, continua a narrare aneddoti della sua giovinezza in ogni circostanza possibile, per cui i suoi dialoghi sono sempre lunghissimi.

Sto leggendo, giustamente mi pare opportuno saltare di palo in frasca, le lettere di Jane Austen pubblicate da un suo erede; non ne ricordo il nome, ma si tratta del secondo volume pubblicato in argomento.
L'autore della prefazione, o meglio dei capitolo precedenti le lettere vere e proprie, scrive con uno stile che mi piace, anche se un po' pedante; a volte, però, è un po' parco di virgole.

mercoledì 5 dicembre 2012

Finestre

Il pregio del posto dove lavoro è costituito da ampie finestre.
Certo, il panorama non è un granché; zona periferica di Parma, da un lato vista su una serie di brutti palazzoni anni '80, con una chiesa inguardabile, un insieme discutibile di cemento armato, affiancato da scatole in cemento armato sormontate da piramidi, che non definirò architettura sovietica, ma di certo è ben lungi dall'essere della buona architettura, il tutto immerso, per fortuna, in un po' di verde con qualche albero che, ahimé, non sono sufficienti a stemperare la bruttezza del quartiere; dall'altro lato vista sullo stadio di rugby, con dei capannoni di contorno, gru sullo sfondo.
Il lato dello stadio è quello migliore; si vede un'ampia porzione di cielo e si vedono anche gli Appennini; vedo anche il profilo del monte Kanate; il tramonto da questo lato è meraviglioso.
Paragonata alla visuale del vecchio ufficio, dalla mia scrivania potevo ammirare, attraverso un velux, una sottile striscia di cielo, la vista dalla mia scrivania è decisamente migliorata.
Il lavoro è rimasto il solito e la reiterazione delle solite cose non aiuta a farmi pensare che quel che faccio sia utile.
A tratti mi sento proprio un ingranaggio che gira a vuoto, per nessuna ragione apparente o intrinseca; ruota e il suo movimento non produce effetto alcuno; un giorno smetterà di girare e sarà come se non fosse mai esistito. Verrà sostituito da un'altra rotella che girerà a vuoto compiendo le sue inutili e superflue mansioni.
Un altro giorno all'insegna dell'ottimismo.

Diciamocelo: se non fosse per le mie colleghe, l'ambiente sarebbe più arido e sterile di un deserto di sale...

lunedì 3 dicembre 2012

Cambio

Ebbene si; ieri ho cambiato fondo del blog.
Quello precedente, una mia creatura, per quanto gli volessi bene, è rimasto a fare da carta da parati per un po' di tempo, almeno un anno e quindi era ora di arieggiare e ritinteggiare i locali.
L'attuale fondo è un'altra mia creatura, appena più recente e l'ho fatta ispirandomi a "The color of pomegranates"; se conoscete da soli questo bellissimo film armeno, di Paradjanov, avete tutta la mia stima.
Se il film lo conoscete perché io vi ho sfrantumato l'anima a furia di parlarne, oltre ad avere la mia stima, plaudo anche alla vostra pazienza.
Al momento ho una creatura in attesa di vedere la luce, del resto si sa che a Natale ho la consueta teofania natalizia; devo solo capire in quale forma si manifesterà e se arriverà davvero per Natale, il che ridurrebbe drasticamente i tempi della "fase due", o se troverà coda in tangenziale e l'avvento sarà rimandato a data da destinarsi.
Stamane m'è venuta in mente un'immagine ispirata a un altro film di Paradjanov, colpa anche della musica armena ascoltata stamane: "The legend of Suram fortress"... proverò a schizzarla rapidamente, ma non ne sono molto convinto.
Tutto qui; davvero.


uhm... avevo scritto "blob" invece di "blog"; probabilmente perché questo blog è un ammasso informe di pensieri a caso

domenica 2 dicembre 2012

Dicembre

Avrei potuto intitolarlo anche "Natale", perché di questo si parlerò, ma visto che prima dell'otto non intendo addobbare nulla, mi pare prematuro chiamarlo Natale.
Inizierò ad addobbare per l'immacolata perché così vuole la tradizione; anche lì... avrei da dire su questa storia dell'immacolata concezione, ma eviterò di fare polemica.
Quest'anno lo spirito natalizio si è fermato da qualche parte, sarà ancora in giro per il mondo presumo, e  da me non si è presentato.
Un tempo ero molto più natalizio; oddio... a casa mia per Natale, essendo questo periodo di festa, bisognava navigare a vista, ammainando le vele per tema che il vento di tempesta le strappasse e la pioccioletta barca rollava allegra e fiorona, quindi per qualche decennio lo spirito natalizio è stato defletto dalle nubi temporalesche che si agitavano, più o meno furibonde, sul nostro tetto.
Più avanti negli anni ho sviluppato, grazie a una amica che debordava di spirito Natalizio, pur essendo atea, un certo coinvolgimento con il Natale; nulla di particolarmente entusiasta o esuberante, il mio è sempre stato un coinvolgimento modesto e contenuto.
Al momento, quest'anno, lo spirito natalizio è "non pervenuto".
Alla fine mi piace mettere fuori le lucette colorate, mettere insieme il presepe e regalare qualcosa, anche se, date le mie condizioni, verrà regalato tanto affetto e innumerevoli pacche sulle spalle, alle persone che mi stanno intorno; alla fine, per me, Natale è giusto un'occasione per, come si dice dalle mie parti, fare "baracca" in modo più o meno sonante.
Oggi, per dire, la sola idea di tirare fuori gli addobbi, stendere le luci, mettere insieme il presepe e quant'altro, mi dà da fare.
Va bene; visto che sto diventando acido vado a fare due passi, magari inciampo in una base e produco acqua e sale.