lunedì 30 luglio 2012

Lunga vita al NAS!

Tempo fa i computers dell'ufficio erano sistemati in rete come tante lucine natalizie, con un comodo cavo che percorreva tutto lo studio, accumulando un sacco di polvere e impedendoci di chiudere le porte.
Passare a un sistema più efficiente voleva dire scontrarsi con la proverbiale bracciacortite* che affligge un po' tutti i capi, così mi limitai a razionalizzare la distribuzione dei file e a fare valanghe di cd, prima e di dvd poi, di backups.
In principio i file erano distribuiti su quattro computers in base a chi aveva fatto la tale pratica, il che richiedeva uno sforzo mnemonico notevole, così razionalizzai la distribuzione dividendo, su un paio di pc, in file secondo un ordine alfabetico; dalla A alla M su un pc e dalla N alle Z su un altro pc.
Poi ci prendemmo un virus.
Il virus colpì tutti i nostri computers e ci lasciò con un unico pc illeso e funzionante; questo pc si salvò perché era guardato con il rispetto dovuto agli anni persino dal computer a carbonella della MIR... ve lo ricordate? I lettori più giovani si documentino sulla stazione orbitale made in URSS che, negli ultimi tempi, porella, accusava qualche piccolo, persistente, problema ai sistemi informatici tanto da pensare ad una alimentazione a carbonella, o a una, atipica, concezione e realizzazione del computer made in FIAT, che all'epoca faceva auto che stavano in piedi per grazia ricevuta; figuriamoci una cosa più sofisticate, che non avevano mai prodotto, come un computers per una base spaziale.
Per darvi un'idea all'epoca, o forse venne prodotta appena dopo, mentre la MIR ci orbitava intorno la FIAT produceva la DUNA.
Ebbene; il rimanere solo con un paleo-computers e potendo affidarci solo a vecchi backups su disco, fece capire al capo che era tempo di dotarci di qualcosa di meglio.
Prendemmo un NAS, oh... nel frattempo passarono anni e anni, almeno una decina, la bracciacortite* è una condizione cronica e incurabile, nel quale riversammo tutti i nostri dati e una mia collega li divise in tante, utili, cartelle in ordine alfabetico: A, B, C etcc... con dentro i clienti catalogati secondo il loro cognome.
Purtroppo non utilizzammo il NAS con una ridondanza di dati, un po' come gli organi Klingon insomma, ma lo facemmo formattare come un unico disco per avere più spazio.
Di recente il NAS ha iniziato a dare segni di squilibrio e l'abbiamo portato a far visitare dal tecnico; l'esperienza del virus di tanti anni fa mi ha insegnato a fare backups ridondanti e così ho perso solo mezza giornata di lavoro.
Attendiamo il responso del tecnico, ma potrebbe essere la volta buona che potrò avere un archivio di dati compreso di ridondanza degli stessi.
Sono in preda da ansie di backup.

"bracciacortite": è una condizione fisica permanente, presente soprattutto in persone ricche e nei capi, che impedisce loro di arrivare al portafogli. La condizione non conosce cura ed è permanente.

domenica 22 luglio 2012

Marzano





Marzano è il nome di una frazione del mio paese, composta da numerose località che portano lo stesso nome e caratterizzate da un qualcosa di specifico che le identifica in modo univoco, come "Marzano Chiesa", "Marzano Volta" e via discorrendo. Queste località sono adagiate su varie colline adiacenti che circondano una parte del mio paese e dall'alto delle quali si gode un bellissimo panorama; stamane la giornata tersa permetteva anche di vedere le pre Alpi.

Lago Santo





Il Lago Santo non ha bisogno di presentazioni. Il posto è bellissimo, sconsiglio, a chi va per la prima volta in questo periodo, il percorso che conduce al Lago Padre. Questo lago è, in realtà, una pozza stagnante regno incontrastato della zanzara; queste sono in frenesia da sangue, non devono assaggiare molte persone, per cui tentano di pungere qualunque cosa abbia, anche solo vagamente, un sentore di umano; scarpe, zaini, mele, giacche appoggiate... Se programmate una visita la Lago Padre irroratevi di un prodotto serio repellente per le zanzare, o scenderete a valle carichi di ponfi.
Il Lago Santo, invece, merita una visita; il posto è davvero incantevole.

sabato 21 luglio 2012

Scelte

Ciclicamente, credo lo si sia capito, sono preda del desiderio, mai sopito negli anni, di ritirarmi in un eremo; la mia idea originaria, in realtà, era quella di fare lo stilita, una professione interessante da fare da grande, ma ho dovuto rivedere il progetto per alcuni problemi logistici.
Intanto non è facile trovare una colonna in piedi e isolata di questi tempi, inoltre non potrei mai fare lo stilita nel deserto, mi cuocerei nel giro di poco tempo e non durerei più di un giorno, e poi, negli anni, mi sono accorto che alcune comodità dell'evo moderno mi sono indispensabili; non ultima di queste l'uso di un pc e di una connessione.
Ovviamente su una colonna è difficile anche installare un bagno; in assoluto quanto di più indispensabile è stato prodotto in campo delle comodità.
Proprio il bisogno della connessione, ma anche il semplice fatto di scrivere il blog, mi fa pensare che più di un periodo continuativo di solitudine nel nulla, potrebbe giovarmi un periodo di riposo; per me è già un passo avanti, in considerazione di posizioni più estreme che, in argomento, avevo in gioventù.
Non mi sento ancora pronto per dire che la mia voglia di eremo è solo una posa; sicuramente in parte lo è, fa comunque alternativo, ma ci sono giorni nei quali una vacanza dall'umanità me la prenderei volentieri.
Penso spesso alla scelta compiuta da una studente in filosofia.
Comparve l'articolo su un giornale, parecchi anni fa, quando la formazione universitaria in campo umanistico era più seria e impegnativa, di questa laureata in filosofia che dopo alcune esperienze lavorative decise di darsi alla pastorizia.
Questo episodio mi è sempre rimasto impresso ed è rimasto quale epitome, per me, di una scelta lavorativa che lascia più tempo all'individuo e al sua cammino per divenire una persona decente.
Presto e bene non stanno insieme, pensiamo quanto possano accordarsi lo sviluppo umano con un mondo frenetico che misura la validità degli individui sulla base dell'estratto conto, o della dichiarazione dei redditi.
Non credo di darmi alla pastorizia in un immediato futuro, forse è possibile conciliare una vita sociale con lo sviluppo dell'individuo, basta assegnare alle cose il loro valore e guardare alla nostra realtà sforzandoci di non accrescerla oltre le sue naturali proporzioni.
Del resto il divenire una persona decente è subordinato all'esposizione alla cultura e agli altri, altrimenti si rischia di ritenersi poi depositari della verità e unica forma di vita meritevole di vita; il provincialismo è sempre bene evitarlo poiché tende a manifestarsi in estremismi poco salubri.
Pecore  e gabbiani, visto che la mia pimigenia meta di reclusione era, nelle mie illusioni, Skelling Michael, non hanno molti argomenti di conversazione e non possono darti del cretino quando dici, o pensi, delle scemenze colossali.

martedì 17 luglio 2012

Di tutto un po'

Già dal titolo si capisce l'andazzo che avrà questo post, ovvero un minestrone di pensieri raccattati col retino in giro per i neuroni.
Potrei persino riuscire a dare loro una sistemazione organica, ma non mi sento di fare promesse che potrei non riuscire a mantenere.
Domenica sono andato a inerpicarmi su e giù per il lago Santo; devo dire che pensavo di cavarmela un po' meglio, ma visto che non sono: morto, caduto da qualche parte, non ho espettorato polmoni e perso alveoli per l'erta lapidea via, direi che è andata bene. Sono solo lento e con poco fiato, ma le camminate fatte per i percorsi del mio paesello mi hanno decisamente aiutato. Camminare fa bene allo spirito, senza contare che, in questa particolare occasione, così come al sabato o alla domenica, quando vado con una amica su per le colline del paese, la compagnia aiuta a staccare la mente dalla routine quotidiana.
Quando ci si inerpica per dei sassi c'è poco fiato per parlare, almeno per quello che mi riguarda, anche se ho notato che tendo a essere ciarliero per poi zittirmi quando l'ossigeno mi serve per camminare.
Dei vari mezzi di trasporto, ho come la sensazione di averne già parlato ma pazienza, i piedi sono i migliori; puoi andare ovunque e a un ritmo tale che ti permette di godere del panorama e di far perdere la mente un po' ovunque, dalle impervie regioni dell'iperurania, sino ai cespugli di malva che ondeggiano sui fossi.
Nelle mie favolose tre settimane di ferie, vedrò di camminare un po' ovunque e ogni volta mi si presenterà l'occasione; andrò anche ad Aquileia, devo solo trovare il giorno e pensavo di fare una escursione in quel di Monterosso, ma intendo lasciarmi guidare dal momento e andare a sentimento.
La corriera penso che tenda a stimolare la mia creatività, non so bene come e non so neppure se il fenomeno sia da imputare alle buche stradali che fanno scontrare i neuroni tra loro, ma stamane mi è venuta in mente un'altra creatura e ho concepito la composizione, più alcuni dettagli, di una creatura che mi è apparsa di recente.
Uso il verbo "apparire" perché per me si tratta di vera e propria teofania; a volte mi fermo e per fissare la creatura è anche facile che mi metta a muovere le mani per aria come se stessi disegnando. Il fatto che il talento sia quello che è, non osta al trasporto dell'ispirazione.
Con l'auto e con la bicicletta non è possibile lasciare vagare la mente a sufficienza per concepire qualcosa, si è assorbiti da quello che si sta facendo; ciò non toglie che guidare mi sia sempre piaciuto, anche se le prime volte ne ero... impensierito.
La lettura del libro "dalla Montagna Sacra" mi lascia poi in uno stato intermedio tra il desiderio di vedere gli stessi luoghi descritti nel volume, e dei quali ho letto nelle mie varie letture a tema bizantino o storiche in generale, e l'amarezza per la perdita causata da nazionalismi e fondamentalismi vari, ma mi induce anche una certa fascinazione per la rappresentazione bizantina, già di per sé scollegata dalla mimesi della natura, sino a tentare di renderla, seppur coi miei mezzi limitati, ancora più iconica e astratta; che i risultati siano o meno riusciti, poco importa, quello che conta è il processo, continuo e mutevole, che vi conduce.
Non essendoci una meta nè definita e neppure raggiungibile, è proprio l'itinere e la ricerca della sperimentazione che è in grado di arricchirmi. I fini sono sopravvalutati e a volte lo sono pure i mezzi.
Dopo un po' di sproloquio con finale sblinda* mistica, come è mia tradizione del resto, torno alle mie solite casette, alle loro scale, quote altimetriche e volumi utili.

*sblinda: che non so se l'ho mai spiegato da qualche parte cosa vuole dire. Una sblinda è una deviazione notevole dal pensiero originario, non necessariamente ad esso collegato, che dura parecchie tempo ed è frutto di, più o meno coerenti, più o meno profonde o superficiali, riflessioni.

mercoledì 11 luglio 2012

Letture

Un altro post sulle mie letture.
Ieri sono andato in ospedale, non per me, godo di ottima salute, almeno... ch'io sappia, e durante la lunga attesa, ammissione alla sala operatoria e licenza di andare, durata ben sei ore e mezza, ho potuto finire un libro e iniziarne un altro che ho ultimato oggi in corriera.
Per fortuna avevo da leggere, altrimenti mi sarebbero apparsi tutti Santi del Paradiso, gli Déi dell'Olimpo, l'Enneade egizia e altre entità ctonie e celesti a piacere.
Il libro ultimato è "A God who Hates" di Wafa Sultan. Si tratta di una buona lettura, certamente di parte, come è giusto che siano i volumi in parte autobiografici, ma che affronta con serietà e partecipazione, dato l'argomento, la condizione femminile nell'islam.
Oggi ho ultimato "Nazis mages must die" un agile saggio di Alessandro Girola che affronta, in una sessantina di pagine, dieci casi di esperimenti nazisti decisamente poco noti. E' stata una lettura piacevole, anche i due saggi alla fine del volume sono piacevoli da leggere, che è stata ultimata nella tratta di corriera tra Parma e il mio paesello.
Ulteriore pregio del volume è il prezzo decisamente contenuto; è stato un buon acquisto e una buona lettura.
Ho anche deciso, giusto qualche minuto fa, di abbandonare al suo destino, ovvero di finire in biblioteca, se non mi verrà l'ispirazione, tra qualche anno, di riprenderlo in mano, il libro "arte e filosofia".
Il titolo e la quarta di copertina mi avevano coinvolto e catturato, poi ho iniziato a leggerlo e l'ho abbandonato a pagina 80.
Raramente abbandono un libro, in genere, per quanto schifo possano farmi, tento di finire sempre i libri che inizio, ma questo è partito subito male con l'uso della punteggiatura.
Il punto è la fine di un periodo; termina un ragionamento, o parte di esso, in modo che, al seguente capoverso, si posso procedere innanzi e compiere un passo successivo nell'esposizione di un concetto.
La "e" è una congiunzione; serve a collegare più concetti fra loro.
L'autore di questo volume adora, sino alla sfinimento, iniziare i periodi con la "e", ed è questa, per me come lettore, una cosa detestabile.
Il pensiero continua a incespicare nei punti e devi tornare indietro a rileggere per capire cosa voglia dire, dato che spesso la "e" funge da collegamento per vari incisi inseriti in una frase più complessa.
L'altro difetto, sopra al quale sarei anche passato sopra volentieri, data la natura di "compendio" del volume, è che in ottanta pagine ottanta, l'autore arriva bello fiorone al sedicesimo secolo; ma il volume non si intitola "arte e filosofia"? e l'arte greca, romana, medioevale, rinascimentale? la buttiamo dalla finestra per arrivare il prima possibile all'evo moderno? Va bene il compendio, ma anche la sintesi deve avere dei limiti, specie quando usa in modo così, diciamo, pittoresco i punti.
Devo ancora capire perché il punto e virgola dia così tanti problemi; io lo adoro e sono anche sicuro di usarlo a sproposito.
Al momento, sto per aggiornare anobii, sto leggendo:
"dalla montagna sacra" di William Darlymple; un viaggio in quello che fu l'Impero Romano d'Oriente sulle orme di Giovanni Mosco
"Byzantine Churches in Constantinople" di Alexander Van Millingen; un elenco, comprensivo di caratteristiche, delle chiese della Regina delle Città.
Ovviamente sto proseguendo con il libro su Marx; tre è, in genere, il numero minimo di libri che ho, di frequente, in corso di lettura.

lunedì 9 luglio 2012

Libro

Ebbene; ho finito un altro libro. Non compare, e non vi è mai comparso del resto, nella barra lì in basso, perché si tratta di un ebook e pare che anobi sia un po' reticente ad accettare gli ebooks.
Comunque sia l'ho finito.
Si trattava di un volume che narra dei rapporti tra Roma e Bisanzio. Non posso dire di poter stare a pontificare sulla preparazione dell'autore, non ne ho proprio i titoli, per quanto posso essermi documentato, molte informazioni non mi sono mai arrivate o non me le ricordo; fatto sta, che il volume è ben scritto e non si fa fatica a leggerlo, ma il punto di vista è decisamente filo cattolico, l'autore mi è parso anche un filo misogino... insomma, se volevo leggere il punto di vista cattolico della vicenda, mi sarebbe bastato leggere un libro a caso.
L'aspetto positivo è che ora ho compreso in modo più ampio il punto di vista cattolico sui rapporti con la chiesa Ortodossa.

Oltre al volume su "arte e filosofia", che parentesi non mi sta poi prendendo più di tanto, e al volume "come cambiare il mondo. Perché riscoprire l'eredità del marxismo", che mi sta invece coinvolgendo, ho iniziato a leggere anche "A God who hates" di Wafa Sultan (altro ebook che al momento non compare nella anobi barra).
Mi ero, onestamente, ripromesso di non leggere più di un libro alla volta, ma non ce l'ho fatta; è più forte di me, devo iniziare un volume ogni volta che cambio l'umore; m'ero anche ripromesso di iniziare un romanzo, ma non ce l'ho fatta...

Aggiorno perché m'è venuta in mente questa cosa.
Da un po' di tempo, non tantissimo ma almeno quindici giorni, ho promesso di prestare "Playing for pizza" di Grisham, ovviamente non mi sono ancora messo a dietro a cercarlo, attenderò l'ultimo minuto giusto per dare il tempo necessario al libro per nascondersi, e m'è venuto il dubbio: ma ne ho parlato sul blog o ne ho accennato solo qualche tempo fa? Ebbene si, ogni tanto mi rileggo, così da ridurre al minimo sindacale le ripetizioni; che per la cronaca sono le lamentele per il caldo, lamentele lavorative di vario genere e l'indimenticabile serie che ha per protagonista quella figlia di un'Idra  de "La Scheda del Male", della quale, ahimé, presto dovrò parlare, e i vari compianti sulla Memoria defunta.
Andando alla ricerca del post nel quale parlo di questo libro, ovvero questo, ove per altro ne accenno vagamente, mi sono accorto di una mia speranza vana.
Nel post mi propongo di mantenere i miei 30euro di sconto da Feltrinelli, per l'acquisto dell'ultimo volume di una supposta trilogia su Bisanzio edita da Einaudi, del costo folle di una sessantina di euro; qualcuno di voi l'ha vista? Ecco; manco io.
Eppure ci speravo.
Sono sicuro che sarà come "La filosofia nel Medioevo" di Etienne Gilson, un best seller assoluto, che ha persino raggiunto l'edizione economica e quindi presto vedrò il volume purpureo edito da Einaudi con il periodo dal 1204, anno della disgraziatissima quarta Crociata, al 1453 anno dell'ancora più nefasta caduta di Costantinopoli.

Se qualcuno di voi ha acquistato a Parma, dalla Feltrinelli del centro, "La filosofia nel Medioevo" me lo faccia sapere; ce n'erano due copie da Feltrinelli e una l'ho comprata io. Se vi interessa leggerlo avete due strade; o andare in biblioteca, oppure tentare la sorte alla Feltrinelli di Parma, quella in centro; l'ultima volta il volume, in edizione economica, c'era ancora...in fondo è stato pubblicata in economica nel 2011 e credo che il mercato di Parma possa anche riuscire ad assorbire ben tre copie di questo volume.
I libri, poi, sono pazienti; ricordo sempre con molto affetto "Giovanna latina a Bisanzio" che mi ha atteso sugli scaffali di una libreria per una decina di anni.

martedì 3 luglio 2012

ah...l'estate

Se c'è una stagione dell'anno che non ho mai prediletto, manco in tempi scolastici, se non per l'ovvio beneficio della lunga pausa delle lezioni, è l'estate.
Probabilmente ne ho già parlato, una volta l'anno, ciclicamente, all'inizio del caldo, su questo blog che, allegro e fiorone, va avanti dal 2008; vogliamo quindi rinunciare all'annuale lamentela estiva? Certe tradizioni vanno mantenute.
I ricordi delle estati passate non aiutano a farmi amare maggiormente questo periodo dell'anno; i pellegrinaggi anaerobi verso la bassa; l'assalto, con conseguente capitolazione, delle zanzare ai miei sanguigni vasi e, a questi aspetti, aggiungiamoci pure che con il caldo sudo, la mia pelle è molto sensibile al mio sudore e si riempie di bolle nelle parti esposte al sole.
D'estate, insomma, sono un vero spettacolo; una meraviglia.
Dovrei provare a collegare le varie bolle, quelle date dalle zanzare e quelle date dal sudore, per vedere quale interessante messaggio ne viene fuori... e poi ci fondo sopra una setta, così mi ritiro da qualche parte in un posto freddo.
Tollero poco anche il sole.
Mi piace fare la lucertola in inverno quando il sole scalda poco e fuori ci sono quei bellissimi due o tre gradi, d'estate, invece, inseguo l'ombra.
Il mio clima ideale è fresco, raramente soleggiato, prevalentemente nuvolo quindi, con piogge durante la settimana, in modo da potermi andare ad arrampicare da qualche parte nel fine settimana.
Mi accontenterei anche solo di una temperatura più mite; sono disposto a tollerare intorno ai 25° di massima.
Onestamente, potendo vivere di rendita, inseguirei l'autunno e pure la primavere, con visite periodiche all'inverno, in giro per il mondo.
Dato che vivo in pianura padana, mi tengo le zanzare, poiché io sono il loro prediletto, il sole che spacca la pietre, l'umidità che asfalta al suolo e inseguo l'ombra; pensando al fresco delle brume autunnali, al freddo dell'inverno che mi farà apprezzare il caldo del focherello della stufa, roba che solo a scriverla adesso mi fa stare male, e i temporali delle stagioni fredde che, ahimé, hanno la tendenza a presentarsi con sempre più ritardo.
Ovviamente quest'inverno, più o meno sul finire, sentirò persino io voglia di sole, ma mi fermerei volentieri alla primavera per passare subito all'autunno.