domenica 27 agosto 2017

Incubi

Le volte che mi capita di avere degli incubi sono talmente rare che manco arrivano a cinque eppure, ieri notte, ne ho avuto uno.
Non mi metto a scrivere dei miei incubi tanto per raccontare, quanto per far capire come funzionano i miei sistemi di sicurezza al riguardo.
Il primo incubo ha riguardato l'esame di terza superiore.
Per chi non ha fatto la mia scuola ai tempi di Imhotep, deve sapere che era costituita da un triennio e da un successivo biennio; dopo il triennio c'era un esame che comprendeva tutte le materie, in particolar modo quelle professionali,  che faceva sembrare la maturità, alla fine del biennio, una passeggiata di salute.
L'incubo è ambientato durante l'esame di professionale, per cui faccio il mio bravo progetto, realizzo il plastico e, una volta scaduto il tempo, mi accorgo di non ricordarmi dove ho messo tutto il materiale per cui disperazione! Mentre mi dispero, maledico la mia memoria, piango perché non ho nulla da far vedere alla commissione, mentre sono oltre il consolabile ecco che qualcuno mi porge il mio progetto.
A questo punto il sogno cambia; mi trovo in un palazzo sconosciuto, dove tutti mi conoscono, anche se con un improbabile nome, Wefrem; so di abitare lì da qualche parte, ma non ricordo né il piano, né l'appartamento, in più il palazzo è carogna; si compone di un loggiato di separazione con un altro vano scala condominiale, collegato con delle porte chiuse a chiave, ovviamente nel sogno queste cose non le so... vedo solo il mio nome sul campanello, so che abito lì, ho delle chiavi ma nessuna utile.
Prima di approdare al panico, ma già decisamente agitato, mi appare la piantina dell'edificio con la quale riesco a capire che il mio appartamento è dall'altra parte del loggiato.
Da quando ho memoria è sempre stato così; prima che il sogno diventasse davvero inquietante qualcosa, tra i miei neuroni, è sempre intervenuto per modificare gli eventi o darmi i mezzi per cambiare l'iter del sogno.
La mia Sicurezza è efficientissima.

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