mercoledì 2 maggio 2012

Concorrenza ai giapponesi

Non posso di certo esimermi dal raccontare questo episodio ma, per chi si fosse messo in lettura solo ora di questo blog, per parafrasare il Trio mentre cita vezzi televisivi, farò una disanima delle puntate precedenti; tenterò persino l'ordine cronologico.

Prima puntata
"Da Marsiglia in furgone e ritorno"
In principio fu un corriere marsigliese che venne al mio paese per consegnare, in una laterale di via Milano, un pacco. Chiese informazioni a un signore, colà di passaggio, il quale lo apostrofò a male parole e lo lasciò basito sul marciapiede.
Fortunatamente per lui sopraggiunsi e chiese, rigorosamente in francese, indicazioni a me; utilizzò anche una mappa, ma io capii perfettamente quanto mi disse, il problema fu che non fui assolutamente in grado, col mio rozzo francese, di fornirgli spiegazioni; così salii sul suo furgone e lo portai a destinazione. Si offrii, carinamente, di portarmi anche a casa, ma esaurita la mia funzione, ovvero portare lui a destinazione, ritenni non opportuno accettare il passaggio.
A Marsiglia tornar doveva e mi pareva brutto fargli allungare di ben due chilometri la strada.

Seconda puntata
"Perso nella pioggia"
Il protagonista è un ragazzo anglofono, ignoro se americano, australiano, britannico o che, perché all'epoca non distinguevo una parlata dall'altra, che si trovava al mio paese per i mondiali della pizza. Doveva andare all'albergo, ma si era smarrito sulla via e così mi chiese, dato che passavo di là, indicazioni ed io, che all'epoca potevo citargli le massime di Surak e la prima direttiva in inglese, lo accompagnai all'albergo. Credevo avesse l'ombrello e non gli ho offerto riparo sotto al mio ombrello, dato che pioveva, ma quando me ne sono accorto ho deviato facendo i percorsi più riparati; non avrei neppure saputo come fare a dirgli: "vieni sotto l'ombrello che ti stai infradiciando".

Terza puntata
"nemico delle rotatorie"
Questo è un signore tedesco, credo bavarese, di una certa età che in perfetto italiano mi ha chiesto delle indicazioni. All'inizio mi è scappata una risposta in inglese e non riuscivo a passare all'italiano, doveva essere scattata l'equivalenza "straniero=inglese". Mi ha anche tenuto un buon quarto d'ora con una lamentela, per altro più che giustificata, sullo spropositato numero di rotatorie che sono sorte in Italia. In principio ho anche cercato di portarlo a destinazione, convincendolo che era assolutamente necessario per lui seguirmi, ma mi sono fermato prima di risultare maleducato, o rimediare anche una denuncia, e alla fine, recuperato in qualche modo l'uso dell'italico, l'ho indirizzato verso la meta.

Quarta puntata
"la ricerca della Pilotta"
Mentre ero fermo in attesa della teofania della corriera, mi telefonano dallo studio per sapere alcune e cose e mentre sono impegnato nella telefonata, una signora mi si avvicina per chiedermi indicazioni ma, dato che ero occupato, ho dovuto interromperla e lei si è allontanata.
Allibito ho cercato di finire di corsa la telefonata e l'ho inseguita, l'ho raggiunta per chiederle di cosa avesse bisogno:
Signora: "mah... volevo sapere dove si trova la Pilotta, ma non dovrei essere lontana"
Io: "infatti è qui, per entrare vada poco più avanti e poi giri a sinistra; Buona serata :)"
Non è che fosse persa chissà dove, ma non potevo tollerare l'idea di non essere riuscito ad esserle d'aiuto; la mia Coscienza mi avrebbe proposto scenari allucinanti.

Se andiamo avanti così non so di cosa potrei essere in grado di fare.

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