lunedì 14 maggio 2012

Lunedì

Perché così me lo ricordo.
Ieri avrei dovuto andare a fare la scimmia arboricola, scalando rami, lanciandomi da liane, attraversando ponti di corde, il tutto evitando di farmi male in modo irreparabile; bisogna che certe cose le faccia ora, intanto che la macchina, il mio corpo, funziona ancora... bhè... senza troppi intoppi.
Giove Pluvio però, o il Fato, vallo a sapere te quale Nume, ha graziosamente pensato che era tempo di fugare il caldo porco dei giorni scorsi, e ci ha donato una bellissima, e molto agognata, riduzione delle temperatura; mi spiace che la mia carriera da lemure dal ventre rosso non abbia potuto decollare, ma ogni sconto sull'imminente, afosa, estate è sempre gradito.
In compenso sono andato, per la seconda volta quest'anno, in un locale storico del mio paese e poi fuori a cena in un ristorante che esiste da sempre in una frazione del mio comune; sono parecchi aggiornamenti dopo i 29 anni che vivo qui e quasi non conosco un locale del mio paese.
Nell'ordine mi sono accadute le seguenti cose:
- mi si sono piegate, vi assicuro che non è stato a causa dei miei superpoteri da Geller, anzi occhio che la lettura di questo post può causare inaspettate torsioni nelle posate, le chiavi dell'auto; sopravvissuti alla subordinata? Non so come sia potuto accadere, ma ho dovuto torcerle in senso inverso per poter usare l'auto e ho dovuto metterle in una morsa per farle raddrizzare; adesso almeno entrano nel quadro, aprono le portiere, ma non sono dritte;
- la valente polideuce-mobile a metano, in salita e a pieno carico, è in grado di dare del serio filo da torcere a lumache stanche e artritiche; ha una ripresa che farebbe invidia a un sanpietrino. Ci sono molto affezionato; anche coi suoi rumorini da zattera di fiume e tutte le sue peculiarità;
- leggere sino all'una e un quarto di notte quando la sveglia trilla, fiorona, alle cinque e mezza non è una buona idea.
Stamane avevo i neuroni un po' annebbiati, poverini; per fortuna ci ha pensato anche la corriera a darmi una bella sveglia a base di acqua gelata.
Come ho detto ieri ha piovuto e la corriera di stamane ha imbarcato tutta l'acqua che le è stato possibile, l'ha custodita gelosamente nelle sue lamiere rugginose e l'ha scaricata addosso ai passeggeri.
Non pretendo che sia tirate a lucido, ma che almeno siano rattoppato dove imbarcano acqua e sia data loro almeno una ramazzata ogni tanto.
Ho terminato il mio libro della sera e sono in una fase di limbo; a metà del libro da corriera e quasi in fondo a un ebook sull'editoria scritto da un piccolo editore.
Ho bisogno di leggere qualcosa di una scemenza incredibile e di una ignoranza agghiacciante, ma col pregio di essere breve; no Moccia, non intendo incitare al suicidio neuroni e sinapsi e niente Meyer, ho già dato, prendendo in prestito, s'è provato il prodotto e m'ha fatto discretamente schifo.
Troverò una lettura da ombrellone poco impegnativa mentre termino il saggio sull'Italia bizantina.
Con questo termino l'utilissimo post odierno.
A breve andrò a farmi tagliare 20 o 30 cm di capelli; iniziano a farmi caldo e poi è tempo della semestrale tosatura, in modo che, da brava pecorella, possa fare della buona lana, nella stagione estiva, che mi tenga i pensieri al caldo durante i rigidi, si spera, mesi invernali.
Se il caldo della settimana scorsa è un assaggio di estate, non si potrebbe passare direttamente all'autunno?

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