giovedì 23 febbraio 2012

Programma della giornata

Ovviamente, perché io mi metto sempre avanti coi lavori, o almeno ci provo, il programma di oggi è iniziato già ieri.

Ieri ho finito di leggere "North and South" di Elizabeth Gaskell, nella sua prima traduzione e pubblicazione in Italia ad opera della casa editrice Jo March.
L'avevo già letto in inglese, stregato dall'ottimo lavoro fatto dalla BBC con la miniserie di qualche tempo fa, della quale consiglio sia la visione che l'ascolto della bella colonna sonora, del resto non ho mai detto di essere immune allo strascico dello spirito romantico che si permea, seppur in misura minora, anche il nostro tempo, e quando ho saputo, tramite il blog "Georgiana's garden", segnalatomi da una amica, di una prossima pubblicazione di una traduzione italiana, ho subito pensato di sostenere questa scelta comprando, e leggendo, anche la versione italiana.
Bellissimo libro; mi era piaciuto in inglese e mi è piaciuto anche tradotto.
Nel frattempo è arrivato anche il "Digenis Akritas" nella sua traduzione italiana, dal greco medioevale, a cura di Odorico e Maltese, edita da Giunti nel 1995.
Sono in attesa anche di un resoconto su Costantino Paleologo ad opera di Giorgio Sfranze.

Il programma di oggi prevede pochi punti:
1) Pagare il meccanico per aver sistemato le cinghie, che si erano allentate e facevano sigare* la mia scatoletta, e sostituito la batteria che, dopo gli ultimi avvenimenti e quattro, o cinque... non ricordo, anni di onorato servizio ha dato tutto quello che poteva dare. Meglio che abbia tirato il calzino nella sua autorimessa, piuttosto che in un parcheggio in un'altra provincia.
2) Fare spesa, in modo da non doverla fare sabato.
3) Fare la cura al polso e farmi dare il conto in modo, l'indomani, da poterlo saldare; non mi piace avere debiti in giro, mi fa stare poco bene e dormire malissimo. Una volta sono tornato il giorno dopo dal fornaio a dare i 5 centesimi che mi mancavano il giorno prima; lo so, a volte sono ridicolo, ma non posso, e non voglio, farci nulla.
4) Montare la radio, evento che merita un approfondimento. Stamane sono sceso, bel bello, in garage; con la mia radio sottobraccio mi sono sentito molto Lorenzo, o come dicevano tutti Renzo, nell'edizione del Trio. Di auto ne capisco tanto quanto ne capisco di meccanica quantistica; so come funziona da un punto di vista teorico un motore a scoppio, perché l'ho studiato a scuola guida, so cambiare una gomma e mettere su le catene, ma in genere quando l'auto ha qualcosa che non va la porto a chi sa dove mettere le mani. La prima radio la montò mio cognato che sa fare un po' di tutto e ne capisce di circuiti elettrici et simili; non come me che ho solo conoscenze teoriche di campi elettrici, conduttori e altro frutto di ricordi scolastici.
Questa volevo montarla io, anche perché bastava sfilarla, staccare due cavi e riattaccarli nei fori corrispondenti della nuova radio; dovevo imitare quanto fatto in precedenza, un lavoro che qualunque scimmietta sarebbe stata in grado di fare.
Una volta smontata la radio, mi sono accorto che i connettori erano diversi, per cui sono dovuto andare a prendere dei connettori utilizzabili alla bisogna e poi collegare i fili elettrici dei connettori ai fili elettrici della macchina.
Non è stato difficile: il bianco con il bianco, il bianco e nero con il bianco e nero, il giallo con il giallo e via discorrendo, ma giunto al filo rosso ho avuto un problema.
Il filo rosso che era stato attaccato prima era rosso tiziano, mentre il filo rosso che avevo io era decisamente un rosso carminio; ho deciso di connetterli ugualmente forte del fatto che gli impianti elettrici li fanno gli uomini che vedono a 256 colori, se non addestrati opportunamente, e non sono opera di donne che invece vedono in milioni di colori; gli anni di Istituto d'Arte mi hanno fatto tentennare tra due sfumature.
Alla fine, dopo aver controllato che il fusibile fosse inserito nella radio, non si sa mai, ho acceso la radio e questa funziona! La radio non ha volume, ci sarà anche un motivo perché questo accade, ma gli mp3 si sentono benissimo e il suono è molto buono; considerato il poco che ho pagato la mia scatoletta, è dotata di buone casse.
5) Riparare un ombrello, cosa che non sono riuscito a fare perché la rottura è avvenuta troppo vicino alla giuntura e non ho spazio per rammendare; dovrei saldare, ma non ho l'occorrente a casa e per un ombrello da cinque euro non mi pare il caso.
E' probabile che riprovi però tra poco; la mia coscienza ambientalista non mi permette di buttare via una cosa senza aver tentato tutte le vie, economiche e possibili, una riparazione.

Nel pomeriggio intendo mettere mano alla nuova creatura, mi manca giusto un ultimo elemento, che troverò dando un'occhiata veloce a "Sayat Nova", e poi inizierò a disegnare il tutto; la composizione l'ho già ben chiara in testa e, per non dimenticarmela, l'ho anche schizzata su un blocchetto che porto sempre con me.

*sigare: sta per cigolare, ma con un registro più acuto di un cigolio. C'è sicuramente un equivalente in italiano, ma al momento non mi viene in mente. A volte viene usato anche come sinonimo di "gridare", ma il registro nel quale viene emesso è sempre molto acuto.

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