mercoledì 26 dicembre 2018

In tema di bilancio

Dico sempre che a fine anno non faccio bilanci, perché tanto non ho memoria e non ricordo cosa è accaduto durante l'anno... ed è vero.
Quest'anno si è dato da fare; di quel che mi è concesso dire, l'essere rimasto da solo alla scrivania è stata conseguenza di eventi dei quali si sarebbe fatto a meno... sinora il 2018, che un po' si è ripreso, è stato degno compare del 2017.
Siamo appena al 26 e il 2018 fa ancora in tempo a combinare dell'altro; anzi, mi aspetto qualcosa di significativo domani perché talune cose, molto importanti, non sono state affrontate ed io non ho alcuna intenzione di starmene buono e zitto; alla mia venerabile età ho finito il tempo nel quale elemosinare qualcosa, specie se, come ora, non rischio assolutamente nulla.
Rispetto agli esordi dell'anno in corso, quanto sopra è giusto un fastidio, ma appare come la volontà di voler essere, sino in fondo, un anno che desidera lasciarci dei segni; per i traumi s'è già dato e sarebbe carino evitare di infierire.
L'obbiettivo resta quello di accumulare punti karma a sufficienza da investire, nella prossima vita, nella scheda PG: "gatto domestico con umani di servizio"... o passare direttamente di livello e raggiungere il Nirvana, ma forse tornerei indietro solo per provare com'è ad essere coccolati, vezzeggiati, da personale di servizio con pollice opponibile e dormire per i due terzi della mia esistenza.
Sono moderatamente soddisfatto di me, risultato imprevedibile dati i miei esordi, e sono, soprattutto, conscio di essere uno sfrantamaroni e di riuscire, almeno a casa, a contenere questo aspetto; al lavoro mi si deve prendere così come sono, con le molle e con prudenza, ma il più delle volte non mordo e un po' di sarcasmo non ha mai ucciso nessuno.
Auguro a tutti noi momenti, prolungati nel tempo, di indicibile chiarezza sulla nostra persona ed esistenza; un'esperienza alla "Canto di Natale" in dosi massicce, con la speranza di diventare persone migliori.
Caro Cosmo portaci, anche a partire da oggi, vagonate, catene montuose e sterminate praterie di empatia e simpatia (nella sua accezione di "patire insieme", "provare emozioni insieme").

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