mercoledì 1 maggio 2013

Busseto

Anche di Busseto ho già parlato tempo fa, questa volta sono andato espressamente per vedere i locali di Villa Pallavicino.
La villa non è mai stata aperta al pubblico e di recente vi è stato aperto un museo dedicato a Verdi, illustre cittadino di Busseto, e quindi ho deciso di andare in visita giusto per vedere la villa.
Il museo si è rivelata una piacevole sorpresa.
Il costo dell'ingresso, di per sé un po' alto, è comprensivo di guida vocale che si attiva ogni volta che si entra in una sala diversa e il commento sonoro delle varie sale, così come i testi che le accompagnano, è stato scritto e letto da Philippe Daverio, che ho avuto modo di apprezzare nella trasmissione "Passepartout"...sinché è rimasto in piedi ovvio.
Le sale sono organizzate intorno, ovviamente, alle opere verdiane e contengono bellissime riproduzioni di opere del periodo, sia pittoriche che cartelloni pubblicitari, oppure abiti di scena; il tutto accompagnato da arie tratte dalle opere di Verdi.
Ho letto che prossimamente nelle stalle, edificio tutt'altro che minuto, della villa verrà allestito e aperto un museo dedicato a Renata Tebaldi e quindi dovrò tornare a Busseto.
Mentre ero in paese ne ho approfittato per rivedere la collegiata all'interno della quale, l'ultima volta mi erano sfuggite, sono conservate opere molto belle.
Sono entrato anche nell'ottocentesca chiesa gesuita e sono rimasto piacevolmente colpito dalla scoperta di alcune cose molto belle, tra cui un gruppo di terrecotte policrome del XV° secolo.
La Villa Pallavicino, famiglia che governò anche le mie zone e il cui nome è una contrazione di "pela vicino", stando, almeno, all'ipotesi più diffusa che ho sentito, è un edificio settecentesco, con interni roccocò, pochi stucchi sopravvissuti e ancor meno affreschi; i soli che ho visto sono nei medaglioni centrali delle varie stanze, ma il museo contribuisce a nobilitare anche il contenitore.
Una bella gita fuori porta insomma.
Il mio rapporto con Verdi è sempre un po' conflittuale, forse perché è la musica in generale della seconda metà dell'ottocento a darmi un po' da fare, ma questo non vuol dire che sia immune al fascino della sua musica.
































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