venerdì 2 marzo 2012

"Tasse" e "porto di mare"

Due in uno, oggi mi sento generoso e in più la voglia di lavorare è altalenante.

"Tasse"
E' di questi giorni la notizia di controlli finanziari sulle prostitute e pare che la cosa abbia fatto anche discutere. In Italia c'è un numero, ignoro quanto vasto, di lavoratrici, e immagino anche lavoratori, che sono al di fuori, completamente, di ogni diritto: non contribuiscono al mantenimento dell'assistenza sanitaria, non hanno diritto ad una pensione e sono in balia di vari sfruttatori, seppure il loro mercato di competenza non subisca mai periodi di crisi.
Questo mercato non è tassato; esiste, è sempre esistito, ma si preferisce voltarsi dall'altra parte perché vederlo urta la nostra morale...
Se abbiamo capito qualcosa del mercato, in tutti questi anni di crisi e recessione, è che se c'è la domanda allora l'offerta crescerà di conseguenza e non è colpendo l'offerta che si abbatte la domanda di un dato prodotto.
Sinora si è tentato, con un certo insuccesso, di colpire un po' la domanda e un po' l'offerta, con il risultato che la gente si è fatta furba; le prostitute continuano a stare in strada, costituendo anche un pericolo per chi viaggia di notte, dato che in alcune zone sono letteralmente in mezzo alla strada, e non mancano certo di clienti.
Se in via Emilia vi imbattete in macchine che fanno i due, sappiate che gli autisti non si sono persi e non sono in cerca di punti di riferimento o dove svoltare; il più delle volte cercano dell'altro.
Perché quindi non regolarizzare la professione più antica del mondo affidandone il monopolio allo Stato? Sarebbero tutelate da un punto di vista sanitario e umano, potrebbero andare in vacanza, senza essere battute come dei tappeti, e maturerebbero contributi per la pensione; in aggiunta emetterebbero regolare fattura pagando le tasse come tutti gli altri lavoratori.
Riapriamo le case chiuse in modo che questa gente non debba esercitare sotto sfruttatori vari e non debbano rischiare polmoniti, o pleuriti, in inverno quando sono fuori, la notte, vestite di nastro isolante per attirare la clientela.
Potrebbero inoltre avere assistenza sanitaria in caso dovessero contrarre una delle numerose malattie veneree.
L'obiezione al monopolio di Stato delle case chiuse è morale? Lo stato ha già il monopolio del tabacco, che causa il tumore e il cancro, impone una tassa gravosa sull'alcool, che oltre a dare dipendenza fa emigrare il fegato, condizione solitamente mortale, e il monopolio del gioco d'azzardo, attività di certo non irreprensibile da un punto di vista morale; sotto questa luce la riapertura delle case chiuse è quasi un gesto umanitario.
La cosa può dare fastidio alla Chiesa? Nulla vieta ai preti di continuare a cercare di distogliere le donzelle dall'esercitare il mestiere più antico, adducendo tutte le sacrosante obiezioni morali di questo mondo; per quanto concerne la Chiesa sarebbe carino che sistemasse prima le cose in casa sua; predicare bene e razzolare male non è una politica saggia.
Specifico che ritengo la prostituzione moralmente inaccettabile, ma non vedo molta differenza tra il vendere il proprio corpo e il vedersi al migliore offerente; si sa, però, che sono un po' rigido nelle mie posizioni.

"Porto di mare"
In uno dei film della serie "Don Camillo e Peppone", ispirati ai racconti di Guareschi, Gino Cervi ha una battuta che ho sempre apprezzato: "L'Italia è un porto di mare, c'è arriva e c'è chi parte, ma come si fa a sapere chi arriva e chi parte se parlano tutti forestiero?".
Dove abito io c'è un monolocale che è appunto, un porto di mare; ciclicamente, almeno una volta ogni due anni, viene affittato a gente sempre diversa e noi residenti dobbiamo fare i conti con persone differenti, con le loro abitudini, i loro accenti e usi.
Abbiamo avuto anche un cane che abitava praticamente da solo; non sto scherzando.
Sono curioso di vedere i nuovi inquilini.

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