martedì 26 gennaio 2010

Traduzione e erre moscia

Oggi dovrei finalmente finire i particolari esecutivi di una scala metallica, non è da molto che ci sono a dietro, ma è da una vita che devo finirla perché, come è uso, si sono succedute montagne di lavori sempre più urgenti che hanno fatto notevolmente arretrare questa povera scaletta.

Una volta terminata dovrò iniziare a tradurre, dall'italiano all'inglese, una ventina di tavole di esecutivi. Fortunatamente moltissime scritte si ripetono uguali da una tavola all'altra, il più delle volte trattasi di semplici parole che posso ricercare all'uopo sul dizionario, qualora non ne ricordassi il corrispettivo anglico, ma poi vi sono alcune frasi che dovrò comunque far correggere; le frasi saranno la parte più divertente, inanellerò una sequenza terrificante di errori :asd:

Ieri sera ho fatto due chiacchiere con un amico anglofono e mi sono sentito un po' idiota; studia italiano da tre anni, se ricordo bene, e ha una "erre" davvero impressionante, non si direbbe neppure che abbia iniziato ad arrotarla da così poco tempo. Io ho fatto sei anni in quel di Parma, sebbene le erre parmense abbia poi peculiarità proprie, non faccio altro che sentire gente che arrota la erre, alla televisione, nei telegiornali o semplicemente al telefono, ma sono assolutamente incapace di pronunciare una erre, come l'italiano standard vorrebbe, senza suonare artificiale, o senza inciampare in quelle parole zeppe di erre e consonanti...le rare volte che provo ad abbandonare la mia erre moscia non riesco neppure a produrre suoni distintivi tra la doppia e la singola. Mia sorella, che pure ha fatto le scuole superiori qui in paese, dove la regola è la erre in cantina, ha perso la sua pronuncia di paese nel primo anno di scuola...

Sono affezionato alla mia erre moscia, ci frequentiamo da più di trent'anni, ma questa vicenda mi ha colpito; probabilmente devo ritenere la mia erre una segno distintivo, d'altronde non potrebbe essere diversamente in un paese nel quale roncoloresti (neologismo per intendere "prendere a roncolate qualcuno" ovvero picchiarlo con la roncola) volentieri tutti quelli che ti spingono a declamare di "ramarri marroni" solo per farsi due risate...ricordo che alcuni di questi simpatici individui usavano sempre e comunque la "e" aperta, come se fosse accentata, anche in quei casi nei quali l'accento la "e" non doveva vederlo manco dipinto; quando si dice "il bue che dà del cornuto all'asino" :asd:

4 commenti:

regina dei tucani ha detto...

Io mi ricordo una sessione di gioco di ruolo in cui un certo Primo Ufficiale doveva parlare con un delegato alieno con una "impeccabile" ERRE "all'italiana" e - se non ricordo male - il Primo Ufficiale in questione non se l'era cavata male :DDDD

Polideuce ha detto...

troppo buona :DDD
quello fu veramente divertente e lo feci con vero piacere :)

Mauro ha detto...

Non mi ero ma accorto di questa R alla parmigiana; io ero rimasto alla L ferrarese: secondo Sgarbi è un suono che esiste ufficialmente solo in due lingue, il ferrarese ed un dialetto tuareg.
Poi c'è pure la C alla rovigotta che ho sempre odiato a morte

Polideuce ha detto...

della "l" ferrarese non mi sono mai accorto, ma è anche vero che non ho amici ferraresi per fare dei confronti (l'unica con radici di Ferrara è cresciuta a Bologna e quindi ha tutte le cadenze bolognesi) e della "c" di Rovigo non mi sono mai accorto...com'è?