Chi ha pensato ch'io stamane abbia dormito? Ebbene, se così è, vi siete sbagliati.
Alle ore 8 e qualcosa (i "qualcosa" non me li ricordo) sono andato in quel di Paderna per vedere l'annuale mostra sui frutti antichi che il FAI, in collaborazione con la proprietà del castello, organizza in questo periodo.
L mostra è ospitata negli ampi cortili del maniero ed è stata una bella esperienza; la mostra ripropone piante e frutti che ora non vengono quasi più coltivati, e vengono venduti vari prodotti realizzati con questi frutti, oltre alle piante medesime e a pezzi di sartoria varia, tra cui anche il tabarro...e presto ne prenderò uno.
Già mi vedo intabarrato a girare per le caligini padane :)
Una volta esaurita la mostra, dato che la visita era compresa nel prezzo, siamo andati a vedere il palazzo di Montanaro, un agglomerato di case a 500metri da Paderna.
Il palazzo è stato ampiamente modificato nel corso dei secoli, pare che in principio fosse una costruzione fortificata, forse solo una torre di rifugio per il contado, poi sono state aggiunte torri laterali, il cortile interno è stato ingentilito e poi il settecento ha seminato un po' di stucchi e affreschi in giro.
E' rimasto in attività per tutto l'800, poi è stato abbandonato, il giardino antistante e retrostante convertito in campi agricoli per uso capione, depredato di arredi, stucchi e porzioni di stemmi nobiliari in metallo.
Di recente è stato acquistato e il proprietario ha deciso, con l'aiuto del FAI, di aprirlo al pubblico previo un generoso restauro; in occasione di questa edizione della mostra era possibile vederlo in anteprima, così come è ora, quindi privo di ogni restauro, ed io ho fatto un po' di foto.
Il palazzo merita una visita e una volta che sarà aperto varrà la pena di accoppiare la visita al Castello di Paderna con il Palazzo di Montanaro.
La mattinata è finita a Fontanabroccola.
Fontanabroccola è l'antico nome di S.Nicomede che cambiò nome nel IX° secolo quando le ossa del Santo, quivi trasportate, resero la fonte miracolosa. Nei pressi sorse un monastero, un ospedale, nel senso medioevale del termine, e molti mulini; di tutto ciò sopravvive solo la Chiesa e uno dei mulini. Il vescovo Vibodo nel IX° secolo portò le spoglie del Santo a Parma nella Cattedrale per preservarle dalle scorribande degli ungari, ma questo non privò dei suoi poteri la fonte della Chiesa che si diceva essere efficacissima, per l'intercessione del Santo, per i mali di testa.
La piccola S.Nicomede fu il centro di diffusione del culto del Santo nel nord Italia.
Ageltrude, figlia del "manzoniano" Adelchi e moglie di Guido II di Spoleto, nonché madre di Lamberto, e quindi imperatrice, si ritirò a Fontanabroccola per passare gli ultimi suoi anni nel conforto della religione; fu lei che insieme al figlio promosse quello che fu noto come "il sinodo del cadavere".
La parte superiore della Chiesa è notevole all'esterno e terribilmente neogotica, di un neogotico semplice e scarno, all'interno; la parte più bella è la cripta originale del IX° secolo che ospita colonne romane, recuperate da vicine vestigia romane perdute da tempo immemore, colonne longobarda e la fonte prodigiosa.
Probabilmente, ma non si sa poiché non si sono fatte indagini, i resti mortali dell'Imperatrice Ageltrude riposano da qualche parte in questa cripta che sono riuscito oggi a vedere dopo numerosi tentativi, effettuati nel tempo, di trovare aperta la chiesa.
Come sempre su picasa ci sono più foto.
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