lunedì 12 ottobre 2009

Gita Fuori porta

il mastio del castello
resti di affreschi nel cortile interno
"tu vipera gentile"
quadro-specchio...
la mummia della Fata Bema

Domenica mattina, ma non troppo presto perché altrimenti avrei trovato tutto chiuso, mi sono recato in quel di Montechiarugolo per visitare il Castello.

Non sapevo se l'avrei o meno trovato aperto e così ho scritto una mail alla guida del maniero per sincerarmi che il terremoto di Natale dell'anno scorso non fosse stato così forte da rendere non visitabile la fortezza; la guida mi ha risposto, in modo sollecito, dicendomi che le visite al castello procedono in modo regolare.

Dato che la prima visita è alle 10, sono andato sul posto, passando per la via che dalla località "Il Moro" costeggia l'Enza; vi erano ben tre "indicatrici stradali"...pensavo attaccassero più tardi, ma si vede che nei pressi dell'Enza si fa orario continuato.

Sono giunto al maniero un po' in anticipo e ho fatto anche in tempo ad accarezzare una gatta bianca e nero che si godeva il sole su un muretto.

La visita dura circa mezz'ora e comprende il cortile d'onore, nel quale è possibile vedere il mastio del castello, alcune eleganti bifore e trifore al piano terreno, e un porticato coperto da volte a crociera a tutto sesto le cui pareti riportano tracce di affreschi perduti da tempo, alcune sale interne e un loggiato che guarda l'Enza e dal quale si vede Montecchio.

IL castello ha avuto una vicende travagliata: venne edificato dai Torelli che restarono padroni del maniero per circa 206 anni, poi i Farnese, nella persona di Ranuccio I°, si sbarazzarono dei Torelli, ovviamente in modo sanguinoso, indi il castello diverrà magazzino di materiale sempre vario sino a quando i Marchi, la famiglia che lo possiede tutt'ora, non lo acquisteranno.

Avendo perso di importanza rapidamente dalla caduta dei Torelli, il castello non presenta rifacimenti pesanti successivi, niente barocco insomma, il prezzo purtroppo è stata la perdita di buona parte degli affreschi. Le sale visitabili sono quasi interamente affrescate con rifacimenti bruttini dell'800, che valgono più come testimonianza di un epoca che non per la loro valenza artistica, ma sono sopravvissuti alcuni affreschi di pregio: grottesche con gli stemmi nobiliari nella prima sala, resti di stemmi nelle altre sale, ancora affreschi araldici nel loggiato verso l'Enza, e nell'ultima sala visitabile è rimasto l'intero impianto decorativo del '500.

E' sopravvissuta anche una bellissima annunciazione del '400 visibile in una delle finestre; la visita si conclude con una saluto alla Fata Bema i cui resti mortali sono conservati nel castello.

La guida conduce il turista raccontando le vicende del maniero con molta passione, si nota che ciò che sta facendo la coinvolge.

E' possibile anche acquistare un opuscolo, di ottima fattura, con la storia della Fata Bema; il link che riporto è un po' spoglio, la guida del castello ha notizie ben più ampie e attendibili.

Conoscevo la storia della Fata Bema solo per sommi capi grazie ad alcuni libercoli sui fantasmi della mia zona, ma spesso molti dettagli vengono omessi, ma dopo aver letto l'opuscolo sulla Fata ho pensato che la sua vita potrebbe benissimo essere riportata su celluloide :)

Su picasa ci sono, come sempre, più foto

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