giovedì 19 aprile 2012

Alfabetizzazione

Stamane, mentre camminavo allegro e fiorone, forse più fiorone che allegro, verso l'ufficio ho notato un camion, parcheggiato in mezzo alla strada, e uno dei due occupanti del mezzo ha lanciato delle bottiglie di plastica al suo compagno di lavoro/viaggio/o che ne so io; quest'ultimo si è avvicinato ai nostri contenitori dei rifiuti, che i mezzi non avevano ancora svuotato, e inizia ad aprire i contenitori della carta per vedere quale fosse più vuoto.
Passandogli vicino l'ho così apostrofato: "quelle vanno nel contenitore giallo; plastica e vetro" e lui, borbottando qualcosa di indefinito, quindi forse anche un impropero nei miei confronti, ha buttato, forse per la prima volta nella sua vita, la plastica nel contenitore apposito.
Cosa c'è di complicato nel buttare la plastica nel contenitore giallo insieme a vetro e barattolame? Forse è il colore giallo che spaventa? o forse è la forma del bidone, abbinata al colore, che induce terrore panico?
Questi contenitori a dispetto di tutto quel che di pauroso possono avere, sono assolutamente innocui e non hanno mai morso nessuno; sono persino immuni alla rabbia e ad altre malattie contagiose.
Certo basterebbe leggere quanto scritto sui contenitori, capire di che materiale è fatto l'oggetto del quale ci si vuole liberare e metterlo nel contenitore apposito; nel dubbio meglio buttarlo nell'indifferenziato; hanno anche colori molto diversi e accesi, come i giochi dei bimbi per riconoscere le forse e le cose, in modo da essere a prova di cretino.
Mai sottovalutare un cretino.

Dalla via che ci sono, dato che imparare una nuova lingua è un po' come tornare alle elementari, vi aggiorno sul mio apprendimento del tedesco.
Intanto ho deciso, dalla via che ci sono e perché un po' di confusione è sempre salutare, di rinverdire anche il mio francese.
Oltre ad aver preso un simpatico libretto, mi sono dotato di alcune applicazioni per iPad in modo da poter avere, perlomeno, un aiuto nell'apprendimento del tedesco.
Ho scoperto, con l'inglese, che se devo imparare una lingua partendo dalla grammatica, e quindi con l'analisi logica, per me è un disastro; mi ricordo talmente poco dell'argomento che di fronte ad alcuni nomi, come ad esempio i casi (dativo, genitivo, accusativo e compagnia), mi si azzerano i neuroni e mi sento appena più evoluto di un paramecio.
L'ho detto che non sono poi questa mente acuta.
All'inizio devo, come alle elementari, costruirmi un vocabolario, avere poche regole e poi iniziare a capire le frasi, poi posso anche lanciarmi nell'approfondimento della grammatica; un ripasso della grammatica italiana, tra l'altro, non mi farebbe neppure male.
Di questo metodo cognitivo ebbi le prime avvisagli alle superiori quando pugnai, prendendole di santa ragione almeno sino alla bocciatura, con la matematica poi, grazie a una amica, imparai tre regole tre e le applicai sempre; fu una vera soddisfazione evitare i cazzottoni più impegnativi della matematica.
Non mi illudo di certo di poter riuscire in un paio d'anni a imparare il tedesco ma, ripeto, mi basta leggerlo e magari capirlo quando lo sento parlato.
Il tedesco è un po' come l'Idra di Lerna; una sorta di mostro mitologico, ma in fondo è una bestia simpatica... ho sempre avuto un debole per i mostri mitologici, tant'è che Tifeo, tanto per dire, mi è sempre stato simpatico e ho sempre provato tenerezza per gli Ecatonchiri.
Poveri Ecatonchiri: aiutano Zeus a combattere i giganti e quando il Tonante vince e precipita i giganti nel Tartaro, dà agli Ecatonchiri il compito di stare nel Tartaro a guardia dei giganti; ingrato.
Per ora i miei progressi consistono nella formazione di un vocabolario; un po' come alle elementari quando si imparano le lettere.

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