lunedì 29 luglio 2013

Ironico

Il Cosmo è un vero burlone; davvero.
Molte cose si possono dire di me, ma di certo non mi si può definire impulsivo.
ah... già la premessa vi deve far capire dove sto andando a parare, perché sono pure prevedibile come un orologio; non prometto depressione a volontà, ma manco allegria profusa a piene mani, quindi siete avvisati.
Non vi dirò "fuggite schiocchi", ma non potrete dire che non vi avevo avvisato.
Dicevo.
E' veramente ironica la faccenda e la cosa ancora più bella è ch'io vi trovi dell'ironia, come se non mi competesse, se riguardasse qualcosa d'altro che vedo da una distanza siderale, comodamente svaccato in poltrona.
E' piovuto e mi si sono riattivati i neuroni e dato che la lingua batte dove il dente duole...
Per come sono venuto su, ho passato buona parte del tempo a tenere sotto controllo emozioni, principalmente rabbia, impotenza e frustrazioni varie, onde evitare di farmi del male o di fare male; ricordo momenti nei quali sarei stato in grado di fare di tutto, come un animale messo in un angolo privo di vie di fuga, ma in ogni episodio mi sono controllato, contenuto, perché in anni, lentamente, ho costruito quelle famose mura all'interno delle quali non so più manco io cosa si trova.
E' stato un lavoro decennale, lungo e faticoso, che ha comportato tutta una serie di periodi negativi, che col tempo mi ha permesso di vivere.
Quello che è iniziato come un sistema di sopravvivenza, si è espanso sino a comprendere tutte le mie funzioni; quindi ogni esperienza è sottoposta ad analisi, a studio, per capire come funziono e prevenire, o bloccare, determinate cose.
Adesso non ho più bisogno di parecchi sistemi di sicurezza, l'adolescenza è finita da un pezzo, per fortuna, ma il meccanismo rimane lì per cui, come dicevo tempo fa, una parte di me rimane distaccata e vigila sul mio funzionamento.
Ogni volta le cose vengono vagliate, soppesate, misurate e poi prendo una decisione eppure ho imparato che le decisioni migliori sono le prime, quelle prese sul momento; sono più istruttive, perché se si scazza si può imparare dai propri errori, eppure l'istinto è più utile di un pomeriggio di riflessioni.
La cosa ironica è che io apprezzi così tanto l'istintualità, specie in considerazione del fatto che sono praticamente incapace di prendere un decisione d'impulso.
Ovviamente mi riferisco a questioni esistenziali, scelte di vita; nel mezzo dell'azione, che comunque nella nostra vita, grazie a dio, addomesticata è limitata a campi ben precisi, non sto a istituire un comitato, ma se dovessi scegliere di buttarmi in un nuovo lavoro, o in una relazione, io non mi butto... valuto, soppeso, misuro e soprattutto analizzo come sto vivendo la cosa; specie se poi si tratta di qualcosa di nuovo! che, per inciso, non capita da anni... e non sta accadendo.
Insomma; anche questa riflessione è già stata fatta tempo fa, mi è solo ritornata in mente.
Come faccio a liberarmi di un meccanismo per costruire il quale ho impiegato almeno un decennio, che tutto sommato ha ancora una sua validità e del quale, tutto sommato, manco voglio liberarmi?
Dovrei modificarlo un pezzo alla volta per adattarlo alle nuove esigenze e il lavoro è iniziato, il punto è che non so se avrò abbastanza tempo per completare le modifiche; non divento mica più giovane col tempo.
Questo vuol dire che i meccanismi sono divenuti automatici, quasi riflessi, e che con gli anni perdo di flessibilità, per cui diventa più difficile, e la cosa comporta più tempo, operare dei cambiamenti.
Questo non vuol dire che mi fermerò, anche perché il processo, una volta iniziato, in qualche modo, sfugge alla mia capacità di controllo e procede per i suoi; il meccanismo di adattabilità è indipendente e questo è un bene.
E' davvero curioso che inizi ora, a metà, forse, della mia esistenza a trovare strette alcune cose che hanno funzionato bene per anni; ed è ancora più ironico che apprezzi così tanto qualcosa che ho sedato, costretto e disinnescato, almeno in buona parte, per anni.
La cosa ancora più divertente è che ci rifletta pure sopra.
Invece di aggrapparmi a una tenda, o scuotere i lacci, sto qui e penso; alla fine sono un diesel, come una persona che conoscevo un tempo, e ho tempi lunghi e il tempo stringe, eppure non sono né depresso, né rammaricato o altro, trovo la cosa interessante e divertente.
Ironia del Cosmo.

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