giovedì 29 novembre 2012

Quando si dice un classico

Proprio mentre sono preda della rinascita, per altro mai sopita, della fascinazione per l'Iliade e la mitologia greco-romana in generale, del resto fa parte di noi, ieri sera, in uno dei rari momenti nei quali mi ritrovo davanti a uno schermo televisivo, sono incappato in un quiz a caso nel quale hanno chiesto quale di questi personaggi dell'Iliade è stato tradito dalla moglie: Menelao, Ettore, Achille ed Odisseo.
La domanda è di una banalità sconfortante, anche perché l'Iliade viene studiata a scuola, è un classico importante nella cultura occidentale, oddio ignoro se oltre atlantico, o nei paesi anglofoni extra UE, venga studiata anche nelle scuole inferiori, ma in Italia viene affrontata già alle medie inferiori; i più fortunati anche alle elementari hanno il bene di farne la conoscenza.
Ebbene; i concorrenti hanno sbagliato la domanda, non una, non due, ma tre volte, alla fine, come si dice dalle mie parti, "se non l'è zuppa, l'è pan bagné" per cui, avendo esaurito le opzioni, sono anche arrivati alla risposta giusta.
La colpa, ovviamente, è mia che saltuariamente accendo l'imbarazzante scatoletta; forse la disintossicazione non è completa.

Penelope, che, per chi si fosse messo in ascolto solo ora, è la moglie di Odisseo attende per bene vent'anni il ritorno del marito. Prima Odisseo va a Troia a guerregiare, visto che la sua giustificazione, pazzia improvvisa, viene smascherata da Menelao e da altri, poi passa un po' di tempo a zonzo per il mediterraneo, ha un interludio amoroso con Circe, la porcellizzatrice, e poi passa svariati anni con Calipso nell'isola di Ogigia e durante questi anni non hanno giocato a ramino.
Mentre Odisseo se la spassava, Penelope è rimasta a casa a tessere un sudario per Laerte; il suocero.
Avrebbe anche potuto risposarsi, rifarsi una vita, del resto i pretendenti non le mancavano, i famosi Proci, ma ha preferito attendere il ritorno di Odisseo.

Elena è la moglie di Menelao; non so se riuscirò ad essere breve... sedetevi.
E' figlia di Leda e di Zeus, gemella di Clitennestra, quella che, per non sbagliare, affila la scura in attesa del ritorno di Agamennone, nel caso scampasse alla guerra e tornasse a Micene, reo di aver accoppato la di loro figlia Ifigenia; il sospetto che se si fosse trattato di un figlio si sarebbe ripiegato su altro è legittimo.
Ha per fratelli i Dioscuri, Castore e Polluce, che però sono più grandi e moriranno, vabbè... uno muore e l'altro non vuole più vivere e verranno mutati da Zeus, padre di uno dei due, in costellazione; l'altro gemello è figlio di Leda e di suo marito Tindareo.
Viene rapita, già da bimbetta, da Teseo e da quel vecchio porco di Piritoo che poi tenteranno di rapire, gli arzilli vecchietti, Persefone; i danni della sensecenza consteranno a Teseo un pezzo di chiappa.
Elena sceglie di sposare Menelao; dato che tutti i re della Grecia la volevano in moglie e si rischiava la guerra, Odisseo, che faceva parte del cioppo di pretendenti, propone che sia Elena a scegliere lo sposo e che gli altri giurino di difendere la scelta della figlia di Leda; rarissimo caso di scelta lasciata a una donna.
Poi ci si mette di mezzo Afrodite. Qualcuno dimentica di invitare, al party del secolo, le nozze di Peleo e Teti, i genitori di Achille, Eris la dea della discordia, figlia della Notte e sorella di gente come Tanathos (la morte); non proprio l'anima della festa, ma lei se la prende a male, lancia una mela d'oro alla festa e iniziano i guai.
Era, Atena e Afrodite vanno a chiedere il giudizio di Paride Alessandro, gemello di Cassandra e figlio a sua insaputa di Ecuba e Priamo, il quale l'assegna, giustamente, ad Afrodite; solo che Era e Atena la prendono per il verso sbagliato e dato che Paride non ha imposto alcun vincolo alle dee, la dea dalle bianche braccia e la glaucopite decidono di radere al suolo Troia.
Elena viene spinta da Afrodite a scappare con Paride, mentre questo è a Sparta come emissario di Priamo e da qui parte un meccanismo di alleanze, che rieccheggia quanto accaduto con le guerre mondiali, per cui Troia e i suoi alleati si trovano ad affrontare i re della Grecia che si erano contesi la mano di Elena.
L'aspetto tragico di Elena è il suo essere in balia di Afrodite, ne è consapevole, tanto da chiamare la dea "disgraziata", ma non può fare a meno di assecondarla.
Finita la guerra tornerà a regnare come regina su Sparta a fianco di Menelao; in che condizioni è difficile dirlo perché a volte la parentela con gli déi è una maledizione.

Achille non era sposato; il legame più profondo della sua vita l'ha con Patroclo, suo cugino. Briseide, poveretta, è trattata più come pacco postale. Achille se la prende solo perché gli portano via le spoglie di guerra, mica per altro; è un continuo lamentarsi perché Agamennone ha la parte migliore.
Patroclo, poverino, doveva avere una pazienza sconfinata.

Andromaca è la moglie di Ettore e insieme formano una delle coppie, anzi, la coppia più bella dell'Iliade; sinché durano poveretti. Lui poi verrà ammazzato da Achille, invulnerabile e armato con le armi forgiate da un Dio tanto per essere sicuro di vincere, e il figlio di questi, Neottolemo, getterà dalle mura, dietro consiglio di Odisseo, il piccolo Astianatte, figlio di Ettore e Andromaca e prenderà quest'ultima come concubina.
Neottolemo, tra gli altri, accopperà anche Priamo; immaginatevi quanto poteva essere contenta Andromaca in balìa di eventi e di uomini che l'hanno trattata come un pacco postale.

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