giovedì 27 dicembre 2012

Dracula alla triennale

Oggi sono andato, in treno, a vedere questa mostra tenuta nel palazzo della triennale in quel di Milano.
Non ero mai stato in questo palazzo e quindi ne avrò anche per la struttura.
La mattina è iniziata benissimo, anche se sul tardi, ma del resto sono ancora in vacanza e sarebbe stato fuori luogo alzarmi all'alba, nella visita del Cimitero Monumentale di Milano.
Se non vi siete mai stati, ve ne consiglio assolutamente la visita. Al di là delle personalità ivi sepolte, più o meno importanti, è l'opulenza, per me quasi eccessiva, di moltissime delle cappelle gentilizie.
Un tripudio di statue, nei materiali più disparati, e di cappelle gentilizie, molte figlie degli anni venti del novecento, che sono un tripudio di elementi decorativi cari all'art déco e alla secessione viennese.
Alcune imitano chiese o monumenti famosi.
C'è tantissima roba da vedere; non ultimo il famedio e quanto vi sta immediatamente intorno.
Fortuna c'è stata la visita al cimitero.
La mostra in sé, parliamo prima di questa, è... minimale; caruccia, ma davvero striminzita.
Dopo un inizio ben fatto, un corridoio scuro con alcuni elementi, non da ultimo un demone sotto vetro, vi sono un paio di stanze e un corridoio. Le due stanze sono ampi ambienti riempiti in modo minimale con un paio di scatole lignee; in una, con... soporifero commento dell'architetto che si è occupato di questa scatola, c'è un ipotetico studio di un vampiro, che ho trovato in tema e ben fatto, non ostante la verve del commento sonoro; nell'altra scatola, attraverso alcuni fori ad altezza adulto, vi si proiettano una serie di immagini di "baci" del vampiro.
Quest'ultima scatola lignea è metà del materiale cinematografico in mostra; l'altra metà è costituita da una serie di pannelli, molto grandi e allestiti in una sala molto ampia, che proiettano spezzoni di film in tema... con, decisamente, troppo "twilight" e film annessi.
Su una parete c'erano anche pochissimi fogli della storyboard del "Dracula" di Coppola.
In un corridoio, introdotto da un filmato, molto bello, della costumista del "Dracula" di Coppola, Eiko Ishioka, bravissima, e l'armatura del protagonista del film appena menzionato.
Il corridoio espone costumi presi da varie pellicole, o allestimenti teatrali, non necessariamente connesse con il vampiro, ma con la "vamp".
Chiude la mostra una sequenza, imponente, di piccole foto di abiti maschili ispirati alla figura del vampiro, fossero state appena più grandi di un A5 le si sarebbe guatate meglio, o almeno offrite una lente di ingrandimento... ah; c'è anche una serie di vignette di Crepax nelle quale Valentina si ciuccia Dracula.
Non ne posso valutare la qualità; Valentina mi è sempre stata sugli zebedei e non mi è mai piaciuto, per quanto possa essere bravo, e lo è davvero, Crepax.
Che dire? La mostra è caruccia, ma solo se state a Milano, se venite da fuori bisogna attaccarci la visita a qualcosa d'altro e il cimitero Monumentale merita davvero.
Il ristorante annesso al palazzo della triennale non è vegan, o veggie, friendly; di tutto il menù c'è giusto un piatto di verdure, mentre quelli di pesce, qualora, come me, è solo la carne che non mangiate, hanno prezzi proibitivi. Se per caso volete qualcosa di caldo che non sia un primo, scordatevelo; per i vegetariani c'è giusto un'insalata.
La gentilezza è merce rara, anche se uno dei camerieri ne fa sfoggio di un po'; soprattutto ha dei prezzi proibitivi, tutto sommato anche comprensibili per il luogo, per del cibo con delle gran pretese e dei risultati davvero mediocri.
Forse la colpa è anche del fatto che io, essendo emiliano, sono abituato male.

1 commento:

Giuda ha detto...

Ecco, pretenziosa è la parola giusta che non mi veniva in mente. Alla fine era troppo concentrata sul Dracula di Coppola dopo una pretesa partenza storica nella prima stanza (che a me sembrava il Vampyria senza tavoli né camerieri, ma va beh), ma a quel punto sarebbe stata più onesta una piccola mostra di materiale dal film e amen, invece hanno voluto fare gli sboroni e gli è scappata fuori dal barile. Però, 8 euro di biglietto e 14.50 di pranzo per scoprirlo sono troppi. Maledetti!