sabato 13 settembre 2014

Qualcosa di nuovo

Si fanno sempre nuove esperienze.
I miei libri sono sempre intonsi, anche dopo essere stati letti più volte, a meno che non si tratti di edizioni economiche... molto economiche, mantengono un'aria da volumi appena acquistati.
Ho una religiosa venerazione per i libri e quindi, anche se sono brutti, vengono trattati come reliquie.
Sono pieno di segnalibri, acquistati, regalati e improvvisati, da usare per tenere il segno di lettura; non piego mai il dorso dei libri affinché non si segni; tolgo la sovracoperta, se l'hanno, per evitare che, nella lettura o nel trasporto, si segni e si rovini... controllo anche di non lasciare segni o macchie sulle pagine, così ho luoghi ben precisi dove leggere.
I libri rovinati, perché magari in edizioni troppo economiche per sopportare una lettura, o perché presi usati o prestati a persone più allegre, vengono riparati e riportati allo stato, per quanto possibile, originario... sono realmente trattati come reliquie.
Di recente mi hanno prestato un libro "vissuto".
E' proprio una esperienza fuori dalle mie vicende solite; anche i miei amici hanno un riguardo simile al mio per i libri... del resto ci si ricerca tra simili e quindi alcuni aspetti si condividono.
Questo libro riporta segni di orecchie nelle pagine, piegate come segnalibro, il dorso del volume è segnato, anche se in modo impercettibile e alcune frasi sono sottolineate.
Al di là del fatto che il libro sia scritto bene e del giudizio che posso dare al contenuto, ciò che mi ha colpito è che le frasi sottolineate, specie quando conosci, anche se non bene, la persona che l'ha fatto, dicono molto del proprietario del volume e acquisiscono una forza diversa dalle altre frasi, perché vengono riempite della personalità di chi ha sottolineato.
Un libro vissuto porta in superficie aspetti personali... ti espone e decisamente questo non è parte della mia personalità.
Un conto è prestare un libro che ci è piaciuto, ma che non riporta quasi traccia della, o delle, letture; un conto diverso è prestare un libro che è stato vissuto, che riporta segni evidenti di gradimento che rivelano emozioni peculiari... non potrei mai fare una cosa del genere e mi sento onorato dall'aver potuto leggere qualcosa del genere.
E' stato come guardare emozioni e pensieri che non mi appartengono, ma sono di qualcuno che vedi e frequenti un po' tutti i giorni.
I libri ci parlano e dicono cose diverse nel corso del tempo, perché noi cambiamo e immagino che le frasi sottolineate finiscano per innescare ricordi di un determinato periodo della nostra vita, o ci dicano cose diverse, nel tempo, perché siamo cambiati... è bello poter riuscire a vivere un libro così; non fa per me, ma ne capisco la bellezza.
A me non piace essere in superficie o in evidenza e quindi non sarò mai in grado di sottolineare una pagina di un libro... e va bene così; "infinite diversità in infinite combinazioni" e una pacca sulla spalla a chi ha colto la citazione.

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