martedì 23 settembre 2014

Me lo ricorderò!

Quante volte usiamo questa espressione? Specie quando intendiamo legarci al dito, ovvero portarcela appresso, qualche sgarro che ci è stato fatto?
Ebbene; io la uso molto spesso... il problema è che mi dimentico i fatti che hanno generato l'attrito; ne trattengo un ricordo un po' anemico, sufficiente per farmi evitare di commettere due volte lo stesso errore, ma non bastante a farmi ricordare lo sviluppo dei fatti che hanno portato al dissapore.
Il periodo impiegato per giungere a queste diafane impressioni è di circa dieci anni... mese più, mese meno.
Per esempio: ricordo di aver scritto a una persona di chiedermi lumi riguardo a una vicenda, se avesse voluto, ma di non attendere troppo perché anche io sarei andato alla Bellaria (cimitero del mio paese)... ebbene nella remotissima ipotesi che mi venissero chieste spiegazioni, non potrei circostanziare con dei fatti perché me ne sono dimenticato.
Avrei qualche sensazione qui e là, i giudizi sviluppati sulla persona in questione, quelli restano sino a quando non ho dimenticato la persona in questione, e null'altro di utile...
Andando indietro nel tempo ricordo giusto le valutazioni sugli individui e raramente le circostanze che li hanno indotti; in più, dato che una seconda possibilità, a distanza di tempo, non la si nega a nessuno, sarei anche pronto a ricominciare da capo... il che non mi rende particolarmente sveglio.
Devo aver sbagliato alcune cose nella distribuzione dei punti esperienza quando ho compilato la scheda che norma questa mia vita.
Negli anni ho sviluppato un sistema di semplificazione dell'esistenza molto efficiente, per cui i dissapori vengono cancellati; ne trattengo l'utile e l'esperienza ricavata e mi libero del superfluo...
A volte rimango sorpreso di quante cose sia riuscito, in modo del tutto involontario e inconsapevole, a sviluppare per farmi funzionare.

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