mercoledì 23 luglio 2014

Vita da ufficio

Se c'è una cosa che apprezzo moltissimo del NON vivere in Giappone, è quella di non essere obbligati a frequentare i colleghi e "capi" fuori dall'ambito lavorativo.
Innanzi tutto vi sono persone, in generale, che preferiamo frequentare, anche spesso, e altre che vorremmo evitare o vedere il minimo sindacale e, sovente, colleghi e "capi" ricadono in quest'ultima categoria.
Negli anni ci sono stati colleghi coi quali mi sono trovato bene, almeno un emerito cretino conclamato e  altri che non ho ritenuto indispensabile vedere dopo l'orario di lavoro o nel tempo libero; vuoi perché mi stavano parcheggiati in camper sugli zebedei o perché non mi hanno colpito a sufficienza da instaurare un dialogo con loro... del resto, sul fronte relazionale, funziono come un gatto; vado blandito, conquistato, l'esito di queste azioni è per altro sempre incerto, e le persone con le quali mi relaziono sono state vagliate, soppesate, misurate e osservate a lungo prima di decidere una apertura nei loro confronti.
Ho partecipato, di mia spontanea iniziativa, ad eventi con colleghi perché con questi ultimi si era instaurato, col tempo e con gli anni, un rapporto diverso da quello puramente lavorativo; inoltre posso sicuramente avere un rapporto amichevole con un collega, ma non con il datore di lavoro... ci tengo a mantenere delle distanze ben precise.
Ho già detto che per me la posizione sociale, o la posizione occupata in una gerarchia a caso, è assolutamente ininfluente nel giudicare una persona; un cretino rimane tale anche se ricoperto d'oro e a capo di uno stato e come tale, ovvero come cretino, verrà da me riconosciuto... e dovrebbe subire anche la mia condiscendenza e i miei commenti mordaci.
Questo per dire che la mia socialità è felina e preferisco impiegare il mio tempo libero a fare altro, piuttosto che attendere ad eventi mondani con chiunque.

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