giovedì 20 settembre 2012

Caro studente...

...di architettura, scrivo queste poche righe, che assumeranno l'aspetto di uno sproloquio, perché ogni volta che si approssima una nuova pugna contro la Scheda del Male, mi vieni in mente tu.
Goditi gli anni dell'università dove puoi progettare liberamente usando qualunque forma, soluzione tecnica e materiale che ti viene in mente, ove puoi teorizzare di soluzioni urbanistiche intorno la città ideale; attività che ti concede un'aurea da artista rinascimentale.
Una volta terminata l'università inizierà il periodo di praticantato in qualche studio a caso e potresti capitarmi tra le mani, o tra le mani di qualcuno simile a me.
Ti si parranno innanzi alcune prove; parrà una sorta di scalata verso l'acquisizione dello status di essere umano degno di attenzione.
Per i primi tempi farai fotocopie; verrai spedito al protocollo, a comprare "la qualunque", a cercare pratiche vetuste in confusionari e polverosi archivi, magari bui e frequentati dalla progenie di Shelob.
Se saprai fare le fotocopie, capacità che per alcuni è una conquista di gran vanto, ma anche se sarai riuscito a scazzare* 250 fotocopie, specie se la bisogna è grande, verrai spedito a fare da accompagnatore, su un rilievo, a chi nello studio avrà il compito di farti da mentore...e qui entro in scena io, o una figura a me assimilabile.
Per un po', alcune misure, ti verrà lasciato fare il rilievo e poi verrai bonariamente rimbrottato; ti verrà spiegato come si fanno i rilievi, quali misure vanno prese, quali, se ce ne sono, possono essere trascurate e via di seguito.
Non pensare di andare a rilevare strutture ordinate e pulite; la maggior parte saranno rustici cadenti, in precario stato di conservazione, in discutibile stabilità statica, popolati da insetti e animali di ogni genere e, spesso, incrostati di cadaverini di varia natura e "cose" organiche di natura non ben specificata.
In genere, a causa della mole di lavoro, ti verrà affidato il compito di disegnare quanto rilevato e poi verrai ripreso; per la precisione, la qualità grafica degli elaborati, le scelte compositive, l'uso di uno stile di testo piuttosto che un altro; qualcosa si trova sempre... nei casi più gravi è l'assoluta mancanza di comprensione di quanto rilevato.
Superato indenne il praticantato inizierai la libera professione e dovrai fare i conti con figure che, all'università, non hai mai incontrato prima: gli Enti pubblici e la Committenza.
La committenza in genere è una capra; vuole una casa che sia assimilabile a una capanna, due falde di tetto, con un numero elevato di locali amplissimi all'interno, anche se può fare un quantitativo risibile di superficie; che costi poco a costruirla e a mantenerla, quindi niente materiali particolari, curve strane, aggetti peculiari disassati che richiedono impermeabilizzazioni costose da realizzare; in più, come bonus, ritiene il tuo progetto, spesso e volentieri, un canovaccio sul quale può improvvisare di ogni, facendo il fabbricato più grande, con qualche abuso qui e là, che tanto sarai poi tu a cercare di giustificare in qualche modo, seminando a caso le aperture in facciata, e se ne infischieranno di tutti quei calcoli che hai fatto per rispettare le norme; la committenza è una sorta di Cariddi semianalfabeta. Del resto i mostri non sono tenuti all'istruzione elementare.
Sorella di Caridda è Scilla: l'Ente pubblico.
L'Ente pubblico ha il compito di far rispettare le norme e lo fa con burocratica pignoleria, ma soprattutto all'Ente piace cambiare; ad ogni semplificazione la norma si intricherà in un groviglio tale da renderla incomprensibile persino a chi l'ha redatta e verrà interpretata, sempre e comunque, nel modo più restrittivo possibile.
I moduli da compilare per le richieste cambieranno sempre nella forma e nel numero, di preferenza aumentando nel tempo, e richiedendo sempre più documenti e dati.
Cambieranno di continuo i metodi di calcolo degli standards da cedere, il calcolo dei rapporti di illuminazione, volume, sigle, distanze; tutto muterà e si complicherà ogni volta, sino a quando non ti chiederanno di allegare, alla richiesta, anche il tuo emocromo.
Trascuro, perché infierire mi pare brutto, l'aspetto economico...
In un mare di lavori mediocri, resi tali da fattori a te del tutto estranei, capiteranno rari interventi che daranno soddisfazione; pensa a questi pochi interventi e goditi gli anni di università.

*scazzare: ha il medesimo significato di sbagliare, ma con una accezione, importante, denigratoria, Ovviamente è un termine colloquiale

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