lunedì 30 dicembre 2013

Caro 2013

Non posso certo dire che è stato un piacere conoscerti.
Sei iniziato molto male e stai finendo in malo modo, certo, probabilmente, il 2014 si aprirà con la mia liberazione e con la mia, conseguente, indigenza, spero, temporanea, ma ciò non ostante, caro 2013, tu resti un anno da dimenticare.
Si dice che ciò che vuole Dio è sempre ben fatto e quindi, ad essere onesti, devo dire che in tutto quello che è accaduto, ci sono cose buone da trovare.
In primo luogo le vicende travagliate, per dire, mi hanno fatto capire la profondità degli affetti che mi circondano; ricordo con grande gioia, perché è stata una bella esperienza, sia la vacanza a Lipsia che quella in Netherlands (ché Olanda è riduttivo).
Probabilmente, se dovessi trarre un bilancio generale, non sei stato neppure tanto malvagio, ma di sicuro potevi impegnarti un po' di più.
Ieri sono andato a fare due passi per il paese e lasciando un negozio, nel quale ho preso poco perché la pecunia è quella che è, augurando buon anno mi è stato detto:"bhè... spero solo che non sia peggio del 2013", questo per dire che puoi candidarti come "annus horribilis".
Il 2001, sicuramente, si impegnò molto verso la fine e quindi dovrai vedertela con lui per il prestigioso titolo.
Tutto sommato la prime due decadi del XXI° secolo stanno facendo moderatamente schifo; ovviamente con le dovute eccezioni e considerando i singoli bei episodi che sono accaduti.
Va sempre così; tra alti e bassi, del resto "fortunae rota volvitur"... per cui, non sarebbe il caso di dare una zampata alla ruota della fortuna e farla risalire?
Perché senza l'aiuto della Provvidenza e della Grazia, abbiamo poco da arrabattarci; è giusto fare la nostra parte, ma le cose più grandi di noi, che pure ci coinvolgono, non accadono per nostro volere e da esse possiamo o essere colpiti o favoriti a seconda del volere del Primo Immobile.
Il libero arbitrio, come tutti i grandi doni, è sia una benedizione che una maledizione.
Speriamo che il prossimo anno sia più galantuomo; di più non oso sperare.

venerdì 27 dicembre 2013

Per non farmi mancare niente

Quest'anno, proprio per non farmi mancare nulla, mi è venuta anche la febbre per Natale; letteralmente.
In principio mi ha fatto male una spalla, quella solita che sente le variazioni dell'umido, poi ci si sono aggiunti i reni e, per concludere, ha iniziato a dolermi il polmone sinistro; se non avessi bisogno di respirare manco me ne sarei accorto.
Ospite d'onore; la febbre.
Non ho ben capito se questo finale è dovuto dalla volontà del 2013 di ribadire un concetto fondamentale: "sono stato un annus horribilis e ci tengo ad essere ricordato per questo".
E' iniziato malissimo, proseguito in un modo così così e sta finendo allo stesso modo; per alcuni miei amici è stato veramente un annus horribilis.
E il 2014?
Non voglio previsioni e cercherò di schivarle come la peste, tanto poi me le dimentico.
Per oggi avrei avuto altre cose in programma da fare, ma se non sto a casa almeno un giorno senza febbre, va a finire che traghetto il malanno nell'anno nuovo e, malgrado l'assoluta mancanza di voglia di tornare a quel lavoro, non ho intenzione di trascinare questa condizione più del necessario.
Vedrò, quindi, come organizzarmi la giornata; leggerò, guarderò qualcosa...


mercoledì 25 dicembre 2013

I libri ci chiamano

Bisogna solo essere interessati a loro e, immancabilmente, ci chiameranno con voce di sirena.
Leggere si accompagna sempre allo stato d'animo, ma ha anche un potere curativo; immedesimarsi, anche nella vita fittizia di un personaggio inventato, può farci vedere la nostra vita in un'ottica diversa, oppure leggere una biografia ci fa trovare le risorse per affrontare qualcosa che credevamo impossibile da superare.
I libri sono un bene di prima necessità.
Per me sono fonte di sempre nuove riflessioni o pensieri, anche se a volte sembro un disco rotto; mi aiutano a capire e dato che i libri parlano tra di loro la risposta, o nuove domande, la si può sempre trovare in un altro volume.
Avere delle domande è indispensabile quanto avere delle risposte.

domenica 22 dicembre 2013

Tedesco oh caro

Un vero dramma.
Quando ho iniziato a imparare tedesco, ovvero questa estate, imparando poche parole alla volta, ero confidente di una cosa; la mia capillare conoscenza di Star Trek.
Nella mia mente, ingenua, era convintissimo che avrei potuto guardare Star Trek doppiata in tedesco e usare questa serie come ausilio per imparare la lingua; espormi a una lingua straniera è l'unico modo che ho per poterla imparare.
Ho fatto, però, una scoperta terribile.
Per capire quanto viene detto mi appoggio ai labiali, del resto l'ho sempre detto che senza occhiali tendo a "sentire" meno, ma se guardo una serie doppiata non posso appoggiarmi ai labiali e la comprensione di quanto viene detto ne soffre.
Ho due soluzioni al momento; continuare a guardare Star Trek doppiata in tedesco, magari chiudendo gli occhi, o con altri artefici atti a farmi sforzare l'udito, oppure trovare una serie tedesca affrontabile in modo da appoggiarmi, ancora, visivamente ai labiali.
Per ora l'unica serie tedesca in mio possesso è la Raumpatrouille Orion Sieben... e acht, visto che la rimettono insieme.
Considerando che ci vedo poco, è veramente ironico ch'io dipenda così tanto dalla vista.
Se avete da consigliarmi qualche serie tedesca...
Mi ci vorrà una eternità a imparare un minimo di tedesco; nel frattempo sto leggendo un libro in francese per rinverdire i ricordi della franca lingua... l'obiettivo è quello di divenire come Salvatore nel giro di pochi anni.
Penitenziagite.

martedì 17 dicembre 2013

Perplesso

Da ieri lo studio si è trasferito nei nuovi locali, ed io mi sono trasferito con esso; almeno sino a quando non troverò di meglio da fare... cosa che prima o poi accadrà.
Sono riuscito a evitare il trasloco, avvalendomi della solita confusione imperante e basandomi sul "non detto", "dato per scontato" e, soprattutto, sul fatto che qua si fa tutto all'ultimo minuto e ognuno ha idee diverse sul concetto di "ultimo minuto".
"facciamo trasloco sabato", "faccio trasloco lunedì" e infatti trasloco se lo sono fatti per i loro; mi spiace per la mia compagna di viaggio che si è sciroppata tutta l'operazione e per paga adesso se ne sta al freddo e al gelo.
Domani mi attende la cena dello studio, ovviamente io non scucirò un due, con aperitivo nel maggior covo di "fighetti" che la città conosca; ho già l'orticaria all'idea.
Dovrò prendermi su in auto, andare in questo postaccio a fare l'aperitivo attorniato da gentaccia aborrita dalla natura; si sa che la natura aborre il vuoto e tra quelle scatole craniche c'è meno materia che nello spazio interstellare.
Purtroppo non posso esimermi dall'andare; mi è stato detto per tempo e in modo inequivocabile.
Quel che mi lascia perplesso è la motivazione che ha spinto Compare n°2 a coinvolgermi in questa operazione; vuoi farmi fare gruppo? Portarmi in quel postaccio equivale a farmi riempire ogni serata da qui sino al Secondo Avvento; oppure sta cercando di farmi stare a casa... comunque sia, rimane il fatto che domani dovrò sopportare anche questa.
Non è per i miei compagni di viaggio, che vedo volentieri fuori dall'ambiente di lavoro, ma è per la presenza di Compare n°1 e Compare n°2.
Prima o poi troverò ben qualcosa d'altro da fare.

martedì 10 dicembre 2013

Rangifer tarandus

Siamo di nuovo giunti in quel periodo dell'anno nel quale le renne diventano, improvvisamente, un accettabile argomento di conversazione.
Generalmente non godono di molta popolarità, ma in questo periodo dell'anno, anche la loro dieta a base di licheni diventa un argomento valido da sfoggiare accanto al tempo e alla politica.
Lasciatemelo dire che, tempo a parte, le renne sono un argomento di gran lunga migliore della politica.
Anche quest'anno ho fatto il presepe, montato le luci sul balcone, sistemato corone di pungitopo, finto, in giro per la casa e messo in mostra tutto quanto fa "natale"; ho persin iniziato a tormentare il mio prossimo con musiche variamente a tema natalizio.
Va bene che sono vagamente depresso, ma non mi pare il caso di farne un dramma e di rovinarmi le ferie; anche se equitalia s'è impegnata facendomi un regalo da 300euro... che io devo a loro, ovvio.
Fatto sta che nel mio presepe, anche quest'anno, non c'è manco una renna.
Ci sono dei pesci di varia natura, la papera pirata, ormai presenza stabile del presepe, c'è una tigre bianca, un orso bianco, un paio di zebre, due pecore, un cane; niente gorilla e orangutan, i liocorni son sempre assenti, ma anche quest'anno compare un maiale.
Siam sempre in Emilia e si sa che qui da noi il maiale si accompagna con tutto.
Sarà un Natale un po' magro; un po' perché il mio conto in banca ha intrapreso una carriera da modella, roba da fare invidia a Twiggy, complice anche l'improvvisa dieta somministratagli dalla banca, della quale parlerò tra poco, e un po' perché non potrei manco fare in tempo a fabbricare dei regali.
Quest'anno li avrei fatti io con le mie manine sante; segnalibri per tutti, del resto anche i Re Magi del mio presepe, che per la prima volta vi compaiono, dato che non abbiamo mai avuto miniature di Magi, sono stati creati da me.
Banca; mi fanno veramente ridire, e per fortuna che lo trovo divertente, ma del resto l'ho già detto che il Cosmo è tenuto insieme dall'ironia, che ogni tanto la banca comunichi i cambi, unilaterali, delle condizioni del contratto, con la seguente formula: "le proponiamo le condizioni".
Cara Banca; non stai proponendo un bel niente, stai imponendo qualcosa e mi stai dicendo che se non mi sta bene posso anche andare altrove... invito che, molto probabilmente, coglierò il prima possibile, ma c'è una differenza tra "proporre" e "imporre".
Non ostante le aspirazioni da passerella del conto corrente, questo non vuol dire che debba essere un triste Natale; ho pur sempre la Provvidenza che mi accompagna e perciò ci tengo a fare un Natale nella norma, a godermi il panorama, le persone e gli animali con i quali dividerò questo giornate e via di seguito.
Il prossimo Natale metterò una renna nel presepe; promesso.


mercoledì 27 novembre 2013

In funzione

Ebbene; sono ancora qui, ancora funzionante e rattoppato...
I rattoppi sono un po' temporanei e devo ancora trovare una soluzione definitiva, ma per ora abbiamo arginato l'emergenza con una soluzione transitoria che, si spera, non abbia l'italica abitudine all'imperituro; vorrei una soluzione a lungo termine e non rattoppi continui.
Ci stiamo lavorando e con il supporto dello sponsor, la Provvidenza, troverò anche una soluzione.

venerdì 22 novembre 2013

A terra

Stamane, quando mi sono alzato, mi era del tutto indifferente andare, stare e mi sarei anche dimenticato in un angolo... non necessariamente respirando.
Adesso pare ch'io la faccia tragica, ma stamane ho decisamente toccato, spero, il fondo del barile.
Non posso dire che la giornata sia migliorata improvvisamente, ma ho anche realizzato che forse, perché non lo so, sono depresso...
Di sicuro è da un po' che mi pare di girare a vuoto e non concludere nulla di utile e che in generale non vi sia nulla di utile da concludere, per cui non so come catalogarmi; di sicuro così non posso andare avanti.
Per prima cosa mi sono preso un bell'integratore di vitamine e ginseng e altre robe, perché, alla fine della fiera, ho sempre avuto dei periodi più giù di altri e magari ultimamente, più delle altre volte, mi mancano alcune cose fondamentali.
Il prossimo passo sarà, molto probabilmente, andare da un analista; se finora, da solo, non sono approdato a nulla di utile, allora, ho bisogno di un paio di occhi e orecchi diversi.
Non ostante le premesse poco incoraggianti sono arrivato, con considerevoli aiuti, non dimentichiamo la Provvidenza che mi sponsorizza, gli amici che sono preziosissimi e, in primis, l'aiuto sororale, sino ai quaranta e non vedo ragione per non farne altrettanti... e magari qualcuno in più a seconda di come mi tengo insieme.
Uno dei miei pregi, che sono pochi e non si fatica a tenerli a mente, è l'elasticità; sono stato raso al suolo altre volte e mi sono sempre rimesso insieme e questa volta non sarà diverso.

martedì 19 novembre 2013

Non è domenica

Non è domenica eppure mi sento avvolto da quella voglia di fuggire dal mondo che la domenica, abitualmente, mi pervade.
Una volta si poteva decidere di ritirarsi dal mondo e di dedicarsi ad una vita contemplativa, e di lavoro, tra le operose mura di un monastero; ora et labora.
Qualunque fosse stata la condotta nel mondo, le porte del monastero erano aperte... coi distinguo e le peculiarità del caso, ma prendiamo la cosa come indicazione di massima.
Ci sono volte, questa è una di queste e il numero delle occasioni non è minuto, nelle quali mi ritirerei anche io dal mondo; lo abbandonerei al suo destino per dedicarmi ad altro.
Ho, ahimè, alcuni problemi a optare per questa scelta; innanzi tutto le idee che mi tiro a dietro non sono in linea con la Chiesa, con nessuna Chiesa ch'io conosca sia essa ortodossa, latina o protestante; in secondo luogo, ma si tratta di un'ignoranza alla quale una rapida ricerca può porre rimedio, non so quanti igumeni o archimandriti vi siano in Italia.
Anche la prima istanza sarebbe facilmente arginabile se, dando ragione a frà Salimbene, la Chiesa ha annoverato un vescovo ateo; la mia coscienza non mi permetterebbe mai di fare una cosa del genere.
Ci sono giorni nei quali la tentazione è molto forte.

domenica 17 novembre 2013

Irritanti

La vita è fatta, anche, di momenti, situazioni e persone irritanti.
C'è sempre almeno uno stupido sul sentiero e a volte, teniamolo a mente, siamo noi "lo stupido" che intralcia il cammino altrui.
Lo stesso avviene per la fonte dell'irritazione; a volte siamo irritati e a volte siamo irritanti.
Sono perfettamente in grado di essere irritante, supponente e saccente alla bisogna; secondo il mio capo, e sono sicuro che mentre lo diceva sentiva di parlare, a ragion veduta, per esperienza personale, quando voglio so essere molto antipatico.
E' un atteggiamento che non mi viene spontaneo, ma è indotto dalla contingenza e devo aver raggiunto il limite; di norma sono placido e tendo a incassare, ma a volte l'essere irritante è una forma per tenere a distanza persone, o situazioni, con le quali non voglio avere nulla a che fare e quindi, dato che la mia educazione mi impone un minimo di cortesia, sono costretto a ricorrere a modi di fare che possano evitarmi stress aggiuntivo.
Le fonti di irritazioni possono essere molteplici; a volte mi accorgo per tempo della situazione e allento la pressione, con possibili soluzioni atte alla bisogna, altre volte esplodo... quale delle due soluzioni sia la migliore, non so dirlo, immagino dipenda dalle circostanze.

lunedì 4 novembre 2013

I conti che non tornano

Come sempre del resto.
Stasera mi sono fatto due conti in tasca, anche perché, date le ultime notizie, era doveroso fare un conto generale anche per farmi un'idea per i tempi futuri.
Innanzi tutto il primo anno nel quale andrò a vivere da solo, sarà durissima; facendo un rapido calcolo, a sboccio, potrei riuscire a restare con un ben "niente", o poco più (un lieve margine pro-emergenze mi rimarrà) al mese.
Dal secondo anno riesco anche a mettere via qualcosa; questo vuol dire che dovrò disdire completamente Lipsia per l'anno che verrà e riparlarne nel 2015.
A fronte delle non rosee previsione, devo per forza di cosa operare alcuni tagli e Lipsia, per quanto a malincuore, è la prima a cadere.
In secondo luogo verranno tagliate tutte le cene fuori; non che quest'anno sia andato a cena fuori tutte le sere, tutt'altro, ci sarò andato una o due volte al mese, ma già da quest'anno via anche quelle.
Limatura generosa anche alle uscite, meglio se ridotte a zero, seppure non vi riuscirò, e dovrei non acquistare libri per almeno un anno; del resto ho buone riserve di lettura.
Magari l'anno nuovo non sarà così terrificante, ma nel dubbio eviterò di andare a Lipsia; i conti mi dicono che non posso permettermelo.
Preferisco prevedere il peggio e sperare in meglio.

Riesco a preservare Lipsia; sarà la mia vacanza e sarà così anche il 2015...
Brutta roba l'essere senza soldi.

domenica 3 novembre 2013

Domenica

Cosa accade la domenica?
E' il momento della trasmissione, della mia esistenza, di maggior successo: lo spleen domenicale.
C'è stato un tempo della mia vita  nel quale pensavo che la mia esistenza fosse una sorta di programma televisivo, una sorta di serie tv, mandata in onda, in terza o quarta serata, nella sezione "cinema d'essai".
Se prendo gli sceneggiatori che hanno pensato questa cosa e che la stanno scrivendo, li tiro sotto col millecento; sappiatelo, cari autori, ed evitate le tangenziali.
A lungo andare è di una noia mortale; davvero non capisco il successo della trasmissione... probabilmente è merito dei dialoghi.
Fatto sta che oggi sono uscito, sono andato in libreria, ove non avrei dovuto andare, e ho comprato un libro, cosa che non avrei dovuto fare ed ora sto mangiando una stecca di cioccolata; altra cosa della quale, a sentire la bilancia, proprio non dovrei fare.
Questo mio, noiosissimo, stato è stato cagionato, definiamola una concausa, anche dall'aver guardato l'estratto conto e dall'aver pagato l'assicurazione; su questa motivazione ci si è poi innestata tutta una serie di altre valutazioni di sicura, e collaudata, efficacia che non sto manco a descrivere... tanto sono tutte su questo blog, in forma più o meno palese, sparse nelle varie domeniche.
Non starò manco ad annoiarvi con il tedio dello stare aggrappato alla tenda e via discorrendo; di nuovo non si tratta di materia nuova ed è tutto stato già trattato da qualche parte qui sopra.
Una cosa che, almeno mi pare, di non aver mai detto è che in questo stato sono decisamente stanco.
Una stanchezza globale e generalizzata, potrei definirla persino cosmica e che mi spinge ad anelare all'eremo... si vedano i post precedenti a tema per questo aspetto della vicenda.
Alla fine della fiera è il solito giro di giostra e la cosa inizia a venirmi a noia.
Capisco che non si possa sempre essere allegri e fioroni, condizione che devo aver provato, comunque, pochissime volte e in modo molto limitato, nella mia vita; mi borsa* persino però essere depresso, stanco, demoralizzato, moderatamente infastidito dal genere umano... e mi infastidisce persino essere apatico.
Non son mai contento; che lagna che sono.


*essere borsati: si intende l'essere in una condizione tale di spirito, per cui la qualunque, dall'alzare il braccio al grattarsi il naso, risulta attività immotivatamente dispendiosa

sabato 2 novembre 2013

Chi l'avrebbe detto

Tempo fa mi è venuta in mente un'idea, un po' rachitica e striminzita, esilina, per una creatura e stamane, visto che non sono andato a Fidenza, l'ho disegnata e ultimata; le manca giusto una mano di lacca, gliela darò domani, per fissare la grafite.
Il risultato finale, devo dire, non è male; l'esecuzione mi ha impegnato davvero pochissimo e, tra qualche giorno, le troverò anche dei difetti più o meno immaginari da aggiungere a quelli reali, ma devo dire che mi soddisfa.
L'ultima creatura, quella precedente per intenderci, è stata fatta qualche mese fa.
Ah! la gioventù! I tempi nei quali completavo una creatura a settimana e dovevo aprire le finestre e cavarmi giù*, in qualunque periodo dell'anno, per non morire di caldo.
Continuo a tenere le finestre aperte, anche perché l'acrilico non penso che sia un toccasana per i polmoni, ma i tempi di creazione si sono dilatati.
Non me ne lamento, almeno sino a quando quel che produco mi pare abbia un anima; l'età regala una dimensione nuova, nuove esigenze e nuove capacità.
Accumulare degli anni ha i suoi vantaggi e del resto non è un processo che si può arrestare e sostituirsi ad Atropo non è cosa bella.
Ogni tanto disegno e sono anche soddisfatto del risultato; chi l'avrebbe mai detto?


*cavarsi giù: spogliarsi

lunedì 28 ottobre 2013

Alla rinfusa

Mi spiace aggiornare il blog con una cadenza quasi settimanale, ma alla sera torno a casa derelitto.
Innanzi tutto ho ancora un lavoro e questo è sicuramente un bene, anche perché posso continuare con la mia esistenza di sempre e non ricorrere all'eremo, eventualità che comunque permane, e poi pare che le cose siano un po' cambiate; insomma, il capo non mi sta più addosso come una camicia e ho, addirittura, tempo per fare alcune cose.
Alla sera torno a casa un po' sfranto e con una risibile capacità di attenzione.
Il tedesco langue, anche se tra pochi giorni finirò "Il tedesco in un mese"; per quel che l'ho pagata mi è anche utile, anche se rimango molto perplesso dalla frase "der weiss teller flieght" e sono sicuro di riuscire a usare "bagger" in una qualche conversazione.
Non mi sento ancora preparato a leggere le avventure del giovane drago Noce di Cocco ("der kleine drache kokosnuss"), poiché temo possa essere troppo complesso per le mie conoscenze, ma ho un'altra applicazione, gratuita, che dovrebbe aiutarmi a imparare un po' di verbi e quindi, dopo qualche lezione con quest'altro strumento, potrei anche cimentarmi in questa si complessa lettura.
Avevo anche intenzione di ripassare il francese, ma non vorrei sovraccaricare i miei poveri neuroni e finire a parlare come Salvatore; ne sarei capacissimo.
Pare io abbia anche ridotto i ritmi di lettura; raramente alla sera riesco a leggere...
Forse ho dei cali di energia e presto pisolerò allegramente in poltrona.
Tutto questo per dire che sono vivo e sto moderatamente bene.

domenica 20 ottobre 2013

Sei tornato?

Tra i miei pregi, che sono pochi e quindi è facile tenerseli a mente, c'è quello di essere rapido; ovvero posso impiegare anni di lunga meditazione, valutazione, misurazione, analisi dei pro e dei contro di una  situazione, ma quando pervengo a una decisione questa viene messa in opera nel più breve tempo possibile.
Questo post tratterà di lavoro; siete avvisati.
Quello che detesto fare del mio lavoro è la badante al capo, il fatto che non ascolti quando gli parlo e non legga quello che gli scrivo e che poi abbia anche da dirmi su se deve scaricare le sue colpe.
Questa situazione DEVE terminare; meglio prima che dopo.
Stamane gli ho mandato un sms, in attesa che sbarchi dall'aereo e domani, a meno che con un atto di coraggio non mi telefoni, ne parleremo.
L'ultima che ha combinato è di imputarmi la colpa della scadenza di titolo abilitativo della quale, per altro, era stato avvertito ben due mesi fa.
Io faccio quello che mi viene detto di fare, una volta che ti ho ricordato di fare una cosa o l'altra, il mio compito è finito perché devo pensare a fare tutto quello che lui non sa e non vuole imparare a fare; il che va dal compilare la modulistica, all'iconare un file piuttosto che un programma.
Si tratta di una collaborazione nella quale io non ho potere decisionale, quindi non posso decidere cosa fare e cosa trascurare, perché la gestione del mio tempo dipende da quello che il capo ritiene più opportuno ch'io faccia.
La decisione che io posso prendere è di porre fine a questo rapporto lavorativo malato.
Non intendo andare innanzi oltre.
Questo vuol dire che si prospettano per me tempi non facili, dovrò cercare dell'altro da fare e il tempo di  ricerca può essere variabile, ma giunto a questo punto ho deciso che non vale la pena restare lì e rischiare il collasso nervoso o di fare qualcosa della quale potrei poi pentirmi; perché io mi conosco, trattengo tutto quello che posso per un tempo indefinito e poi esplodo con esiti assolutamente imprevedibili.
Meglio quindi chiarire le cose, sistemarle e prendere anche una strada diversa.
In un modo o nell'atro questa cosa finisce qui.
Quello che mi stupisce è il fatto ch'io non sia depresso, o giù di morale come è accaduto più volte nell'arco di questi mesi, ma che mi senta farcito, sino a scoppiare, di rabbia e nervoso... il che vuol dire che dovrò anche fare uno sforzo per mantenermi in termini civili invece di esplodergli addosso, aggiungendovi anche lancio di oggetti contundenti.

venerdì 18 ottobre 2013

Nervoso q.b.

Agli albori della mia vita lavorativa facevo la qualunque; disegni e pratiche edilizie.
Poi, col tempo, sono stato sempre più confinato ai soli disegni e la parte normativa l'ho tenuta blandamente aggiornata, del resto mi serviva solo fare alcuni controlli mentre disegnavo; nulla che richiedesse una conoscenza troppo approfondita.
Ultimamente sono rimasto da solo in ufficio e quindi devo occuparmi di tutto; pratiche edilizie, disegni e, cosa particolarmente ingombrante, fare da badante al capo.
Riconosco di avere un buco normativa di quindici anni circa da colmare, che non è poco, ma è sempre meglio dei trent'anni di ignoranza delle norme sfoggiata dal capo.
Mi faccio, letteralmente, in quattro per far funzionare le cose, compilare i moduli senza svarioni, capire le normative per pezzare i buchi del capo e fargli in continuazione da badante; siamo a livelli da non saper distinguere "chiudi il file" da "chiudi il programma", quindi sono interrotto per la qualunque... ci mancano giusto le spugnature a casa.
In tutto questo mi sento dire che lo "studio è alla deriva e devo riorganizzarlo"; l'unico modo per riorganizzarlo è che lui si scantasse e imparasse a svolgere le sue mansioni, tutto sommato sarebbe già sufficiente che mi ascoltasse quando parlo...
Sto cercando un altro lavoro; ch'io ci riesca è da vedersi, ma ci proviamo

venerdì 11 ottobre 2013

Sonno

Questo post tratterà di dormire, cosa della quale avrei ancora bisogno stamane.
La settimana che, allegra e fiorona, si avvia alla sospirata conclusione, mi ha esaurito oltre ogni dire; mi sento veramente alla frutta, mi stupisco anche di non spegnermi e andare in risparmio energetico.
Fare da badante è... devastante.
Comunque sia non è del mio deplorevole e precario stato odierno, ma degli ausili che utilizzo per conciliarmi il sonno.
Grazie a dio dormo come un sasso e senza alcun problema, del resto la mia coscienza, che è ingombrante, è immacolata e quindi non ho problemi che mi tengano sveglio e la fede nella Provvidenza fa il resto, ma ci sono giorni nei quali torno a casa talmente inverso e svuotato da aver bisogno di qualcosa di sottofondo diverso dalle urla e dalle ciance dei politici; i miei guardano con religiosa frequenza, dal lunedì al venerdì, ogni programma che contempli un dibattito politico.
Programmo il lettore mp3 perché ripeta un dato album e si spenga dopo un certo periodo e lo attacco a un paio di casse, piccine, che funzionano come delle cuffie; non hanno mai avuto un bel suono, ma a volume basso fanno il loro dovere con dignità.
Il sottofondo musicale che accompagna il mio incedere tra le braccia di Morfeo, è composto da:
- registrazione di un temporale;
- registrazione dello scorrere di un ruscello;
- le campane della Lavra di Pechersk
- un album di Levon Minassian
- un qualunque albo di canti bizantini o di canti della chiesa ortodossa... una chiesa a caso
Sono tutte cose che ascolto anche normalmente, specie le campane e i cori ortodossi, ma alla sera mia aiutano a sistemare le cose in prospettiva e a dimenticarmi dei pesi della giornata.

Questo post è stato editato più volte per venire incontro alle mie, odierne, ridotte capacità compositive.

giovedì 10 ottobre 2013

Palloni gonfiati

Il mondo ne è pieno; un po' perché la categoria è affine a quella degli "stupidi" e un po' perché avanzare stolidamente nella vita è comodo.
Il Pallone gonfiato si sente inequivocabilmente superiore agli altri per un motivo casuale che, di norma, è destituito di qualunque base solida e privo di un valore effettivo.
Il peggio è quello che si ritiene istruito in virtù di un cursus formativo che l'ha condotto verso l'acquisizione di una o più lauree.
Ebbene: del "dottore" in Italia non lo si nega a nessuno.
Il nozionismo non è, da sempre, sinonimo di intelligenza; le nozioni se non accompagnate da un barlume di curiosità, di capacità di adattamento, da, appunto, intelligenza sono del tutto inutili; servono solo a ripetere in modo pedissequo la lezione imparata a memoria.
Il nostro soggetto ha una, del tutto ingiustificata, altissima opinione di sé e quindi trova tutto quello che fa immancabilmente eccelso e superlativo, anche qualora sia, obbiettivamente, una azione, nell'accezione più ampia possibile, ridicola, grottesca, riducendosi ad una macchietta.
Se il nostro eroe, poi, si diletta di scrittura è la fine; si sentirà in dovere di pontificare sulla qualunque e si crederà fine letterato, "acuminato" autore di testi di profondissima arguzia... in realtà a mala pena leggibili.
Questa gente dovrebbe imparare a prendere la vita con un po' di ironia e a non prendersi sul serio; a farsi attraversare da un dubbio, ogni tanto, e capire che nessuno ha tutte le risposte... manco loro.

martedì 8 ottobre 2013

"Corella" di Federica Soprani

L'ho finito ieri e posso dire che mi è piaciuto.Si potrebbe anche malignare che essendo l'autrice una amica, il mio giudizio sia parziale e fazioso; bhè... chi mi conosce sa che se una cosa non mi piace, non c'è santo in paradiso in grado di farmi affermare il contrario.
Essendo affetto da patologica buona educazione, però, è facile ch'io faccia lunghe perifrasi che non dicono esplicitamente "quello che hai fatto è terribile"... mi affido al senso implicito; anche questo fa parte dei miei difetti.In questo caso, però, devo dire che il libro mi è proprio piaciuto; è proprio bello e ben fatto.Mi ci sono avvicinato anche con una certa cautela:
- Primo; perché si tratta di un romanzo storico e l'andazzo degli ultimi tempi, da quanto si vede in libreria, non depone a favore di questo genere
- Secondo: temevo un eccesso di morbosità, data dal periodo e dalle figure affrontate.
Il libro, invece, è un bel romanzo storico che mi ha coinvolto, almeno quanto i libri della Bellonci, autrice somma del mio empireo, equilibrato, ovvero non c'è un eccesso di morbosità, non vi sono scene gratuite, ma rimane la sensazione di un libro armonico nel suo insieme; ha un registro accessibile e una prosa fluida e coinvolgente.Una lettura consigliatissima e tanto per ribadire il fatto che il libro mi è piaciuto, vi incollo pure la recensione scritta per anobii.



"Ho sempre letto moltissimi romanzi e saggi storici; col tempo, però, ho iniziato a leggere sempre meno romanzi temendo l'effetto Dan Brown. La lettura da ombrellone non è un male, ma se tutti i romanzi storici sfoderano complotti più o meno improbabili e balzano da un periodo all'altro, alla fine si trasformano in una serie di romanzi fabbricati in serie; tutti uguali e, alla lunga, tutti ugualmente noiosi. Sovente la storia non ha bisogno di innesti moderni, basta che venga narrata, così come la conosciamo, in un modo coinvolgente che prenda il lettore e lo trascini; è il caso di questo romanzo. Il libro è scritto bene e la lettura fila via senza intoppi. A me, per dire, Cesare Borgia, come figura storica, non mi ha mai incuriosito più di tanto e i Borgia, come famiglia, ne condividono la condizione. Questo libro, come la "Lucrezia" della Bellonci, tratta proprio questa famiglia della quale lessi qualcosa da ragazzino e che poi non ebbe più il potere di incuriosirmi. La bontà del libro di Federica sta nel trattare un personaggio secondario, a me, per dire, del tutto ignoto prima di questa lettura, e di renderlo oggetto di interesse grazie a un registro accattivante, facilmente accessibile; con una narrazione che, pur con pochi dialoghi, dice quanto necessario per rendere il personaggio a tutto tondo. Il romanzo si caratterizza anche per la presenza di una serie di personaggi secondari che pure hanno il potere di stimolare curiosità. Non posso dire di essermi affezionato al protagonista, ma la lettura mi ha riappacificato con genere che ho sempre amato e dal quale ultimamente, per le ragioni sopra esposte, me ne sono discosto. A fine lettura posso dire di aver, però, maturato l'intenzione di saperne di più riguardo al periodo trattato."

domenica 6 ottobre 2013

"E' come veder litigare mamma e papà"

E' incredibile le cose che il cervello riesce a recuperare, frasi o situazioni, mentre sei intento a fare dell'altro.
Questa frase, per esempio, mi è stata detta, poiché mi riguardava, tanti anni fa da una persona la quale aveva, effettivamente, vissuto la separazione dei suoi genitori e oggi, senza preavviso, mi è tornata in mente e con essa alcune cose legate al passato.
Sono passati molti anni e se dovessi rivedere oggi quelle persone non saprei neppure da dove iniziare una conversazione urbana, magari con il tempo che come argomento va un po' con tutto, perché del resto è venuta meno la confidenza amicale e si tratterebbe di conoscere nuove persone; gli anni ci cambiano, lasciano inalterata una parte di noi, quella che ci definisce, ma apportano tanti cambiamenti da renderci persone diverse.
Non penso che l'eventualità possa presentarsi, nel caso si vedrà al momento, ma è singolare che ogni tanto ci ripensi.
Quello che mi manca sono le opinioni, il modo di dialogare o di vedere le cose che, forse, appunto per quanto detto prima, sono aspetti legati a un momento preciso nel tempo.
E' stata una bella esperienza.
La nostalgia tinge tutto, o almeno ci prova, ci sono alcune cose per le quali non c'è smalto che tenga, di colori pastello, piacevoli; altera i ricordi, perché, forse, pensiamo a quando eravamo più giovani e ci pareva di avere più tempo di fronte a noi e i nostri orizzonti sembravano più ampi.
In realtà gli orizzonti non si dilatano e neppure si restringono, le possibilità rimangono sempre inalterate, siamo noi che decidiamo di rinchiuderci da qualche parte per scelta e decidiamo di vedere solo alcune cose, che magari ci danno sicurezza, per rifiutarne altre... e il passato è un rifugio sicuro; un posto caldo, accogliente, noto, che possiamo anche ridisegnare a nostro piacimento se alcune cose ci urtano.
E poi il passato è già accaduto; in esso non c'è bisogno di improvvisare per andare avanti.
Molto interessante.

giovedì 3 ottobre 2013

Cosmo

Che, in fondo, vuol dire ordine.
Non sono bene sicuro vi sia un ordine delle cose e neppure che debba essercene uno, ma sono sicuro che sia un bene vedere l'ironia delle cose, che essa sia frutto, o meno, di un disegno preciso poco importa; essa è lì e attende di essere colta.
Così è ironico ch'io abbia un creatura in gestazione da troppo tempo e che un ingiustificato eccesso di buon umore, ovvero una presenza minima di questa stato, mi impedisca di stare male a sufficienza per poter creare.
A volte è veramente intollerabile questa mia fiducia nella Provvidenza.
Voglio dire; uno si aspetta di stare adeguatamente male per poter disegnare qualcosa e invece niente, la discesa è frenata da una qualche scemenza che ti mantiene persin di buon umore.
Probabilmente potrei anche imparare a produrre in uno stato diverso, ma il "moderatamente allegro", e in generale la "moderazione", non è uno stato particolarmente creativo e ormai mi sono abituato a far due chiacchiere con Caronte, passeggiare con Virgilio, prima di arrivare, per un breve periodo, su nell'Empireo per poi ricominciare a scivolare verso il basso.
L'Ispirazione è la mia Beatrice; una Beatrice riluttante, con interessi diversi, seminati in giro, da curare e che ha poco tempo da dedicarmi... ovviamente la nostra è una relazione occasionale.
Ironia si manifesta, sovente, anche nel lavoro ove si susseguono involontari siparietti comici; frasi dette con altri intenti che si prestano ad interpretazioni diverse e gesti per nulla disinteressati il cui scopo è talmente palese da risultare persino comico nella rozzezza con la quale viene confezionato.
Intendiamoci; ogni atto di gentilezza è meritorio di per sé... è l'effetto incidente che lo rende rozzo e lo priva della sua gentilezza.
Di più non è dato dire.
Il Cosmo si basa sull'Ironia.

domenica 29 settembre 2013

Va così...

"Now my charms are all o'erthrown, 
And what strength I have's mine own,
Which is most faint: now, 'tis true, 
I must be here confined by you, 
Or sent to Naples. Let me not, 
Since I have my dukedom got 
And pardon'd the deceiver, dwell 
In this bare island by your spell; 
But release me from my bands 
With the help of your good hands: 
Gentle breath of yours my sails 
Must fill, or else my project fails,
Which was to please. Now I want 
Spirits to enforce, art to enchant, 
And my ending is despair, 
Unless I be relieved by prayer, 
Which pierces so that it assaults
Mercy itself and frees all faults. 
As you from crimes would pardon'd be, 
Let your indulgence set me free."
("la Tempesta"... non penso vi sia bisogno di specificare altro)

Oggi va così e non va neppure male, ma resta sempre qualcosa di incompiuto, diviso e spesso lacero, che non può essere riunito e le tensioni permangono quelle di sempre; vi sono cose che possiamo migliorare e, forse, persino cambiare, ma altre ci definiscono per quel che siamo e non possono essere colmate.
A volte le cose sono tenute e bada da non so bene quale artificio, anche perché, affinché sia sentito, ciò che ci agita non può durare per tutto il corso della nostra vita; come un mantice abbisogna di momenti nei quali respirare, prendere fiato e poi ripartire.
L'abitudine ottunde qualunque cosa e la singolarità ne è egualmente vittima.
Il trucco consiste nel capire che siamo un insieme di singolarità, ognuna unica, singola appunto, e che la media, la norma, è un utile concetto che ha poco a che vedere con l'individuo e il proprio tempo.

mercoledì 25 settembre 2013

Povero blog

Sono passati ben 13 giorni dall'ultimo mio scritto sul blog; mi dispiace che, ogni tanto, accada ch'io scompaia e diserti il blog, ma di recente ho avuto, come accade, e si dice, sempre in questi casi, un periodo pieno... di scemenze.
Oddio; sono accadute anche cose belle, per esempio la questione casa, forse non ho detto che sto per andare a vivere da solo, si sta definendo e quindi diventerò presto borghigiano.
Mi spiace lasciare le mie collinette, ma del resto rimangono qui a soli dieci chilometri e potrò venire a trovarle tutte le volte che ne avrò bisogno.
In generale arrivo a casa sfranto e derelitto, con pochissima voglia di fare qualcosa di più impegnativo del perdermi sul faccialibro.
So di non lavorare in miniera, per cui il mio lavoro non è fisicamente stancante; trovo però molto impegnativo dover fare da badante e nel contempo svolgere le mie mansioni che, per inciso, sono, ovviamente, aumentate a parità di retribuzione... sinché dura, perchè mi sono giunte voci peculiari in proposito.
Fatto sta che continuo ad essere preda di periodico desiderio di ritirarmi dal mondo; il guaio è che la Chiesa pare averne un po' il monopolio ed io, per coerenza, non potrei affidarmi ad una organizzazione clericale.
Una volta era più semplice; ci si trovava una grotta, si faceva il barbone, si campava poco o tanto a seconda della fortuna e della costituzione e, a volte, questo era sufficiente per acquisire fama di santità... se poi si moriva anche in modo tragico, eventualità molto probabile all'epoca, gli onori della fede popolare erano assicurati.
Questo per dire che i tempi cambiano, ma in definitiva non vi sono grandi novità; del resto le persone possono migliorare o peggiorare, ma difficilmente cambiano la loro natura.



giovedì 12 settembre 2013

La qualunque

Ieri mi sono dovuto recare a prelevare alcuni documenti per lo studio e, dalla via che c'ero, ne ho approfittato per fare due passi.
Arrivo con la corriera alle 8:10 circa e inizio a lavorare alle 9 per cui, se devo andare in centro a fare delle commissioni, ho tutto il tempo di camminare un po' per Parma.
Non so se ne ho parlato, ma in studio abbiamo una macchinetta per il caffè, di quelle per le quali devi pagare una certa somma e quella si mette in moto, macina il caffè e poi te lo serve, compiaciuta di sé, in un bicchiere di carta ad una temperatura accettabile.
Io prendo il caffè amaro, o meglio senza zucchero, ma, indipendentemente dalla regolazione imposta alla zucchero, la nostra macchinetta mette nel bicchiere, sempre, anche la paletta dello zucchero; del resto per fare del caffè non ci vuole un software elaboratissimo.
Ieri, visto che avevo tempo, mi sono recato nel mio solito posto, qui in Parma, a prendere un caffè e questo mi ha portato a una conclusione: il caffè della macchinetta fa ca***re a spruzzo... scusate la scelta di termini sì preziosi, desueti e sofisticati, ma era indispensabile scegliere a modo la metafora per rendere in modo corretto l'idea.
Dopo un ottimo caffè mi sono recato in visita, invero breve, entro il Duomo di Parma ché apre bon'ora la mattina.
E' sempre un piacere entrarvi, visitare le varie cappelle laterali, l'effige di Santa Teopista e e guardare gli stili pittorici, vari e diversi, che si susseguono nella cattedrale.
Mentre ero in contemplazione sento una musica debole e fioca che mi accompagna nella visita; una bellissima musica!
"ah! che bello", ho pensato "che mettano qualcosa di così emotivamente adatto in sottofondo. Peccato per il flebile volume".
Il brano mi pareva molto, a tratti pure troppo, familiare; poi la musica si interrompe e parte questa; lì ho capito che quanto sentito prima era parte della colonna sonora di "A touch of spice", composta da Evanthia Reboutsika, ovvero "An umbrella over Bosphorus".
Era il mio iPod che, per ragioni a me ignote, si è acceso ed ha iniziato a suonare; per fortuna non c'era nessuno in cattedrale e quindi è stato un imbarazzo solitario; certo, sarebbe stato peggio se nella cattedrale piena di turisti mi fosse partita "Feuer frei" a volume distintamente udibile.
E' stata una bella visita.

domenica 8 settembre 2013

"Corella - L'ombra del Borgia"di Federica Soprani

Questo spot è sfacciatamente pubblicitario.
Attendo di comprare la mia copia del volume e nel frattempo mi pare giusto fargli un po' di pubblicità.
Conosco l'autrice da un po' di tempo e ho anche letto qualcosa di suo, quindi so che anche questo libro è ben scritto.
Il libro sarà disponibile anche su altri store on line, anche se al momento lo si trova solo nella pagina della casa editrice.
Non l'ho ancora letto, anche perché devo ancora prenderlo e i miei mezzi sono piuttosto antiquati, ma ho letto, dell'autrice, uno dei libri della serie "Victorian Solstice", del quale ho scritto due righe su anobii, e ne sono rimasto favorevolmente colpito.
A questo indirizzo si trovano alcune informazioni sui libri della serie nominata e due notizie sull'autrice, anche se nel caso della serie si deve parlare di "autrici"; qui il link.

Per quanto riguarda "Corella" le informazioni si possono reperire a questo link e nel frattempo metto la copertina del libro che, ho saputo di recente, è stata fatta da una mia amica; conosco un sacco di gente creativa.

giovedì 5 settembre 2013

Si cambia

Ebbene, alla mia venerabile età, e quindi in media con la nazione nella quale vivo, ho deciso di andare a vivere da solo.
Lascerò l'avita dimora e per un periodo, almeno sino a prima di andare in casa di riposo, andrò ad abitare da solo; che poi proprio "solo" è da vedere.
Avrei anche trovato qualcuno con cui dividere l'appartamento.
La dimora è stata trovata in quel di Fidenza.
In ogni caso andrei in quel di Fidenza, mi spiace lasciare il mio paesello, ma Borgo ha alcuni vantaggi indubbi, specie ora che lavoro a Parma.
Innanzi tutto c'è una ferrovia dalla quale passano regionali e interregionali e quindi potrei anche andare in treno a Parma; il treno costa meno del bus e inquina meno e una volta a Parma andrei a piedi, almeno sino a quando lavoro ove sono ora.
Fidenza è una città amica delle biciclette; tant'è che ne rubano parecchie :asd:
I fidentini in bicicletta vanno ovunque con qualunque tempo e la città gode di molte, comode, piste ciclabili.
Costa meno di una grossa città ed è comoda sia per raggiungere Parma che Piacenza, piazzata com'è a metà sulla via Emilia che collega queste due città.
Se l'ipotesi di questa "casa" sfuma, cercherò comunque un bilocale a Borgo San Donnino.
Vedremo come andrà.

mercoledì 4 settembre 2013

Peli

Gentili donzelle; non andate innanzi a leggere, perché sto per lamentarmi dei tre peli che se ne stanno parcheggiati sulla mia faccia.
Sono perfettamente cosciente, anche perché mi hanno già bonariamente, almeno credo, sgridato che io non devo deforestare; ho giusto qualche pelo in faccia e quindi non sono autorizzato a lamentarmi.
Siete avvisate; questo post sarà ingiusto e pure una lagna.
Non dite che non vi ho avvisate.

Detesto radermi; davvero... è una inutile perdita tempo.
Non posso neppure lasciare, però, che quella poca barba che se ne sta appiccicata sulla faccia, mi diventi più infestante di una gramigna, anche perché poi, per poter usare la bocca, dovrei acconciarla con delle ancor più dispendiose treccine o roba simile.
Il fatto è, però, che radermi mi sa parecchia briga.
Essendo una cosa che faccio mal volentieri viene, spesso, fatta un tanto al chilo, per cui, sovente, devo anche passarmi le mani, a intervalli di tempo regolari, in faccia per controllare di non aver lasciato indietro dei pezzi; cosa che per altro accade puntualmente.
Mi rado come i persiani, i gatti, si lavano; dimenticandomi dei pezzi qui e là.
Se, per esempio, inizio a radermi alle sette di sera, ci sono buone probabilità che, a pezzi, alle nove di sera io abbia raso tutta la faccia almeno due o tre volte, ma che sia anche riuscito a radermi senza dimenticare delle zone ampie; i singoli peli non fanno testo e nel male me li posso strappare come antistress.
Ogni volta, un po' come per il taglio di capelli, mi riprometto di radermi appena un po' più di frequente che una volta la settimana e ogni volta me ne dimentico, del resto ho anche un lavoro che mi permette certe libertà; il modulo di pagamento dei diritti di segreteria, non se ne ha a male se lo compilo con la barba lunga.
Il mercato, poi, non è per nulla di aiuto.
Perché diamine devono esserci uno sbardavello (quantitativo innumero) di tipi diversi di lamette?
Sono anche distratto e soprattutto affetto da patologica assenza di memoria, per cui non mi ricordo mai quale tipo di rasoio possiedo e va sempre a finire che compro le lamette sbagliate; tanto poi le uso lo stesso sino a quando implorano di essere lanciate nel bidone.
Il guaio è che per poterle utilizzare a modo ci vuole anche la macchinetta giusta e quindi va sempre a finire che mi ritrovo con almeno tre o quattro macchinette in giro per casa; tanto poi, al dunque, mi dimentico di portarmi appresso il rasoio giusto e va a finire che mi rado con la solita eroica lametta che tenta, con un po' di fantasia, di tenere botta.
Detesto fare questo genere di manutenzione.
I capelli posso anche lasciarli lunghi; tanto poi se ne possono stare legati, in qualche modo, da un elastico basta che sia, ma non posso farmi venire una barba lunga a sufficienza per usarla per spolverare... poi mi richiederebbe più manutenzione che radermi.
Andrebbe pulita, acconciata, curata, pettinata, che poi infeltrisce; siamo matti? via tutto piuttosto! L'abluzione mattutina non sarebbe sufficiente per tenere una barba lunga presentabile.
Alla fine radermi è l'operazione che impiega meno tempo e meno energie; è noiosa, cosa che detesto, ma è la soluzione più pratica...
Ringrazio l'Evoluzione che ci ha fatto perdere un po' di pelo col tempo.

lunedì 2 settembre 2013

"L'estate sta finendo..."

...e tendenzialmente mi mancheranno, come tutti gli anni, le ferie.
Questa cosa di non poter vivere di rendita è causa di cruccio; nella prossima vita voglio rinascere animale domestico o con una rendita e spero di ricordarmi della cosa.
Tutto sommato non posso certo lamentarmi di queste lunghe vacanze estive, anche perché tra un paio di settimane il capo se ne va e anche se sarò al lavoro, sarà come tornare in vacanza.
Certo non navigo nell'oro e di sicuro il mio eroe di bambino, ovvero Zio Paperone, ne sarebbe decisamente deluso, ma di contro Geppo approverebbe la mia condizione e mi sento molto vicino ai problemi dello stato di Bancarotta e alle capriole che Nonna Abelarda deve fare per portare a casa due lire; del resto il denaro non è tutto e ne ho comunque a sufficienza per comprare della cioccolata che, nei momenti bui, è un ottimo succedaneo della felicità; con buona pace della bilancia.
Oggi è stato il primo giorno lavorativo e, a parte un notizia triste proveniente da una amica, di un evento che era atteso, ma non per questo meno doloroso, la giornata si è protratta un po' come al solito.
Sono anche, bonariamente, sbottato col capo; ne avevo le tasche piene di ripetere, inascoltato, sempre le solite cose avendone in cambio la rassicurazione di un onesto tentativo di comprensione.
Preferisco comportarmi come un disco rotto e ripetere ad nauseam le solite robe.
Il blog è stato disertato perché me ne sono andato una settimana in Olanda; paese meravigliosamente fresco, abitato da persone fantastiche... a parte le normali eccezioni al caso, ovvio.
Da oggi riprende la solita routine, in attesa di stabilire una nuova routine da un'altra parte, in altre circostanze, perché del resto siamo abitudinari e ricerchiamo, pur fuggendole, l'abitudine che ci rassicura.
Ho un po' di cose per la testa, ma sono tutte accatastate alla rinfusa, senza un ordine preciso e prive di un qualche scopo reale e perciò mi ritrovo a corto di parole.
Tra qualche tempo, forse, per spontaneo amalgama, le idee si riordineranno oppure, ben più probabile, me ne dimenticherò e le sovrascriverò con idee e pensieri nuovi.
Qualora ve lo steste chiedendo, l'Ispirazione è ancora in vacanza; non so dove sia andata, non ha lasciato scritto nulla e non mi ha mandato manco una cartolina... sono in attesa di un suo ritorno.

mercoledì 21 agosto 2013

Lugano

Questa è una gita fuori porta di una certa importanza; nessun paese nei pressi, ma sono andato oltre confine in Svizzera... praticamente dietro l'angolo.
Lugano è una graziosa cittadina con alcune cose da vedere ma, ovviamente, la cosa più bella è il lago.
Venerdì parto per l'Olanda e quindi lascerò il blog per qualche giorno.























lunedì 19 agosto 2013

"Lei"

Questo sarà un post all'insegna del "non ci sono più le mezze stagioni", o qualcosa di molto simile, quindi potreste anche annoiarvi a morte; metto le mani avanti che non si sa mai.
E' una cosa che ho notato già qualche tempo fa, ovvero la difficoltà che alcuni giovani, visto che non mi piace particolarmente generalizzare, hanno nell'improntare il discorso verbale usando il "Lei".
Mi è accaduto anche oggi; la donzella in questione, con buona probabilità laureata da qualche anno, passava di continuo dal "lei" al "tu".
Abbiamo parlato per circa dieci minuti e durante tutto questo tempo ha continuamente cambiato persona durante il discorso.
Capisco ch'io incuta, risate ON, capisco che la mia imponente figura, prego rotolatevi a terra dal ridere, possa indurre un po' di sana soggezione, ma così tanto da confondere il lessico mi pare eccessivo.
E' un peccato perché mi piace il "lei".
Innanzi tutto serve a mettere un certa distanza tra te e l'interlocutore e questa distanza può sia significare rispetto per l'età avanzata della persona con la quale parliamo, oppure chiarisce che la persona con la quale parliamo ci è estranea, e a volte evidenza anche il fatto che è un bene che resti tale.
Il "tu" è confidenziale e riservato per persone che conosco bene, diversamente tendo, anche con i coetanei se non mi viene detto diversamente, a usare il lei; lo uso anche con chi è più giovane se non lo conosco.
Probabilmente tra qualche decennio il "lei" verrà confinato nella lingua scritta insieme al "voi" e rimarrà  il solo "tu" a gestire le conversazioni.
Quello che è brutto è sentire, nello stesso discorso, l'interlocutore che passa, con un certo imbarazzo, dal "lei" al "tu" perché, a un certo punto, non è più in grado di gestire la conversazione in terza persona.
Ci farò l'abitudine.

domenica 18 agosto 2013

Formigine

E' inesatto parlare di gita fuori porta perché, a parte il castello, non vi ho mai fatto propriamente il turista; vi sono andato spesso perché vi abitava una mia amica.
La fondazione del paese risale al X° secolo, mentre il castello fu voluto dal Comune di Modena per vigilare i confini con il Comune di Reggio Emilia.
Vi si susseguirono un po' di feudatari, tra cui i Pio e poi passò nelle proprietà dei Calcagnini d'Este. Pesantemente bombardato durante la seconda guerra, il paese mantiene un centro storico riconoscibile con strutture medioevali o del primo rinascimento.
Il castello è stato di recente restaurato, all'interno sono visibili i resti di una chiesa e altre porzioni di muri.
Sicuramente merita, da parte mia, una visita più approfondita e turistica di quelle che sinora gli ho riservato.
Ho ancora, in archivio, nove mete da aggiungere a queste "gite fuori porta" d'archivio, dopo di che inizierò con quanto fatto quest'anno e, quindi, anche le foto del viaggio in Olanda; nel frattempo vi lascio a Formigine.
Credo di aver messo anche la foto di una torta, perché ricordo di essere stato a mangiare nel ristorante del castello, per un compleanno, e di aver mangiato benissimo.












venerdì 16 agosto 2013

Vacanze

Ebbene; sono in ferie... da un po'.
Riprenderò a postare le gite fuori porta dall'archivio e le ultime fatte, ma per il momento voglio comunicare al mondo, che lo voglia o meno, che ho fatto del mio corpo un'opera d'arte... dadaista; forse.
In questi giorni pre partenza, alla fine mi attendono cinque giorni in Olanda, vicina ed economica, almeno da raggiungere e da rimanervi, ho fatto alcune interessanti gite fuori porta a camminare in mezzo ai boschi, o a rampare su per alcuni sentieri montani.
Ho proseguito l'esplorazione del Parco Fluviale dello Stirone, andando a più riprese perché è lungo da percorrere e al momento mi mancano, ancora, alcuni tratti; sono andato ai Salti del Diavolo, avventura che merita un posto a sé, dato che mi sono perso un paio di volte e ho persino incontrato ben due persone; sono salito in vetta al Monte Prinzera e oggi sono salito sul Monte Ventasso e ne sono sceso con un lieve mal di testa.
Subito non ne ho capito il motivo, poi sono andato a lavarmi e tutto si è chiarito; ho già detto che il mio colorito naturale è il bianco?
Sono particolarmente pallido, un rosa molto tenue tendente al pallore da candeggio insomma, ed essendo benedetto da una pelle del cavolo, ovvero basta un niente perché si irriti e io mi riempia di bolle, tendo a non espormi al sole in modo da evitare possibili insolazioni.
Ho anche già scritto, da qualche parte, che mi sono preso una insolazione andando al lavoro, a piedi, e passando sotto a tutti i punti in ombra.
Per fare tutte queste escursioni all'aria aperte ed evitare di svenire, riempirmi di bolle o, in generale, stare male, sono sempre partito con: cappello, due litri d'acqua e ombrello.
Non ostante tutte le precauzioni, mi sono comunque esposto al sole e il risultato è il seguente: le gambe sono di un colore rosa più marcato del resto, i piedi sono persino abbronzati, là ove i pertugi dei sandali hanno lasciato passare la luce, gli avambracci sono abbronzati per metà, ovvero la parte più esterna, mentre all'interno si sono mantenuti del loro pallore naturale, mentre testa e collo, dopo la camminata di oggi al Ventasso, sono divenuti di un bel colore rosso pomodoro maturo; il resto del mio corpo è del solito nitore.
In un attimo di follia, in una delle mie peregrinazioni, sono anche stato tentato di togliermi la maglia; ho desistito quando ho constatato che, scoprendo le sole braccia, la mia pelle era più riflettente del tessuto bianco della maglietta; forse sono anche catarifrangente.
Tutto questo per dire che attualmente sono maculato e con le bolle; uno splendore... ovviamente ho anche una collezione di abrasioni, escoriazioni e graffi vari.
Dall'anno prossimo, se me ne ricorderò ovvio, d'estate oltre a ventaglio e ombrello, mi doterò anche di un asciugamano per tergermi il sudore: visto che a unire le bolle non ricavo nulla di utile, magari riesco a evitarne la formazione.

mercoledì 7 agosto 2013

Fontanellato

Il paese è famoso per due motivi principali: Stufetta e Madonna.
La prima poiché, nelle sale del Castello, una stanza, detta appunto "Stufetta", venne affrescata dal Parmigianino, noto pittore della maniera, al secolo Girolamo Francesco Maria Mazzola.
Gli affreschi sono ottimamente conservati e il castello merita una visita anche per la curiosa camera ottica in una delle torri circolari.
A Funtanlè (Fontanellato) c'è un importante santuario mariano, risalente al '600, la statua della Madonna gode fama di essere miracolosa.
Nel mentre decido che fare della mia vita, metto un po' di foto di archivio.