mercoledì 30 giugno 2010

Letture

Come si può vedere dalla voce "letture", lì in basso a destra, sto leggendo un libro su Ipazia. Premetto che ne ho anche un altro da leggere, che mi è stato regalato, e quindi potrò metterli a confronto.

Al momento sono circa ai due terzi della prima parte, perché il romanzo, dato che di questo si tratta, si divide in due parti; devo dire che al momento è una insopportabile apologia. L'eroina è talmente senza macchia che probabilmente si intingola nella candeggina per essere più bianca del bianco, chissà se usa la candeggina "Aiace"?, comunque sia non ha nulla di umano. E' pieno di concetti moderni, come lo "spazio-tempo", e al momento Ipazia non ha ancora scoperto la relatività generale, ma sono sicuro che potrebbe accadere in itinere. Sono tentato di mollarlo lì...

Capisco che il personaggio in questione sia annoverato, giustamente, come la prima martire dell'integralismo religioso, e sono sicuro che sia stata anche una persona più che straordinaria, ma dubito fortemente che girasse con la scritta "Santa Subito" sulla schiena e che vagasse per Alessandria a salvare il mondo nel tempo libero; magari era anche un essere umano...

Questo libro mi infastidisce e lo leggo con scarso entusiasmo.

domenica 27 giugno 2010

Serata Principi

Sabato, dopo un giro a Modena, sono rimasto con amici, in un paese nei pressi, in casa di uno di questi a cenare; era rimasto a casa, il poveretto, a cucinare mentre noi vagavamo per Modena. Confesso che quando ho saputo questo dettaglio mi sono sentito in colpa, perché avrei potuto dare una mano...comunque i miei sensi di colpa non sono il tema del post.
Per cucinare aveva acceso la televisione ed era ancora accesa quando siamo arrivati e così abbiamo commentato i due film che hanno dato. Questa la trama: il principe di Danimarca scavezzacollo e un filo parassita, va in USA per i cavoli suoi, con maggiordomo al seguito, dopo aver visto un programma di donzelle discinte (perché si sa com'è l'adagio), si iscrive in un college, ma rimane senza soldi, perché la famiglia non lo foraggia, conosce una donzella della quale si innamora che lo porta in campagna a conoscere i suoi; i due si amano, lei lo raggiunge in Danimarca, lui diventa re - fine prima parte - si sposano, non ostante alcune prevedibilissime avversità, una rivale agguerrita, l'invocazione di regole oscure risolte con l'aiuto del "master" e poi vissero tutto felici e regnanti -fine seconda parte-. Una trama lineare per un paio di commedie di poche pretese, con qualche infamia e poche lodi, ma non era difficile mettere i pezzi in ordine, specie perché uno si intitola, a caso, "Il principe" e l'altro "Il principe 2".
La rete in questione prima ha dato il secondo episodio del dittico e poi il primo, tant'è che a vederli, per dire della complessità della trame e del sottobosco di sottotrame, sembrava che il secondo film fosse il remake del primo.
Non sto a criticare le commediole, che per altro sono assolutamente innocue (comunque meglio il primo episodio del secondo, per il quale hanno preso uno che passava di lì per scrivere la sceneggiatura), ma l'acume di chi ha fatto il palinsesto: come si fa a dare prima la fine e poi l'inizio? L'hanno fatto per pudore e per sedare il MOIGE perché credevano che il primo episodio fosse un po' troppo audace? (chiaramente a parte qualche bacetto, forse, concediamolo, un po' audace non c'è nulla...)...mah...
L'ultimo film della serata "Principe" era il "Dracula" di Coppola; che è un po' il principe azzurro sognato da tutte le donzelle; palme pelose comprese :asd:
Il "Dracula" è comunque meraviglioso :)

Castrocaro






venerdì 25 giugno 2010

Pizza e altro

Ieri sera sono uscito e non essendo andato a casa a mangiare, ho cenato fuori con una pizza; pure buona. Ho letto da qualche parte che la pizza è un piatto di ritorno; molti emigranti meridionali italiani negli USA hanno portato la pizza con sé e oltreoceano divenne molto popolare, così quando gli alleati sono sbarcati in Sicilia si sono portati la pizza al seguito lungo la, lenta, liberazione d'Italia; il risultato è stato quello di fare uscire la pizza dal suo essere piatto regionale ed invadere la nazione. Se per assurdo fossero stati più gli emigranti romagnoli magari oggi sarebbe più diffusa la piadina. A me è sempre piaciuta la pizza, ma  mi priva di ogni liquido anche quando non è salata e devo bere come una spugna per reintegrare i liquidi persi e questo processo dura svariate ore; stanotte ho dormito circa tre ore. Non so in che condizioni arriverò a sera...

Ieri sera, cambiando argomento che fa sempre piacere, ho letto un pezzo molto interessante di Agazia Scolastico in merito ad alcuni eventi accorsi a Bisanzio, nella fattispecie narrava, dilungandosi, un po' come me insomma ma in una versione molto più forbita e gradevole, di un terremoto terribile e del comportamento degli uomini ad esso connesso; è incredibile constatare come certe cose, non ostante i millenni, proprio non cambino mai. Mi ha colpito soprattutto, tra le altre cose, l'insorgere di "santoni" che si vantano delle loro doti promettendo salvezza a non proprio buon mercato.

giovedì 24 giugno 2010

Zanzare

Di norma questi adorabili insetti mi adorano e mi amano così tanto da mangiarmi, letteralmente, vivo. In genere godo di un attimo di tregua tra gennaio e febbraio quando anche l'appartamento è troppo freddo per loro. Avevo sin pensato di avere un vampiro in casa che si trasforma, invece che in un pipistrello, in un nugolo di zanzare e che campasse del mio sangue; quando trovi morsicature anche a dicembre la cosa è sospetta :asd: (spero non sbrilluzzichi al sole, perché altrimenti giuro che vado in cerca di Van Helsing)

Quest'anno ero un po' in ansia, temevo infatti di essere passato di moda o di non essere più buono come un tempo; a parte infatti il consueto assalto che subisco ogni volta che vado nella Bassa, vicino al Po', mi hanno morso, di recente, solo in modo sporadico. Merito forse del vulcano Papalla D'Islanda e della sua fresca estate? Stavo già per ringraziare il vulcano in questione, imparando anche a scriverne il nome a modo (Ejvapa...qualcosa, temo mi manchi una qualche lettera e ne ho sbagliate almeno un paio), quando ieri sera mi sono ritrovato con una decina di morsicature, che si sono gonfiate facendomi assomigliare a un morone (le bacche del gelso, ma nella variante pallida dato che non sono particolarmente colorito).

Questa episodio mi ha rincuorato, le zanzare del mio paese mi amano ancora; oppure sono inciampato in zanzare d'immigrazione particolarmente affamate.

mercoledì 23 giugno 2010

La nuova piazza




Nella prima foto a destra si vede quella che temevo sarebbe stata una nuova "fontana littoria", devo dire invece che, grazie anche al verde che la circonda, si perde un po' via ed è molto discreta. Nella foto di mezzo si vede molto bene il pozzo delle acque e il Berzieri sul fondo; quegli elementi rossi e bianchi sono stati messi perché molta gente è caduta da lì, facendosi anche molto male, perché non si vedono bene i salti di quota...spero che sistemino presto questa cosa. Nell'ultima immagine il lato destro del Berzieri ove il progetto prevedeva il Pomodoro, spero vivamente resti così. Devo dire che tutto sommato mi piace, anche se è una landa assolata...

p.s.: oggi pare ch'io inverta le "s" con le "z", per ciò avevo scritto "messo" invece di "mezzo" e "rozzo" invece di "rosso"...spero che Vocabolo, il neurone addetto agli aspetti linguistici, non sia andato in ferie senza avvisare :asd:

martedì 22 giugno 2010

Mal di testa

E' iniziato ieri ed oggi è ancora qui che mi fa compagnia, anche se devo dire che stamane ha marcato tardi il cartellino perché ha iniziato a dolermi il capo verso le 7:50.

In genere mi dura almeno due giorni, se sono fortunato anche tre e a volte, ma fortunatamente ora sempre più di rado, mi capita che mi faccia talmente male il capo da dovermi rifugiare al buio; sarebbe carino anche il silenzio, ma in questi casi i vicini tendono ad avere idee meravigliose come l'azionamento del martello pneumatico, lo schiacciamento delle olive e altre attività similmente rumorose che proprio non possono attendere.

Vediamo questa volta quanto dura...

lunedì 21 giugno 2010

Mah...

A volte essere troppo urbani ti mette in situazioni spiacevoli, tutto sommato è meglio fare abbondante uso di taglioni e di sgarberie.

La misura non è ancora colma, ma quando lo sarà il problema si risolverà da solo.

domenica 20 giugno 2010

Varano de Melegari





Non ostante il diluvio, pare che grazie al vulcano "Papalla" (Eyjafjallajokul; "papalla" me lo ricordo) quest'estate non si morirà di caldo, oppure grazie anche al diluvio, stamane mi sono svegliato a un orario decente; sono riuscito a dormire sino alle nove...un evento.
Sono andato perciò a Varano Melegari a vederne il Castello.
Il castello sorge vicinissimo al Ceno, la cui valle merita di essere percorsa poiché è bellissima, e ha una pianta peculiare; tre delle quattro torri sono poste su un unico lato.
Dal 2001 è di proprietà del Comune che le ha reso visitabile, per la modicissima cifra 3,50euro, e all'interno del quale organizza varie eventi.
IL castello è sempre appartenuto a varie famiglie, ma in origine fu un castello dei Pallavicino. Il personale è molto gentile e all'interno si vedono le tracce abitative degli anni '50 e '60, specie nella scelta dei tinteggi. Non vi sono grandi affreschi poiché nel tempo si sono succedute vari tinteggi che le hanno coperti, si intravedono delle tracce di quello che la tinta posteriore nasconde; finora però sono stati fatti dei saggi. Il Comune ha ristrutturato il tetto e sta anche lavorando sul mastio, oggi non visitabile ma che presenta alcune peculiarità di pregio come le passerelle lignee che lo collegavano all'altra parte del maniero. All'interno c'è una più che pregevole scalinata del '600. La visita la momento dura un'ora circa, col sole forse anche di più perché è possibile godersi lo spettacolo di quel tratto della Val Ceno, ma è sicuramente un luogo da tenere sotto osservazione perché sicuramente, sotto quei strati di imbiancature anni '50, vi sono cose interessanti. Inoltre con il procedere dei lavori di recupero verranno resi visitabili ambienti diversi; dovrò quindi ritornare.

giovedì 17 giugno 2010

In cucina

D'inverno mi metto in cucina a spadellare e d'estate mi limito solo a preparare un dolce col mascarpone, perché il solo pensiero di mettermi ai fornelli col caldo mi fa venire male.
Ho imparato a cucinare perché mia sorella ha fatto l'istituto alberghiero e quando lei cucinava a casa io facevo da garzone; le passavo le cose, lavavo i piatti e le stoviglie e intanto guardavo.
Mi vengono veramente bene i risotti e la pasta, il resto decisamente meno, ma del resto la verdura la preferisco scondita e cruda e non magio carne, quindi non mi interessa cucinare bene l'abbacchio.
Questa lunga ed inutile premessa per raccontare quanto segue.
Tornando dal lavoro mi è venuta voglia di dolce col mascarpone, che altro non è che la parte cremosa del tiramisù per intenderci, una robina semplice da fare; così mi sono fermato a fare spesa.
Le uova, due, le avevo in casa quindi mi mancavano 500gr di mascarpone, lo zucchero di canna, una tavoletta di cioccolato fondente; prendo quel che serve, pago e torno a casa.
Separo i tuorli dagli albumi, metto quattro cucchiai scarsi di zucchero nei tuorli, mescolo il tutto sino a quando non si è amalgamato bene e poi prendo il mascarpone che mi pare...strano. Mi rendo conto che ha qualcosa che non va ma non capisco cosa, sino a quando non l'ho vuotato nel tegame con tuorli e zucchero; è poco...ne ho preso 250gr, invece di 500gr.
Dandomi dell'idiota valuto le alternative; avrei potuto mettere tutto in frigo, dopo averlo ben mescolato sino a divenire una crema uniforme, aggiungere l'indomani il mascarpone mancante, li albumi montati a neve e la cioccolata tritata fine; ma è una scelta pericolosa perché il dolce avrebbe potuto perire durante la notte, così sono uscito a prendere quello che mancava.
Memoria.
Devo farne così tanto perché in casa siamo in tre e se non ne faccio mezzo chilo a stento riesco ad assaggiarlo.
Una volta a me e a mia sorella, eravamo piccoli allora, ci venne voglia di dolce col mascarpone, ma mia madre non era intenzionata a farlo, ci dette però la pecunia e noi prendemmo tutti gli ingredienti. Pensammo che fare tutto il lavoro a mano costasse troppa fatica, così buttammo il tutto nel robot da cucina e aggiungemmo alla fine il cioccolato; il risultato non fu dei migliori. Dal robot uscii una poltiglia semiliquida color cioccolato nella quale galleggiavano piccole sfere bianche; una sorta di anginato semigranulare al sapor di cioccolato insomma.
Non era del tutto ributtante, ma definirlo "buono" è eccessivo; era...bhè...commestibile. Ne mangiammo un poco e andammo a letto. L'indomani trovammo in frigorifero solo il vuoto tegame lindo come uno specchio.
Poi ci fu l'episodio torta babbà. Mia sorella all'epoca stava insieme con uno di Napoli che le parlava sovente di questi babbà e lei trovando nel libro di cucina una torta fatta con lo stesso impasto, pensò di provare, con il mio aiuto, c'era sempre qualcosa da lavare, a fare questa torta.
Mia sorella è molto brava a cucinare, ma all'epoca era agli inizi e le capitava qualche piatto non proprio perfetto.
Preparammo l'impasto e infornammo; la torta crebbe a vista d'occhio nel forno, coi noi due a guardare ammirati e a un certo punto, al colmo del nostro stupore per un tale prodigio, la torta ebbe un prolasso e si asfaltò, rapidissimamente, sul fondo del tegame. Amò a tal punto la gravità che dal forno uscii una torta alta un paio di centimetri. Non era male se si riusciva a superare la consistenza da piastrella di botticino. Ne mangiammo pochissimo e mettemmo il tutto in frigorifero pensando che, magari, intingolata nel latte poteva essere una buona colazione.
L'indomani nel frigorifero trovammo il coltello, usato per tagliare la torta, abbandonato desolatamente sul piatto da portata; in casa mia non si è mai buttato via nulla e l'unico modo per potersi nutrire è nascondersi il cibo, perché nessuna cosa commestibile, qui, supera la nottata :asd:

Al telefono

io: guardi non c'è il capo lo trova domani
altro: ah...ma tutto il giorno?
io: già...domani
altro: ah...
io:già...

vabbè...

mercoledì 16 giugno 2010

Passaggi

Di norma non dò mai passaggi agli sconosciuti, memore di quanto "mamma" da sempre dice: "non accettare passaggi, caramelle o che da gli sconosciuti", sono cresciuto con una certa ansia nei confronti del prossimo. C'è da dire che la cronaca non aiuta :asd:
Purtroppo ho una coscienza battagliera, ingombrante e che non tace neppure a prenderla a badilate e quindi, dopo aver letto dell'esperienza di Status Viatoris mi sono venuti in mente un paio di episodi, almeno uno dei quali non comporta richieste e dialoghi imbarazzanti.
Cercherò anche di usare un linguaggio il più prossimo a quanto avvenuto e assicuro che non facile; è raro sentirmi far ricorso a "colorite metafore" (altra pacca sulla spalla a chi coglie il riferimento).

Il primo episodio risale a molti anni fa, quando privo della scatoletta di tonno, la fida Polideuce-mobile, mi aggiravo per la provincia con la Multipla paterna. Non avevo mai dato, prima di allora, passaggi ad autostoppisti diurni incontrati sulla via Emilia, ma quella sera, erano già le una circa, stavo rientrando da un concerto di musica classica e avevo ancora lo spirito ammaliato dalle note, quando vedo un'auto ferma, con le quattro frecce; una persona, con una tanica in mano, faceva l'autostop, e un'altra persona era seduta sulla strada con il capo sulle ginocchia. Erano extracomunitari, forse algerini o tunisini, vallo a sapere, fatto sta che ho tirato dritto, ma nell'arco di pochissimi minuti, diciamo un paio, mi ero già prefigurato la seguente scena: sarebbero arrivati tardissimo a casa, magari facevano un lavoro edile o in fabbrica, e il poco sonno avrebbe fatto fare loro quale scemenza per cui si sarebbero fatti malissimo, il datore di lavoro li avrebbe cacciati, non avrebbero più potuto rinnovare il permesso di soggiorno e poco prima di arrivare alla distruzione della Terra ad opera di un qualche evento catastrofico, sono tornato indietro e ho dato un passaggio, andata e ritorno, a uno dei due sino al primo distributore di benzina.

Il secondo episodio è stato più imbarazzante. Stavo andando a Parma e per una volta non avevo preso la tangenziale, ma la via Emlia e nei pressi di un albergo vedo una signora che scrutava invano gli orari degli autobus; erano da poco passate le dieci e non avrebbe trovato corse notturne. La Signora in questione era, anch'essa, chiaramente extracomunitaria e anche questa volto tirai dritto, ma tempo di arrivare alla prima rotatoria, cioè pochi secondi, iniziai già prefigurarmi catastrofi immani ed essendo una donzella in una zona nota per una intensa attività notturna, mi sono fermato e le ho chiesto se necessitava di un passaggio verso Parma.
Nei pochi minuti di auto che separano il paese in questione da Parma ho subito un terzo grado perché la donzella era in caccia di un italiano da sposare per avere la cittadinanza; per riuscire a liberarmene ho dovuto dirle che avevo già prenotato da tempo una colonna in Cappadocia, sarei partito da lì a pochi giorni e avrei finalmente fatto lo stilita. Non ho dovuto ricorrere a prediche religiose :asd:
Niente colorite metafore...mi spiace; non ce la faccio :asd:

Ah! mi è capitato anche un altro episodio. Ero uscito in macchina e dovevo vedere Giuda, giunto al parcheggio vedo una signora che mi si avvicina trafelata e mi chiede se posso accompagnarla a Tabiano perché aveva perso la corriera; mica potevo lasciarla là, così l'ho portata a destinazione e nel tragitto mi ha anche raccontato un po' del suo soggiorno...

Sinora ho collezionato ben due richieste matrimoniali da extracomunitarie in cerca di cittadinanza italiana e francamente speravo di non collezionare manco ste due :asd:

p.s.: la cattiva grammatica di questo post è imputabile a un bicchiere di vino di troppo...abbiate pietà :asd:

lunedì 14 giugno 2010

Ho perso un libro

Due giorni fa ho ricevuto un messaggio su anobii a proposito de "il salotto delle fate", una raccolta di fiabe francesi del XVII° secolo preso mille mila anni fa. Si tratta anche di un bel libro voluminoso, con una custodia di cartone rigido; un bel libro insomma. Ieri sera l'ho cercato e non sono riuscito a trovarlo; ho fatto anche una fatica immane a sfilare i libri, ben pressati tra loro, della prima fila per scrutare nella seconda fila.

Il guaio è che non mi ricordo se, o a chi, l'ho prestato perciò ora inizierò la penosa questua del volume chiedendo in giro a Tizio e Caio; per fortuna che la mia fama di privo di memoria mi eviterà figure imbarazzanti, dato che non sono nuovo a queste cose.

Se non altro non è rimasto in case "non raggiungibili", o almeno credo...lo spero; diversamente mi rassegnerò.

domenica 13 giugno 2010

Parmafantasy 2010




Parma fanstay è una manifestazione dedicata al fantastico e alla fantascienza, allestita, almeno quest'anno, nei pressi dell'Auditorium Paganini. Agenzia degli Incantesimi partecipava con un bellissimo stand e ha presentato un bellissimo gioco chiamato "D.o.D. – Dice or Date, l’epica sfida fra la Vita e la Morte (quella sociale)". Lo dico perché il gioco merita; ho conosciuto chi l'ha realizzato, alcuni di loro li conosco da molto tempo, almeno uno da tempo immemore, ed è stato bello parteciparne alla realizzazione. Tra l'altro verrà presentato anche a Lucca per cui quest'anno andrò; non ne avevo particolarmente voglia, ma visto che si presenta il gioco andrò anche io.

Torrechiara







Torrechiara non ha, semplicemente, bisogno di presentazioni, è più che famoso, le stanze al suo interno sono bellissime e posso dire che la visita è stata allietata dalla voce di Renata Tebaldi in quanto il castello ospitava una mostra sui suoi costumi di scena. Merita sempre una visita :)

Ed ora il gran concorso; partecipa anche tu e rispondendo esattamente alla domanda di seguito riceverai in regalo una prestigiosissima "affettuosa pacca sulla spalla". Il concorso non è sponsorizzato e quindi non abbiamo fondi :asd:

"Come si intitola il film basato su una leggenda provenzale e girato, per alcune scene, a Torrechiara, Soncino e Castell'Arquato?"

p.s.: l'ultima foto l'ho scattata quest'inverno...di neve oggi non ce n'era :asd:

Langhirano

Non l'ho mai preso in considerazione perché non mi erano mai giunte voci di particolarità a proposito di questo paese e pensavo, sbagliandomi, che avesse origini recenti. Ci sono passato per una visita velocissima e quindi non so dire cosa abbia da offrire, ma il centro è molto carino e ben tenuto; c'è un palazzo signorile, una torre civica, molti palazzi meritevoli di una sosta più approfondita e una chiesa, l'unica che ho visto, che mi ha incuriosito. MI documenterò e ci tornerò



Castrignano

Vi sono arrivato del tutto per caso seguendo un cartello che indicava "Pieve di Castrignano sec. VIII". Le indicazioni sono però seminate un po' a caso, ce ne sono almeno un paio, in due incroci diversi, e poi più nulla. Seguendo una di queste indicazioni la strada a un certo punto rampa sul monte con una inclinazione paurosa e diventa priva di asfalto; solo pochi sparuti sassi. L'altro cartello, quello dirimpetto all'abitato di Langhirano con nei pressi un ampio parcheggio e un sottopasso, invece, indica una strada asfaltata sino alla meta. La pieve era chiusa, ovviamente, e dall'esterno si capisce un po' poco, sono visibili però nei pressi i resti delle mura del Castello di Castrignano ("castrum")



Brescello - Brixellum

Non c'era solo il Parmafantasy questo fine settimana, ma anche Brixellum, una manifestazione,a  Brescello, che in tre giorni rievoca la Brescello romana; una occasione per scoprire una parte del territorio famosa per motivi letterari, ma non per motivi storici. Un po' di informazioni sulla storia romana di Brescello e sulla storia della manifestazione la si trova sul sito di archeobrescello  ; per parte mia posso dire che la manifestazione merita, Brescello è proprio un paese carino e il suo museo archeologico, il cui personale è molto disponibile, ha alcuni pezzi di rilievo. E' stato un bel pomeriggio :)





venerdì 11 giugno 2010

Schiavi

In studio abbiamo il citofono, non è che sia una cosa sconvolgente questa, ma quando suonano apriamo il portone del condominio al piano terra e la porta dello studio, che è a un piano superiore, e ce ne disinteressiamo. Sovente la scena è la seguente: la persona che ha suonato, non importa in quale stagione l'episodio avviene, entra e lascia aperta, o spalancata a seconda dell'acume della persona in questione, la porta dello studio così noi condizioniamo, o riscaldiamo, il condominio.

Ignoro se a casa loro questa gente abbia schiavi di etnie assortite preposti alla apertura e chiusura delle porte, se arrivi, però, in uno studio e non trovi il maggiordomo, che ti apre la porta, la chiude, ti annuncia e ti introduce al cospetto del Capo, ma trovi la porta aperta e un po' di persone che lavorano alla propria scrivania, non ti viene il dubbio che forse il personale dello studio non è pagato per fare da usciere? Non ti viene forse il dubbio che potresti anche chiuderti da solo la porta alle spalle?

Per ora ho risolto guardandoli malissimo se non chiudono l'uscio e questo li spinge sovente, le rare volte che questo non sortisce effetto dico, in modo che mi si senta, che qui non abbiamo schiavi addetti alle porte, a tornare sui propri passi e a chiudere la porta; d'altronde io non faccio caso alla classe sociale alla quale appartiene chi varca quella porta, quando sei maleducato il fatto di secernere oro non cambia il tuo stato di maleducato.

In ufficio

Ieri:

Polideuce: quand'è che devi consegnare le capanne?

Capo: bhè...va via martedì pomeriggio la persona in questione, quindi posso anche portargliele martedì mattina

Oggi:

Capo: stampiamo le capanne perché oggi pomeriggio devo consegnare

Per fortuna che io sono un razzo e avevo ultimato tutto ieri e che conosco i miei polli...

giovedì 10 giugno 2010

Libri...

...che come si sarà capito sono una parte rilevante della mia esistenza; non so esattamente da quando la lettura è iniziata a divenire così importante, ma ho sempre avuto almeno un libro per le mani. I quattro libri che sono segnati in lettura lì a destra, sono realmente in lettura in contemporanea. Fondamentalmente leggo un capitolo, o un po' di righe nel caso di quello inglese, dato che ha dei capitoli fiume, di ognuno alla sera sempre nello stesso ordine.

Inizio con il saggio su Elisabetta e Maria perché è in inglese e quindi necessita di un po' più di attenzione; il libro è proprio ben fatto, mi piace anche come è scritto e l'aspetto più intrigante sono i vari estratti di documenti dell'epoca che vengono inserite. E' un buon saggio.

A seguire leggo "bisanzio nella sua letteratura", si tratta di traduzioni brevi di alcuni libri bizantini e si scoprono a volte cose interessanti, ad esempio di quanto Procopio detestasse Teodora e Giustiniano, pettegolezzi vari di palazzo oltre ad interessanti usanze locali, o episodi storici descritti in modo molto vivido. Sinora si tratta di brevi scritti, attendo di giungere all'Alesseide prima di trovare qualcosa di impegnativo.

Leggo poi un capitolo sullo spionaggio a Venezia; è un saggio agile, capitoli brevi di facile lettura, non ostante le ampie citazioni in spagnolo da documenti dell'epoca, quando Venezia e la Spagna cozzavano tra loro, quindi per un lungo periodo di tempo, perché comunque sempre lingua neolatina è e perciò non è impossibile da capire. Confesso che a volte trovo più complicato le citazioni dei documenti della Serenissima scritti in veneto...

Per ultimo leggo il romanzo storico; è scritto bene, si legge senza problemi, la trama scorre senza intoppi e non impiega troppa attenzione, perciò a volte non riesco a leggerlo perché i neuroni hanno proclamato l'indipendenza e si sono trasferiti al fresco :asd:. E' un buon romanzo storico, nulla di sublime, non è ne la Bellonci né Eco, ma che si legge volentieri.

martedì 8 giugno 2010

Parole

Anche ieri ne ho incontrata una nuova: acribia

Questa l'ho letta in un saggio storico e significa "scrupolosa accuratezza nell'indagine critica"; ne ho incontrata un altra, letta in merito alla supposta, o più o meno fantasiosa, congiura del Bedmar  contro Venezia, ma non la ricordo :asd:

Vanno, vengono...

lunedì 7 giugno 2010

Lingue

A volte mi capita di essere preda del sacro fuoco dell'apprendimento e di voler imparare una nuova lingua; in genere il progetto naufraga dopo pochissimo tempo, un po' perché ho poco tempo, ma soprattutto, è inutile che stiamo qui a raccontarcela e a crederci anche visto che se qualcosa interessa il tempo lo si trova, perché la voglia a un certo punto evapora.

Con l'inglese devo dire che è stato facile, per quello che al momento mi serve ciò che so è sufficiente, capisco i film, i libri, i giornali, le rare volte che li leggo, e le persone quando mi parlano...le rarissime volte che mi capita di fare due chiacchiere nell'anglico idioma. Avendo completamente perso l'abitudine allo studio non ho mai studiato inglese, mi sono limitato a fare da spugna e ad assorbire di volta in volta, ma d'altronde l'albionica grammatica è semplice...

Il francese, che ho studiato praticamente nel precambriano, col tempo è divenuto pressoché inutile; ricordo che quando andavo a scuola qualunque anglico nome veniva da me pronunciato con un accento francese, d'altronde quello sapevo. Ora non riesco neppure a ricordami i verbi che avevo imparato e a volte mi scappa anche un accento anglico mentre leggo parole francesi. Non avendo però una motivazione per rinverdirlo, al di là di sfruttare decentemente la "erre moscia" che mi ritrovo, temo che rimarrà così come è ora; arrugginito, claudicante, duro d'orecchi...una meraviglia insomma e di una sublime inutilità :asd:.

Per quanto concerne il dialetto emiliano devo dire che non sono messo benissimo; non fatico a capirlo, neppure quando vado a trovare parenti più o meno anziani che parlano a velocità iperlucane solo in dialetto; anche se devo dire che la comprensione mi costa una notevole attenzione. Il dialetto non riesco a parlarlo e d'altronde non saprei neppure quale dialetto potrei parlare dato che mia madre è nata in quella riva del Po' che guarda alla Lombardia pur mantenendo, linguisticamente, similitudini col parmigiano, mio padre è piacentino, ma non cittadino, e quindi anche il suo dialetto ha una certa dose di lombardismi...perciò non so neppure io da dove provengano con esattezza le parole dialettali che ho imparato.

A volte mi prende la voglia di imparare una nuova lingua, poi però mi dico che è un po' inutile impararne un'altra per saperla poi in modo approssimativo...mah...post inutile, ma va bene lo stesso :asd:

sabato 5 giugno 2010

Soncino - archivio






Questa domenica sono a pranzo, un pranzo tardo...quasi una merenda, per un compleanno e quindi non ho tempo di andare a zonzo da qualche parte, mentre domenica prossima sono a Parma per il Parmafantasy; penso però che potrei andare a Torrechiara al mattino, visito il castello, il borgo, la chiesa e faccio un po' di foto, e poi pranzo a Parma e mi fermo in città nel pomeriggio...ci devo pensare, anche perché non so se il castello sia o meno visitabile, perciò devo informarmi.
Mi sono accorto di aver fatto poche foto a Torrechiara e inizio a pensare che all'interno non se ne possano fare, ma non ho neppure mai visto il borgo intorno...
Sabato prossimo andrò a Brescello in occasione di questa manifestazione: http://www.archeobrescello.org/ingresso.htm

giovedì 3 giugno 2010

Castell'Arquato - archivio







Continuo a mettere un po' di foto del mio archivio, tra poco dovrò iniziare a toglierne un po' da picasa per fare spazio, perché in questi giorni non avrò molto tempo per dedicarmi alle "gite fori porta" e in prevalenza andrò in posti che ho già visto e non per scopi turistici.
A Castell'Arquato vi hanno anche girato un film famoso, la prossima volta metto le foto di Soncino che è stato un altro dei siti dello stesso film...insieme a Torrechiara che se non ho messo lo metterò perché merita :)

mercoledì 2 giugno 2010

Viazzano e Roccalanzona






Le prime due foto sono di Viazzano, un borgo molto caratteristico nei pressi di Varano Melegari, mi ci sono imbattuto assolutamente per caso, e le altre sono di Roccalanzona. So che esiste un sentiero che conduce proprio alla Rocca, ma senza mappa oggi non l'ho trovato; pazienza, tornerò preparato e arriverò sin sotto ai ruderi