lunedì 24 giugno 2013

C'era una volta...

...in una autorimessa poco distante, una florida comunità di scarafaggi che, alle quatto o alle tre di notte, a seconda dell'orario nel quale l'umano rincasava, scappavano dalle luci abbaglianti che si accendevano, all'improvviso, nel buio.
Gli scarafaggi correvano a rifugiarsi nei cantucci bui che le luci non riuscivano ad illuminare; passava anche il gran rumore sconosciuto e poi l'umano se ne andava, lasciandoli liberi di tornare ad affaccendarsi nelle loro faccende.
Un giorno arrivarono tre gatti.

La storia potrebbe benissimo concludersi qui, perché sono giunti davvero tre gatti nella mia palazzina e, come per incanto, la popolazione di scarafaggi o ha subito un tracollo verticale, oppure ha raccolto i ferri ed è espatriata.
Avevo anche pensato di disinfestare l'autorimessa ma:
1) abito in campagna e morto uno scarafaggio se ne fanno subito un'altra decina;
2) avrei dovuto chiamare qualcuno, spendere dei soldi perché spandessero schifezze per l'autorimessa e ritrovarmi, dopo qualche tempo, con, di nuovo, gli scarafaggi in giro per l'autorimessa.
I gatti sono stati una soluzione al problema.
Dubito fortemente che se li mangino, visto che hanno chi li venera e li nutre, ma ci giocano e quindi ne ammazzano a cioppetti e questo rende poco salubre l'ambiente per lo scarafaggio, che sarà pure un insetto con un misero ganglio nervoso, ma sa riconoscere il pericolo.
Sia lode a Bastet che, oltre ai topi, scaccia anche gli scarafaggi.

lunedì 17 giugno 2013

Venezia

E' sempre un piacere andare a Venezia e quindi, quando mi si è presentata l'occasione, mi sono aggregato molto volentieri per questa "gita fuori porta".
Avevo anche pianificato un itinerario che, nelle mie intenzioni, avremmo dovuto riuscire a completare entro i tempo previsti, ma, vuoi perché eravamo un po' provati, vuoi perché camminare per calli e campielli impiega molto tempo, ci siamo limitati a una parte dell'itinerario; Venezia non scappa a tornerò più avanti a vedere quanto lasciato indietro.
Il percorso è stato fatto con l'aiuto di una cartina fornitami dall'ufficio del turismo e devo dire che, pur nella sua essenzialità, in considerazione anche del fatto che mi è stata data gratuitamente, ha svolto la sua funzione.
Temevamo i prezzi che avremmo trovato in città, ma devo dire che le cose sono cambiate anche là, per cui è possibile trovare anche cose che non costino un rene; mi riferisco principalmente a cibo, gelato e liquidi.
Bisogna solo prestare attenzione ai cartelli, esposti, con i vari prezzi e scegliere in modo oculato in base alle proprie possibilità.
Non c'era neppure troppo caldo; va bene, il fresco è fatto diverso, ma onestamente temevo di peggio... ciò non toglie ch'io fossi provvisto di due litri di liquidi, ombrello e ventaglio e abbia fatto uso di tutto in tempi diversi.
Ci dovrò tornare per vedere quanto lasciato indietro a questo giro e quanto ancora mi rimane da vedervi.












Castelvetro (MO) e Mercurdo

Sono un po' indietro con il blog, ho un po' di cose da scrivere e poco tempo, o poca voglia, a seconda dei casi, per farlo.
Innanzi tutto ho ben tre creature in gestazione; vedremo poi quale andrà avanti e quali verranno abbandonate a loro stesse.
Nel mentre che elaboro le nuove creature, dall'ultimo post, ovvero il sette giugno, sono andato in un paio di posti; qui parlerò di uno.
Castelvetro modenese è un bel borgo medioevale, con alcune parti ricostruite nell'800, la chiesa, in particolar modo, mi è parsa decisamente dei primi dell'otto, molto bello e carino.
Non ho avuto modo di farci un giro da turista in modo appropriato, perché vi sono andato in occasione di "Mercurdo, il mercato dell'assurdo"; ovvero una manifestazione basata sull'arte contemporanea e sulle sue multiformi versioni.
Il paese organizza anche un palio, o comunque un corteo storico, ospita anche un museo con alcune riproduzioni di abiti rinascimentali, o di epoche successive, create sulla base di dipinti famosi del passato.
Dovrò tornarvi in veste da turista per visitarlo meglio.









venerdì 7 giugno 2013

La cipollameteomanzia

Ovvero: "l'arte di predire il tempo attraverso la lettura delle cipolle"
Ne ho sentito parlare stamane mentre, un po' tutti addormentati, ad esclusione dell'Augusta genitrice, facevamo colazione.
Pare che mio nonno, per predire l'andamento della piovosità durante l'anno, utilizzasse un metodo di previsione basato sulle cipolle.
In realtà non ne so molto e approfondirò la cosa, non tanto perché io creda ciecamente a queste cose, ma, anche se in modo grossolano, gli espedienti contadini si basano, spesso, sull'osservazione del sensibile e quindi non sono privi di una certa fondatezza.
Ad esempio; vi è mai capitato di avere un orzaiolo? A me capita decisamente di rado, in preferenza d'estate quando c'è caldo, si suda e la polvere si insinua negli occhi.
Per prevenirne la formazione, appena se ne sentono i primi sintomi, mia nonna mi diceva di guardare dentro la bottiglia dell'olio appoggiando l'occhio all'imbocco del contenitore e ha sempre funzionato, perché? Probabilmente l'olio presente all'inizio della bottiglia pulisce l'occhio... insomma non è il caso di prendere tutto per oro colato, ma neppure di disprezzare certi accorgimenti perché di umile estrazione.
Appena ne saprò di più, tenterò anche l'efficacia della cipollameteomanzia.
Da quanto ho capito si devono prendere dodici cipolle, una per ogni mese dell'anno, tagliarle in quattro, ma non sino in fondo, in modo che restino aperte, e poi vanno salate e riposte da quale parte in un giorno preciso dell'anno in corso; in base al quantitativo di liquido che faranno, dopo un periodo preciso, che io ignoro, si ha il responso se il mese in questione sarà o meno piovoso.
Il metodo è, effettivamente, abbastanza vago per essere sufficientemente preciso; specie se non si prende nota degli esatti quantitativi e ci si affida alla labile memoria.
Certo; la cipollameteomanzia promette di essere inaffidabile come tutte le altre arti divinatorie, ma mi incuriosisce la genesi di questo sistema.
Continuerò ad affidarmi al servizio meteo dell'aeronautica militare, ma mi informerò anche sulla cipollameteomanzia e sulle sue origini.
Appena saprò con precisione che devo fare, proverò anche a testare questo metodo, giusto per curiosità; male non fa e le cipolle non vanno certo buttate, poi ci si fa il sugo, anche se dodici non sono poche.

mercoledì 5 giugno 2013

Presidenzialismo; si, no, forse

Di solito non mi metto a parlare di politica, sono pochi i post politici che figurano su questo blog; un po' perché la politica, così come viene gestita nel mio paese, mi fa discretamente schifo, tanto per usare parole leggibili un po' da chiunque e un po' perché è un terreno minato.
Questa storia del presidenzialismo, o semipresidenzialismo alla francese, o una qualunque altra forma che conceda più poteri al presidente del consiglio dei ministri, o il presidente della repubblica, merita una riflessione; soprattutto alla luce di ciò che è avvenuto in un passato recentissimo in Italia.
Vi ricordate cosa è accaduto nell'ottobre del 1922?
Dal '22 ci separano pochissmi anni, troppo pochi per i cambiamenti culturali necessari per sviluppare gli strumenti atti a impedire la nascita di una dittatura; ricordo, per amor di cronaca, che il signore con la mascella importante, non è venuto su, politicamente, negli ambienti più reazionari dell'Italia di allora.
Abbiamo la tendenza a ricercare "uomini della provvidenza" che se ne restino soli al comando a farsi, più o meno scopertamente, i propri e una forma di presidenzialismo aggraverebbe questa nostra tendenza all'autoritarismo.
Onestamente preferisco un parlamento forte alla voce di uno che copre le altre.

domenica 2 giugno 2013

"la fata e la strega"

Non mangiare carne in Emlia restringe notevolmente la scelta dei posti dove mangiare; se poi si è nel mezzo di un evento particolare, come il Palio, che celebra anche i cibi locali, ovvero la Spalla di San Secondo, i quali sono spesso e volentieri a base di maiale, trovare qualcosa da mangiare può portare via parecchio tempo.
Considerate che il maiale è un po' l'animale totemico, non ché teofania, dell'Emilia.
Siamo capitati in questo locale, scelto un po' per caso, e abbiamo mangiato proprio bene.
Il menu è sufficientemente vario per permettere anche a me di trovare qualcosa da mangiare e i cibi erano tutti ottimi.
Una selezione di birre decisamente peculiare e il dolce locale, chiamato "la fata e la strega", davvero strepitoso; se passate da San Secondo fermatevi in questo posto perché merita.
Perché non ho bevuto vino a cena? Perché la Fortana la bevo a casa mia quotidianamente e quando sono fuori mi piace provare cose nuove.
 una birra californiana particolare e decisamente buona
 spalla cotta a sinistra e le mie trecce all'erbette a destra
la buonissima torta della casa

Palio di San Secondo

Era da un po' di tempo che volevo andare a vederlo, anche solo per poco, e ieri, che per inciso era anche il giorno del mio compleanno, grazie all'invito di alcuni amici, mi sono recato nella Bassa Parmense per vedere il Palio... e mi è piaciuto.
Tutto il paese è drappeggiato per l'occasione e vengono aperti edifici solitamente chiusi. Ogni via annovera vari punti di ristoro dove sedersi, gustare del buon cibo e, mi si dice, dell'ottima spalla cotta, specialità di San Secondo; essendo che non mangio carne, molte cose mi sono precluse, ma questo non vuol dire che non ne possa parlare bene.
Per un motivo o per l'altro, ho passato buona parte del tempo nella contrada della Prevostura, il che è stato anche un bene perché, dalla via che collega la contrada alla bella Rocca, ho potuto ammirare il corteo verso il maniero dei  De Rossi.
Il Palio ricorda il matrimonio tra Pier Maria III de Rossi e Camilla Gonzaga al quale parteciparono anche Giovanni dalle Bande Nere, parente del Pier Maria, e Pietro Aretino; tutti nomi di una certa fama.
Bello il palio e bellissima la Rocca che ho avuto modo di vedere prima del terremoto; non ha subito danni gravi, ma è rimasta chiusa per un po' in modo da poter fare qualche lavoro e controllarne la solidità.
Mentre siete a San Secondo andate a vedere anche la bella Pieve di San Genesio, della quale ho già parlato qui sul blog, perché, sebbene potreste trovarla chiusa, merita solo per il contesto nel quale si trova.