Di norma non dò mai passaggi agli sconosciuti, memore di quanto "mamma" da sempre dice: "non accettare passaggi, caramelle o che da gli sconosciuti", sono cresciuto con una certa ansia nei confronti del prossimo. C'è da dire che la cronaca non aiuta :asd:
Purtroppo ho una coscienza battagliera, ingombrante e che non tace neppure a prenderla a badilate e quindi, dopo aver letto dell'esperienza di Status Viatoris mi sono venuti in mente un paio di episodi, almeno uno dei quali non comporta richieste e dialoghi imbarazzanti.
Cercherò anche di usare un linguaggio il più prossimo a quanto avvenuto e assicuro che non facile; è raro sentirmi far ricorso a "colorite metafore" (altra pacca sulla spalla a chi coglie il riferimento).
Il primo episodio risale a molti anni fa, quando privo della scatoletta di tonno, la fida Polideuce-mobile, mi aggiravo per la provincia con la Multipla paterna. Non avevo mai dato, prima di allora, passaggi ad autostoppisti diurni incontrati sulla via Emilia, ma quella sera, erano già le una circa, stavo rientrando da un concerto di musica classica e avevo ancora lo spirito ammaliato dalle note, quando vedo un'auto ferma, con le quattro frecce; una persona, con una tanica in mano, faceva l'autostop, e un'altra persona era seduta sulla strada con il capo sulle ginocchia. Erano extracomunitari, forse algerini o tunisini, vallo a sapere, fatto sta che ho tirato dritto, ma nell'arco di pochissimi minuti, diciamo un paio, mi ero già prefigurato la seguente scena: sarebbero arrivati tardissimo a casa, magari facevano un lavoro edile o in fabbrica, e il poco sonno avrebbe fatto fare loro quale scemenza per cui si sarebbero fatti malissimo, il datore di lavoro li avrebbe cacciati, non avrebbero più potuto rinnovare il permesso di soggiorno e poco prima di arrivare alla distruzione della Terra ad opera di un qualche evento catastrofico, sono tornato indietro e ho dato un passaggio, andata e ritorno, a uno dei due sino al primo distributore di benzina.
Il secondo episodio è stato più imbarazzante. Stavo andando a Parma e per una volta non avevo preso la tangenziale, ma la via Emlia e nei pressi di un albergo vedo una signora che scrutava invano gli orari degli autobus; erano da poco passate le dieci e non avrebbe trovato corse notturne. La Signora in questione era, anch'essa, chiaramente extracomunitaria e anche questa volto tirai dritto, ma tempo di arrivare alla prima rotatoria, cioè pochi secondi, iniziai già prefigurarmi catastrofi immani ed essendo una donzella in una zona nota per una intensa attività notturna, mi sono fermato e le ho chiesto se necessitava di un passaggio verso Parma.
Nei pochi minuti di auto che separano il paese in questione da Parma ho subito un terzo grado perché la donzella era in caccia di un italiano da sposare per avere la cittadinanza; per riuscire a liberarmene ho dovuto dirle che avevo già prenotato da tempo una colonna in Cappadocia, sarei partito da lì a pochi giorni e avrei finalmente fatto lo stilita. Non ho dovuto ricorrere a prediche religiose :asd:
Niente colorite metafore...mi spiace; non ce la faccio :asd:
Ah! mi è capitato anche un altro episodio. Ero uscito in macchina e dovevo vedere Giuda, giunto al parcheggio vedo una signora che mi si avvicina trafelata e mi chiede se posso accompagnarla a Tabiano perché aveva perso la corriera; mica potevo lasciarla là, così l'ho portata a destinazione e nel tragitto mi ha anche raccontato un po' del suo soggiorno...
Sinora ho collezionato ben due richieste matrimoniali da extracomunitarie in cerca di cittadinanza italiana e francamente speravo di non collezionare manco ste due :asd:
p.s.: la cattiva grammatica di questo post è imputabile a un bicchiere di vino di troppo...abbiate pietà :asd:
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