Non è domenica eppure mi sento avvolto da quella voglia di fuggire dal mondo che la domenica, abitualmente, mi pervade.
Una volta si poteva decidere di ritirarsi dal mondo e di dedicarsi ad una vita contemplativa, e di lavoro, tra le operose mura di un monastero; ora et labora.
Qualunque fosse stata la condotta nel mondo, le porte del monastero erano aperte... coi distinguo e le peculiarità del caso, ma prendiamo la cosa come indicazione di massima.
Ci sono volte, questa è una di queste e il numero delle occasioni non è minuto, nelle quali mi ritirerei anche io dal mondo; lo abbandonerei al suo destino per dedicarmi ad altro.
Ho, ahimè, alcuni problemi a optare per questa scelta; innanzi tutto le idee che mi tiro a dietro non sono in linea con la Chiesa, con nessuna Chiesa ch'io conosca sia essa ortodossa, latina o protestante; in secondo luogo, ma si tratta di un'ignoranza alla quale una rapida ricerca può porre rimedio, non so quanti igumeni o archimandriti vi siano in Italia.
Anche la prima istanza sarebbe facilmente arginabile se, dando ragione a frà Salimbene, la Chiesa ha annoverato un vescovo ateo; la mia coscienza non mi permetterebbe mai di fare una cosa del genere.
Ci sono giorni nei quali la tentazione è molto forte.
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