Molte cose si possono dire di me, tranne che sono "nazionalista"; il mio patriottismo è decisamente blando e non è neppure riconducibile alle partite di calcio, dato che questo sport mi lascia del tutto indifferente.
Mi piace il mio paese, ma questo non mi impedisce di vederne i difetti, di ritenerlo perfettibile, di lamentarmi dell'incomprensibilità di alcune norme e leggi; pur lamentandomene e mantenendo un certo grado di esterofilia, che è parte integrante della mia cultura, non ritengo il mio paese né la nazione migliore del globo, né il peggior cantuccio del pianeta.
Il luogo comune è fastidioso sia quando il paese è descritto come il Regno del Prete Gianni, anche se effettivamente l'ingombro clericale è ad esso paragonabile, sia quando è descritto come un landa arretrata, oscurantista, con leggi da terre dimenticate da Dio e dagli uomini ove l'unica legge è quella di chi fa la voce grossa.
L'attitudine a cogliere il meglio o il peggio delle cose non cambia lo stato di quest'ultime; modifica soltanto la lente con la quale le si guarda.
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