Esattamente quanti anni fa l'episodio ha avuto luogo non saprei dire, fatto sta che ero in vacanza a Colonia con Samara, Giuda e Rossarame, che fungeva anche da interprete in quanto unica di noi parlante tedesco, e una sera siamo andati a cena in un locale che pareva una sorta di pub/bar; qualcosa di non propriamente un ristorante, ma di carino e con del cibo.
Il locale era pieno e così la donzella che serve ai tavoli, ci fece accomodare in un grande tavolo occupato da un unico avventore; anzi, una avventrice.
Una signora di mezza età che stava seduta da sola a godersi la sua zuppa in santa pace, la cui serata è stata sconvolta dall'arrivo al suo tavolo di quattro chiassosi, anche se siamo piuttosto pacati per la media nazionale, italiani. A un certo punto, mentre noi abbiamo continuato a chiacchierare come al solito, la signora si è alzata abbandonando la sua zuppa, che pareva anche buona, a metà.
Ci siamo sentiti un po' in colpa, perché ovviamente abbiamo pensato che la signora se ne era andata per colpa nostra, e abbiamo iniziato a pensare al fatto che probabilmente quella era l'unica sera nella quale poteva uscire a godersi la sua zuppa preferita, nel suo locale preferito...credo che a un certo punto la storia, già iniziata all'insegna del melodramma, sia divenuta il resoconto, del tutto fittizio, di una vita tristerrima.
Giuda l'ha ribattezzata, dai segni che ci ha lasciato, "frau Suppe" ed è divenuta, questa espressione, epitome della tristezza e della solitudine.
L'ho usata una volta questa espressione, ed ora eccola spiegata; non che ce ne fosse bisogno, non ho ricevuto pressanti richieste di chiarimento, ma ce l'avevo in mente e ne ho scritto; la labilità della mia memoria mi impone di fare le cose appena me ne ricordo...
Nessun commento:
Posta un commento