L'ho già scritto da qualche parte che il mio filosofo preferito, in assoluto, è Eraclito?
Ci sono momenti nella mia vita, a volte si protraggono anche a lungo, nei quali sono preda di elementi e suggestioni contrastanti tra loro e che mi lasciano in sospeso perché, e qui compare la mutazione, cambiano di continuo nei loro rapporti di forza; col risultato che mi ritrovo più o meno apatico.
Al momento sto leggendo tre libri diversi, che poi sono quelli che si vedono nella barra di anobii, ma ora avrei voglia di iniziare un altro libro, un saggio di storia, ma mi piacerebbe anche leggere un libro di fantascienza e non posso avere a mano cinque libri perché poi capirei pochino di ognuno e il tempo di leggerli tutti chi l'ha? io no...
Ho iniziato a rivedere Cadfael, ma stasera potrei rivedere anche Star trek, o l'Odissea e finirà che vedrò nulla
Ho una creatura in mente, o meglio, l'ho composta, per sommi capi, ma è rimasto informe lo sfondo. Il problema è che sarà proprio lo sfondo a dare senso al soggetto e a riempirlo, o svuotarlo, di significato; del resto le cose dipendono le une dalle altre per avere una propria definizione o, per lo meno, per raggiungere una chiarezza di significato che altrimenti, lasciata a un unico punto di vista, sfuggirebbe alla nostra comprensione.
Quando però mi trovo in questo stato indefinito, non riesco a vedere con chiarezza perché la vista è offuscata da aspetti contrastanti tra loro; non tanto per l'aspetto stilistico, con una predilezione per il passato o una proiezione verso il futuro, quanto per una opposizione di concetto tra il vuoto e il pieno.
E' la presenza o meno di elementi sullo sfondo che le daranno un senso che verterà verso un concetto o verso una sua sfumatura o il suo contrario.
Onestamente non credo neppure di riuscire a spiegare ove sta il problema, perché fa sempre parte del processo creativo che, a prescindere dall'esito finale, coinvolge i miei neuroni ma non la mia coscienza; a me restano, a livello conscio, i dubbi sulla scelta di una cosa piuttosto che un'altra.
La creatura ha una vita che le è propria.
Da qualche parte, tra i miei neuroni e le sinapsi, si annida la creatura completa in tutti i suoi dettagli, persino nella sua forma realizzata finale che mai, tanto per accontentare anche Platone, del resto io alla filosofia greca mi sono fermato, equivale all'idea; è per questo che a me le creature appaiono come teofanie, ma nel frattempo cerco di dare loro un senso.
Anzi; è probabilmente la ricerca del senso che finisce per definirle e per farmele apparire come già compiute, come se fossero prive di un percorso in divenire che le ha generate.
Di alcune posso anche dare una spiegazione, ma altre creature sfuggono alla mia comprensione proprio perché la conoscenza del processo che le ha generate mi è preclusa.
L'indeterminatezza paralizza la superficie, in questo caso la scelta degli stimoli esterni, letture o visione di immagini, e lascia un tumulto di pensieri e processi tra loro contrastanti ai quali non ho accesso e quindi sfuggono al mio controllo.
Tutto sommato potrebbe proprio essere la mancanza di controllo, una sorta di esclusione volontaria presumo, dal processo creativo a rendere quest'ultimo possibile.
Fatto sta che sono in ambasce e potevo risolvere la cosa con meno righe e meno chiacchiere; del resto il blog è mio e ci posso delirare sopra quanto voglio.
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