Per quei pochi lettori che non lo sanno, ovvero quei due o tre lettori che non mi conoscono personalmente, vi informo che io ho sempre amato "La Signora in Giallo".
Checché se ne possa dire, del fatto che porti un po' rogna, dello sterminato numero di amici e parenti che dovrebbero chiudersi in casa al suo arrivo per evitare l'incriminazione per omicidio e dell'elevate criminalità di Cabot Cove, la cui popolazione pare composta da omicidi e aspiranti cadaveri, a me è sempre piaciuta e, tendenzialmente, la riguardo ogni volta, e questo vuol dire molte volte perché è replicata oltre l'umana decenza, che passa in televisione... ovviamente se è un orario comodo.
A me Angela Lansbury è sempre piaciuta da quando la vidi in "bedknobs and broomsticks" (pomi d'ottone e manici di scopa); mi è simpatica.
Ho quindi preso in dvd tutte e 12 le stagioni di "Murder she wrote" per vedermi le puntate in inglese; ovviamente, più o meno a cinque, o sei, minuti dall'inizio mi ricordo l'assassino, il morto e a volte anche il movente, quindi, anche qualora la pronuncia di alcuni personaggi fosse difficile da capire, non è difficile da seguire.
Alcune delle puntate sono ambientate in Italia per cui nel cast vi sono attori italo-americani. Una puntata è addirittura ambientata a Genova, inquadrano anche il Carlo Felice... anche se poi pescano alcune immagini di repertorio da Milano, ma pazienza.
Considerando le limitazioni di budget in genere sono ben fatte: usano i carabinieri per le indagini, utilizzano per gli esterni immagini di repertorio, per la maggior parte, coerenti con la città di ambientazione e pullulano di attori italo-americani. Nei dialoghi spesso vi sono molte parole o frasi in italiano e quando vengono pronunciate, anche se non si conosce l'attore, si capisce subito se questi è italiano, l'italiano lo conosce bene, oppure se ne ha solo una conoscenza superficiale che, il più delle volte, è ascrivibile a una variante regionale dell'italiano.
Molte espressioni suonano affettate, errate grammaticalmente e, quando va bene, fortemente accentate.
Immagino che della dizione sia assolutamente troppo costosa, del resto neppure gli attori italiani che lavorano in Italia pare facciano dizione...e se la fanno allora mi preoccupo, ma un controllo della forma e della grammatica delle frasi in italiano l'avrei gradito.
L'aspetto positivo è che si capisce subito, tra gli attori, chi è italiano e lavora negli Stati Uniti, chi è figlio di emigranti, chi ha solo parenti italo-americani e chi è latino-americano ed è stato preso perché fa mediterraneo.
2 commenti:
a questo proposito, mi hai fatto venire in mente una puntata di "Friends" in cui un bel figaccione straniero fa perdere la testa a Rachel: nella versione doppiata in italiano viene spacciato per spagnolo... in realta' e' un italiano assolutamente doc! niente accento improbabile e frasi imparate a memoria, e' proprio un ragazzotto italiano e fa impressione sentirlo parlare nella nostra lingua in una sit-com americana :-D
...e Rachel non capiva quello che lui diceva :)
Si; aveva colpito anche me :)
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