giovedì 31 marzo 2011

PUA

Basta aggiungere una "h" e suona come una onomatopea, ma la cosa interessante è che, tutto sommato, il suono, anche senza l"h". rende bene di cosa si tratta.
Un PUA è un "piano urbanistico attuativo", anche se a volte in alcune regioni utilizzano acronimi diversi perché ai PUA piace cambiare, e sono l'insieme di regole che normano un intervento edilizio composto da più di un fabbricato.
In genere un'area classificata ha una scheda norma, come quella de la Schede del Male per intenderci, che stabilisce quanta SLU (superficie lorda utile) posso realizzare in quell'area, e quanta superficie devo cedere tra verde pubblico e parcheggio pubblico.
Una volta soddisfatte le norme della scheda, bisogna soddisfare le norme presenti nel regolamento e si redige un PUA, che sarà poi modificato, o subirà delle prescrizioni, dall'Ufficio Tecnico Comunale, che normerà l'intervento in modo dettagliato.
La redazione del PUA può variare da alcuni mesi a svariati anni, la Scheda del Male è in ballo dal 2006... tra un po' la mandiamo a scuola, a seconda della complessità della scheda, dei vincoli e delle servitù che possono insistere sull'area e di quante modifiche, e quanto tempo ci impiegano per trovarle onde soddisfare tutte le norme varie, imposte dall'UTC.
Fine della premessa; adesso passo al post propriamente detto.
Tra gli aspetti normati dal PUA figurano anche le tipologie di recinzione delle proprietà. Generalmente a noi italiani piace chiuderci in casa; sarà un retaggio da cinta muraria turrita, sarà un certo attaccamento al mattone, ma ci piace poter chiudere il cancello di casa, specie se abitiamo in una casa per conto nostro, anche se all'interno di un quartiere, ci fa sentire a "casa" avere una recinzione che delimita la nostra proprietà ed evita di farci trovare nel nostro giardino i vicini che fanno picnic.
Ultimamente la tendenza tra gli uffici tecnici è quella di abolire le divisioni murarie tra le varie proprietà; basta coi muretti di confini e con le divisioni metalliche acuminati in cima. La tendenza è quella di non mettere alcuna recinzione verso le aree pubbliche, se non uno steccato ligneo basso, un metro massimo, e delle siepi, altezza massima un metro, verso i vicini.
Dati i proverbiali ottimi rapporti che si stabiliscono tra i vicini, mi domando se questa non sia una strategia per sfoltire il genere umano.
Le siepi, in genere, non le vendono già alte un metro e pur essendo auto-aggroviglianti, prima che diventino impenetrabili ci vuole un po' di tempo, cinque anni almeno, e nel frattempo che si fa? Ci si organizza un campeggio per chi passa in giardino? Ci si tiene il cane del vicino che scorrazza allegramente sulle begonie?... consentiamo anche il passaggio di una romana pattuglia all'inseguimento di un gruppo di galli che portano una botte a un bretone villaggio.
In genere, infatti, succede quanto segue: la prescrizione viene seguita per pochi mesi, poi, al primo accampamento o transito di persone poco raccomandabili, spuntano altissime recinzioni con siepi di rovo all'interno e punte acuminate in alto; sinora non ho ancora visto difese antiaereo, torri di osservazioni e fossati con ponti levatoi, ma sono sicuro che qualcuno ha pensato anche all'uso del filo spinato elettrificato.
Mi domando cosa si sono fumati coloro che hanno pensato di abbattere la separazione fisica dei confini di proprietà...

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