Nebbia in pianura padana; che novità.
Dato che i miei genitori vengono tutti dalla bassa, parmense o piacentina poco importa perché sempre di bassa trattasi, l'arrivo delle nebbia è occasione per rinverdire alcuni ricordi familiari.
La prima affermazione introduttiva è che oggi c'è meno nebbia di un tempo, o, per lo meno, è meno schissa. L'affermazione fa parte di quel frasario al quale appartengono tutte le frasi che ricadono nella categoria "qui una volta era tutta campagna"; luoghi comuni ma con un fondamento reale.
La nebbia è da sempre caratterizzata per il fatto di essere più o meno "schissa".
"Schissa" è un termine dialettale simile al "schiacciata" italiano e rende la densità, e quindi la scarsa visibilità, della nebbia.
Perché la nebbia esca dalla categoria "foschia", almeno dalle parti da dove arrivano i miei genitori, deve garantire una visibilità inferiore ai cento metri, altrimenti è solo "foschia" più o meno pesante.
Mio nonno abitava in un paese chiamato Costapelata, più o meno da San Giorgio Piacentino, mentre i genitori di mia nonna stavano a Cadeo; circa 15km di distanza.
Una volta mio nonno andò a trovare i genitori di mia nonna e vi andò con un suo fratello a piedi, all'epoca di auto ce n'erano pochine ed era un lusso per pochi danarosi privilegiati. Per raggiungere Cadeo bisogna fare una svolta. Rientrando alla sera calò la nebbia e mio nonno mancò la svolta perché stando sul ciglio della strada, su lato dove avrebbero dovuto trovare la svolta, non si riusciva a vedere oltre al fosso. I miei parenti continuarono ad andare avanti e indietro per un po', sino a quando non si sedettero e disperarono di riuscire a tornare a casa. Furono recuperati dal cane; erano arrivati abbastanza vicino a casa da essere sentiti dal cane che andò a recuperarli nella nebbia e li riportò a casa.
Mia madre e la sua famiglia erano più sedentari, un po' perché tutti i parenti, cugini, abitavano lontano a Genova o a Milano e un po' perché con quei due cugini che abitavano vicino al paese non andavano d'accordo; una storia lunga e triste che coinvolge il possesso di un fazzoletto di terra. I suoi racconti si limitano al niente che si vedeva dalla finestra di casa; un grigio uniforme e denso da cancellare qualunque cosa non si trovasse a 50cm di distanza.
Mio padre quando "andava a morosa"* da mia madre abitava a Fidenza; andare a Roccabianca ci vogliono circa 40 minuti. Una sera andarono al cinema e mentre tornava a casa da Roccabianca si trovò immerso nella nebbia. All'epoca aveva lo scatolino, e la nebbia era così schissa che non si vedeva un tratto dall'altro nella riga di mezzeria stradale; andando piano l'auto non si scaldava, si formava del ghiaccio all'interno del parabrezza e l'unica era guidare con la testa fuori dal finestrino.
Morale della favola: causa nebbia ha impiegato tre ore e mezza per tornare a Fidenza da Roccabianca. Decise di attendere la fine della stagione delle nebbie per tornare al paese da mia madre.
* "andare a morosa": questa espressione indica il vedersi dei fidanzati
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