D'inverno mi metto in cucina a spadellare e d'estate mi limito solo a preparare un dolce col mascarpone, perché il solo pensiero di mettermi ai fornelli col caldo mi fa venire male.
Ho imparato a cucinare perché mia sorella ha fatto l'istituto alberghiero e quando lei cucinava a casa io facevo da garzone; le passavo le cose, lavavo i piatti e le stoviglie e intanto guardavo.
Mi vengono veramente bene i risotti e la pasta, il resto decisamente meno, ma del resto la verdura la preferisco scondita e cruda e non magio carne, quindi non mi interessa cucinare bene l'abbacchio.
Questa lunga ed inutile premessa per raccontare quanto segue.
Tornando dal lavoro mi è venuta voglia di dolce col mascarpone, che altro non è che la parte cremosa del tiramisù per intenderci, una robina semplice da fare; così mi sono fermato a fare spesa.
Le uova, due, le avevo in casa quindi mi mancavano 500gr di mascarpone, lo zucchero di canna, una tavoletta di cioccolato fondente; prendo quel che serve, pago e torno a casa.
Separo i tuorli dagli albumi, metto quattro cucchiai scarsi di zucchero nei tuorli, mescolo il tutto sino a quando non si è amalgamato bene e poi prendo il mascarpone che mi pare...strano. Mi rendo conto che ha qualcosa che non va ma non capisco cosa, sino a quando non l'ho vuotato nel tegame con tuorli e zucchero; è poco...ne ho preso 250gr, invece di 500gr.
Dandomi dell'idiota valuto le alternative; avrei potuto mettere tutto in frigo, dopo averlo ben mescolato sino a divenire una crema uniforme, aggiungere l'indomani il mascarpone mancante, li albumi montati a neve e la cioccolata tritata fine; ma è una scelta pericolosa perché il dolce avrebbe potuto perire durante la notte, così sono uscito a prendere quello che mancava.
Memoria.
Devo farne così tanto perché in casa siamo in tre e se non ne faccio mezzo chilo a stento riesco ad assaggiarlo.
Una volta a me e a mia sorella, eravamo piccoli allora, ci venne voglia di dolce col mascarpone, ma mia madre non era intenzionata a farlo, ci dette però la pecunia e noi prendemmo tutti gli ingredienti. Pensammo che fare tutto il lavoro a mano costasse troppa fatica, così buttammo il tutto nel robot da cucina e aggiungemmo alla fine il cioccolato; il risultato non fu dei migliori. Dal robot uscii una poltiglia semiliquida color cioccolato nella quale galleggiavano piccole sfere bianche; una sorta di anginato semigranulare al sapor di cioccolato insomma.
Non era del tutto ributtante, ma definirlo "buono" è eccessivo; era...bhè...commestibile. Ne mangiammo un poco e andammo a letto. L'indomani trovammo in frigorifero solo il vuoto tegame lindo come uno specchio.
Poi ci fu l'episodio torta babbà. Mia sorella all'epoca stava insieme con uno di Napoli che le parlava sovente di questi babbà e lei trovando nel libro di cucina una torta fatta con lo stesso impasto, pensò di provare, con il mio aiuto, c'era sempre qualcosa da lavare, a fare questa torta.
Mia sorella è molto brava a cucinare, ma all'epoca era agli inizi e le capitava qualche piatto non proprio perfetto.
Preparammo l'impasto e infornammo; la torta crebbe a vista d'occhio nel forno, coi noi due a guardare ammirati e a un certo punto, al colmo del nostro stupore per un tale prodigio, la torta ebbe un prolasso e si asfaltò, rapidissimamente, sul fondo del tegame. Amò a tal punto la gravità che dal forno uscii una torta alta un paio di centimetri. Non era male se si riusciva a superare la consistenza da piastrella di botticino. Ne mangiammo pochissimo e mettemmo il tutto in frigorifero pensando che, magari, intingolata nel latte poteva essere una buona colazione.
L'indomani nel frigorifero trovammo il coltello, usato per tagliare la torta, abbandonato desolatamente sul piatto da portata; in casa mia non si è mai buttato via nulla e l'unico modo per potersi nutrire è nascondersi il cibo, perché nessuna cosa commestibile, qui, supera la nottata :asd: