Come sapete, cari manzoniani lettori, perché credo di avervelo comunicato da qualche parte, ho smesso di fare il badante; era parte, sebbene collaterale, delle mie mansioni lavorative ed ora questa mia funzione è limitata ai soli parenti... ne hanno sicuramente più diritto di altri, ma di sicuro non è facile.
C'è un motivo se lavoro un numero inverecondo di ore.
A me piace alzarmi al mattino presto, non vedere nessuno e andare in studio ad occuparmi delle consuete rogne; queste ci sono sempre, più o meno complesse, ma permangono una costante.
In questo modo sino alle nove non devo fare vita sociale, posso grugnire e borbottare, permettendo ai neuroni di avviarsi e, soprattuto, di svegliare il neurone addetto alle relazioni interpersonali.
In studio non devo fare da badante a nessuno, per la maggior parte si tratta di gente più giovane di me e la speranza è quella che un giorno, qualcuno di loro, faccia da badante a me... bhè, magari anche solo in senso figurato.
Arriverà comunque un giorno nel quale faticherò a snocciolare normativa, dovrò andare a tentoni e avrò bisogno di un supporto di backup, anche se, magari, per quella data potrei essere diventato borg e non avere più bisogno di certe cose; certo, la prospettiva di una coscienza collettiva non ha un grande appeal...
Fatto sta che fare da badante è un lavoro logorante; spero che, quando toccherà a me, ci sia badante-bot con tanti px di pazienza.
I puntini potranno sempre tutto.
Là; un post vagamente inutile, con un accenno di spleen, che male non fa e che ha sempre caratterizzato il blog, in dosi più o meno eccessive, e appena un po' sconclusionato... diamo la colpa al caldo.
Nessun commento:
Posta un commento