Ho la tendenza, da sempre, a riflettere e ad analizzare le mie reazioni e quello che provo, non che ci azzecchi sui meccanismi, però cerco di capire perché mi sento in un modo e perché reagisco così e non in maniera diversa.
Alla mia venerabile mi sono accorto di alcune cose che faccio di recente e che solo di rado facevo prima; sono diventato sensibile a cose che, sino a qualche anno fa, mi lasciavano indifferente o, addirittura, mi indispettivano... è complicato.
Per certi versi mi faccio un sacco di films, per altro con pessime sceneggiature, e per altri mi... irrigidisco, per cui sono confuso.
Anche questa confusione non so se è un bene o un male; non vorrei diventare un personaggio di Svevo, che pure ammiro moltissimo come autore, ma i cui personaggi fanno vite diversamente misere.
Buona parte della confusione, inoltre, è indotta dal fatto che non capisco quanto me la sto suonando; chiaramente me la sto suonando, ma sino a quando ne sono consapevole non è un gran male, è che non capisco l'estensione di questa... illusione e non ne afferro pienamente la natura.
Qualcosa di me sfugge al mio controllo e la cosa mi è del tutto nuova; continuo a controllare i sogni, ma sono i momenti di veglia che mi vedono insubordinato e a briglia sciolta (ovviamente coi miei limiti).
Magari con l'età mi si stanno allentando i sistemi di sicurezza, oppure sto semplicemente rimbambendo precocemente.
Fatto sta che qui le cose si sono fatte diverse e di una diversità alla quale non sono abituato e che, quindi, non so bene come gestire; il fatto di averlo notato e di meditarci sopra mi aiuterà a trovare un equilibrio di qualche tipo.
Il mio timore non è quello di farmi delle illusioni, ma di non riconoscerle o di non saperne individuare i contorni.
Era da un po' che non scrivevo un po' di righe nebulose e confuse; così, manzoniani lettori, sapete che sto bene.