E' incredibile come le intuizioni migliori mi siano venute in bagno.
Il più delle volte avviene sotto la doccia, ma è l'ambiente in sé a conciliare folgoranti intuizioni.
A essere onesti sono del tutto all'oscuro del processo che conduce a questi lampi di consapevolezza.
In genere passo un pessimo periodo, complici anche fattori esterni indipendenti dalla mia volontà, e poi, dopo aver rimuginato parecchio su varie cose, mi si prospetta chiara e improvvisa una via da tentare per arginare o superare il malessere.
L'ultima illuminazione è relativa alla dipendenza emotiva da una persona mutevole come il "mare colore del vino", per citare a spanne Omero, che si è dimostrata, più e più volte negli anni, inaffidabile, ma dalla quale natura impone una certa dipendenza.
Ciò che muta in continuazione, che non è mai uguale a sé stesso e che non prende la parola data come impegno, non deve essere preso come riferimento; a un certo punto bisogna staccarsene emotivamente, in modo che, indipendentemente da quel che dice, non possa farci star male.
Arrivarci alla mia veranda età non depone troppo a mio favore, ma è anche vero che solo grazie allo stoicismo potrò, effettivamente, staccare questa fastidiosa dipendenza che, non ostante gli anni, è ancora in essere.
L'illuminazione c'è stata, adesso inizia il lavoro serio e complesso ma, spero, breve; del resto ho sempre fatto affidamento sull'operato, assolutamente non sotto il mio controllo cosciente e quasi da me indipendente, dei miei neuroni... grazie a loro e alla Provvidenza, che manzonianamente continua ad essere lo sponsor della mia esistenza, sono arrivato sin qua e con loro continuerò ad andare avanti.
lunedì 20 agosto 2018
domenica 19 agosto 2018
Ambiente
Tra le cose bizzarre del comportamento umano c'è la reiterazione di modi di fare più o meno deleteri.
Ci sei già passato, perché qualcuno in casa ha fatto le stesse cose con te, sai che non ci si sta bene per svariati motivi, sai che si crea un ambiente pesante e difficile da gestire, eppure tutto questo non ti impedisce di ripetere esattamente lo stesso comportamento, magari sperando anche in risultati diversi da quelli ottenuti da chi ti ha preceduto.
Di queste cose, onestamente, non riesco a capacitarmi di come possano avvenire.
C'è per forza qualcosa che grippa, che stona, che manda in corto le sinapsi per un periodo più o meno lungo.
Ci sei già passato, perché qualcuno in casa ha fatto le stesse cose con te, sai che non ci si sta bene per svariati motivi, sai che si crea un ambiente pesante e difficile da gestire, eppure tutto questo non ti impedisce di ripetere esattamente lo stesso comportamento, magari sperando anche in risultati diversi da quelli ottenuti da chi ti ha preceduto.
Di queste cose, onestamente, non riesco a capacitarmi di come possano avvenire.
C'è per forza qualcosa che grippa, che stona, che manda in corto le sinapsi per un periodo più o meno lungo.
giovedì 9 agosto 2018
Olimpiadi dell'ansia
Non ne hanno ancora, stranamente, fatto una disciplina olimpica, ma credo che annovererebbe miriadi di partecipanti.
Mi sento, onestamente, di poter partecipare solo in alcune discipline perché, mio malgrado e assolutamente a mia insaputa, ho smarrito le capacità necessarie per competere nelle varie sfumature d'ansia.
Cercherò di farne un elenco non esaustivo.
Lo scopo dell'ansia è il medesimo; farci diventare tutti registi di interminabili saghe cinematografiche, montate con scarsissimi indizi, nessun fatto concreto, ma montagne e montagne di supposizioni catastrofiche campate per aria.
Ansia alla risposta
Ovvero quella che ti prende appena senti che suona il telefono, oppure quando vedi una chiamata persa di qualcuno che conosci...
Il tutto si risolverebbe richiamando, ma perché farlo subito quando si può indugiare in almeno una miniserie di catastrofi e sensi di colpa?
Variante: ansia da non risposta
Ovvero quando chiami, o scrivi e non ti rispondono. Anche qui possono esserci mille ragioni, legittime, diverse... ma questo scenario regala materiale per almeno una soap opera; ovvero per...
Ansia in lungo
...quando la variante di prima diventa materia per una interminabile saga familiare.
La speculazione la fa da padrona e la maestria consiste nell'usare nulla per costruire le ipotesi più selvagge e ardite.
E' una disciplina, contrariamente a quanto si possa ritenere, molto semplice; basta un sassolino minuto, esile, anche appena accennato, meglio se inventato, per riuscire a produrre mesi, a volte anni, di sensi di colpa e tragedie inventate.
Ansia cosmica
Ovvero l'incommensurabile ansia e paura che ti prende all'idea di morire o della conversione in Nova del sole; o la fine della Via Lattea quando, alla fine, sarà fagocitata dal buco nero che tiene al suo centro.
Con questa ansia si parte da eventi che accadranno, alcuni più o meno vicini, la nostra morte, e altri remotissimi che si realizzeranno quando, più o meno, l'umanità si sarà estinta, per riuscire a rovinarci l'esistenza con timori del tutto immotivati su eventi che sfuggono, letteralmente, al nostro controllo; ma vuoi non farci su un par di migliaia di puntate di uno sceneggiato?
Non potrei più competere in "ansia alla risposta" e in "ansia in lungo", perché su quest'ultima non mi sento più così ferrato; mi piazzerei più o meno a metà in "ansia da non risposta", qualcuno dei miei neuroni credo si stia occupando, a tempo perso e in qualche modo, della cosa, mentre in "ansia cosmica" riuscirei a fare uno splendido risultato; minimo tra i primi posti.
Non è facile essere stoici...
"She bid me take life easy, as the grass grows on the weirs;
But I was young and foolish, and now am full of tears"
Riuscirò anche a fare il filo d'erba
Mi sento, onestamente, di poter partecipare solo in alcune discipline perché, mio malgrado e assolutamente a mia insaputa, ho smarrito le capacità necessarie per competere nelle varie sfumature d'ansia.
Cercherò di farne un elenco non esaustivo.
Lo scopo dell'ansia è il medesimo; farci diventare tutti registi di interminabili saghe cinematografiche, montate con scarsissimi indizi, nessun fatto concreto, ma montagne e montagne di supposizioni catastrofiche campate per aria.
Ansia alla risposta
Ovvero quella che ti prende appena senti che suona il telefono, oppure quando vedi una chiamata persa di qualcuno che conosci...
Il tutto si risolverebbe richiamando, ma perché farlo subito quando si può indugiare in almeno una miniserie di catastrofi e sensi di colpa?
Variante: ansia da non risposta
Ovvero quando chiami, o scrivi e non ti rispondono. Anche qui possono esserci mille ragioni, legittime, diverse... ma questo scenario regala materiale per almeno una soap opera; ovvero per...
Ansia in lungo
...quando la variante di prima diventa materia per una interminabile saga familiare.
La speculazione la fa da padrona e la maestria consiste nell'usare nulla per costruire le ipotesi più selvagge e ardite.
E' una disciplina, contrariamente a quanto si possa ritenere, molto semplice; basta un sassolino minuto, esile, anche appena accennato, meglio se inventato, per riuscire a produrre mesi, a volte anni, di sensi di colpa e tragedie inventate.
Ansia cosmica
Ovvero l'incommensurabile ansia e paura che ti prende all'idea di morire o della conversione in Nova del sole; o la fine della Via Lattea quando, alla fine, sarà fagocitata dal buco nero che tiene al suo centro.
Con questa ansia si parte da eventi che accadranno, alcuni più o meno vicini, la nostra morte, e altri remotissimi che si realizzeranno quando, più o meno, l'umanità si sarà estinta, per riuscire a rovinarci l'esistenza con timori del tutto immotivati su eventi che sfuggono, letteralmente, al nostro controllo; ma vuoi non farci su un par di migliaia di puntate di uno sceneggiato?
Non potrei più competere in "ansia alla risposta" e in "ansia in lungo", perché su quest'ultima non mi sento più così ferrato; mi piazzerei più o meno a metà in "ansia da non risposta", qualcuno dei miei neuroni credo si stia occupando, a tempo perso e in qualche modo, della cosa, mentre in "ansia cosmica" riuscirei a fare uno splendido risultato; minimo tra i primi posti.
Non è facile essere stoici...
"She bid me take life easy, as the grass grows on the weirs;
But I was young and foolish, and now am full of tears"
Riuscirò anche a fare il filo d'erba
domenica 5 agosto 2018
Sogni vari
1) Ero al lavoro, ultimamente lo frequento troppo spesso nei sogni, e stavo cercando di prendere un caffè; avendo finito i soldi stavo ricaricando la chiavetta ma, ahimé, avevo solo delle lire, monete da 100, 200, 50, ma manco un euro e quindi non sono riuscito a ricaricare la chiavetta per assumere caffeina.
Compare anche un individuo che mi chiede di fare qualcosa ed io, col garbo che mi contraddistingue, gli ringhio: "non prima del caffè!"
2) Mi trovo in un'aula con dei mobili eterogenei; roba d'antiquariato e di modernariato, con un pavimento in breccia di Verona e inizio, coinvolgendo tutti i presenti, a spostare i mobili, poi appaiono due fotocopiatrici e sposto anche quelle.
Si restaurano alcuni mobili, si scrosta via un po' di intonaco ammalorato e continuo a spostare i mobili dentro questo ambiente che, un po' alla volta, inizia ad assumere alcuni connotati del posto di lavoro.
Finalmente termino di spostare tutto e resta solo da pulire e qualcuno si offre di farlo al posto mio ma, essendo uno sfrantamaroni da sbarco, rispondo: "si; se lo lascio fare a te, è ancora tutto così il Giorno del Giudizio".
Il secondo sogno spero sia un messaggio dell'incoscio il quale mi dice che ha preso a riorganizzarsi; ho bisogno di fare ordine, buttare alcune cose, ripristinarne altre, modificare e sostituire altri aspetti.
Sto sognando troppo spesso il lavoro; dovrò provvedere.
Compare anche un individuo che mi chiede di fare qualcosa ed io, col garbo che mi contraddistingue, gli ringhio: "non prima del caffè!"
2) Mi trovo in un'aula con dei mobili eterogenei; roba d'antiquariato e di modernariato, con un pavimento in breccia di Verona e inizio, coinvolgendo tutti i presenti, a spostare i mobili, poi appaiono due fotocopiatrici e sposto anche quelle.
Si restaurano alcuni mobili, si scrosta via un po' di intonaco ammalorato e continuo a spostare i mobili dentro questo ambiente che, un po' alla volta, inizia ad assumere alcuni connotati del posto di lavoro.
Finalmente termino di spostare tutto e resta solo da pulire e qualcuno si offre di farlo al posto mio ma, essendo uno sfrantamaroni da sbarco, rispondo: "si; se lo lascio fare a te, è ancora tutto così il Giorno del Giudizio".
Il secondo sogno spero sia un messaggio dell'incoscio il quale mi dice che ha preso a riorganizzarsi; ho bisogno di fare ordine, buttare alcune cose, ripristinarne altre, modificare e sostituire altri aspetti.
Sto sognando troppo spesso il lavoro; dovrò provvedere.
giovedì 2 agosto 2018
Di coltelli e cestini
Io mi lamento un sacco; so che, miei manzoniani lettori, voi lo sapete bene.
Son proprio una lagna.
Ho persin paura che, leggendo delle mie lamentazioni, possa sembrare ch'io mi creda chissà quale mente acuta e sagace.
C'è una similitudine, sentita non mi ricordo più da chi, che apprezzo molto e che mi qualifica molto bene; non mi sento la lama più affilata del cesto.
Ovvero mi sento il solito, poco brillante, sveglio a fasi alterne, arguto un tanto al chilo e solo quando Giove è in trigono con Caronte e Epsilon Eridani, maldestro q.b....; insomma un comune mortale, come tanti, che fa con quel poco che ha avuto in dotazione ed è consapevole della cosa.
In talune situazioni, però, ove è richiesto un coltello affilato, mi sento una lama arrugginita e priva di filo in cesto di cucchiai di balsa.
Per fortuna, al momento, la mia naturale dabbenaggine mantiene l'Ego entro dimensioni gestibili.
Son proprio una lagna.
Ho persin paura che, leggendo delle mie lamentazioni, possa sembrare ch'io mi creda chissà quale mente acuta e sagace.
C'è una similitudine, sentita non mi ricordo più da chi, che apprezzo molto e che mi qualifica molto bene; non mi sento la lama più affilata del cesto.
Ovvero mi sento il solito, poco brillante, sveglio a fasi alterne, arguto un tanto al chilo e solo quando Giove è in trigono con Caronte e Epsilon Eridani, maldestro q.b....; insomma un comune mortale, come tanti, che fa con quel poco che ha avuto in dotazione ed è consapevole della cosa.
In talune situazioni, però, ove è richiesto un coltello affilato, mi sento una lama arrugginita e priva di filo in cesto di cucchiai di balsa.
Per fortuna, al momento, la mia naturale dabbenaggine mantiene l'Ego entro dimensioni gestibili.
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