Un bel post sui libri, così metto un po' di vita sul blog, lo faccio riprendere dal delirio mitologico del post precedente e vi rendo partecipi della mia scoperta.
Innanzi tutto devo tediarvi un'altra volta con la mitologia, perdonatemi e siate buoni, ma proprio non me lo ricordo più.
Ho il ricordo distinto di un mito, forse di fondazione di una città, nel quale l'estensione dell'abitato era dato dalla buccia di una mela, o da una pelle di bovino, tagliata molto sottile e usata per indicare il periplo cittadino; me lo ricordo solo io? questa cosa è figlia di una peperonata o qualcuno di voi, sparuti lettori, se lo ricorda e mi può dare un nome?
L'invocazione a Mneme non è servita e non riesco a ricordarmi un fico secco.
Ho finito di leggere "Byzantine churches in Constantinople"; un saggio esaustivo, almeno nella trattazione dei singoli edifici, sulle chiese bizantine, anche se oggi mutate in moschee o ricoveri per bovini, della Regina delle città. Il saggio è scritto in modo molto professorale, per cui deve proprio piacere l'argomento per leggerlo trovandolo persino piacevole, cosa, per altro, che a me è accaduta.
Potendo attingere alla produzione anglofona su Bisanzio, mi si spalancano nuovi orizzonti di lettura.
Ho anche quasi ultimato, mancano giusto un paio di pagine, "Loro due in quella foto", o un titolo simile, di una autrice francese. Il libro è bello, mi piacciono sempre tanto i romanzi epistolari; triste ma non troppo, con una scrittura, almeno dalla traduzione, un po' scanzonata. Una lettura estiva, non è certo grande letteratura, ma che vale il tempo speso sulle pagine.
V'ho detto che sto leggendo la "Vita Nova"? bhè... dovrebbe comparire nel banner di anobii.
Si tratta di uno di quei libri affrontati a scuola e poi dimenticati da qualche parte perché Dante sa di complicato. Oltre a farmi sentire un po' Janeway, vi rimando per questo a "Star Trek Voyager", posso dire che il volume potrebbe anche intitolarsi, paradossalmente e richiamando letteratura decisamente successiva, "I dolori del giovane Dante". Dante si strugge per Beatrice, ma, essendo chi è, lo fa con sonetti, ballate, riferimenti mitologici e quant'altro un uomo colto del suo tempo poteva utilizzare in campo letterario.
Onestamente pensavo che terminare la frase con un punto e iniziare la frase successiva con la "E" fosse un errore, ma se Dante lo fa potrebbe anche avere senso; certo... Dante non usa tutte le "h" nel verbo avere che ci vogliono, ma quest'uso della "e" mi lascia cogitabondo.
1 commento:
me lo ricordo anch'io il mito a cui ti riferisci... solo che non ricordo a quale citta' si riferisca; mi ricordo che era stato dato il permesso di costruire su un appezzamento di terra grande quanto ne poteva contenere una pelle di bue e il personaggio in questione, per gabbare questa limitazione, fece a striscioline sottili la pelle riuscendo cosi' a coprire un vasto appezzamento di terra
ti puo' essere d'aiuto per ricordare? :-)
ciao,
Samara (senza piu' pozzo ;-P)
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