Avete presente quando cercate di fare qualcosa, ma il cervello decide che nel mentre deve pensare ad altre dieci cose? Il risultato è un rumore di fondo, una interferenza sinaptica che vi impedisce di comunicare coi neuroni e questi fanno quello che gli pare.
Il risultato è l'apparire della scritta "attendere prego", che lampeggia come una grossa insegna al neon, sulla vostra capoccia.
Bisogna operare però una distinzione: a volte i neuroni sonno occupati in mille altre attività e pensieri e non hanno certo tempo di occuparsi di una cosa triviale come la vostra vita, mentre a volte sono rimasti a letto e hanno lasciato solo il portiere a svolgere tutto il lavoro.
E' abbastanza frequente, quando dormo poco, il secondo caso; certo vale più il mio portinaio dell'occupante della scatola cranica di Vento, ma le arachidi tostate, si sa, non brillano per intelligenza e lui ha giusto una mezza arachide.
Il primo caso capita per eccesso di stimoli, per cui non c'è un neurone libero, manco Vocabolo, che possa occuparsi della vita reale; sono troppo occupati a scriversi bellissime sceneggiature e a valutare i più disparati fatti.
In questa condizione, è il caso odierno, al lavoro concludo poco e i miei sogni si incrinano; perdo la rete contenitiva dell'autocontrollo.
Stanotte ho sognato una sorta di invasione zombie, che non perdevano pezzi ed erano molto lindi, a me le cose truculente non piacciono, che ho eliminato a fulmini e con l'ausilio di una serie di macchine volanti piccole ed intelligenti. Poteva andare bene, se non fosse per gli zombie bene educati, per un fumetto Marvel.
L'unico modo per tornare produttivi è dormire; la tastiera però è scomoda e la scrivania dell'ufficio potrebbe non essere il posto più salubre dove appisolarsi.
Oggi avrò poche funzioni, i neuroni sono impegnati a fare dell'altro.
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