Il 10 marzo del 1945 i nazifascisti uccisero, con un colpo alla nuca facendoli sdraiare per terra, tredici partigiani, ne avevano prelevati quindici dalle carceri piacentine, come rappresaglia per punire la Brigata Garibaldi "Forni" rea di aver assalito un convoglio tedesco, dipendente dal comando di Piacenza, lungo la via Emilia.
L'uccisione dei partigiani avvenne in località Carzole, che si trova a Fidenza e che, probabilmente, è un altro nome di Coduro (località fidentina sull'asse in direzione Parma della via Emilia).
Fidenza ha commemorato l'evento con un cippo e chiamando con il nome "Carzole" due vie cittadine.
A questo punto lasciamo la parte serie per entrare in un aspetto più faceto inerente la toponomastica.
A Fidenza esiste una via "Martiri delle Carzole" e una via "Caduti delle Carzole" l'una agli antipodi dell'altra e la cosa divertente è che, data la similarità del nome, vengono confuse allegramente; perciò capita spesso che una ditta vi dica che ha sede in via "Martiri delle Carzole", mentre in realtà stanno in via "Caduti delle Carzole".
Se dovete andare in una di queste vie, non fidatevi dell'indirizzo che vi hanno dato, ma telefonate e fatevi spiegare dove si trovano esattamente o rischiate di girare per Borgo San Donnino come delle trottole.
mercoledì 29 giugno 2011
lunedì 27 giugno 2011
"how do you feel?"
Tenda
Adesso mi aggrappo a una tenda con tutto il mio peso, con la speranza che i tasselli reggano, anche se al momento non mi importa molto di sbattere le chiappe per terra.
Sappiate che questo minaccia di essere un post di lamentele e lagnanze furenti, potrei divenire insopportabile persino a me; perciò fate dell'altro.
Stasera ho fatto alcune prove di colore e ho fatto una desolante scoperta.
Il disegno non è migliorato, ma del resto manco me lo aspettavo, dato che l'ultima mia creatura risale all'anno scorso, se tutto va bene; è da un po' che riesco a fare una creatura l'anno o ogni due anni... non posso certo pretendere con questa frequenza che la mia mano sia migliorata nel frattempo.
Ho sempre fatto però affidamento su una costante; l'acquerello.
Non che io la padroneggi, intendiamoci, ricordo che in fondo il mio talento è sempre stato modesto, ma ne avevo una mia interpretazione che ha sempre svolto egregiamente il suo compito.
L'acquerello non è più una costante. Non la sento più una tecnica mia e non so neppure se voglio mettermi a dietro a imparare una tecnica nuova, o a rispolverare qualcosa di usato in passato; al momento ho solo voglia di buttarmi a letto e cercare di dimenticare questa brutta scoperta, raccontarmi un sacco di fesserie e restare nell'illusione di poter di nuovo dipingere.
La faccenda invece è grave.
Non so neppure se, tutto sommato, possa anche valerne la pena di riprendere a disegnare seriamente.
E' come se qualcosa si fosse rotto, ma non so cosa e non so come aggiustarlo; potrebbe essere un ottimo momento per trasferirmi su uno scoglio dimenticato da tutti, o per trovare, finalmente, la colonna della mia vita e fare lo stilita.
Le cose sono cambiate e non so se in questo nuovo ordine c'è spazio per il disegno.
A furia di guardare ogni cosa dall'esterno, temo di aver finito per guardare persino me stesso da una qualche altezza a me imponderabile.
Sono davvero più povero, mi sono perso da qualche parte e neppure me ne sono accorto.
Bene; devo capire dove sono e cosa fare per mutare le cose, del resto l'unica cosa della quale ho il controllo è la mia persona.
Sappiate che questo minaccia di essere un post di lamentele e lagnanze furenti, potrei divenire insopportabile persino a me; perciò fate dell'altro.
Stasera ho fatto alcune prove di colore e ho fatto una desolante scoperta.
Il disegno non è migliorato, ma del resto manco me lo aspettavo, dato che l'ultima mia creatura risale all'anno scorso, se tutto va bene; è da un po' che riesco a fare una creatura l'anno o ogni due anni... non posso certo pretendere con questa frequenza che la mia mano sia migliorata nel frattempo.
Ho sempre fatto però affidamento su una costante; l'acquerello.
Non che io la padroneggi, intendiamoci, ricordo che in fondo il mio talento è sempre stato modesto, ma ne avevo una mia interpretazione che ha sempre svolto egregiamente il suo compito.
L'acquerello non è più una costante. Non la sento più una tecnica mia e non so neppure se voglio mettermi a dietro a imparare una tecnica nuova, o a rispolverare qualcosa di usato in passato; al momento ho solo voglia di buttarmi a letto e cercare di dimenticare questa brutta scoperta, raccontarmi un sacco di fesserie e restare nell'illusione di poter di nuovo dipingere.
La faccenda invece è grave.
Non so neppure se, tutto sommato, possa anche valerne la pena di riprendere a disegnare seriamente.
E' come se qualcosa si fosse rotto, ma non so cosa e non so come aggiustarlo; potrebbe essere un ottimo momento per trasferirmi su uno scoglio dimenticato da tutti, o per trovare, finalmente, la colonna della mia vita e fare lo stilita.
Le cose sono cambiate e non so se in questo nuovo ordine c'è spazio per il disegno.
A furia di guardare ogni cosa dall'esterno, temo di aver finito per guardare persino me stesso da una qualche altezza a me imponderabile.
Sono davvero più povero, mi sono perso da qualche parte e neppure me ne sono accorto.
Bene; devo capire dove sono e cosa fare per mutare le cose, del resto l'unica cosa della quale ho il controllo è la mia persona.
...e i biscotti della fortuna
Sabato sera sono stato a una grigliata, probabilmente c'è una foto di me mentre pulisco una pentola, anche se non ho potuto lavarla dopo l'utilizzo perché qualcuno mi ha preceduto...uhm... questo post avrà un'appendice.
Alla fine della grigliata sono stati distribuiti i biscotti della fortuna con annesso messaggio in anglico e in un'altra lingua, forse tedesco ma non potrei giurarci, e il mio messaggio recita: "un progetto di lunga data in corso si concretizzerà".
Dato che io non faccio mai progetti a lungo termine, ho subito pensato alla Scheda del Male.
Ricordate dove eravamo rimasti?
Faccio un sunto rapido: dopo sei anni di maledizioni, cancheri vari, riedizioni annuali dell'infame scheda, metri quadrati di conti e metri cubi di carta, finalmente la Scheda del Male era pronta per essere mostrata al pubblico, quando uno dei soggetti attuatori ha detto che voleva fare dell'altro e non aveva più intenzione di andare avanti con essa.
Oggi ho sentito, ma ho deciso di non approfondire, fare ancora il nome della Scheda del Male; assisterò presto a una sua riesumazione? Un po' mi spaventa. Dovrei essere contento perché si tratta di un buon numero di case che, tra concessioni e varianti, mi darebbe da mangiare per un bel po' di tempo, ma questa Scheda l'ho vista ormai talmente tante di quelle volte, mi ha fatto vedere i sorci verdi ogni volta, che la sola idea di metterci nuovamente mano mi fa star male.
Appendice.
Ho una leggerissima forma di compulsione da "casalinga repressa" perciò tendo a essere un poco invadente quando mi si invita a cena; devo rendermi utile in qualche modo e l'unica maniera per evitare ch'io lavi i piatti, è quella di darmi qualcosa da fare. Devo rendermi utile.
L'unico freno è costituito dal fatto che non voglio essere sgarbato, per cui il fatto ch'io mi metta a lavare piatti, elettrodomestici, pavimenti, togliere ragnatele eventuali etcc... possa essere interpretato come una critica all'igiene della casa, tende a limitare il mio intervento alle sole cose usate durante la cena.
In alcuni casi però è questione di salute pubblica.
Ricordo almeno un caso nel quale questa mia compulsione mi ha però evitato di prendere malattie tutte da scoprire.
Molti anni fa venni invitato in Veneto, tacerò la provincia, per un ultimo dell'anno e venni ospitato in casa di una "conoscente".
Quella casa fu il mio incubo; ragnatele belle evidenti ovunque e in più c'era un'unica spugna per pulire tutto!!! E le posate unte... mi si blocca la digestione solo a pensarci.
Fatto sta che mi sono lavato le mie posate, ho tolto le ragnatele, pulito il lavello della cucina, il tavolo... e poi ho dovuto fermarmi.
C'erano persino le pulci.
Al mio capo piace raccontare, ogni tanto, che la prima cosa che feci dopo l'assunzione fu pulire lo studio asserendo che era per me impossibile lavorarci :asd:
Alla fine della grigliata sono stati distribuiti i biscotti della fortuna con annesso messaggio in anglico e in un'altra lingua, forse tedesco ma non potrei giurarci, e il mio messaggio recita: "un progetto di lunga data in corso si concretizzerà".
Dato che io non faccio mai progetti a lungo termine, ho subito pensato alla Scheda del Male.
Ricordate dove eravamo rimasti?
Faccio un sunto rapido: dopo sei anni di maledizioni, cancheri vari, riedizioni annuali dell'infame scheda, metri quadrati di conti e metri cubi di carta, finalmente la Scheda del Male era pronta per essere mostrata al pubblico, quando uno dei soggetti attuatori ha detto che voleva fare dell'altro e non aveva più intenzione di andare avanti con essa.
Oggi ho sentito, ma ho deciso di non approfondire, fare ancora il nome della Scheda del Male; assisterò presto a una sua riesumazione? Un po' mi spaventa. Dovrei essere contento perché si tratta di un buon numero di case che, tra concessioni e varianti, mi darebbe da mangiare per un bel po' di tempo, ma questa Scheda l'ho vista ormai talmente tante di quelle volte, mi ha fatto vedere i sorci verdi ogni volta, che la sola idea di metterci nuovamente mano mi fa star male.
Appendice.
Ho una leggerissima forma di compulsione da "casalinga repressa" perciò tendo a essere un poco invadente quando mi si invita a cena; devo rendermi utile in qualche modo e l'unica maniera per evitare ch'io lavi i piatti, è quella di darmi qualcosa da fare. Devo rendermi utile.
L'unico freno è costituito dal fatto che non voglio essere sgarbato, per cui il fatto ch'io mi metta a lavare piatti, elettrodomestici, pavimenti, togliere ragnatele eventuali etcc... possa essere interpretato come una critica all'igiene della casa, tende a limitare il mio intervento alle sole cose usate durante la cena.
In alcuni casi però è questione di salute pubblica.
Ricordo almeno un caso nel quale questa mia compulsione mi ha però evitato di prendere malattie tutte da scoprire.
Molti anni fa venni invitato in Veneto, tacerò la provincia, per un ultimo dell'anno e venni ospitato in casa di una "conoscente".
Quella casa fu il mio incubo; ragnatele belle evidenti ovunque e in più c'era un'unica spugna per pulire tutto!!! E le posate unte... mi si blocca la digestione solo a pensarci.
Fatto sta che mi sono lavato le mie posate, ho tolto le ragnatele, pulito il lavello della cucina, il tavolo... e poi ho dovuto fermarmi.
C'erano persino le pulci.
Al mio capo piace raccontare, ogni tanto, che la prima cosa che feci dopo l'assunzione fu pulire lo studio asserendo che era per me impossibile lavorarci :asd:
domenica 26 giugno 2011
Vigolzone
Nel 1888 Giosuè Carducci visitò Vigolzone e a esso si riferisce quando ne scrive alla piacentina Elvira Boselli: "Quando e castella e torri col memore sguardo ricorro e tra le volte vaga lo spirito mio cerco le forme della bellezza umana e trasvolar serene. Soave balen tra le volte fosche passava ieri il tuo viso, Elvira, e a me pareva sul tempo passar trionfante la forma umana, nuova la pia bellezza antica."
Un castello a Vigolzone è attestato nel 1095 quando ne venne investito Lantelmo Confalonieri, vassallo del Vescovo e capitano dei piacentini che si recarono in Terra Santa per la prima crociata.
Nel 1244 il castello venne distrutto dalle truppe cremonesi e nel 1330 Bernardo Anguissola lo ricostruì.
Rimase della famiglia Anguissola, val la pena ricordare che di questa famiglia fu esponente anche Sofonisba Anguissola, sino al XIX° secolo, indi fu possedimento dei marchesi Monticelli e attualmente, almeno secondo le mie fonti, è di proprietà dei marchesi Landi (ignoro se si tratti di un ramo della stessa famiglia che governò Bardi).
Come moltissimi castelli del piacentino il castello è privato e non visitabile, ma, a differenza di alcune rocche che ho visto nel tempo, questo castello è ben tenuto e pare godere di ottima salute.
il parco del castello
Il castello di Grazzano Visconti fa parte del circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza e da circa quattro anni è possibile visitare, in certi periodi dell'anno, il parco annesso al castello visconteo.
Il castello in sé è privato e quindi non è visitabile all'interno.
Il parco è molto grande, la visita è guidata e dura circa un'ora. All'interno ci si può fare una vaghissima idea di come poteva apparire la fortezza quando venne costruita; è sopravvissuta una torre di guardia e i resti del primo fossato difensivo tipico delle fortezze di pianura.
Il parco è molto bello, la guida competente e ritengo quindi che sia valsa la spesa. E' visitabile il cortile d'onore del castello, anche se non è possibile fare foto all'interno di esso, e una bella chiesa settecentesca in prossimità del maniero. Il castello è stato reinterpretato con lo stesso gusto che ha originato l'attuale borgo di Grazzano.
Grazzano è stato interamente costruito ex-novo all'inizio del novecento, le case che oggi vediamo non erano parte, neppure come fondazioni, del vecchio borgo che attorniava il castello.
I borghi intorno ai castelli erano usati come ulteriore difesa al maniero; quando è stato edificato Grazzano è stato demolito il vecchio borgo per far posto al parco e le case sono state ricostruite, nelle forme attuali, con altri intenti.
Se capitate a Grazzano, o progettate una visita a questo affascinante borgo, cercate di inserire anche la visita al parco.
venerdì 24 giugno 2011
"L'infinito"
"Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare."
G.Leopardi
...perché oggi va così.
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare."
G.Leopardi
...perché oggi va così.
martedì 21 giugno 2011
Tapezzeria
Come si può ben vedere, ho cambiato la tapezzeria al blog.
Ho impiegato un po' di tempo a capire come fare, perché tutte le volte mi affiancava, duplicandole e mettendole l'una sull'altra, l'immagine oppure lasciava un ampio spazio di una tinta di fondo in basso; in entrambi i casi l'effetto era bruttino.
Lo foto utilizzata per la tapezzeria, scelta tra le mille mila fatte nelle mie peregrinazioni, è un albero di ciliegie che cresce in quel di Contignaco.
Molto banalmente vedrò di cambiare la tapezzeria a seconda delle stagioni o dell'umore, magari elaboro anche un motivo decorativo ad hoc; ci penserò.
Il post è abbastanza inutile, avrei potuto narrare delle vicende odierne, ma preferisco di no... molto meglio fare altro.
Devo anche prendere dell'incenso da bruciare che l'ho finito...
Ho impiegato un po' di tempo a capire come fare, perché tutte le volte mi affiancava, duplicandole e mettendole l'una sull'altra, l'immagine oppure lasciava un ampio spazio di una tinta di fondo in basso; in entrambi i casi l'effetto era bruttino.
Lo foto utilizzata per la tapezzeria, scelta tra le mille mila fatte nelle mie peregrinazioni, è un albero di ciliegie che cresce in quel di Contignaco.
Molto banalmente vedrò di cambiare la tapezzeria a seconda delle stagioni o dell'umore, magari elaboro anche un motivo decorativo ad hoc; ci penserò.
Il post è abbastanza inutile, avrei potuto narrare delle vicende odierne, ma preferisco di no... molto meglio fare altro.
Devo anche prendere dell'incenso da bruciare che l'ho finito...
lunedì 20 giugno 2011
Di zanzare e di gite
Complice la temperatura mite, grazie ai temporali delle prime settimane di giugno, al mio paese le zanzare parevano latitare.
Solo sabato qualcuna, timidamente, mi ha morsicato su un dito; domenica, però, mi sono recato nei pressi del Po' e, qualora temessi per la loro estinzione, sono stato pienamente rassicurato sullo stato di salute della specie.
Una nube di zanzare si è nutrita con entusiasmo direttamente dalle mie caviglie, senza dimostrare preferenza per l'una piuttosto che per l'altra, riducendole a un paio di pallette pruriginose e bitorzolute.
Ieri sera, probabilmente notando i cartelli pubblicitari lasciati dagli avventori del pomeriggio, anche le zanzare del mio paese, da me non ci sono zanzare tigri, almeno non sulla collina, hanno deciso di farmi visita e di lasciare qualche ricordo del loro passaggio.
Se inizio così dovrò rivestirmi, invano, di un qualche repellente per zanzare altrimenti passerò l'estate a grattarmi.
Domenica prossima sono molto indeciso sul da farsi. Pensavo di andare al mattino a Grazzano Visconti, come anticipato nel post precedente, per visitare il parco del maniero e fotografare tutto il fotografabile.
A San Pietro in Cerro, però, c'è una festa paesana e dato che non sono mai riuscito a visitare il locale castello, mi sarebbe piaciuto approfittare della coincidenza con la festa per andare in visita a questo maniero.
Potrei anche farli entrambi, uno al mattino e una al pomeriggio, poiché entrambi sono aperti solo durante la domenica e i festivi, ma vorrebbe dire anche macinare un po' di chilometri e quindi dovrò cogitarci su.
Questa estate pensavo di spingermi a Ferriere su sino al Lago Nero; il panorama deve essere meraviglioso e i millecento metri di altitudine ispirano fresco a tutti i pori della pelle...
Torno al mio albergo ché devo ancora concludere alcune tavole.
Solo sabato qualcuna, timidamente, mi ha morsicato su un dito; domenica, però, mi sono recato nei pressi del Po' e, qualora temessi per la loro estinzione, sono stato pienamente rassicurato sullo stato di salute della specie.
Una nube di zanzare si è nutrita con entusiasmo direttamente dalle mie caviglie, senza dimostrare preferenza per l'una piuttosto che per l'altra, riducendole a un paio di pallette pruriginose e bitorzolute.
Ieri sera, probabilmente notando i cartelli pubblicitari lasciati dagli avventori del pomeriggio, anche le zanzare del mio paese, da me non ci sono zanzare tigri, almeno non sulla collina, hanno deciso di farmi visita e di lasciare qualche ricordo del loro passaggio.
Se inizio così dovrò rivestirmi, invano, di un qualche repellente per zanzare altrimenti passerò l'estate a grattarmi.
Domenica prossima sono molto indeciso sul da farsi. Pensavo di andare al mattino a Grazzano Visconti, come anticipato nel post precedente, per visitare il parco del maniero e fotografare tutto il fotografabile.
A San Pietro in Cerro, però, c'è una festa paesana e dato che non sono mai riuscito a visitare il locale castello, mi sarebbe piaciuto approfittare della coincidenza con la festa per andare in visita a questo maniero.
Potrei anche farli entrambi, uno al mattino e una al pomeriggio, poiché entrambi sono aperti solo durante la domenica e i festivi, ma vorrebbe dire anche macinare un po' di chilometri e quindi dovrò cogitarci su.
Questa estate pensavo di spingermi a Ferriere su sino al Lago Nero; il panorama deve essere meraviglioso e i millecento metri di altitudine ispirano fresco a tutti i pori della pelle...
Torno al mio albergo ché devo ancora concludere alcune tavole.
sabato 18 giugno 2011
Grazzano Visconti
Di medioevale Grazzano Visconti conserva il castello, seppur recuperato con gusto eclettico nel 1900 e alcuni affreschi del 1300 nella chiesa; anche se io questi affreschi non li ho trovati.
La chiesa è una bella struttura del '600, con un interno sontuoso e affrescato e un bellissimo organo.
Quando agli albori del secolo scorso il castello, che fu degli Anguissola che si erano imparentati con le vipere viscontee, passò per eredità, con tutto quello che lo circondava, a Giuseppe Visconti versava in condizioni penose; il maniero come il contado erano stati abbandonati al loro destino e sarebbero caduti nell'oblio se il Visconti non avesse iniziato una imponente opera di "restauro".
Forse "restauro" non è la parola più indicata; il Visconti interpretò, aggiunse, recuperò secondo un'idea personale e romantica di medioevo tutto quello che aveva ereditato.
Quello che risulta è una scenografia complessa, pensata per stupire, intrattenere, che parla più del gusto di chi la concepì che del medioevo reale.
Il risultato, per quanto artificiale, è assolutamente piacevole; la scenografia non ha perso un colpo in cent'anni di onorata carriera e il borgo è animato da svariate manifestazioni che durante l'anno si susseguono tra le sue vie, ma, soprattutto, il borgo è abitato; non si limita ad essere un parco di divertimenti ante litteram, ma è un paese come altri che funge anche da scenografia incantevole.
Da qualche anno è possibile visitare anche i giardini del castello, la domenica e i giorni festivi, e ci tornerò domenica prossima per vederli.
Nel paese c'è anche una libreria Libreria Semola , un nome una citazione, ben fornita e dalla quale ho preso un paio di libri di storia. La scelta dei titoli è molto accurata e si trovano volumi che spesso in libreria più grandi non è possibile reperire e trovare; vale assolutamente una sosta...
Un altro scampolo di medioevo è rappresentato dal fantasma di Aloisa che, giovane sposa di un capitano della milizia, morì a causa del tradimento del marito; in paese è possibile vederne una statua scolpita secondo le indicazioni che lei stessa fornì nel corso di una seduta spiritica.
Se passate da Piacenza fate un sosta in quel di Grazzano; sono sicuro che non ve ne pentirete.
Contignaco
Nelle foto sopra si può ammirare il panorama che si gode dall'alto de "Le nine del lobo"; un posto meraviglioso. Prossimamente mi incamminerò lungo un sentiero che costeggia la collina, per poi salire in vetta. Mi hanno detto che è molto bello, impiega circa un'ora e merita assai :)
La foto è leggermente ritoccata, c'era un po' di umidità e l'immagine era un po' slavata; in primo piano si può notare il Castello di Contignaco, sullo sfondo il Castello di Bargone.
Dallo collina de "le nine del lobo" ho visto che si vede anche il colle sul quale sorge il Castello di Scipione e il Mongibellino; i castelli si guardano sempre.
giovedì 16 giugno 2011
Urgenze
Chissà quante volte mi sarò lamentato di come i lavori si succedono qui, questa volta, però, eviterò di farlo; non ne ho il tempo :asd:
Vi comunico che sono in balìa di un enorme lavoro, sette piani di morbidezza, che deve essere preparato per la fine del mese prossimo.
Una parte generosa è stata fatta, ma ne ho ancora, innanzi a me, un'altra parte cospicua prima di poter affidare il tutto alla mia collega che, fortunella, farà la parte burocratica.
Tutto questo per dire che per un po' il blog andrà a singhiozzo; il caldo, poi, mi toglie anche la voglia di scrivere... mi fa proprio essiccare i neuroni.
Con tutto l'umido che c'è i neuroni dovrebbero sviluppare dei funghi, invece i miei si disidratano proprio.
Ultimamente anche il mio ventilatore ha qualche problema, l'aria condizionata sputa fuori aria tiepida, e quindi è utile quanto un macigno per uno che affoga; potrebbe sembrare che io stia cogliendo l'occasione per lamentarmi del caldo, dopo tre meravigliose settimane di pioggia ininterrotta, ma devo dire che tutta 'sta calura fa bene alla mia pianta di ibisco che ora è bella arzilla.
Torno alla schiavitù... ho già perso tempo a sufficienza.
Vi comunico che sono in balìa di un enorme lavoro, sette piani di morbidezza, che deve essere preparato per la fine del mese prossimo.
Una parte generosa è stata fatta, ma ne ho ancora, innanzi a me, un'altra parte cospicua prima di poter affidare il tutto alla mia collega che, fortunella, farà la parte burocratica.
Tutto questo per dire che per un po' il blog andrà a singhiozzo; il caldo, poi, mi toglie anche la voglia di scrivere... mi fa proprio essiccare i neuroni.
Con tutto l'umido che c'è i neuroni dovrebbero sviluppare dei funghi, invece i miei si disidratano proprio.
Ultimamente anche il mio ventilatore ha qualche problema, l'aria condizionata sputa fuori aria tiepida, e quindi è utile quanto un macigno per uno che affoga; potrebbe sembrare che io stia cogliendo l'occasione per lamentarmi del caldo, dopo tre meravigliose settimane di pioggia ininterrotta, ma devo dire che tutta 'sta calura fa bene alla mia pianta di ibisco che ora è bella arzilla.
Torno alla schiavitù... ho già perso tempo a sufficienza.
martedì 14 giugno 2011
Pareva una Duna...
...e invece è una Dacia.
Si potrebbe pensare che per confondere una abitazione russa con una collina desertica di sabbia, ci voglia o una dose massiccia di miopia, meglio se tendente in modo preoccupante alla cecità, oppure un qualche tipo di sostanza stupefacente o una generosa razione di Lambrusco; d'altronde la Fortana è troppo leggera.
Nulla di tutto questo.
Da un po' di tempo a questa parte ho visto circolare per il paese un'auto giallo canarino che assomiglia, in modo inquietante, alla Fiat Duna.
La Duna fu un'auto della FIAT progettata, probabilmente, durante una colossale bevuta tra i progettisti della casa torinese che, in mancanza di meglio da fare, decisero di regalare uno sgorbio agli automobilisti italiani. A onor del vero c'è da dire che venne prima prodotta in Argentina e Brasile e poi fu lanciata, con scarsissimo successo ma con moltissime risate, anche in Europa.
In sostanza la Duna era sgraziata, tenuta insieme con qualche santino, e pareva assemblata, malamente, accostando tre scatole da scarpe di diverse dimensioni; un'auto veramente brutta, maledetta da prestazioni dubbie e da uno spot ancora più imbarazzante dell'auto.
Per anni, grazie a Dio, non ne ho più visti di esemplari in giro, ma già quando venne messa sul mercato solo pochi temerari osarono prenderla; di recente però ho visto quest'auto andarsene a zonzo per il paese e a primo acchito mi parve proprio una Duna.
Una volta ho potuto guardarla meglio e mi sono reso conto che invece è un'auto prodotta dalla Dacia; ne ignoro il modello.
Pensavo potesse essere una Logan, ma ricordo il bagagliaio più basso, i fanali tagliati con un angolo più marcato; se la trovo parcheggiata guardo che modello è.
Onestamente, colore giallo a parte, è più bellina della Duna, ma del resto ci vuole anche poco...
Si potrebbe pensare che per confondere una abitazione russa con una collina desertica di sabbia, ci voglia o una dose massiccia di miopia, meglio se tendente in modo preoccupante alla cecità, oppure un qualche tipo di sostanza stupefacente o una generosa razione di Lambrusco; d'altronde la Fortana è troppo leggera.
Nulla di tutto questo.
Da un po' di tempo a questa parte ho visto circolare per il paese un'auto giallo canarino che assomiglia, in modo inquietante, alla Fiat Duna.
La Duna fu un'auto della FIAT progettata, probabilmente, durante una colossale bevuta tra i progettisti della casa torinese che, in mancanza di meglio da fare, decisero di regalare uno sgorbio agli automobilisti italiani. A onor del vero c'è da dire che venne prima prodotta in Argentina e Brasile e poi fu lanciata, con scarsissimo successo ma con moltissime risate, anche in Europa.
In sostanza la Duna era sgraziata, tenuta insieme con qualche santino, e pareva assemblata, malamente, accostando tre scatole da scarpe di diverse dimensioni; un'auto veramente brutta, maledetta da prestazioni dubbie e da uno spot ancora più imbarazzante dell'auto.
Per anni, grazie a Dio, non ne ho più visti di esemplari in giro, ma già quando venne messa sul mercato solo pochi temerari osarono prenderla; di recente però ho visto quest'auto andarsene a zonzo per il paese e a primo acchito mi parve proprio una Duna.
Una volta ho potuto guardarla meglio e mi sono reso conto che invece è un'auto prodotta dalla Dacia; ne ignoro il modello.
Pensavo potesse essere una Logan, ma ricordo il bagagliaio più basso, i fanali tagliati con un angolo più marcato; se la trovo parcheggiata guardo che modello è.
Onestamente, colore giallo a parte, è più bellina della Duna, ma del resto ci vuole anche poco...
domenica 12 giugno 2011
Senza meta
Questa è stata fatta in quel di Rubiera al tramonto; una meta qui c'era...
Se c'è una cosa che detesto in strada la domenica sono i ciclisti. Per la maggior parte si spostano in mandrie e tendono, invariabilmente, a occupare almeno una corsia e a volte si spostano in mezzo alla carreggiata occupando tutte le corsie, comportandosi come se la strada fosse solo la loro.
Se per caso ce n'è uno solo, questo si comporterà allo stesso modo; stando in mezzo alla corsia quando possibile e piazzandosi a ridosso della mezzeria nelle curve.
Mi riferisco, ovviamente, ai ciclisti che la domenica si bardano di tutto punto con completini attillati e di colori sgargianti.
A me è stato insegnato a tenere la destra e a non andare appaiati in bicicletta quando si è per strada; dato che su questo punto il codice della strada non è cambiato, presumo sia stato insegnato anche a loro...
venerdì 10 giugno 2011
Esami...
...che come si sa, non finiscono mai.
Oggi devono essere finite le scuole e vicino a dove lavoro c'è una scuola elementare; in mezzo alle mandrie di alunni felici per la fine delle lezioni, c'era una parte di bambini in lacrime e tristi.
A quanto pare alcuni alunni di quinta hanno preso malissimo la fine della scuola elementare.
Personalmente non ricordo di aver provato dispiacere per la fine delle elementari, ma del resto elementari e medie inferiori non sono state uno spasso; tutt'altro.
Le cose tendono a essere difficili per chi bazzica in prossimità della periferia di una gaussiana.
Ricordo l'esame di quinta in modo abbastanza vivido, il che è curioso dato che ho volutamente dimenticato buona parte dei miei primi anni di vita, i ricordi torneranno più avanti; avevo presentato le guerre dei comuni italiani contro l'Impero... com'ero ingenuo.
Alle medie ricordo che l'esame di terza l'avevo incentrato sulla Cina, a partire dalla Rivoluzione Cinese in storia e legando le altre materia ad essa; in scienze avevo portato una ricerca sulle formiche... non so se voglio sapere se ritenevo Cina e formiche collegate, o se ho scelto le formiche perché mi piacevano.
Contrariamente a molte persone non ho ricordi traumatici dell'esame di maturità; la scuola che ho fatto prevedeva un esame, quello si massacrante, alla fine del triennio e in confronto l'esame di maturità mi sembrò molto più semplice.
L'esame del triennio consisteva nel portare tutte le materie, con pomeriggi e giornate dedicate alle materie professionali; quello fu consistente.
L'unica cosa che mi è rimasta delle superiori sono alcuni sogni nei quali vengo interrogato in matematica e non ricordo un ciuffolo di niente.
Gli ultimi anni ero anche bravo in matematica, mi ero studiato a memoria poche cose e quelle applicavo; evidentemente oggi ho dimenticato quel poco che avevo memorizzato... per fortuna è rimasto il metodo.
Oggi devono essere finite le scuole e vicino a dove lavoro c'è una scuola elementare; in mezzo alle mandrie di alunni felici per la fine delle lezioni, c'era una parte di bambini in lacrime e tristi.
A quanto pare alcuni alunni di quinta hanno preso malissimo la fine della scuola elementare.
Personalmente non ricordo di aver provato dispiacere per la fine delle elementari, ma del resto elementari e medie inferiori non sono state uno spasso; tutt'altro.
Le cose tendono a essere difficili per chi bazzica in prossimità della periferia di una gaussiana.
Ricordo l'esame di quinta in modo abbastanza vivido, il che è curioso dato che ho volutamente dimenticato buona parte dei miei primi anni di vita, i ricordi torneranno più avanti; avevo presentato le guerre dei comuni italiani contro l'Impero... com'ero ingenuo.
Alle medie ricordo che l'esame di terza l'avevo incentrato sulla Cina, a partire dalla Rivoluzione Cinese in storia e legando le altre materia ad essa; in scienze avevo portato una ricerca sulle formiche... non so se voglio sapere se ritenevo Cina e formiche collegate, o se ho scelto le formiche perché mi piacevano.
Contrariamente a molte persone non ho ricordi traumatici dell'esame di maturità; la scuola che ho fatto prevedeva un esame, quello si massacrante, alla fine del triennio e in confronto l'esame di maturità mi sembrò molto più semplice.
L'esame del triennio consisteva nel portare tutte le materie, con pomeriggi e giornate dedicate alle materie professionali; quello fu consistente.
L'unica cosa che mi è rimasta delle superiori sono alcuni sogni nei quali vengo interrogato in matematica e non ricordo un ciuffolo di niente.
Gli ultimi anni ero anche bravo in matematica, mi ero studiato a memoria poche cose e quelle applicavo; evidentemente oggi ho dimenticato quel poco che avevo memorizzato... per fortuna è rimasto il metodo.
giovedì 9 giugno 2011
Esclamazioni
In genere, quando capita qualcosa di inatteso che ci turba, o che ci causa problemi, ognuno di noi ricorre a un qualche tipo di esclamazione.
Diffuso è il costume di ricorrere all'artiglieria antiaerea e abbattere tutti Santi e le Madonne del Paradiso, lasciando quest'ultimo spoglio e disadorno.
Non mi piace sacramentare, credo di averlo fatto un paio di volte e, da qualche anno a questa parte, ho iniziato a ricorrere ad esclamazioni, il cui intento è richiedere un qualche aiuto divino o per esprimere disappunto.
Di seguito elenco le mie preferite:
Beata Miseria: ch'io sappia non esiste una beata chiamata Miseria, perciò questa esclamazione la uso, insieme a Miseria Ladra, magari colorita con qualche epiteto moderatamente volgare, per esprimere disappunto.
Santa Pazienza: che ancora non è santa, ma ce ne vuole talmente tanta che se mai sarà Santa è sicuro che sarà anche Martire.
Santa Apollonia: lo esclamo proprio per chiedere un sostegno di fronte a situazioni che mi lasciano basito
Beato Giove Pluvio: in questi giorni lo uso spesso e spero che Giove trattenga la mano quando rientro a casa e sono senza ombrello.
Esiste poi una serie di epiteti, in genere inventati sul momento, coi quali apostrofo le persone ma che non mi pare il caso di riportare qui.
Diffuso è il costume di ricorrere all'artiglieria antiaerea e abbattere tutti Santi e le Madonne del Paradiso, lasciando quest'ultimo spoglio e disadorno.
Non mi piace sacramentare, credo di averlo fatto un paio di volte e, da qualche anno a questa parte, ho iniziato a ricorrere ad esclamazioni, il cui intento è richiedere un qualche aiuto divino o per esprimere disappunto.
Di seguito elenco le mie preferite:
Beata Miseria: ch'io sappia non esiste una beata chiamata Miseria, perciò questa esclamazione la uso, insieme a Miseria Ladra, magari colorita con qualche epiteto moderatamente volgare, per esprimere disappunto.
Santa Pazienza: che ancora non è santa, ma ce ne vuole talmente tanta che se mai sarà Santa è sicuro che sarà anche Martire.
Santa Apollonia: lo esclamo proprio per chiedere un sostegno di fronte a situazioni che mi lasciano basito
Beato Giove Pluvio: in questi giorni lo uso spesso e spero che Giove trattenga la mano quando rientro a casa e sono senza ombrello.
Esiste poi una serie di epiteti, in genere inventati sul momento, coi quali apostrofo le persone ma che non mi pare il caso di riportare qui.
martedì 7 giugno 2011
Anglico idioma
La mia conoscenza dell'inglese è limitata. Non ostante il corso fatto, rimango con alcune conoscenze di base e poco altro; per migliorare dovrei mettermi chino sui libri a studiare e, onestamente, non ne ho molta voglia.
Innanzi tutto per il lavoro che faccio non è necessario ch'io conosca l'anglico, mi capita di parlarlo, se tutto va bene, una volta l'anno e quindi non sono spronato a migliorare la mia padronanza della lingua; per ora va bene così.
Con il mio anglico riesco a leggere i giornali senza problemi, romanzi vari, anche ottocenteschi e a capire la maggior parte di quel che dicono inglesi e americani; se l'accento non è troppo pesante non ho problemi di comprensione.
Shatner sfugge proprio alle mie capacità di comprensione; non c'è verso... non lo capisco. Il più delle volte mi pare biascichi suoni vagamente anglofoni, per poi triturarli mentre li sputa fuori dalle labbra. Il fatto poi che mi faccia anche un po' schifo come persona, mi rendo conto, non aiuta.
Fatto sta che al momento la mia conoscenza dell'inglese è sufficiente ai mie scopi; anche perché gli anglofoni sono molto comprensivi e se a volte mi scappa un "pecore" invece di un "navi" capiscono dal contesto e non ci danno troppo peso
Non ostante i miei sforzi a volte i suoni non mi escono proprio esattamente come volevo produrli; ragion per cui evito di parlare di "coperte" e di "galli".
Di recente però mi è capitato di commentare un paio di volte su alcuni blog in inglese che seguo.
Chi tiene questi blog legge e capisce l'italiano ma, ovviamente, non tutti i lettori di questi blog capiscono l'italiano, così mi sono sentito molto scortese ad aver fatto dei commenti in una lingua poco comprensibile ai più.
L'unico modo per porvi rimedio è tradurre quanto da me scritto; così mi sono avvalso del traduttore di google.
Essendo un software fa quel che può, ma in linea generale richiede poche correzioni, se le frasi sono semplici, per cui lo ritengo un valido aiuto nel formulare i miei commenti in anglico; così non devo strapazzare più del necessario l'inglese.
Come si sarà notato tendo un po' alla subordinata, a volte mi scappa qualche parola desueta e la formulazione delle mie frasi spesso non è proprio lineare, tendo all'arzigolo e all'inutile; pur non essendo il mio italiano complesso, non sarei in grado di tradurmi, perciò devo sempre ricordarmi di dare in pasto al traduttore frasi semplici e lineari... così so, per lo meno, come correggerlo.
Se dovessi prendere l'abitudine di commentare su blog in anglico potrei essere motivato a migliorare la mia padronanza dell'inglese; chi vivrà vedrà.
Innanzi tutto per il lavoro che faccio non è necessario ch'io conosca l'anglico, mi capita di parlarlo, se tutto va bene, una volta l'anno e quindi non sono spronato a migliorare la mia padronanza della lingua; per ora va bene così.
Con il mio anglico riesco a leggere i giornali senza problemi, romanzi vari, anche ottocenteschi e a capire la maggior parte di quel che dicono inglesi e americani; se l'accento non è troppo pesante non ho problemi di comprensione.
Shatner sfugge proprio alle mie capacità di comprensione; non c'è verso... non lo capisco. Il più delle volte mi pare biascichi suoni vagamente anglofoni, per poi triturarli mentre li sputa fuori dalle labbra. Il fatto poi che mi faccia anche un po' schifo come persona, mi rendo conto, non aiuta.
Fatto sta che al momento la mia conoscenza dell'inglese è sufficiente ai mie scopi; anche perché gli anglofoni sono molto comprensivi e se a volte mi scappa un "pecore" invece di un "navi" capiscono dal contesto e non ci danno troppo peso
Non ostante i miei sforzi a volte i suoni non mi escono proprio esattamente come volevo produrli; ragion per cui evito di parlare di "coperte" e di "galli".
Di recente però mi è capitato di commentare un paio di volte su alcuni blog in inglese che seguo.
Chi tiene questi blog legge e capisce l'italiano ma, ovviamente, non tutti i lettori di questi blog capiscono l'italiano, così mi sono sentito molto scortese ad aver fatto dei commenti in una lingua poco comprensibile ai più.
L'unico modo per porvi rimedio è tradurre quanto da me scritto; così mi sono avvalso del traduttore di google.
Essendo un software fa quel che può, ma in linea generale richiede poche correzioni, se le frasi sono semplici, per cui lo ritengo un valido aiuto nel formulare i miei commenti in anglico; così non devo strapazzare più del necessario l'inglese.
Come si sarà notato tendo un po' alla subordinata, a volte mi scappa qualche parola desueta e la formulazione delle mie frasi spesso non è proprio lineare, tendo all'arzigolo e all'inutile; pur non essendo il mio italiano complesso, non sarei in grado di tradurmi, perciò devo sempre ricordarmi di dare in pasto al traduttore frasi semplici e lineari... così so, per lo meno, come correggerlo.
Se dovessi prendere l'abitudine di commentare su blog in anglico potrei essere motivato a migliorare la mia padronanza dell'inglese; chi vivrà vedrà.
lunedì 6 giugno 2011
Letture
Non so esattamente per qual motivo, ma quando inizio un libro devo, assolutamente, averne per le mani almeno un altro paio.
Difficilmente riesco a leggere un solo libro alla volta; devono essere almeno tre.
Una volta, cioè almeno una decina di anni fa, cercavo di contrastare questa inclinazione concentrandomi su un solo volume, adesso, pur provandoci, non riesco più.
La lettura continua a coinvolgermi come sempre, ma dato che è influenzata dal mio umore, a volte non ho voglia di andare avanti a leggere quanto ho iniziato e quindi inizio un altro volume; la voglia di leggere un libro non è mai influenzata dalla bontà del libro, ma dipende sempre dall'umore nel quale mi trovo o dalla mia disposizione di spirito.
Spesso, a complicare, alterno le letture dei saggi con la lettura, in contemporanea, di volumi meno impegnati oppure, a volta, con la lettura di un altro saggio.
La domanda: "cosa stai leggendo ultimamente?" in genere è seguita da una lista di volumi.
Alcuni di questi libri, poi, me li trascino a dietro per un po': a volte perché sono un po' pesanti da digerire, altre volte perché si tratta di racconti o di antologie.
Ultimamente mi trovo in quella disposizione di spirito tale per cui avrei voglia di leggere la Austen o Forster, o un autore similare, se ne esistono,ma ho deciso di optare, come terza lettura, per un giallo d'ambientazione ottocentesca.
Ecco; devo dire che solo con alcuni autori mi capita di dedicarmi completamente ai loro libri. Questo non rende gli altri libri che leggo meno belli.
Sono decisamente una creatura umorale...
Difficilmente riesco a leggere un solo libro alla volta; devono essere almeno tre.
Una volta, cioè almeno una decina di anni fa, cercavo di contrastare questa inclinazione concentrandomi su un solo volume, adesso, pur provandoci, non riesco più.
La lettura continua a coinvolgermi come sempre, ma dato che è influenzata dal mio umore, a volte non ho voglia di andare avanti a leggere quanto ho iniziato e quindi inizio un altro volume; la voglia di leggere un libro non è mai influenzata dalla bontà del libro, ma dipende sempre dall'umore nel quale mi trovo o dalla mia disposizione di spirito.
Spesso, a complicare, alterno le letture dei saggi con la lettura, in contemporanea, di volumi meno impegnati oppure, a volta, con la lettura di un altro saggio.
La domanda: "cosa stai leggendo ultimamente?" in genere è seguita da una lista di volumi.
Alcuni di questi libri, poi, me li trascino a dietro per un po': a volte perché sono un po' pesanti da digerire, altre volte perché si tratta di racconti o di antologie.
Ultimamente mi trovo in quella disposizione di spirito tale per cui avrei voglia di leggere la Austen o Forster, o un autore similare, se ne esistono,ma ho deciso di optare, come terza lettura, per un giallo d'ambientazione ottocentesca.
Ecco; devo dire che solo con alcuni autori mi capita di dedicarmi completamente ai loro libri. Questo non rende gli altri libri che leggo meno belli.
Sono decisamente una creatura umorale...
venerdì 3 giugno 2011
giovedì 2 giugno 2011
L'uomo propone...
...e Giove Pluvio dispone.
Oggi volevo portare mio nipote in vetta alla Pietra Nera di Pellegrino parmense, ma, giunto il momento della partenza, le nuvole nere si assembrate e, per evitare di essere colti da un fortunale sul crinale della Pietra, ho deciso di andare verso il castello di Gropparello.
La nube dell'impiegato, non ostante le previsioni dicessero solo "nuvolo", mi ha pedinato sino a Gropparello scaricando al suolo un tale quantitativo di acqua che sarebbero affogate anche le rane.
Alla fine della fola, che un po' quella dell'oca e' bella perché l' e' poca, abbiamo terminato la giornata in visita al borgo fortificato di Vigoleno, che mio nipote non ha mai visto... Tenteremo più avanti di salire in vetta alla Pietra; e domani si va al lavoro.
Oggi volevo portare mio nipote in vetta alla Pietra Nera di Pellegrino parmense, ma, giunto il momento della partenza, le nuvole nere si assembrate e, per evitare di essere colti da un fortunale sul crinale della Pietra, ho deciso di andare verso il castello di Gropparello.
La nube dell'impiegato, non ostante le previsioni dicessero solo "nuvolo", mi ha pedinato sino a Gropparello scaricando al suolo un tale quantitativo di acqua che sarebbero affogate anche le rane.
Alla fine della fola, che un po' quella dell'oca e' bella perché l' e' poca, abbiamo terminato la giornata in visita al borgo fortificato di Vigoleno, che mio nipote non ha mai visto... Tenteremo più avanti di salire in vetta alla Pietra; e domani si va al lavoro.
mercoledì 1 giugno 2011
Meteo ed eventi
Ieri sera le previsioni meteo dicevano che oggi sarebbe stata la giornata più brutta della settimana, con pioggia tutto il giorno; in effetti stamane piove, è piovuto stanotte e molto probabilmente continuerà nel pomeriggio, ma essendo che mi piace la pioggia, per me oggi è una giornata meravigliosa! Le temperature sono un poco più basse e non c'è il sole che picchia; oggi non corro il rischio di essiccarmi sulla strada mentre vado a piedi a lavorare.
Domani pomeriggio programmo di andare sulla Pietra Nera con mio nipote, ma dipende dal tempo che farà domani mattina, se non dovesse esserci il sole e quindi c'è la possibilità che i sassi siano bagnati, andremo a Gropparello. Oggi controllerò il meteo.
ah!... va da sé che anche quest'anno niente ponte...
Per quanto concerne gli eventi... oggi compio gli anni.
Non intendo darmi ai festeggiamenti sfrenati, o fare chissà cosa, non ho mai fatto "feste" di compleanno; mi limiterò a prendere una torta.
Ho anche smesso di fare bilanci; credo di averne fatto uno solo nella mia vita.
Che senso ha arrivare a una certa età, guardarsi indietro e mettere un segno di spunta sugli obbiettivi raggiunti?
Le scelte fatte sono già compiute e sono state valutate sul momento, tornare indietro a rivalutare e a pensare a cosa sarebbe successo, o a come sarebbe stato, se le scelte fossero state diverse non ha senso; dagli errori si impara quando le conseguenze si manifestano e non a distanza di tempo quando il ricordo ne deforma la percezione.
Non ho rimpianti e voglio continuare a non averne.
Non voglio che la vita diventi quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altro, tanto per parafrasare Allen, ma che sia il resto ad accadere mentre sono impegnato a vivere. Sono grato di avere il minimo indispensabile e un po' di superfluo per vivere e che la mia esistenza non sia assorbita dalla necessità di accumulare zavorra; né materiale o di altra sorta... del resto non ho mai ambito a diventare ricco.
Certo l'accumulo dei libri è quasi una mania e me ne rendo conto, ma visto che la mia pensione ammonterà a un turacciolo al mese, devo accumulare libri da leggere per la mia vecchiaia.
Tanti auguri a me; ch'io possa trovare tutto quel che cerco, tranne una cosa affinché possa avere qualcosa per cui lottare... e a chi coglie la citazione, anche se non propriamente letterale, un'affettuosa pacca sulla spalla.
Domani pomeriggio programmo di andare sulla Pietra Nera con mio nipote, ma dipende dal tempo che farà domani mattina, se non dovesse esserci il sole e quindi c'è la possibilità che i sassi siano bagnati, andremo a Gropparello. Oggi controllerò il meteo.
ah!... va da sé che anche quest'anno niente ponte...
Per quanto concerne gli eventi... oggi compio gli anni.
Non intendo darmi ai festeggiamenti sfrenati, o fare chissà cosa, non ho mai fatto "feste" di compleanno; mi limiterò a prendere una torta.
Ho anche smesso di fare bilanci; credo di averne fatto uno solo nella mia vita.
Che senso ha arrivare a una certa età, guardarsi indietro e mettere un segno di spunta sugli obbiettivi raggiunti?
Le scelte fatte sono già compiute e sono state valutate sul momento, tornare indietro a rivalutare e a pensare a cosa sarebbe successo, o a come sarebbe stato, se le scelte fossero state diverse non ha senso; dagli errori si impara quando le conseguenze si manifestano e non a distanza di tempo quando il ricordo ne deforma la percezione.
Non ho rimpianti e voglio continuare a non averne.
Non voglio che la vita diventi quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altro, tanto per parafrasare Allen, ma che sia il resto ad accadere mentre sono impegnato a vivere. Sono grato di avere il minimo indispensabile e un po' di superfluo per vivere e che la mia esistenza non sia assorbita dalla necessità di accumulare zavorra; né materiale o di altra sorta... del resto non ho mai ambito a diventare ricco.
Certo l'accumulo dei libri è quasi una mania e me ne rendo conto, ma visto che la mia pensione ammonterà a un turacciolo al mese, devo accumulare libri da leggere per la mia vecchiaia.
Tanti auguri a me; ch'io possa trovare tutto quel che cerco, tranne una cosa affinché possa avere qualcosa per cui lottare... e a chi coglie la citazione, anche se non propriamente letterale, un'affettuosa pacca sulla spalla.
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