In realtà volevo mettere le foto che ho fatto ieri in quel di Reggio Emilia, ma non avendole con me ripiego su un altro argomento; ovviamente quando arriverò a casa metterò anche le foto, ma per il momento scrivo due scemenze in merito al cibo... anche se magari ne ho già parlato, ma tanto non me lo ricordo :asd:
Dopo aver letto quanto scritto da Status-Viatoris mi sono venute in mente una serie di cose che possono andare bene per un post d'inizio settimana.
Non credo che il mio rapporto col cibo sia strano, però le premesse la dicono lunga.
Non sono mai stato un mangione, ho sempre mangiato poco impiegandoci tempi lunghissimi, se poi quel che mangiavo non mi piaceva potevo stare a tavola ore per venti grammi di roba. Sin da piccolo però, e questa è una cosa che i miei ci tenevano a ricordarmi, sottintendo il fatto ch'io fossi oltraggiosamente schizzinoso, ho manifestato la mia predilezione per i dolci; il mio svezzamento credo sia avvenuto a base di biscotti.
Mentre tutto il resto dei bimbi della famiglia addentava carne a volontà, io utilizzavo i denti solo in caso di biscotti.
Crescendo ho iniziato a mangiare anche la pasta, sviluppando una predilezione per il formaggio che tutt'ora mi accompagna; mentre ho scoperto la verdura solo quando ho potuto addentarla priva di condimenti... detesto l'aceto e la pozza d'olio che si forma nell'insalatiera non mi è mai piaciuta.
Ricordo che la carne la mangiavo solo se accompagnata da una dose, più o meno massiccia, a seconda della mia reticenza, di scapaccioni sfoderati per l'occasione.
Poi ci si stupisce se la carne non mi piace, anche perché mia madre, per non so qualche forma di tortura, ogni tanto ci propinava il cervello bollito condito con limone... una delle cose più disgustose ch'io abbia mai mangiato.
Mangiavo volentieri, impiegandoci quindi un tempo leggermente inferiore all'ora, il fegato ai ferri semicrudo, il cuore anch'esso semicrudo e il macinato di cavallo crudo; per me cotto il macinato di cavallo è sempre stato immangiabile, ragion per cui ho sempre evitato il ragù e ho sempre prediletto le lasagne prive di questo condimento.
Non che la besciamella sia magra, il mio vicino siciliano la definiva "pomata", ma non ha carne e a me piace.
Rarissimamente mi vedrete mangiare con le mani; detesto ungermi le dita con olio, grasso e altro, perciò utilizzo sempre coltello e forchetta e uso le mani solo con la verdura perché rigorosamente priva di condimenti... e anche per l'esterno, la crosta, della pizza perché in genere è la parte priva di olio.
Questo aspetto dello sporcarsi le mani vale anche per la frutta, per cui mangio solo alcuni tipi di frutta che non mi lasciano le mani impiastricciate; stranamente, invece, adoro il pompelmo che mangio di gusto con le mani... mah... una cosa è sicura, in "natura" morirei di fame :asd:
Sono comunque grato ai miei genitori che mi obbligavano a mangiare cibi vari, perché altrimenti a quest'ora non passerei dalle porte e avrei bisogno di una ottomana e non di una sedia.
Quando ho smesso di mangiare carne abbiamo fatto un periodo ad andare a pranzo dai parenti, capitava di rado, ma a volte accadeva.
Sin quando si è al ristorante ce la si cava sempre in qualche modo, ma quando si è casa dell'arzilla rezdora, casalinga, emiliana che è tua parente attraverso una ridda di legami ingarbugliati, la faccenda diventa complessa.
In genere la poveretta passa il giorno prima immersa, sino ai gomiti, tra i fornelli a cucinare per un battaglione di almeno una centinaio di persone; gli invitati in genere ammontano a 10 o 15 persone, ma per la rezdora siamo tutti sull'orlo della morte per fame.
Ne va del suo orgoglio di cuoca.
Gli antipasti in genere sono il trionfo del maiale; coppa, culatello, spalla, prosciutto, rigorosamente crudo, salame e via discorrendo... quando spieghi che non mangi carne ti viene fatto un lungo interrogatorio e poi ti viene servito del formaggio.
Anche i primi, che possono variare dai cappelletti e altri tipi di pasta in brodo, a tagliatelle e lasagne, in genere contengono carne di maiale in una qualche forma e se non è maiale è un altro tipo di carne, per cui chiedi cosa contiene questo e quello e quando noti la faccia intristita della rezdora, pigli la prima cosa che pare avere meno carne per non essere villano.
I secondi, ovviamente, sono solo carne e a questo punto hai tre opzioni:
1) ti viene offerto del pollo...
2) ti viene offerto del brodo, rigorosamente di carne... ovvio;
3) una seconda razione, più o meno monumentale perché sorretta dall'affermazione "hai mangiato così poco", di un primo; sempre che di primo ne sia rimasto. E' vero che la rezdora ha cucinato per un esercito, ma in genere gli ospiti sono sciami di cavallette.
A volte però, specie perché ti vedono che sei educato e non vuoi dispiacere a chi ha lavorato tanto, ti guardano con aria dubbiosa chiedendoti: "non è buono?"
Ecco; non si può dire a una rezdora che ha passato una giornata in cucina "guardi, signora, io non lo mangio", perché potrebbe reagire male e quindi inizi con: "è sicuramente buonissimo, ma sa..." e inizi ad arrampicarti sugli specchi sino a trovare una soluzione di compromesso che faccia felice la cuoca.
La cucina emiliana non è fatta solo di carne, intendiamoci, ma i piatti tipici erano piatti riservati ai giorni di festa e quando si faceva festa si mangiava della carne che in genere, durante il corso normale dell'anno, non c'era; così è per i pranzi coi parenti, è un'occasione festosa e quindi si ammazza, e non solo metaforicamente, il maiale.
Mio padre mi parla spesso di quello che si doveva inventare mia nonna per far saltare fuori i pasti; spessissimo si mangiava polenta in molteplici forme, tra le quali la "polenta agli odori", cioè un pezzo di polenta strofinato, per consumarlo molto lentamente, su un pezzo di baccalà.
In aggiunta a tutto ciò devo dire che a me è sempre piaciuta l'acqua; sino a qualche tempo fa l'acqua, a pasto, era usata giusto per allungare il vino. I pasti si annaffiavano con Lambrusco o Fortana, che finivano volentieri anche nel brodo o fungevano, addizionati con altro zucchero, come dolce.
Mio nonno, per dire, ci teneva che i nipoti, anche se piccoli, venissero bene avviati e ci dava da bere un po' di vino da aggiungere al bicchierone d'acqua; d'altronde ci teneva alla nostra salute e si sa che l'acqua fa arruginire.
Il fatto ch'io mangi poco e sia anche schizzinoso, non vuol dire che non mi piaccia mangiare, o che non mi piaccia parlare del cibo... è pericolosissimo parlare di cibo con un italiano; possiamo andare avanti per ore ininterrottamente citando piatti e posti con fare enciclopedico e potrei farlo anche io, ma credo di aver frantumato gli zebedei a sufficienza per oggi :asd:
3 commenti:
Ho solo una cosa da risponderti, anche perchè sai quali sono le avventure in casa A. in fatto di cibo e quale sia lo stile di vita che stiamo tentando di adottare a villa A.-M.! ;)
La cosa dunque è questa: mio padre, tipico padre emiliano, sposato alla tipica resdora emiliana, si dimentica categoricamente che io non mangio carne di maiale. Ogni volta che sono a casa dei miei e lui "stura" il salume me ne offre una fetta, con anche aria soddisfatta e goduriosa di chi sa che ti sta offrendo una leccornia sublime, e io ogni volta gli ricordo che non mangio carne di maiale e la sua reazione è sempre la stessa, se gli dessi una coltellata probabilmente soffrirebbe meno, e per questo la sua memoria decide, ogni volta, di bypassare l'informazione! Ahahhahahahahah!!!! :)
...ogni tanto ci provano anche i miei tentando di offrimi parti di lingua o di altri affettati; questo non ostante il fatto che siano ormai vent'anni che non mangio carne :asd:
io ho lo stesso vostro problema, ma con i dolci! e credetemi, e' davvero un'impresa cercare di far capire a chi non ti conosce e ti ha visto mangiare di gusto tutti i piatti del banchetto, dall'antipasto ai contorni, che non mangi la torta perche'... non ti piace :-P
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