Ebbene si; tra qualche giorno, invero pochini visto che parto giovedì, me ne vado a Lipsia.
La valigia sul letto non è quella di un lungo viaggio, un po' perché il viaggio non è lunghissimo, anche se all'andata mi ci vorranno cinque ore di viaggio tra gli aeroporti a causa di una sosta lunghissima a Monaco, senza contare il collegamento ferroviario Paesello-aeroporto felsineo, un po' perché non si tratta manco di una valigia, ma di uno zaino.
Del resto sto via solo sei giorni, non ho bisogno di molto altro al di fuori di biancheria pulita ben compressa.
Non è la prima volta che prendo un volo da solo e non è certo il volo a mettermi in ansia; è il treno.
Innanzi tutto perché arrivo a Bologna Centrale e sono anni che non vado più in quella stazione, presumo che non sia cambiata più di tanto, ma soprattutto perché devo affidarmi a trenitalia.
Ho calcolato i tempi in modo da essere a Bologna due ore prima del mio volo, ma temo un ritardo o una supercazzola a caso che mi costringerà a terra.
Sicuramente le mie sono solo paturnie e trenitalia mi stupirà con effetti speciali regalandomi solo dieci minuti di ritardo, quasi puntuale insomma, ma ciò non ostante continuo ad essere un po' agitato; quindi mercoledì notte non dormirò e arriverò a Lipsia in condizioni pietose... di positivo è che avrò un paio di borse violacee, in zona bulbo oculare, aggiuntive da sfruttare.
Secondo motivo d'ansia è la lingua; con l'inglese me la cavo, ma se chi gestisce la struttura dove è sito l'appartamento, non parla anglico? Ecco, questa è sicuramente il motivo d'ansia più assurdo, ma nel male avrò con me carta e penna per improvvisare qualche disegno esplicativo; del resto dubito che "der weiss teller flight" possa essermi utile in questa circostanza.
Ultimo motivo d'ansia; il tempo.
Questa preoccupazione mi fa molto "british".
Giovedì hanno messo nubifragio su Bologna, nuvolo su Lipsia e, più o meno, la medesima temperatura; questo mi obbliga a partire con delle scarpe chiuse e quindi con le calze... mi viene già caldo all'idea.
All'andata, grazie anche alla clemenza di Giove Pluvio, potrei anche non morire di caldo, a meno che il nubifragio non aumenti l'umidità, regalandole anche "travolgere"; ma se quando torno in Italia ci sono trenta gradi ed io mi ritrovo con le scarpe chiuse e le calze? Coraggio; non potrà mai essere peggio del ritorno dalla Scozia e l'incontro con l'assolata spianata, asfaltata, dell'aeroporto di Parma.
A me i treni piacciono anche, devo dire, ma ogni volta che penso "vado in treno", mi prefiguro una sorta di viaggio della speranza in clima da odissea fantozziana.
In linea di massima, ai Numi piacendo quindi, il blog si prende una pausa della quale nessuno si accorgerà, del resto è pur sempre aperiodico.
Ah! Stasera in corriera ho trovato un'unghia finta con l'effigie di Padre Pio; non so bene cosa voglia dirmi il Cosmo con questo ritrovamento, ma nel dubbio l'ho conservata, se non altro come prova che esistono e non me lo sono sognato...
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