Prima che pensiate male, visto che quello che segue è la descrizione del sogno che ho fatto ieri notte, vi informo che non ho mangiato pesante la sera prima, non ho letto chissà cosa e non ho visto qualche discutibile programma.
Via al sogno.
Il sogno si apre su una sala coperta da una volta diruta, solo parzialmente in piedi; la vedo dall'alto e sul pavimento c'è un piano, con, a volte, solo tasti bianchi, solo a tratti compaiono anche i neri e le corse a volte sono ritorte, o corrose, e c'è una melodia costituita da tre note delle quali una ripetuta due volte.
In questa parte del sogno sono io a suonarle, per cui la visuale cambia e mi ritrovo all'interno della struttura.
A questo punto cambia la scena e assisto, da fuori, alla salita, attraverso una scala, senza parapetto, attaccata a un impervio, scosceso, muro di roccia, sulla quale molte persone salgano verso una sporgenza dalla quale parte una corda che, attaccata a una roccia curva, conduce verso l'alto.
Da questo cavo solo due persone, un uomo e una donna, riescono, arrampicandosi sulla corda, a salire nella stanza con la cupola diruta e il piano forte.
Sono accolti da un essere vestito poveramente, senza sfarzo, che dà alla donna una corda ritorta del pianoforte, poiché lei ha informato quest'essere che alcuni, salendo lungo la fune, sono precipitati e morti.
I due iniziano, su incarico di questo essere, a pulire, lavare, sistemare, una serie di cadaveri, a volte non proprio morti, più zombies che cadaveri insomma, macilenti, più o meno decomposti, in vari stati di decomposizione, per altro con dettagli decisamente realistici; questo prova l'uomo e la donzella, mentre dorme, lo aiuta alleviandogli le fatiche, semplicemente standogli vicino e viene spaventata da una creatura mostruosa, tenuta insieme da ragnatele, vermi, parti in cancrena e via discorrendo, che cerca di dissuaderla, poiché lui non ce la farà.
Il sogno finisce con lui e lei che ritornano dall'essere nella sala con il pianoforte e spiega loro cosa hanno fatto: hanno aiutato le anime dei morti a liberarsi dai loro pesi, ovvero le parti in cancrena dei cadaveri su menzionate, per poter tornare da dove sono venute.
Il sogno finisce così e a me è venuto in mente il mito di Er.
Questo genere di sogno, così visivamente realistico, di solito mi turba in modo tale da intervenire e mutare, o stravolgendo, la narrazione in qualcosa di più gestibile; in questo sogno non sono intervenuto e quando mi sono svegliato stavo benissimo.
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