mercoledì 27 giugno 2012
Iggio
Iggio è una frazione del comune di Pellegrino Parmense ed è raggiungibile in pochi minuti di auto. Da qui c'è una bellissima strada che collega diverse località; è poco trafficata, per nulla impegnativa, è solo molto lunga e bellissima; a un certo punto si può vedere anche Pozzolo
Petrolifera
Si tratta di un sentiero, così chiamato, che c'è nei pressi del mio paesello
Sulla carta dei sentieri, percorribili a piedi, del mio paesello è l'anello contrassegnato dalla numerazione P4.
Col tempo intendo camminare in tutti i sentieri riportanti su quella carta; inizia l'esplorazione, appiedata e sistematica, dei dintorni di casa.
Sulla carta dei sentieri, percorribili a piedi, del mio paesello è l'anello contrassegnato dalla numerazione P4.
Col tempo intendo camminare in tutti i sentieri riportanti su quella carta; inizia l'esplorazione, appiedata e sistematica, dei dintorni di casa.
martedì 26 giugno 2012
Scoperte
All'Istituto d'Arte filosofia non c'era; si poteva ricavare qualcosa, se ovviamente si prestava attenzione e i neuroni collaboravano, se si aveva, insomma, un'intelligenza tale da poter, almeno, essere catalogati nei mammiferi, dalla storia dell'Arte e sprazzi anche dalla letteratura.
Volendo si potevano ricavare brandelli di filosofia da materie che, per forza di cose, erano ad essa collegate.
Finite le scuole, e avendo più tempo per leggere, mi sono documentato in merito da solo; ovviamente, non conoscendo né il greco, né il latino, ho dovuto arrangiarmi, a volte con una certa fatica, impostami anche dalla mia patologica assenza di memoria, con quello che avevo a disposizione.
Ho sempre prediletto la filosofia antica; confesso anche di avere una certa predilezione, data anche dalla mia fisima per la storia del periodo, per le questioni trinitarie, cristologiche e le eresie del medioevo (meglio se dell'alto).
Negli anni ho tentato, più volte e ciclicamente, di prendere confidenza con la filosofia di epoche successive, sei, sette e ottocento per intenderci, ma con scarsissimi risultati; non riescono a coinvolgermi quanto il pensiero evoluto nell'antichità, o la diatriba del filioque (tanto per citarne una a caso e non tirare a mano Basilide, Montano, Marcione e via discorrendo).
Credo di aver già detto, chissà in quale post, che il mio filosofo preferito, colui al quale farei un monumento insomma, è Eraclito; anche se, paradossalmente, ho sempre apprezzato anche Zenone di Elea.
Fatto sta che ieri sera, leggendo il libro che fa bella mostra di sé lì in basso a destra, nella barra di anobii, mi sono reso conto di quanto il mio pensiero sia, seppur partendo da luoghi non palesemente ad esso vicini, cresciuto aderente allo stoicismo.
Son belle scoperte da fare; uno parte da Star Trek e poi scopre di essere approdato a Zenone di Cizio, perché, in fondo la prima si avvale, in modo più o meno consapevole, del secondo.
Nelle mie letture ho incontrato talmente tante volte lo stoicismo che mi è impossibile, manco volendolo, enumerarle.
Ho cercato, raggiungendola in modo più o meno compiuto, l'atarassia perché mi pareva l'unico metodo logico, e sensato, per metabolizzare determinate cose attraverso un'analisi delle stesse, il più possibile, priva di coinvolgimento emotivo e per fare questo mi sono avvalso, senza per altro avere neppure familiarità col termine, dell'epoché ("sospensione del giudizio") che, ora, è divenuta una mia consolidata prassi; il tutto partendo da Vulcan.
In tutto questo tempo mi sono, completamente, dimenticato di quanto insegnato all'ombra della stoà ad Atene; e pensare che mi sarebbe stato anche molto utile ricordarmene, avrei risparmiato tempo e risorse.
Una mia insegnante di italiano diceva che la memoria è selettiva e ci ricordiamo solo quello che ci interessa; questo vuol dire che pur non avendo nutrito, sino ad ora, interesse per lo stoicismo, incontrato sovente nel tempo e sempre ignorato, ho passato decenni a cercare di aderivi partendo dalla Sacra Scodella di Surak.
Il Cosmo ha un gran senso dell'umorismo.
Volendo si potevano ricavare brandelli di filosofia da materie che, per forza di cose, erano ad essa collegate.
Finite le scuole, e avendo più tempo per leggere, mi sono documentato in merito da solo; ovviamente, non conoscendo né il greco, né il latino, ho dovuto arrangiarmi, a volte con una certa fatica, impostami anche dalla mia patologica assenza di memoria, con quello che avevo a disposizione.
Ho sempre prediletto la filosofia antica; confesso anche di avere una certa predilezione, data anche dalla mia fisima per la storia del periodo, per le questioni trinitarie, cristologiche e le eresie del medioevo (meglio se dell'alto).
Negli anni ho tentato, più volte e ciclicamente, di prendere confidenza con la filosofia di epoche successive, sei, sette e ottocento per intenderci, ma con scarsissimi risultati; non riescono a coinvolgermi quanto il pensiero evoluto nell'antichità, o la diatriba del filioque (tanto per citarne una a caso e non tirare a mano Basilide, Montano, Marcione e via discorrendo).
Credo di aver già detto, chissà in quale post, che il mio filosofo preferito, colui al quale farei un monumento insomma, è Eraclito; anche se, paradossalmente, ho sempre apprezzato anche Zenone di Elea.
Fatto sta che ieri sera, leggendo il libro che fa bella mostra di sé lì in basso a destra, nella barra di anobii, mi sono reso conto di quanto il mio pensiero sia, seppur partendo da luoghi non palesemente ad esso vicini, cresciuto aderente allo stoicismo.
Son belle scoperte da fare; uno parte da Star Trek e poi scopre di essere approdato a Zenone di Cizio, perché, in fondo la prima si avvale, in modo più o meno consapevole, del secondo.
Nelle mie letture ho incontrato talmente tante volte lo stoicismo che mi è impossibile, manco volendolo, enumerarle.
Ho cercato, raggiungendola in modo più o meno compiuto, l'atarassia perché mi pareva l'unico metodo logico, e sensato, per metabolizzare determinate cose attraverso un'analisi delle stesse, il più possibile, priva di coinvolgimento emotivo e per fare questo mi sono avvalso, senza per altro avere neppure familiarità col termine, dell'epoché ("sospensione del giudizio") che, ora, è divenuta una mia consolidata prassi; il tutto partendo da Vulcan.
In tutto questo tempo mi sono, completamente, dimenticato di quanto insegnato all'ombra della stoà ad Atene; e pensare che mi sarebbe stato anche molto utile ricordarmene, avrei risparmiato tempo e risorse.
Una mia insegnante di italiano diceva che la memoria è selettiva e ci ricordiamo solo quello che ci interessa; questo vuol dire che pur non avendo nutrito, sino ad ora, interesse per lo stoicismo, incontrato sovente nel tempo e sempre ignorato, ho passato decenni a cercare di aderivi partendo dalla Sacra Scodella di Surak.
Il Cosmo ha un gran senso dell'umorismo.
venerdì 22 giugno 2012
Rilievo
Oltre ad aver fatto un rilievo mercoledì, ne ho fatto anche uno ieri e sono dovuto tornare in loco oggi perché... bhè, andiamo con ordine.
Il fabbricato oggetto del rilievo è un fabbricato agricolo; stalla, fienile superiore, con annesso pollaio, un paio di depositi e un vecchio fabbricato in aderenza che doveva fungere, più o meno negli anni '30 date le decorazioni ivi presente, da stalla primieva.
Il fabbricato in questione è enorme, da solo ci avrei impiegato, probabilmente, parecchi giorni e la voglia, dato il caldo atroce che c'è in questi giorni, è letteralmente evaporata anche perché: il disegno in pianta era già stato fatto a seguito di un rilievo di un altro studio; l'assenza di scale mi avrebbe costretto ad dovermi inerpicare per arrivare al piano superiore e, in aggiunta, avrei dovuto andare con l'inutile praticante.
L'inutile praticante, tanto per confermare l'utilità della sua presenza, è andato in vacanza, ha fatto benissimo, per cui avrei dovuto fare il rilievo da solo.
Telefono al committente per dirgli di farmi trovare una scala sul posto; qualcuno di voi l'ha vista? Manco io quando sono arrivato e quindi mi sono limitato a prendere le dimensioni di massima, tanto per controllare quanto già fatto, e tutte quelle dimensioni che mi avrebbero aiutato a rendere il disegno verosimile; le dimensioni di massima tornavano anche, ma la pianta era carente di alcuni dettagli significativi.
Dopo tre ore passate al caldo, perso nelle campagne con un Australian Shephard a caccia di lepri per compagnia, ho deciso di tornare a casa, fidarmi delle altezze segnate nelle piante in mio possesso e barare, come se non ci fosse un domani... l'ho già detto che ho una Coscienza importante? Dopo aver disegnato le piante la mia Coscienza, con la discrezione consueta, mi ordina di andare a prendere le altezze perché ci sarebbero potute essere delle dimensioni diverse; alle 18:00 mi sono preso su, con una scala e un significativo giramento di zebedei, e sono tornato sul posto, ma non ho ritrovato il fabbricato agricolo.
Ho girato nella stessa zona per circa mezz'ora, senza trovare la via che vi conduceva; sono tornato a casa, con la Coscienza in pace, oh... io ci ho provato, e sapendo che avrei dovuto inventare qui e là.
Stamane ho iniziato a disegnare le sezioni, usando le altezze scritte dall'altro studio, e mi rendo subito conto, con le foto, che le altezze erano sbagliate.
Sono tornato, rassegnato al mio destino, sul posto; l'ho trovato, ho patito il caldo, ma ho preso le altezze necessarie per disegnare a modo il fabbricato, mi sono inerpicato sulla scala, spostandola dove serviva, ho tolto ragnatele secolari, scacciato piccioni di stanza nei sottotetti e pregato che Poseidone si astenesse dallo scuotere la terra.
Dovete sapere che la copertura è in metallo, appoggiota sui muri di facciata e su dei pilasti nei fianchi; una delle facciate aveva una rassicurante crepa che la tagliava in due; dal colmo alla base.
Mi sono sentito come se fossi dentro la serra del film "la mano sulla culla".
Che dire? Non ce l'ho proprio fatta a fregarmene e a tirare dritto.
Il fabbricato oggetto del rilievo è un fabbricato agricolo; stalla, fienile superiore, con annesso pollaio, un paio di depositi e un vecchio fabbricato in aderenza che doveva fungere, più o meno negli anni '30 date le decorazioni ivi presente, da stalla primieva.
Il fabbricato in questione è enorme, da solo ci avrei impiegato, probabilmente, parecchi giorni e la voglia, dato il caldo atroce che c'è in questi giorni, è letteralmente evaporata anche perché: il disegno in pianta era già stato fatto a seguito di un rilievo di un altro studio; l'assenza di scale mi avrebbe costretto ad dovermi inerpicare per arrivare al piano superiore e, in aggiunta, avrei dovuto andare con l'inutile praticante.
L'inutile praticante, tanto per confermare l'utilità della sua presenza, è andato in vacanza, ha fatto benissimo, per cui avrei dovuto fare il rilievo da solo.
Telefono al committente per dirgli di farmi trovare una scala sul posto; qualcuno di voi l'ha vista? Manco io quando sono arrivato e quindi mi sono limitato a prendere le dimensioni di massima, tanto per controllare quanto già fatto, e tutte quelle dimensioni che mi avrebbero aiutato a rendere il disegno verosimile; le dimensioni di massima tornavano anche, ma la pianta era carente di alcuni dettagli significativi.
Dopo tre ore passate al caldo, perso nelle campagne con un Australian Shephard a caccia di lepri per compagnia, ho deciso di tornare a casa, fidarmi delle altezze segnate nelle piante in mio possesso e barare, come se non ci fosse un domani... l'ho già detto che ho una Coscienza importante? Dopo aver disegnato le piante la mia Coscienza, con la discrezione consueta, mi ordina di andare a prendere le altezze perché ci sarebbero potute essere delle dimensioni diverse; alle 18:00 mi sono preso su, con una scala e un significativo giramento di zebedei, e sono tornato sul posto, ma non ho ritrovato il fabbricato agricolo.
Ho girato nella stessa zona per circa mezz'ora, senza trovare la via che vi conduceva; sono tornato a casa, con la Coscienza in pace, oh... io ci ho provato, e sapendo che avrei dovuto inventare qui e là.
Stamane ho iniziato a disegnare le sezioni, usando le altezze scritte dall'altro studio, e mi rendo subito conto, con le foto, che le altezze erano sbagliate.
Sono tornato, rassegnato al mio destino, sul posto; l'ho trovato, ho patito il caldo, ma ho preso le altezze necessarie per disegnare a modo il fabbricato, mi sono inerpicato sulla scala, spostandola dove serviva, ho tolto ragnatele secolari, scacciato piccioni di stanza nei sottotetti e pregato che Poseidone si astenesse dallo scuotere la terra.
Dovete sapere che la copertura è in metallo, appoggiota sui muri di facciata e su dei pilasti nei fianchi; una delle facciate aveva una rassicurante crepa che la tagliava in due; dal colmo alla base.
Mi sono sentito come se fossi dentro la serra del film "la mano sulla culla".
Che dire? Non ce l'ho proprio fatta a fregarmene e a tirare dritto.
mercoledì 20 giugno 2012
Vaticini
Stamane sono andato a fare un rilievo, dovrò, forse, andare a farne uno anche domani, e così ho deciso di fermarmi a lavorare al mio paesello invece di raggiungere Parma.
Mi sono alzato presto, anche se ho potuto poltrire ben sino alle sette, e, una volta radunato il materiale per il rilievo, sono andato in quel di Fidenza a fare metano.
La notte è stata allietata dal seguente sogno: ho sognato che mi davo del cretino per aver pensato che avrei dovuto cambiare l'auto, a causa della chiusura difettosa di una portiera.
Giunto al distributore ho azionato la leva per aprire il cofano, ma non è successo nulla; ho riprovato e al secondo tentativo ho sentito che il cavo, che collega la leva al gancio di chiusura, era staccato dalla sua sede.
Ho provato a tirare il cavo, ma senza risultato; ho dovuto andare, con la carissima benzina, a fare il rilievo e poi ho lasciato l'auto dal meccanico.
Probabilmente il cavo si è tranciato a metà in un punto imprecisato e andrà sostituito.
Non si tratta di un problema di "chiusura" ma di apertura, non si tratta di una portiera ma del cofano, ma è pur sempre un problema di accesso.
Devo solo imparare a mettere giù i vaticini in modo, abbastanza vago, da renderli adattabili a qualunque circostanza.
Attenderò di sapere quanto mi costerà questo cavo rotto, ho paura che possa essere una cosa meno cretina di quanto possa sembrare.
Mi sono alzato presto, anche se ho potuto poltrire ben sino alle sette, e, una volta radunato il materiale per il rilievo, sono andato in quel di Fidenza a fare metano.
La notte è stata allietata dal seguente sogno: ho sognato che mi davo del cretino per aver pensato che avrei dovuto cambiare l'auto, a causa della chiusura difettosa di una portiera.
Giunto al distributore ho azionato la leva per aprire il cofano, ma non è successo nulla; ho riprovato e al secondo tentativo ho sentito che il cavo, che collega la leva al gancio di chiusura, era staccato dalla sua sede.
Ho provato a tirare il cavo, ma senza risultato; ho dovuto andare, con la carissima benzina, a fare il rilievo e poi ho lasciato l'auto dal meccanico.
Probabilmente il cavo si è tranciato a metà in un punto imprecisato e andrà sostituito.
Non si tratta di un problema di "chiusura" ma di apertura, non si tratta di una portiera ma del cofano, ma è pur sempre un problema di accesso.
Devo solo imparare a mettere giù i vaticini in modo, abbastanza vago, da renderli adattabili a qualunque circostanza.
Attenderò di sapere quanto mi costerà questo cavo rotto, ho paura che possa essere una cosa meno cretina di quanto possa sembrare.
mercoledì 13 giugno 2012
Fiducia in noi
Come è noto il mio patriottismo è disperso da qualche parte, probabilmente non è neppure mai comparso e c'è un cartello "non pervenuto" al posto dei neuroni ad esso addetti, ma in questi giorni, specie ora che i mercati hanno l'influenza, mi sento di poter spendere due parole sulla mia nazione e, per una volta, neppure parole denigratorie.
Non ho ben capito perché i mercati debbano contagiarsi tra loro; uno stato va in crisi e la cosa si propaga a macchia d'olio a quelli vicini come un'influenza... è tutto talmente artificiale. Non solo i mercati sono adolescenti puerili, ma sono pure cagionevoli di salute; verrebbe anche voglia di sopprimerli per il loro bene.
Perché avere fiducia nell'Italia?
Innanzi tutto avere o meno fiducia nel governo italiano dovrebbe essere del tutto irrilevante; voglio dire, non è che gli italiano abbiamo molta fiducia nei loro governanti.
Abbiamo vinto due guerre mondiali; certo, l'affermazione è opinabile, dato che siamo saliti sul carro del vincitore a seconda dell'opportunità del momento, ma della prima abbiamo conservato un numero impressionante di morti, come tutti gli altri contendenti e rispetto alla seconda non abbiamo dovuto pagare, come per la Germania, alcuna indennità, fatto sta che dalla seconda, pur vincendola, abbiamo ereditato un paese bombardato da ricostruire.
D'altronde abbiamo fatto un cambio in corsa e questo lascia sempre qualche costo da pagare; d'accordo che il boom economico degli anni '60 è avvenuto anche grazie ai dollari statunitensi, ma questo ci ha fornito le basi per costruire un sistema economico che funziona.
Siamo sopravvissuti a ben ciquant'anni di governo democristiano, mantenendo una pletora di parassiti del pentapartito, ai quali aggiungere tutti i clientelismi del partito comunista; ciò non ostante siamo riusciti a mantenerci tra la prime sette economie del mondo.
Aggiungiamoci che stiamo mantenendo il Vaticano, cinque per mille, otto per mille, prebende e benefici vari; di recente abbiamo avuto una serie di terremoti che hanno colpito una parte decisamente produttiva del paese e adesso abbiamo anche a che fare con le trombe d'aria.
Onestamente non credo che nessun paese sarebbe stato in grado di andare avanti così bene con una storia recente come la nostra.
Tra l'altro, se i dati che leggiamo sui giornali sono corretti, con la nostra economia sommersa ci compriamo la Grecia pagandone anche i debiti.
Qui si lavora e neppure poco.
Non ho ben capito perché i mercati debbano contagiarsi tra loro; uno stato va in crisi e la cosa si propaga a macchia d'olio a quelli vicini come un'influenza... è tutto talmente artificiale. Non solo i mercati sono adolescenti puerili, ma sono pure cagionevoli di salute; verrebbe anche voglia di sopprimerli per il loro bene.
Perché avere fiducia nell'Italia?
Innanzi tutto avere o meno fiducia nel governo italiano dovrebbe essere del tutto irrilevante; voglio dire, non è che gli italiano abbiamo molta fiducia nei loro governanti.
Abbiamo vinto due guerre mondiali; certo, l'affermazione è opinabile, dato che siamo saliti sul carro del vincitore a seconda dell'opportunità del momento, ma della prima abbiamo conservato un numero impressionante di morti, come tutti gli altri contendenti e rispetto alla seconda non abbiamo dovuto pagare, come per la Germania, alcuna indennità, fatto sta che dalla seconda, pur vincendola, abbiamo ereditato un paese bombardato da ricostruire.
D'altronde abbiamo fatto un cambio in corsa e questo lascia sempre qualche costo da pagare; d'accordo che il boom economico degli anni '60 è avvenuto anche grazie ai dollari statunitensi, ma questo ci ha fornito le basi per costruire un sistema economico che funziona.
Siamo sopravvissuti a ben ciquant'anni di governo democristiano, mantenendo una pletora di parassiti del pentapartito, ai quali aggiungere tutti i clientelismi del partito comunista; ciò non ostante siamo riusciti a mantenerci tra la prime sette economie del mondo.
Aggiungiamoci che stiamo mantenendo il Vaticano, cinque per mille, otto per mille, prebende e benefici vari; di recente abbiamo avuto una serie di terremoti che hanno colpito una parte decisamente produttiva del paese e adesso abbiamo anche a che fare con le trombe d'aria.
Onestamente non credo che nessun paese sarebbe stato in grado di andare avanti così bene con una storia recente come la nostra.
Tra l'altro, se i dati che leggiamo sui giornali sono corretti, con la nostra economia sommersa ci compriamo la Grecia pagandone anche i debiti.
Qui si lavora e neppure poco.
lunedì 11 giugno 2012
Previsione
L'arte di prevedere l'arrivo dell'autobus ha, da sempre, a che fare con l'interrogazione dei Numi attraverso le più varie tecniche ma, a volte, persino i Numi danno forfait e non rispondono.
Stamane si è dato il via all'orario estivo dei trasporti pubblici in quel di Parma.
La corriera che prendo di solito, si ferma a Barriera Bixio; durante l'orario scolastico arriva sino alla stazione.
Stamane sono sceso alla barriera sopra citata e ho preso il sette per poi scendere in Ghiaia, lo storico mercato della città, e avviarmi di fronte al Toschi a prendere il tredici.
Sono giunto alle 7:28; l'autobus era atteso, l'orario faceva bella mostra di sé sul tabellone luminoso delle previsioni di arrivo bus, alle 7:32; l'ho aspettato sino alle 7:48... invano.
Da domani proverò la combinazione uno e due da Barriera Bixio, nella speranza che questi due autobus siano un po' più affidabili.
L'orario estivo ha portato alcune significative novità: gli orari degli autobus, al pomeriggio, sono stati ritardati di qualche minuto e sono stati anticipati, almeno quelle per il mio paese, gli orari delle corriere di venti minuti; morale: non riesco più a prendere la corriera solita e devo prendere quella dopo, tornando a casa, quindi, quaranta minuti dopo.
Pazienza.
Prenderò la corriera per il resto di questo mese, attendendo la rivoluzione di luglio, della quale parlo tra poco, perché ad agosto, dato che lo studio sarà aperto solo una o due settimane, andrò in auto.
L'orario estivo degli autobus, almeno quelli che prendo io, sono in vigore solo sino a fine mese e poi in luglio cambieranno di nuovo, dovrebbero cambiare anche in agosto; ovviamente tali modifiche si possono vedere sul sito dell'azienda di trasporti, ma solo dal giorno, esatto, di entrata in vigore degli orari per non togliere, agli utenti, il piacere della sorpresa.
Devo imparare a leggere gli astragali; potrebbe essere un'arte utile in questo frangente.
Stamane si è dato il via all'orario estivo dei trasporti pubblici in quel di Parma.
La corriera che prendo di solito, si ferma a Barriera Bixio; durante l'orario scolastico arriva sino alla stazione.
Stamane sono sceso alla barriera sopra citata e ho preso il sette per poi scendere in Ghiaia, lo storico mercato della città, e avviarmi di fronte al Toschi a prendere il tredici.
Sono giunto alle 7:28; l'autobus era atteso, l'orario faceva bella mostra di sé sul tabellone luminoso delle previsioni di arrivo bus, alle 7:32; l'ho aspettato sino alle 7:48... invano.
Da domani proverò la combinazione uno e due da Barriera Bixio, nella speranza che questi due autobus siano un po' più affidabili.
L'orario estivo ha portato alcune significative novità: gli orari degli autobus, al pomeriggio, sono stati ritardati di qualche minuto e sono stati anticipati, almeno quelle per il mio paese, gli orari delle corriere di venti minuti; morale: non riesco più a prendere la corriera solita e devo prendere quella dopo, tornando a casa, quindi, quaranta minuti dopo.
Pazienza.
Prenderò la corriera per il resto di questo mese, attendendo la rivoluzione di luglio, della quale parlo tra poco, perché ad agosto, dato che lo studio sarà aperto solo una o due settimane, andrò in auto.
L'orario estivo degli autobus, almeno quelli che prendo io, sono in vigore solo sino a fine mese e poi in luglio cambieranno di nuovo, dovrebbero cambiare anche in agosto; ovviamente tali modifiche si possono vedere sul sito dell'azienda di trasporti, ma solo dal giorno, esatto, di entrata in vigore degli orari per non togliere, agli utenti, il piacere della sorpresa.
Devo imparare a leggere gli astragali; potrebbe essere un'arte utile in questo frangente.
lunedì 4 giugno 2012
Cose che uno vorrebbe sapere
Avete presente i terremoti che si stanno succedendo in Emilia-Romagna? Massì, quelli che hanno ammazzato 17 persone e vanno avanti, con ingenti danni ad abitazioni e monumenti, da una decina di giorni a questa parte. Non potete non averne sentito parlare, a meno che non siate appena stati scaricati da Nibiru in corsa.
Ne hanno parlato anche sul Telegraph e sul Times di Los Angeles, quindi presumo se ne sia parlato anche in altre testate giornalistiche internazionali.
Oggi ho deciso di vedere ove sono tutte queste faglie che scivolano sotto la mia regione; ebbene una di queste faglie, quella che al momento sta facendo ballare il modenese, ammesso e non concesso che si fermi lì, passa a un tiro di schioppo da dove lavoro.
Ho mai scritto del comportamento del palazzo dove lavoro? Sono all'ultimo piano e tende a vibrare quando passa il due (autobus), quando passano i camion e, occasionalmente, ho sin pensato che persino il vento lo facesse vibrare.
Sicuramente l'elasticità è un pregio in una costruzione, ma la cosa non mi fa sentire proprio sicuro; vero è che anche l'albergo a Kayenta ballava col vento, ma là tirava un vento da paura e la costruzione è lignea, quindi è legittimata a vibrare.
Poco più a sud di Parma ne passa un'altra; avendo letto la cronaca di Salimbene de Adam posso dire che per gli anni coperti dalla cronaca non ci sono stati terremoti e non ricordo di aver letto di terremoti così gravi, come quelli accaduti nei giorni scorsi, in città accaduti nel tempo.
Ancora un poco più a sud, che rampa allegra e fiorona sugli Appenini, c'è un'altra faglia che taglia in due il mio paese.
La cosa bella è che di un paesello, neppure fondato dai romani, vabbè... c'era un insediamento agricolo etrusco più o meno a Siccomonte, ma le suppellettili non sono molto chiacchierone, non si tengono grandi memorie scritte, sappiamo però, perché vi sono testimoni oculari che hanno potuto vedere il documento originario, prima che qualcuno se lo portasse a casa, che nell'Alto Medioevo ci fu un evento, della cui natura non si sa molto, che chiuse, tappandoli, i pozzi del sale e che la Diocesi di Piacenza diede la propria autorizzazione, ad alcune famiglie locali, a scavare per riprendere l'estrazione di sale.
La notizia non è rassicurante, ma mica posso dare delle craniate al muro e andare nel panico; in fondo, voglio dire, tra qualche milione di anni il sole diventa una nova e buona notte al secchio e non posso certo farmi prendere da Deimos e Phobos per un evento che potrebbe anche non avverarsi mai.
In ogni caso ho deciso di fare uno zaino di emergenza con alcune poche cose da prendermi a dietro in caso di disastro; una sorta di "in caso di apocalisse rompere qui"... probabilmente non servirà, ma non si sa mai.
E' proprio vero che non si finisce mai di imparare; nel frattempo mi affido allo sponsor ufficiale della mi esistenza; la Provvidenza.
Ne hanno parlato anche sul Telegraph e sul Times di Los Angeles, quindi presumo se ne sia parlato anche in altre testate giornalistiche internazionali.
Oggi ho deciso di vedere ove sono tutte queste faglie che scivolano sotto la mia regione; ebbene una di queste faglie, quella che al momento sta facendo ballare il modenese, ammesso e non concesso che si fermi lì, passa a un tiro di schioppo da dove lavoro.
Ho mai scritto del comportamento del palazzo dove lavoro? Sono all'ultimo piano e tende a vibrare quando passa il due (autobus), quando passano i camion e, occasionalmente, ho sin pensato che persino il vento lo facesse vibrare.
Sicuramente l'elasticità è un pregio in una costruzione, ma la cosa non mi fa sentire proprio sicuro; vero è che anche l'albergo a Kayenta ballava col vento, ma là tirava un vento da paura e la costruzione è lignea, quindi è legittimata a vibrare.
Poco più a sud di Parma ne passa un'altra; avendo letto la cronaca di Salimbene de Adam posso dire che per gli anni coperti dalla cronaca non ci sono stati terremoti e non ricordo di aver letto di terremoti così gravi, come quelli accaduti nei giorni scorsi, in città accaduti nel tempo.
Ancora un poco più a sud, che rampa allegra e fiorona sugli Appenini, c'è un'altra faglia che taglia in due il mio paese.
La cosa bella è che di un paesello, neppure fondato dai romani, vabbè... c'era un insediamento agricolo etrusco più o meno a Siccomonte, ma le suppellettili non sono molto chiacchierone, non si tengono grandi memorie scritte, sappiamo però, perché vi sono testimoni oculari che hanno potuto vedere il documento originario, prima che qualcuno se lo portasse a casa, che nell'Alto Medioevo ci fu un evento, della cui natura non si sa molto, che chiuse, tappandoli, i pozzi del sale e che la Diocesi di Piacenza diede la propria autorizzazione, ad alcune famiglie locali, a scavare per riprendere l'estrazione di sale.
La notizia non è rassicurante, ma mica posso dare delle craniate al muro e andare nel panico; in fondo, voglio dire, tra qualche milione di anni il sole diventa una nova e buona notte al secchio e non posso certo farmi prendere da Deimos e Phobos per un evento che potrebbe anche non avverarsi mai.
In ogni caso ho deciso di fare uno zaino di emergenza con alcune poche cose da prendermi a dietro in caso di disastro; una sorta di "in caso di apocalisse rompere qui"... probabilmente non servirà, ma non si sa mai.
E' proprio vero che non si finisce mai di imparare; nel frattempo mi affido allo sponsor ufficiale della mi esistenza; la Provvidenza.
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