giovedì 31 maggio 2012

Letture

Allegerisco un po' i toni, altrimenti ci si deprime anche qui e basta aprire un giornale per deprimersi a dovere.

In questo periodo sto leggendo poco, ho solo due libri in lettura e per me la cosa è singolare; in genere ne ho sempre almeno quattro che, per decenza, non amplio con altri volumi.
Lo so che lì a destra ne compare solo uno, ma l'altro attendo di inserirlo su anobii una volta finito e completo di recensione.

"Sailing from Byzantium" è davvero un gran bel libro; abbiate pazienza e sopportatemi alcune righe mentre mi dilungo su Bisanzio. In principio, all'acquisto, ero un po' titubante perché temevo di non riuscire a riconoscere i nomi dei vari protagonisti della storia, dato che li conosco nella loro versione italica, ma, una volta iniziata la lettura, non ho trovato difficoltà di comprensione. O il libro è scritto in un modo semplice e accessibile, oppure il mio inglese è migliore di quello che penso, fatto sta che si sta rivelando un'ottima lettura.

Qualche post fa ho scritto che avevo voglia di leggere un libro di una ignoranza abissale e mi è stato prestato "cento colpi di spazzola prima di andare a dormire" di Melissa P.
Devo dire che ho sempre nutrito dei pregiudizi, nel senso letterale del termine, ovvero giudizi formati su opinioni altrui piuttosto che dall'esperienza diretta, e ho cercato di leggere il libro senza i pregiudizi di contorno.
Ora che sono giunto a metà del libro posso parlarne.
Partiamo dai pregi del libro; è corto, e a volte è una benedizione, ed ha un titolo molto felice.
L'autrice, devo darle atto di questo, malgrado alcune costruzioni dubbie, che però possono essere figlie di regionalismi e quindi suonare strane, fa un uso proprio della punteggiatura; usa anche il punto e virgola.
La scrittura è, come è giusto che sia per un romanzo d'esordio, specie in giovane età, molto acerba e ha non poche pretese; difficile dire se tali pretese da libro impegnato, siano figlie dell'adolescenza o caratteriali, ma ci sono e sono fastidiose.
Quello che più traspare dal libro, che grida da ogni pagina, non ostante alcuni tentativi di sviare l'attenzione con una miserrima giustificazione psicologica, è la noia più assoluta.
La protagonista fa sesso come un criceto con chiunque; questa è la trama.
Ogni tanto viene messa un po' di psicologia, rapporto genitori/figli, ma solo perché così si scrivono più pagine e ci si dà un tono, tant'è che sono pezzi inutili; il fulcro dell'azione è una ripetizione continua della medesima scena.
Va bene; cambiano le ambientazioni, ma viene tutto affrontato nello stesso modo, con le stesse, forzate, paranoie e pensieri esistenziali, per poi riprendere subito dopo.
Per ora, a metà, il libro è un distillato di noia pura; va anche bene che sia un libro breve e non come i tomi della Meyer...
E' evidente; non sono fatto per le letture adolescenziali e posso anche smettere di provare a leggere questi libri di gran successo, è che a volte il libro può, comunque, sorprenderti e rivelarsi buono.
Non credo sia il caso di questo, per altro non ho neppure voglia di continuare a leggerlo, ma ci andrò in fondo in modo da poter confermare, o smentire, in caso di improbabile stravolgimento sul finale, il primo giudizio.

Nessun commento: